Il percorso di tutela e valorizzazione del patrimonio artistico bergamasco compie un nuovo passo con la conclusione del restauro del Ritratto di Giovan Battista Caniana, Architetto, opera di Fra Galgario (Vittore Ghislandi; Bergamo, 1655 – 1743) appartenente alle collezioni del Museo di Arte Sacra San Martino di Alzano Lombardo (Bergamo). Il dipinto, esposto a Palazzo Creberg nelle scorse settimane insieme agli altri interventi realizzati nel corso del 2025, rientra ora nella sede museale alzanese, dove sarà nuovamente visibile a partire dal 18 novembre. Si tratta di uno dei quattordici dipinti restaurati nell’anno corrente da Fondazione Creberg, ai quali si affiancano le tre pale di Giambettino Cignaroli, già rimesse in sicurezza e protagoniste della mostra Eccellente dipinto. Il colore ritrovato di Giambettino Cignaroli, visitabile fino al 30 novembre 2025.
Con questo intervento salgono a centotrenta, dal 2007 a oggi, le opere recuperate da Fondazione Creberg nell’ambito del progetto Grandi Restauri, ideato da Angelo Piazzoli, oggi presidente della Fondazione, come iniziativa strutturata per la salvaguardia di opere appartenenti a chiese della Diocesi e musei del territorio. Il totale dei dipinti restaurati raggiunge centosessantanove unità conteggiando anche le opere che compongono polittici e predelle, confermando la continuità di un’attività che coniuga restauro, ricerca, iniziative espositive e divulgazione.
La collaborazione tra Fondazione Creberg e i Musei di Arte Sacra del territorio si rinnova così in un percorso che negli anni ha permesso di portare alla luce opere spesso poco note al grande pubblico, ma di grande rilievo storico e artistico. La scelta di intervenire sul Ritratto di Giovan Battista Caniana, autentico vertice della ritrattistica di Fra Galgario, si inserisce in questa strategia e rafforza il rapporto con il Museo di Arte Sacra San Martino, già beneficiario negli anni scorsi di restauri dedicati al patrimonio conservato nella cittadina alzanese.
Angelo Piazzoli ha ricordato come, già nel primo semestre del 2025, la Fondazione si fosse impegnata nel recupero delle tre pale d’altare di Giambettino Cignaroli, opere che versavano in condizioni critiche e il cui restauro è stato fondamentale per scongiurarne la perdita definitiva. L’intervento ha inoltre reso possibile l’allestimento della mostra attualmente in corso ad Alzano Lombardo, di cui Fondazione Creberg è principale partner. Piazzoli ha dichiarato che anche in questa occasione la Fondazione è lieta di sostenere il museo con il restauro di un dipinto che presentava problematiche rilevanti dal punto di vista conservativo.
Il legame tra Fondazione Creberg e il Museo di Arte Sacra San Martino risulta rafforzato dagli interventi degli ultimi anni. Nel 2021 l’istituzione aveva infatti finanziato il restauro dell’Incontro di Davide con Betsabea e il piccolo Salomone di Federico Ferrario, mentre nel 2023 erano stati restaurati due dipinti di Antonio Cifrondi, Tobia e l’Angelo e Transito di San Giuseppe. Il recupero del Ritratto di Caniana conferma la volontà di proseguire nella salvaguardia di opere che contribuiscono a definire l’identità culturale del territorio.
Il pittore autore dell’opera, Vittore Ghislandi, noto come Fra Galgario, nacque a Bergamo nel 1655 con il nome di Giuseppe Ghislandi. Dopo una formazione iniziale presso l’incisore Giacomo Cotta, specializzato in soggetti sacri, lasciò in giovane età la città natale per Venezia, dove soggiornò in due distinti periodi e dove si avvicinò alla ritrattistica grazie al contatto con Sebastiano Bombelli, ritrattista friulano erede della tradizione barocca veneziana. A Venezia entrò come frate laico presso il convento di San Francesco da Paola assumendo il nome di Vittore. Dopo il ritorno definitivo a Bergamo venne soprannominato Fra Galgario, dal convento in cui aveva vissuto al rientro dalla laguna.
Il ritorno in terra bergamasca segnò il distacco dalla maniera di Bombelli pur mantenendo elementi della raffinatezza cromatica veneziana, arricchita dall’uso delle lacche di cui Fra Galgario fu inventore. L’incontro con la tradizione lombarda, dallo stile diretto di Carlo Ceresa alla lezione luminosa di Moroni, perfezionò la sua visione del ritratto, caratterizzata da una forte attenzione al modello reale e da una capacità peculiare di cogliere caratteri, stati d’animo e dettagli individuali. La ritrattistica divenne il fulcro della sua attività, sostenuta dalle numerose committenze dell’aristocrazia e della borghesia locale.
Il Ritratto di Giovan Battista Caniana è uno degli esiti più significativi della sua produzione. Giovan Battista Caniana, artista nato a Romano di Lombardia nel 1671 da una famiglia di intagliatori e intarsiatori, trascorse lunghi soggiorni ad Alzano Lombardo, testimoniati da collaborazioni documentate con Andrea Fantoni. Nel 1691-1692 lavorò alla realizzazione degli armadi della seconda sacrestia della Basilica di Alzano, contribuendo agli intarsi e alla riquadratura sotto la direzione della bottega Fantoni. A lui si deve anche il disegno del pulpito della stessa basilica, mentre la realizzazione delle sculture e delle parti marmoree fu affidata alla bottega Fantoni. Un elemento utile per la datazione del dipinto è il coinvolgimento di Caniana nel progetto della chiesa del convento del Galgario a Bergamo tra il 1730 e il 1740, periodo che coincide anche con l’età del soggetto ritratto, ormai intorno ai sessant’anni.
Il dipinto ad olio, realizzato su tela e misurante 103 per 76 centimetri, presenta Caniana a mezzo busto, circondato dagli strumenti del mestiere. I fogli su cui sta disegnando, accompagnati da un compasso, rappresentano la sintesi della sua attività professionale. La resa psicologica appare intensa ed equilibrata. Il volto, modellato da una luce attenta alle ombreggiature, mostra un’espressività misurata, sottolineata da un lieve sorriso e dalla presenza di una barba da poco rasata. L’abbigliamento, tipico dell’epoca, comprende una camicia bianca aperta sul petto, una casacca blu dalle maniche staccabili e una stola rosso violacea sulle spalle.
Il restauro è stato affidato a Fabiana Maurizio sotto la direzione di Angelo Loda, funzionario della Soprintendenza di Bergamo. L’opera risultava alterata da vecchi ritocchi, vernici ingiallite e opacizzazioni che compromettevano la lettura cromatica. Durante la pulitura sono emerse informazioni significative sulla storia conservativa del dipinto. La rimozione dei ritocchi ha rivelato stuccature che indicavano un precedente rimpicciolimento dell’opera, ottenuto ripiegando la tela su un telaio più piccolo, senza tuttavia tagliarla. Il restauro svolto in passato da Pellicioli aveva permesso di recuperarla integralmente. Tra le scoperte vi è anche la presenza di un cartiglio aggiunto probabilmente nell’Ottocento, successivamente abraso e coperto con colla animale e pigmento. La ridipintura estesa sul fondo bruno, effettuata per uniformare e coprire le precedenti alterazioni, è stata interamente rimossa.
Maurizio ha precisato che la rimozione delle ridipinture e delle vernici ingiallite ha restituito colori più intensi e brillanti, in particolare l’indaco della giacca e la lacca del coprispalle, pigmenti tipici di Fra Galgario. Il fondo bruno ha recuperato profondità, restituendo equilibrio all’insieme compositivo.
Dopo l’esposizione a Palazzo Creberg e le visite guidate di ottobre, il dipinto torna ora al Museo di Arte Sacra San Martino, dove sarà nuovamente fruibile dal 18 novembre durante gli orari di apertura. La riconsegna del Ritratto di Caniana rappresenta un nuovo tassello nel rapporto tra il museo e la Fondazione Creberg, confermando l’impegno condiviso nella salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico del territorio.
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