Il governo britannico impone un divieto temporaneo di esportazione per un capolavoro giovanile di Botticelli


Il governo britannico ha imposto un divieto temporaneo di esportazione su un capolavoro giovanile di Sandro Botticelli, nel tentativo di evitare che l’opera lasci il Regno Unito. 

Il governo britannico ha imposto un divieto temporaneo di esportazione su un dipinto di Sandro Botticelli, nel tentativo di evitare che l’opera lasci il Regno Unito. Il divieto mira a offrire il tempo necessario a una galleria o a un’istituzione nazionale per acquisire la Vergine in trono col Bambino del celebre pittore fiorentino. L’acquisizione da parte di un’istituzione culturale britannica costituirebbe un arricchimento significativo al corpus di opere di Botticelli presente nelle collezioni del Regno Unito. Sono infatti pochissime le opere giovanili di Botticelli nel Regno Unito, pertanto l’acquisto dell’opera in questione fornirebbe una comprensione più ricca e dettagliata non solo della pittura dell’artista italiano ma anche dello sviluppo della pittura fiorentina del tardo Quattrocento.

Il dipinto, che raffigura la Vergine in trono col Bambino, è stato valutato oltre 10,2 milioni di sterline (9.960.000 sterline più IVA) e si ritiene sia stato realizzato nel 1470, agli inizi della carriera di Botticelli

L’opera rivela già in nuce la capacità di Botticelli di coniugare la delicatezza espressiva, l’estrema cura nella resa dei dettagli e la potente intensità spirituale che si ritrovano nei suoi dipinti più celebri. Nel volto della Vergine si ritrovano infatti somiglianze, nella forma e nell’angolazione del volto, con la Venere nella Primavera degli Uffizi, dipinta tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta del Quattrocento. Si può notare inoltre una particolare attenzione nella resa dei lineamenti della Vergine e nella resa luministica.

“Questo dipinto è un perfetto esempio del genio di Botticelli e un pezzo unico della storia”, ha affermato il ministro per le industrie creative, le arti e il turismo Sir Chris Bryant. “Spero che una galleria del Regno Unito riesca a salvare quest’opera affinché possa essere apprezzata dal pubblico per le generazioni future”.

“Risalente ai primi anni Settanta del Quattrocento, questa toccante opera devozionale dimostra la raffinatezza della pittura di Botticelli agli inizi della sua carriera a Firenze. Probabilmente destinata a ispirare la preghiera privata in un contesto domestico, è un’immagine che ha una risonanza più ampia, poiché esplora con delicatezza il potere dell’amore materno”, ha commentato Christopher Baker, membro del Comitato di revisione sull’esportazione di opere d’arte e oggetti di interesse culturale (RCEWA). “Il culto o l’entusiasmo per Botticelli, di cui faceva parte, crebbe durante l’epoca vittoriana e il dipinto giunse in Gran Bretagna nel 1904; fu acquistato da Lady Wantage ed entrò a far parte della rinomata collezione Lloyd”, spiega Baker. “Ulteriori ricerche sulla collocazione dell’opera di Botticelli nel corso della sua carriera e sull’organizzazione della sua bottega, nonché sui legami con il più ampio contesto dell’arte rinascimentale fiorentina, sarebbero di enorme utilità”, conclude. “Alla luce di queste affascinanti possibilità, si dovrebbe fare ogni sforzo per cercare di assicurare questo affascinante dipinto a una collezione britannica”.

Sandro Botticelli, Vergine col Bambino in trono (1470 circa; tempera su tavola, 83,3 x 44,9 cm)
Sandro Botticelli, Vergine col Bambino in trono (1470 circa; tempera su tavola, 83,3 x 44,9 cm)

Il Comitato ha ritenuto che il dipinto soddisfacesse il terzo criterio Waverley, riconoscendone l’eccezionale rilevanza per lo studio dell’arte occidentale, della pratica artistica nelle botteghe fiorentine del Rinascimento e della storia del collezionismo nel Regno Unito.

A seguito di questa valutazione, è stato imposto un divieto temporaneo della licenza di esportazione dell’opera, valido fino all’8 agosto 2025 incluso. Al termine del primo periodo di rinvio, i proprietari avranno 15 giorni lavorativi di tempo per valutare eventuali offerte di acquisto del dipinto al prezzo consigliato di £ 9.960.000 (più IVA di £ 272.000, che potrà essere recuperata da un istituto idoneo). Il secondo periodo di rinvio inizierà a seguito della firma di un Contratto di Opzione e avrà una durata di sei mesi. Il Ministro può inoltre considerare offerte, ove opportuno, da parte di enti pubblici a un prezzo inferiore rispetto a quello consigliato attraverso accordi di vendita privata, spesso vantaggiosi per le istituzioni pubbliche.

All’inizio dell’Ottocento il dipinto era collocato nell’Oratorio di San Giuliano, presso il Convento di San Giuliano, a Firenze. Successivamente, fu collocato nella cappella di una casa di convalescenza per fratelli malati dell’Ordine dei Calasanziani, a Comezzano, nei pressi di Vaggio, Figline Valdarno, in provincia di Firenze. Per eredità, il dipinto passò poi alla famiglia Graziani, rimanendo nella stessa sede fino al 1900 circa. Entrò quindi nella collezione di Giovanni Magherini Graziani (1852–1924). Nel novembre 1903 fu venduto al mercante d’arte Elia Volpi, Firenze; nel maggio 1904 fu acquistato da Harriet Sarah Jones Loyd, Lady Wantage (1837–1920). E tramite discendenza, il dipinto finì a Lockinge House, Wantage, e dopo il 1944 a Betterton House, nei pressi di Wantage, Berkshire.

Nel dicembre 2024 è stato venduto all’asta da Sotheby’s a Londra.


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