Il restauro del San Marco di Donatello, a un anno dalla sua conclusione, raccontato in un documentario


A un anno di distanza dal termine del restauro del San Marco di Donatello, i Musei del Bargello e Friends of Florence, in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure, presentano il video documentario che racconta le principali fasi dei lavori.

A un anno dalla conclusione dell’intervento di restauro della scultura in marmo raffigurante San Marco, capolavoro giovanile di Donatello conservato nel Museo di Orsanmichele, i Musei del Bargello e l’associazione Friends of Florence, in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure, presentano il video documentario che racconta i principali momenti del restauro dell’opera. Il restauro del San Marco di Donatello, questo il titolo del documentario, è stato realizzato dall’architetto e videomaker Vincenzo Capalbo.

È stato un restauro lungo e delicato, reso possibile grazie al fondamentale sostegno dell’associazione Friends of Florence che ha curato anche la realizzazione del video: il filmato ha la durata di circa venti minuti e racconta con cura nei dettagli il complesso intervento coinvolgendo i suoi principali attori; Vincenzo Capalbo affianca alle suggestive riprese ravvicinate della scultura (che consentono di ammirare anche tutti i dettagli impercettibili a distanza) e alle animazioni in 3D, le interviste alla direttrice dei Musei del Bargello Paola D’Agostino, alla presidente dei Friends of Florence Simonetta Brandolini d’Adda, al soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure Marco Ciatti, al direttore del Settore Lapidei dell’Opificio Riccardo Gennaioli, alla curatrice del Complesso di Orsanmichele Benedetta Matucci, alle restauratrici dell’Opificio delle Pietre Dure Camilla Mancini e Franca Sorella, e a Matteo Ceriana, già curatore del Museo di Orsanmichele.

“Desidero esprimere la mia gratitudine”, ha dichiarato Paola D’Agostino, “a Simonetta Brandolini d’Adda, ai Friends of Florence, a Marco Ciatti, a Vincenzo Capalbo e a tutti quelli che hanno reso possibile la realizzazione di questo video documentario che ha il pregio di rendere accessibile ai visitatori italiani e stranieri le fasi salienti di un restauro complesso, realizzato in gran parte in un momento critico, a causa della prolungata emergenza sanitaria. Le statue giovanili scolpite da Donatello per i tabernacoli di Orsanmichele sono tra le opere più rivoluzionarie dello scultore, fin dagli esordi, maestro dei maestri”.

“Dopo aver sostenuto l’intervento alla statua del San Marco di Donatello, fondamentale sia per la sua conservazione sia per il progresso della conoscenza sull’opera, Friends of Florence, ora è lieta di presentare il video dedicato al restauro realizzato da Art Media Studio che riassume i momenti salienti di questa straordinaria esperienza raccontati dai protagonisti che l’hanno vissuta in prima persona”, ha aggiunto Simonetta Brandolini D’Adda, presidente dei Friends of Florence. “Da quando è nata la nostra Fondazione è a fianco degli enti proprietari e di quelli preposti alla tutela, per contribuire non soltanto a conservare, ma anche a diffondere e valorizzare gli importanti risultati raggiunti affinché sia possibile consegnare alle future generazioni il patrimonio culturale di Firenze e della Toscana”.

“L’Opificio delle Pietre Dure è stato lieto di poter contribuire, oltre al restauro, anche alla disseminazione delle nuove conoscenze acquisite a seguito dell’intervento, secondo la propria metodologia che unisce costantemente operatività, ricerca e valorizzazione ed è grato ai Musei del Bargello e ai Friends of Florence per l’importante coinvolgimento”, ha affermato Marco Ciatti, soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure.

Il video sarà visibile direttamente al Museo di Orsanmichele tramite il QRcode posto sulla targa alla base della scultura, ma sarà anche possibile vederlo da remoto, attraverso il canale YouTube dei Musei del Bargello e sul sito dei Friends of Florence.

La statua del San Marco di Donatello per il Tabernacolo dell’Arte dei Rigattieri e Linaioli in Orsanmichele è considerato tra i capolavori giovanili dell’artista, nonché un’opera altamente innovativa nella storia della scultura del primo Rinascimento. La sua esecuzione, datata tra il 1411 e il 1413 circa, documentata nelle pagine del libro dei conti dell’Arte, si colloca cronologicamente tra altre due celebri imprese donatelliane per le edicole esterne di Orsanmichele, ovvvero il San Pietro dell’Arte dei Beccai (1410-1412) e il San Giorgio per l’Arte dei Corazzai e Spadai (1416-1417). La statua dell’Evangelista venne commissionata a Donatello il 3 aprile del 1411, data in cui la Corporazione assegnò all’artista un blocco di marmo di Carrara, perché desse corpo al proprio santo patrono; la statua risultava quasi conclusa nel mese di aprile del 1413. A questa mancavano i soli ornamenti e le diffuse dorature che è possibile rileggere oggi con maggior definizione, grazie al recente restauro supportato da approfondite indagini diagnostiche sulla coperta dell’evangelario, tra le ciocche scomposte della chioma e della barba, lungo le bordure della tunica, sui polsini delle maniche e sulle frange dei drappi che cingono la vita e le spalle.

Giorgio Vasari riferisce nelle Vite che i consoli dell’Arte, inizialmente insoddisfatti alla vista ravvicinata della statua, quasi ultimata e posata a terra nella bottega dell’artista, cambiarono radicalmente giudizio non appena Donatello, che ingannevolmente fece creder loro di aver continuato a lavorarci, svelò l’opera nella nicchia a un’altezza di oltre un metro e mezzo dal suolo. L’aneddoto vasariano introduce una tematica centrale nella poetica donatelliana, molto evidente nel San Marco, ovvero il ricorso ad apparenti forzature nelle proporzioni e differenti gradi di finitura per quelle opere che, destinate a collocazioni elevate, avrebbero implicato un punto vista ribassato per lo spettatore.

L’intervento di restauro è stato condotto sotto la supervisione scientifica di Matteo Ceriana, già curatore del Museo di Orsanmichele, e di Riccardo Gennaioli, direttore del Settore Restauro materiali lapidei dell’Opificio delle Pietre Dure, con la collaborazione di Francesca de Luca e Benedetta Matucci, e con la consulenza di una commissione tecnico-scientifica costituita da Lorenzo Lazzarini (IUAV), Marisa Laurenzi Tabasso (Istituto Centrale del Restauro) e Daniela Pinna (Università di Bologna).

Sono previste tre domeniche di aperture straordinarie al Complesso di Orsanmichele: il 5, il 12 e il 19 giugno 2022, che si vanno ad aggiungere alle consuete aperture del martedì e del sabato. Il museo è infatti visitabile solitamente il martedì e il sabato con visite accompagnate alle 10.30, 11.40, 12.50, 14.15, 15.25 e 16.35. Il 5, 12 e 19 giugno sarà accessibile anche la domenica con quattro turni di visite al mattino, alle 8.45, alle 10, alle 11.15 e alle 12.30. I visitatori verranno riuniti in gruppi di massimo 30 persone per ciascuna visita ed entreranno prima nella chiesa per poi accedere al museo.

Sul canale YouTube il video del restauro del San Marco di Donatello.

Foto di Mauro e Marco Furio Magliani

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