Oxford, museo ritira dalle sue collezioni le teste umane rimpicciolite che ispirarono Harry Potter


Il Pitt-Rivers Museum di Oxford, uno dei principali musei etnologici al mondo, ha ritirato dalle sue collezioni resti umani, tra cui le tsantsa, per un processo di decolonizzazione

Il Pitt-Rivers Museum, annesso all’Università di Oxford, ha deciso di togliere dalle sue collezioni particolari teschi a seguito di un processo di decolonizzazione che l’istituzione museale ha cominciato a intraprendere. 

Si tratta delle tsantsa, teste-trofeo di un nemico ucciso, ridotte alle dimensioni di un pugno per disossamento e mummificazione, ma che presentano una capigliatura di lunghezza naturale, per placare lo spirito vagante e vendicativo della vittima. Un’usanza diffusa soprattutto in Amazzonia. Le tsantsa hanno ispirato diversi film, tra cui anche una scena di Harry Potter e il prigioniero di Azkaban

Le teste umane, che da circa ottant’anni affascinano e allo stesso terrorizzano i visitatori del Pitt-Rivers Museum, sono state quindi rimosse, con oltre cento altri resti “umani”, tra cui scheletri, teschi e mummie, per una decisione di riorganizzazione delle collezioni volta a tenere conto del passato coloniale documentato da uno dei principali musei etnologici del mondo

Laura van Broekhoven, direttrice del Pitt-Rivers Museum, ha dichiarato, all’interno di una lunga nota pubblicata sul sito del museo volta a spiegare i cambiamenti dell’istituzione nell’ottica di una decolonizzazione, che “secondo sondaggi di pubblico, spesso i visitatori vedono i resti umani conservati nel museo come una testimonianza della selvaggità, della primitività, di altre culture. Piuttosto che comprendere in maniera più approfondita i modi di essere delle culture altre, il mostrare questi resti diventa strumento di razzismo e di pensiero stereotipato che va contro i principi attuali del museo. Pertanto la rimozione dei resti umani va in linea con i principi guida e con codici etici del museo”. 

La rimozione fa parte inoltre di un progetto più ampio volto alla sensibilizzazione dei visitatori del fatto che molti dei 500mila pezzi della collezione museale sono stati presi con violenza alle popolazioni indigene durante l’occupazione nelle loro terre dell’Impero britannico. Molti resti umani rimossi dalla collezione provenivano infatti da India, Tibet, Malesia, Nigeria, Papua Nuova Guinea, Ecuador. Non si sa ancora se i resti umani rimossi torneranno nei loro paesi d’origine. 

Ph.Credit 

Oxford, museo ritira dalle sue collezioni le teste umane rimpicciolite che ispirarono Harry Potter
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