A Napoli il passato torna a farsi vivo dalle fondamenta della sua storia. Nel livello inferiore del Duomo, nascosta da decenni dietro un muro e celata perfino alla memoria collettiva, è stata riscoperta una cappella quattrocentesca. Si tratta della Cappella dell’Annunziata dei Minutolo, uno spazio sacro costruito nei primi anni del XV secolo e rimasto invisibile, silente e dimenticato per oltre mezzo secolo. Un tesoro artistico e architettonico che riemerge oggi grazie a una lunga e paziente indagine condotta dallo storico dell’arte Mariano Saggiomo, sostenuta dalla Bibliotheca Hertziana di Roma e documentata dallo Studio Fotografico Pedicini. L’annuncio della scoperta sarà il cuore di un pomeriggio di studi previsto per martedì 15 aprile 2025 alle ore 16:30 presso la Fondazione Real Monte Manso di Scala, in via Nilo 34 a Napoli. Un incontro che non sarà soltanto l’occasione per presentare i risultati della ricerca, ma anche un momento di riflessione più ampia sul patrimonio sommerso della città e sulle strategie necessarie per valorizzarlo e renderlo nuovamente fruibile al pubblico.
La Cappella dell’Annunziata fu voluta dal cardinale Enrico Minutolo nei primi decenni del Quattrocento, quando decise di ampliare la cappella di famiglia all’interno del Duomo per accogliere il proprio monumento funebre. Ne nacque una straordinaria struttura gotica che ancora oggi domina la parete di fondo del sacello nella celebre Cappella Minutolo, uno dei luoghi simbolo della cattedrale, tanto che Boccaccio la cita nella novella di Andreuccio da Perugia del Decameron.
Fu in quel periodo che, nel nuovo vano ipogeo ricavato dall’ampliamento della cappella superiore, venne costruita la cappella inferiore, dedicata alla Vergine Annunziata. Un luogo di culto accessibile non dal Duomo, ma da una stradina secondaria collegata direttamente al giardino del palazzo di famiglia dei Minutolo, situato alle spalle della tribuna della Cattedrale. Una scelta che sottolinea il carattere privato e riservato di questo ambiente, destinato a un uso familiare e forse anche a un culto personale, fuori dal circuito pubblico della chiesa.
Nel corso dei secoli, però, il destino della cappella cambiò radicalmente. L’espansione urbana e la progressiva trasformazione degli spazi circostanti ne compromisero l’integrità. Durante il XIX secolo, in quello stesso luogo venne costruito persino un pollaio, e lo spazio sacro venne sconsacrato. Con ogni probabilità nel secondo dopoguerra l’unico accesso fu murato e la cappella scomparve completamente alla vista e alla conoscenza dei cittadini. Oggi, incredibilmente, il suo ingresso si trova celato sotto il terrazzo di un moderno bed and breakfast.
A riaccendere l’attenzione su questa presenza fantasma è stata la tenacia di Mariano Saggiomo. Dopo anni di ricerca documentaria e sopralluoghi, lo studioso è riuscito a individuare una piccola feritoia nella cripta della Cappella Minutolo da cui è stato possibile osservare parte del vano inferiore. Da lì è partita una campagna fotografica ad altissima precisione, realizzata grazie al supporto della Bibliotheca Hertziana e alla competenza dello Studio Fotografico Pedicini. Un ulteriore passo avanti è stato compiuto con l’uso del drone: dalle immagini aeree è stato possibile determinare con certezza la posizione della cappella nascosta.
I risultati di questa indagine sono stati pubblicati in un articolo scientifico comparso sulla prestigiosa rivista internazionale Römisches Jahrbuch der Bibliotheca Hertziana, portando per la prima volta all’attenzione della comunità accademica e del pubblico un luogo finora sconosciuto. L’importanza della scoperta risiede non solo nell’eccezionale stato di conservazione di alcuni elementi – l’altare e un affresco raffigurante la Vergine Annunziata – ma anche nella possibilità di riscrivere una pagina dimenticata della storia architettonica e religiosa della città. Oltre a testimoniare l’evoluzione urbanistica e topografica del Duomo e delle sue pertinenze, racconta una modalità di intendere il culto e la devozione che intreccia l’intimità familiare con l’architettura sacra. E rappresenta inoltre una rara occasione di studiare un ambiente quattrocentesco non alterato dalle stratificazioni e dalle ristrutturazioni che hanno coinvolto la gran parte dei luoghi sacri della città.