Dieci borghi da visitare nelle Marche


Nel cuore dell'Italia per visitare le Marche alla ricerca di dieci splendidi borghi, in una nuova tappa del nostro viaggio.
Dieci borghi da visitare nelle Marche

1. Loreto

È una delle principali mete di pellegrinaggio del mondo cattolico, perché qui si trova la Basilica della Santa Casa, ovvero l’imponente chiesa costruita attorno a quella che si ritiene essere stata la casa della Vergine Maria: secondo la leggenda, fu trasportata in volo dagli angeli da Nazareth fino a Loreto. In realtà non abbiamo idea di come questa casa sia arrivata fin qui: probabilmente si tratta di una vera casa palestinese smontata e poi trasportata in zona, ma non sappiamo per certo chi ce l’abbia portata. Sta di fatto che fu una popolare meta di pellegrinaggio fin dal Quattrocento: la costruzione della basilica risale infatti al 1468, per essere terminata nel Seicento e completata dal campanile (progettato da Luigi Vanvitelli) nel 1755. Alla basilica lavorarono grandi architetti (Bramante, Giuliano da Sangallo, Antonio da Sangallo il Giovane, Andrea Sansovino) e artisti (vi lavorarono Melozzo da Forlì, Luca Signorelli, Federico Zuccari, Cristoforo Roncalli), mentre il Palazzo Apostolico ospita il Museo del Santuario, con opere di grandi artisti (vi si trovano anche capolavori di Lorenzo Lotto: Loreto è, nelle Marche, la città che possiede il più alto numero di opere del pittore veneziano). Al centro della piazza della basilica sorge la Fontana Maggiore, capolavoro di Carlo Maderno, mentre poco lontano si eleva il monumento a papa Sisto V. Altri monumenti importanti sono il Palazzo Municipale, di epoca rinascimentale, l’Acquedotto degli Archi voluto da papa Paolo V, le imponenti mura cittadine che sono tra le meglio conservate della regione.

Veduta di Loreto
Veduta di Loreto

2. Jesi

È una moderna città di quarantamila abitanti non lontana dal capoluogo Ancona, di plurisecolare tradizione industriale, ma il suo centro storico è un borgo di antiche origini, noto soprattutto per aver dato i natali a Federico II. Abitata forse già dagli Umbri, era la Aesis romana: fu quindi occupata dagli ostrogoti, quindi dai longobardi, ed entrò poi a far parte dello Stato della Chiesa, a cui rimase legata fino all’Unità d’Italia. Il Palazzo della Signoria era las ede delle magistrature cittadine, mentre la vita religiosa di svolgeva attorno al Duomo, che oggi vediamo nell’aspetto settecentesco, ispirato al Santuario della Santa Casa di Loreto. La chiesa di San Marco, gotica, conserva affreschi trecenteschi, mentre l’edificio di culto più antico di Jesi è la chiesa di San Nicolò, attestato dal XII secolo. Da vedere anche le mura, tra le meglio conservate della regione, e i musei: la Pinacoteca Civica conserva molte opere di grandi artisti, tra cui cinque fondamentali capolavori di Lorenzo Lotto. Altri istituti sono il Museo Civico Archeologico, il Museo Diocesano, e il Museo Federico II.

Jesi, la centrale piazza Federico II dall'alto
Jesi, la centrale piazza Federico II dall’alto

3. Gradara

Il borgo di Gradara richiama suggestioni rinascimentali, dal momento che fu al centro delle contese tra i Malatesta e i Montefeltro: la sua posizione strategica, da cui si potevano controllare il mare e le colline circostanti, la rendeva infatti una località particolarmente antica. Gradara si sviluppò attorno al suo famoso Castello, fatto costruire dai De Griffo nel XII secolo e quindi ampliato dai Malatesta. Qui si svolse la vicenda di Paolo e Francesca raccontata da Dante Alighieri nella sua Commedia. Gradara conserva ancora il suo aspetto di borgo medievale fortificato, e per tale motivo attira molti viaggiatori che lasciano la costa romagnola per arrivare qui, in uno dei primi comuni delle Marche che s’incontrano scendendo dalla Romagna.

Veduta di Gradara
Veduta di Gradara

4. Sassoferrato

Si trova sull’Appennino, alle pendici del monte Strega, e fu fondato nel Medioevo dai conti Atti: nei documenti è citato come Saxum Ferratum, probabilmente in riferimento alla possanza della loro fortificazione. Il borgo è dominato dalla massiccia mole della Rocca Albornoz, fatta erigere nel 1365 dal legato pontificio Egidio Albornoz, con il denaro ricavato dalla vendita dei beni confiscati proprio agli Atti. Di notevole interesse sono poi la chiesa di San Pietro, che si presenta nel suo aspetto tardobarocco e che conserva alcune opere del più grande artista del borgo, Giovanni Battista Salvi detto “il Sassoferrato”, la chiesa romanico-gotica di San Francesco (vi si trovano affreschi del Tre e del Quattrocento), il trecentesco Palazzo dei Priori, dove si trovano il Museo Civico Archeologico e la Raccolta Perottiana, e ancora la chiesa, il santuario e il convento di Santa Chiara, dove si conservano altre opere del Sassoferrato.

Veduta di Sassoferrato
Veduta di Sassoferrato

5. Offida

Non sappiamo quale siano le origini di questo borgo in provincia di Ascoli Piceno: le prime testimonianze storiche sono dell’XI secolo, ma probabilmente Offida fu fondata molto prima. È nota come città del merletto, l’attività caratterizzante del borgo. La visita del suo centro storico, racchiuso all’interno delle mura quattrocentesche, può cominciare dalla centrale e ordinatissima piazza del Popolo, dove si trova il Palazzo Comunale, costruito tra il XIII e il XIV secolo, e che è attualmente sede della Pinacoteca Civica e di un Archivio Comunale dove è conservata una collezione di pergamene del Trecento. Trecentesca è anche la chiesa di Santa Maria della Rocca, la principale del borgo, e della stessa epoca è il santuario di Sant’Agostino. È invece settecentescca l’imponente chiesa Collegiata, eretta su progetto del ticinese Pietro Maggi. Offida è anche nota per il suo Carnevale, che inizia ogni anno il 17 gennaio e finisce il mercoledì delle ceneri: tipica del Carnevale di Offida è, nella sera dell’ultimo venerdì di festa, la caccia a “Lu bov fint” (“il bue finto”), un finto bue che viene fatto sfilare per la città e infine simbolicamente ucciso, e la sfilata dei “vlurd” (dei fasci infuocati) portati in giro per la città il martedì grasso.

Offida, Piazza del Popolo
Offida, Piazza del Popolo

6. Grottammare

L’area di Grottammare è abitata fin dalla preistoria, ma il borgo si sviluppò solo nel Medioevo, mentre risalgono al XVI secolo le mura fortificate, necessarie per proteggere il borgo marinaro dalle incursioni dei pirati (proprio nel 1525, Grottammare aveva subito un pesante attacco). Patria di papa Sisto V, nato a Grottammare nel 1521, si sviluppa attorno a piazza Peretti, dedicata proprio al pontefice, al secolo Felice Peretti: qui sorgono alcuni degli edifici più importanti della città come la chiesa di San Giovanni Battista (all’interno si trova il Museo Sistino che racconta la storia del papa), il Palazzo dei Priori e il settecentesco Teatro dell’Arancio, mentre poco distanti sono le rovine del Castello medievale e la chiesa di Santa Lucia, fatta edificare proprio per volontà di Sisto V. Il centro storico non si affaccia sul mare, ma l’Adriatico è a poca distanza: in epoca moderna, tuttavia, Grottammare si è sviluppata anche sulla costa e oggi la sua marina è un vivace centro balneare.

Veduta di Grottammare
Veduta di Grottammare

7. Pergola

Le origini di Pergola sono disputate, perché c’è chi pensa sia nata nel 1234 (questa la prima attestazione certa), mentre c’è chi ritiene abbia origini molto antiche. Fu in antico sottoposta al dominio del ducato di Urbino, e fu annessa allo Stato Pontificio quando, nel 1631, anche Urbino entrò a far parte dei territori papali. Pergola è universalmente nota per i Bronzi dorati (tanto da essere nota anche come “la città dei bronzi dorati”), un gruppo statuario in bronzo di epoca romana rinvenuto nel 1946 nei pressi del borgo da due contadini. Sono statue rare e relativamente ben conservate, e attorno a loro è stato costruito il Museo dei Bronzi Dorati (l’allestimento è stato peraltro rinnovato nel 2019). Non sono però le uniche meraviglie del borgo: da vedere il Duomo che si presenta oggi con facciata neoclassica, interno barocco e campanile romanico-gotico, l’antica chiesa di San Giacomo, risalente al XII secolo, la duecentesca chiesa di San Francesco, le chiese barocche dei Re Magi, di Santa Maria delle Tinte e di San Biagio, la Rocca, il Palazzo Comunale.

Veduta di Pergola
Veduta di Pergola. Ph. Credit

8. Cingoli

Borgo situato sulla vetta del monte Circe, è nota come “il balcone delle Marche” per la sua bella posizione panoramica, tra le colline della provincia di Ancona. Di origine romana (è l’antica Cingulum), fu libero comune prima di entrare a far parte dello Stato Pontificio. Nella locale chiesa di San Domenico si conserva uno dei capolavori di Lorenzo Lotto, l’imponente Madonna del Rosario, mentre il principale edificio di culto è la collegiata di Sant’Esuperanzio, risalente al XIII secolo: all’interno si trovano affreschi risalenti a varie epoche tra il XIV e il XVI secolo e realizzati, tra gli altri, da Antonio Solario e Arcangelo di Cola. La chiesa di San Filippo Neri è una delle più scenografiche della regione, grazie all’interno fastosamente decorato da Pier Simone Fanelli nel XVII secolo. Il “giro” dei monumenti si completa col Palazzo Comunale, una bella costruzione rinascimentale, mentre testimonianze della storia più antica di Cingoli si trovano nel Museo Archeologico Statale e presso la Pinacoteca Comunale.

Veduta di Cingoli
Veduta di Cingoli

9. Montefabbri

È un piccolo borgo fortificato di appena 40 abitanti, frazone del Comune di Vallefoglia. La sua storia risale al Medioevo, e il Castello di Montefabbri viene citato per la prima volta nel 1216. Fu a lungo feudo dei Montefeltro per passare poi ai loro eredi, i Della Rovere, e quindi ai Paciotti, che lo ricevettero dai Della Rovere nel 1578. Montefabbri passò poi sotto il diretto dominio dello Stato Pontificio nel 1744. L’antica fortezza non c’è più, ma rimangono le mura che cingono il borgo, che si raccoglie attorno alla pieve di San Gaudenzio, una delle più antiche della zona (risale all’XI secolo: vi sono custodite le spoglie di santa Marcellina). La porta urbica era l’antico accesso al castello medievale, a cui si accedeva attraverso un ponte levatoio (una delle facciate è sormontata dallo stemma di Francesco Paciotti, l’architetto che acquisì il feudo dai Della Rovere e che fu il primo conte di Montefabbri).

Veduta di Montefabbri
Veduta di Montefabbri

10. San Ginesio

San Ginesio, che si trova sui monti Sibillini a poca distanza dal confine umbro, ha origini romane, ma il borgo si sviluppò soltanto nel Medioevo quando, tra il Duecento e il Trecento, fu costruito il borgo fortificato che fu tra i possedimenti dei Da Varano, i signori di Camerino. Con la caduta di questi ultimi, la cittadina passò allo Stato Pontificio. Il borgo si raccoglie attorno alla centrale piazza Gentili, sulla quale sorge la particolare Collegiata di Santa Maria Assunta, con la sua quattrocentesca facciata tardogotica, l’unica delle Marche. Medievali (del Trecento) sono anche le mura in arenaria, ancora fornite delle loro torri, e precedente è l’Ospedale dei Pellegrini, le cui origini risalgono al 1295. È invece seicentesca la chiesa di Santa Maria in Vepretis. Nella Pinacoteca Gentili sono conservate importanti opere d’arte di scuola marchigiana, tra cui dipinti di interessanti artisti locali come Vincenzo Pagani e Simone De Magistris.

San Ginesio, piazza Gentili. Ph. Credit Alessandro Vecchi
San Ginesio, piazza Gentili. Ph. Credit Alessandro Vecchi


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