Nella giornata di ieri 10 Agosto, il Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano ha reso noto di aver ricevuto tredici reperti archeologici provenienti dal Regno Unito e dalla Germania. I manufatti, usciti in passato dal Paese in modo illecito, sono rientrati grazie a un’operazione congiunta condotta dal Consiglio Supremo delle Antichità, dal Ministero degli Affari Esteri, dal Ministero dell’Immigrazione e degli Affari Egiziani all’estero, e in collaborazione con autorità britanniche e tedesche.
Il ministro del Turismo e delle Antichità, Sharif Fathi, ha sottolineato che l’operazione riflette la volontà dello Stato di preservare il proprio patrimonio culturale e contrastare il traffico illecito di beni archeologici. Ha inoltre evidenziato il ruolo della cooperazione internazionale, ringraziando le autorità di Londra e Amburgo per la collaborazione dimostrata. Secondo Fathi, il recupero conferma l’efficacia del coordinamento tra le istituzioni egiziane e i partner stranieri nel campo della protezione dei beni culturali. Il segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità, Mohamed Ismail Khaled, ha spiegato che i reperti provenienti dal Regno Unito sono stati restituiti dopo un’operazione della polizia di Londra. Le indagini hanno accertato che gli oggetti erano usciti dall’Egitto attraverso una rete internazionale specializzata nel contrabbando di manufatti antichi.
Per quanto riguarda i reperti recuperati in Germania, Khaled ha precisato che l’Ambasciata egiziana a Berlino ha ricevuto una comunicazione dalle autorità di Amburgo, in cui si esprimeva la volontà di restituire una serie di oggetti conservati presso il museo cittadino. Le verifiche hanno confermato che anche questi manufatti erano stati esportati illegalmente.
Il direttore generale dell’Amministrazione per il Recupero Archeologico, Shaaban Abdel-Jawad, ha fornito ulteriori dettagli. I reperti rientrati dal Regno Unito coprono diverse epoche dell’antica civiltà egizia. Tra questi, una targa funeraria calcarea risalente al Nuovo Regno, raffigurante il defunto Basser, supervisore dei costruttori, in una scena di culto davanti a Osiride, Iside e ai quattro figli di Horus. È stato recuperato anche un piccolo amuleto raffigurante un babbuino rosso, associato alla protezione nelle cerimonie funebri, un vaso con base verde venata e una bottiglia funeraria con venature blu, entrambi databili alla XVIII dinastia. Tra i reperti figura anche una parte di corona di bronzo decorata con piume, serpente e ariete, appartenente a una grande statua di Osiride e attribuita a un periodo compreso tra la XXII e la XXVI dinastia. Sono stati inoltre riportati in patria una maschera funeraria in perline, databile alla XXVI dinastia, e un insieme di elementi decorativi funerari in pietra nera.
Dalla Germania sono giunti un teschio di mummia non identificata e un amuleto a forma di ankh, simbolo della vita nell’antico Egitto. Tutti i reperti sono stati trasferiti al Museo Egizio del Cairo, dove saranno sottoposti a interventi di manutenzione e restauro. Una volta completati i lavori, verranno esposti in una sezione dedicata alle recenti restituzioni, in un percorso che illustrerà al pubblico le storie dei manufatti rientrati e il contesto delle operazioni di recupero.
L'autrice di questo articolo: Noemi Capoccia
Originaria di Lecce, classe 1995, ha conseguito la laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara nel 2021. Le sue passioni sono l'arte antica e l'archeologia. Dal 2024 lavora in Finestre sull'Arte.Per inviare il commento devi
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