Al MArTa, Museo archeologico nazionale di Taranto, è in programma una mostra dal titolo Arché, il principio e l’acqua, allestita negli spazi dell’ex Convento degli Alcantarini e visitabile fino al 1 febbraio 2026. L’esposizione si propone di approfondire il ruolo dell’acqua dolce come elemento naturale e culturale nello sviluppo dei territori della Magna Grecia, offrendo al contempo una panoramica inedita dei reperti custoditi nei depositi del MArTA. L’acqua, intesa come risorsa fondamentale per la vita e per le attività quotidiane delle antiche comunità, ma anche come simbolo e principio cosmico, costituisce il filo conduttore della mostra e guida il visitatore attraverso un percorso che lega natura, cultura e innovazione tecnologica.
“Nello scenario contemporaneo”, dichiara Stella Falzone, direttrice del Museo archeologico nazionale di Taranto, “in cui sono sempre più percepibili gli effetti del cambiamento climatico, in cui si avverte la necessità di un uso equo e solidale delle risorse idriche, occorre ripartire dalle origini, dalla storia più antica delle genti che hanno abitato il nostro territorio: un tema di memoria, di consapevolezza e di riscoperta del passato comune, per costruire al meglio il nostro futuro. Nel progettare la mostra sull’acqua, si è scelto infatti di richiamare il termine Archè, il principio di tutto, caro alla filosofica greca. Il progetto espositivo nasce con l’obiettivo di presentare al pubblico, in un panorama articolato, diacronico, e con diverse narrazioni e vari approfondimenti tematici, le forme dei vasi e quegli oggetti legati alla quotidianità dell’acqua, e ai diversi usi antichi, che provengono da Taranto e dai territori vicini. Un lavoro di ‘emersione’ che ci consente di riportare alla luce reperti che solo per questioni di spazio rimangono al buio dei depositi, e che in occasioni come queste ci permettono inoltre di ampliare il racconto fino all’epoca medievale e moderna di questa città così stratificata”.
L’esposizione prende il nome dal termine greco “ἀρχή”, archè, che in filosofia indica il principio, la sostanza originaria da cui tutto deriva e a cui tutto ritorna. L’acqua è presentata non solo come risorsa vitale e bene collettivo, ma anche come elemento simbolico e religioso, capace di influenzare pratiche cultuali, riti di passaggio e forme di rappresentazione artistica. “Fonte di vita e di fertilità, mezzo di purificazione e di passaggio, veicolo di relazione con il divino, l’acqua si rivela elemento capace di strutturare tanto la dimensione quotidiana quanto quella religiosa e simbolica”, ha sottolineato Massimo Osanna, direttore generale Musei Italiani del Ministero della Cultura, che ha sostenuto l’esposizione.
Taranto, città dei due mari, è anche un territorio modellato dall’acqua dolce, dalle sorgenti e dai citri che sfociano nel Mar Piccolo, fino ai corsi del Tara e del Cervaro. Un paesaggio in cui la presenza di acqua, anche quando scarsa, ha determinato forme di adattamento, soluzioni ingegneristiche e significati culturali. La mostra offre al visitatore una narrazione che intreccia reperti archeologici, fotografie contemporanee e nuove letture del patrimonio custodito dal MArTA, in gran parte proveniente dai depositi.
L’allestimento si articola tra la bussola della Temporary Art nella hall del museo e la Sala delle mostre temporanee al piano terra, in dialogo costante con la collezione permanente distribuita nei due piani superiori. All’ingresso, nella grande teca di cristallo della hall, è possibile osservare una selezione di contenitori legati all’acqua, che restituiscono la varietà delle forme e delle funzioni attribuite nei secoli. Alcune opere sono state temporaneamente spostate dalle sale della collezione permanente al piano terra per essere inserite in nuovi percorsi tematici, capaci di offrire interpretazioni inedite sui rapporti tra pratiche rituali, decorazioni figurative e usi quotidiani.
Tra i reperti esposti si segnalano hydria e louterion di epoca ellenistica, trozzelle tipiche della tradizione messapica, anfore e borracce da pellegrino di età medievale, fino a testimonianze più recenti della produzione ceramica di Grottaglie. La selezione comprende anche tubature in terracotta che documentano il sistema di approvvigionamento idrico in assenza di grandi fiumi, quando l’acqua veniva ricavata dai pozzi scavati nel banco calcarenitico fino alla falda. Non mancano elementi architettonici come gocciolatoi decorati a protome leonina, che coniugano funzione tecnica e valenza apotropaica ed estetica.
Il percorso si estende fino all’età romana, con esempi delle opere di ingegneria idraulica che caratterizzarono il territorio. Resti di acquedotti in opus reticulatum, ancora visibili lungo Corso Italia, testimoniano la capacità di captare e distribuire l’acqua. L’allestimento richiama inoltre i complessi sistemi di raccolta delle acque piovane nei compluvia e impluvia delle domus, nonché l’uso dell’acqua negli edifici pubblici come i ninfei e le terme, con particolare riferimento alle Terme Pentascinensi.
La mostra si inserisce in una linea di ricerca che il MArTA porta avanti da tempo: quella dell’“emersione” dei materiali custoditi nei depositi. Gran parte del patrimonio archeologico, per ragioni di spazio, non è esposto stabilmente, ma viene valorizzato attraverso mostre tematiche che permettono di far conoscere al pubblico oggetti altrimenti invisibili.
“L’iniziativa, ideata e realizzata interamente dal Museo archeologico nazionale di Taranto”, sottolinea Massimo Osanna, direttore generale Musei Italiani, “riafferma la volontà di valorizzare le potenzialità di un patrimonio in gran parte ancora custodito nei depositi. L’esposizione, composta esclusivamente da reperti delle collezioni del MArTA, nasce infatti dall’esigenza di restituire visibilità a materiali finora non accessibili al pubblico, in coerenza con una delle principali missioni della Direzione Generale Musei: promuovere, attraverso progetti diffusi sull’intero sistema museale nazionale, la conoscenza e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio ‘invisibile’. Una particolare attenzione è riservata alle pratiche cultuali e ai racconti mitici connessi all’acqua, che a Taranto trovano attestazioni di straordinaria ricchezza”.
Titolo mostra | Arché, il principio e l’acqua | Città | Taranto | Sede | Museo archeologico nazionale di Taranto | Date | Dal 26/09/2025 al 01/02/2026 | Temi | Arte antica, Archeologia, MArTA - Museo Archeologico Nazionale di Taranto |
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