Il MAO - Museo d’Arte Orientale di Torino inaugura un nuovo allestimento dedicato all’arte giapponese e presenta, fino al 3 agosto 2025, la prima di tre rotazioni tratte dalla serie Le 53 stazioni della Tōkaidō di Utagawa Hiroshige (Edo, 1797 – 1858). In questa fase iniziale, il percorso espositivo comprende 19 stampe, che verranno seguite nei mesi successivi da altre due selezioni da 18 opere ciascuna, permettendo al pubblico di ammirare l’intera collezione nel corso dell’anno.
L’iniziativa rientra nel programma di riallestimenti e interventi dinamici del MAO, pensati per offrire riletture aggiornate delle collezioni permanenti. In questo caso, la selezione è accompagnata da una nuova interpretazione curatoriale che non si limita alla semplice esposizione delle opere, ma intende proporre una chiave di lettura inedita della serie di Hiroshige. Il progetto nasce dalla collaborazione con il Museo di Belle Arti di Montréal (MMFA), con cui il museo torinese condivide non solo il corpus delle opere, ma anche un’impostazione curatoriale che privilegia la sostenibilità e la valorizzazione del pensiero scientifico nella gestione delle risorse espositive.
Entrambi i musei conservano infatti una serie completa delle 53 stazioni della Tōkaidō identica per edizione e qualità. Questo consente una gestione innovativa del progetto: non sono le opere a viaggiare, ma l’apparato curatoriale, l’interpretazione e i contenuti didattici. L’allestimento torinese utilizza materiali, testi e soluzioni ideate dal museo canadese, che nel 2024 aveva presentato la stessa serie seguendo la medesima chiave tematica. La curatela è affidata a Laura Vigo, conservatrice di arte asiatica presso il MMFA. Le 53 stazioni della Tōkaidō furono realizzate per la prima volta nel 1833 da Hiroshige e pubblicate dalla casa editrice Hōeidō, diretta da Takenouchi Magohachi. L’opera ottenne un successo immediato, contribuendo a ridefinire l’identità stessa delle ukiyo-e, le stampe giapponesi a blocchi di legno. Con oltre 15.000 copie stampate, la serie divenne un bestseller dell’epoca Edo. Le singole xilografie venivano acquistate a prezzi contenuti, si stima quanto una ciotola di ramen, e raggiungevano un pubblico ampio, composto da viaggiatori, lettori e cittadini curiosi. Molte di queste stampe furono successivamente dimenticate, per poi essere riscoperte e rivalutate in Occidente nella seconda metà del XIX secolo.
Il successo della serie fu dovuto in larga parte all’intuizione artistica di Hiroshige, che proveniva da una famiglia samurai e fu in grado di reinterpretare un tema allora ampiamente frequentato. Il viaggio lungo la Tōkaidō – la strada di circa 490 chilometri che univa Edo (oggi Tokyo) a Kyoto – era già oggetto di descrizioni e immagini. Tuttavia, Hiroshige vi applicò un linguaggio nuovo, in grado di unire realismo e immaginazione, accessibilità e raffinatezza formale. L’artista integrò nella composizione influenze occidentali come la prospettiva centrale e l’ombreggiatura, sperimentò con il formato orizzontale e utilizzò il blu sintetico, un pigmento moderno che caratterizza molte delle sue stampe più note. Ogni tappa della Tōkaidō, rappresentata in una stampa, assume nella serie di Hiroshige il valore di scena evocativa: più che un semplice resoconto paesaggistico, un frammento visivo che condensa suggestioni, atmosfere e immaginari. Le stampe raccontano il Giappone Tokugawa come uno spazio in trasformazione, attraversato da figure in movimento, daimyo, pellegrini, mercanti, viaggiatori, che popolano locande, ponti, campagne e mercati. Gli elementi del quotidiano si mescolano a visioni fantastiche, trasformando l’esperienza del viaggio in una narrazione visiva continua.
Un elemento chiave del progetto fu il ruolo dell’editore Takenouchi Magohachi, che contribuì anche all’impostazione narrativa e grafica della serie. L’intero ciclo fu concepito come una sorta di storyboard ante litteram, con un filo conduttore narrativo pensato per un pubblico alfabetizzato e curioso. L’aspetto commerciale non ostacolava, ma anzi rafforzava, la carica innovativa del progetto, che si poneva al crocevia tra arte, editoria e comunicazione di massa. La Tōkaidō, istituita ufficialmente nel 1601 come una delle cinque grandi arterie viarie del Giappone Tokugawa, collegava le due capitali del potere, Edo, sede dello shogunato, e Kyoto, residenza imperiale. Lungo il tracciato sorgevano 53 stazioni di posta, ognuna dotata di infrastrutture per l’accoglienza dei viaggiatori: alloggi, cibo, trasporti, botteghe e, in molti casi, servizi di intrattenimento. Questo sistema fu alla base della modernizzazione interna del paese, favorendo gli scambi e la circolazione delle idee. Le stampe di Hiroshige restituiscono la varietà di questi luoghi, la vitalità dei loro protagonisti, e il senso del movimento continuo che attraversava la società dell’epoca.
Titolo mostra | Paesaggi da sogno. Le 53 stazioni della Tokaido | Città | Torino | Sede | MAO - Museo d'Arte Orientale | Date | Dal 30/11/-0001 al 03/08/2025 | Artisti | Utagawa Hiroshige | Temi | Arte orientale, Arte antica, MAO Museo d'Arte Orientale |