Un nuovo tassello si aggiunge al patrimonio dell’Accademia Carrara di Bergamo, che da oltre due secoli raccoglie e conserva testimonianze fondamentali della pittura italiana. Un autoritratto di Bartolomeo Nazari (Clusone, 1693 – Milano, 1758), databile tra il 1725 e il 1730, è entrato a far parte delle collezioni del museo grazie alla donazione di Carla Bonfichi. L’opera proviene dalla collezione Molinari Pradelli di Bologna, una delle raccolte private più importanti del Novecento per quanto riguarda la pittura barocca italiana. Il dipinto viene presentato al pubblico venerdì 16 maggio alle ore 17.30, negli spazi dell’Ala Vitali. La nuova acquisizione prosegue il lungo percorso di crescita del museo bergamasco, fondato nel 1796 per volontà del collezionista Giacomo Carrara. Da allora, oltre 260 donatori hanno contribuito a incrementare il patrimonio dell’istituzione, rendendola uno dei principali depositari dell’arte italiana dal Rinascimento all’Ottocento. Tra questi, spiccano figure come Guglielmo Lochis, Giovanni Morelli, Federico Zeri e Mario Scaglia, il cui apporto ha contribuito a definire la fisionomia e il prestigio della Carrara.
La donazione di Carla Bonfichi si inserisce in questa tradizione di mecenatismo privato, confermando il ruolo della Carrara come “Casa del Collezionismo”, un luogo in cui la passione dei singoli trova una continuità pubblica e istituzionale. L’autore dell’opera, Bartolomeo Nazari, nacque a Clusone, in provincia di Bergamo, e operò a lungo tra Bergamo, Venezia e Milano. Formatosi inizialmente in ambito locale, Nazari potrebbe aver frequentato anche la bottega di Fra Galgario, pittore coevo con il quale condivideva l’interesse per il ritratto. La sua carriera si sviluppò poi in ambienti più ampi, in particolare a Venezia, dove affinò la sua tecnica e riuscì a imporsi come ritrattista anche al di fuori dei circuiti regionali, ottenendo commissioni internazionali e sviluppando un linguaggio autonomo e riconoscibile. Il museo bergamasco conserva già alcune sue opere, tra cui il ritratto dello stesso Giacomo Carrara.
L’autoritratto donato si distingue per una particolare raffinatezza compositiva e per l’utilizzo di un effetto ottico, raro per l’epoca, che colloca l’opera nel solco della tradizione del trompe-l’œil. Nazari si rappresenta all’interno di una tela dipinta, in una costruzione che simula un quadro nel quadro. L’effetto, pensato per disorientare l’osservatore e al tempo stesso esaltare le capacità illusionistiche del pittore, è ottenuto attraverso una minuziosa orchestrazione di piani e oggetti che creano una profondità insolitamente realistica. Si tratta di una strategia visiva tesa a rompere la rigidità della posa tradizionale, aggiungendo un livello di consapevolezza metapittorica al gesto autorappresentativo. Nell’immagine, Nazari si mostra con alcuni degli strumenti tipici del mestiere: una spatola dal manico in legno, la tavolozza, e i pennelli ancora intrisi di colore. Accanto a questi oggetti, è raffigurato anche un modello in gesso del gruppo scultoreo del Laocoonte, icona dell’arte classica e simbolo di ispirazione per generazioni di artisti, anche in epoca settecentesca. L’inserimento del Laocoonte in scala ridotta sottolinea l’adesione dell’artista a un ideale di bellezza e maestria che affonda le radici nella tradizione greco-romana, evidenziando al contempo la sua formazione culturale e l’auto-percezione del ruolo dell’artista.
Il dipinto faceva parte della collezione di Francesco Molinari Pradelli, direttore d’orchestra e appassionato d’arte, la cui raccolta personale rappresenta uno dei punti di riferimento per la pittura barocca italiana del Seicento e Settecento. Alla sua morte, la collezione è stata in parte mantenuta e custodita da Carla Bonfichi, che ha deciso di donare l’autoritratto alla Carrara in memoria dello stesso Molinari Pradelli e di sua moglie, Bianca Maria Radaelli. L’acquisizione permette così di valorizzare non solo l’opera di un artista bergamasco attivo in un momento cruciale della pittura italiana, ma anche di approfondire una figura – quella di Nazari – che per lungo tempo è rimasta ai margini dei percorsi critici e museali, nonostante la sua notorietà all’epoca e la qualità del suo lavoro. Alla presentazione dell’opera interverranno la presidente della Fondazione Accademia Carrara e sindaca di Bergamo Elena Carnevali, la donatrice Carla Bonfichi, la direttrice della Carrara Maria Luisa Pacelli, lo storico dell’arte Angelo Mazza e Paolo Plebani, responsabile dell’Ufficio Conservatori nonché conservatore delle sezioni dipinti, disegni e stampe dell’Accademia.