Il Complesso della Pilotta di Parma acquisisce un album di incisioni di Petitot e Bodoni


Il Complesso della Pilotta arricchisce la Biblioteca Palatina con la Raccolta di rami incisi, volume del 1791 di Ennemond Alexandre Petitot contenente le incisioni per le stampe di Giambattista Bodoni commissionate dalla Corte di Parma.

Il Complesso monumentale della Pilotta di Parma ha annunciato l’acquisizione della Raccolta di rami incisi in varie occasioni dalla Regio-Ducal Corte di Parma, un album realizzato nel 1791 da Ennemond Alexandre Petitot (Lione, 1727 – Parma, 1801), proveniente dalla Libreria Antiquaria Pregliasco diTorino. L’operazione, sostenuta dal Ministero della Cultura, arricchisce la collezione della Biblioteca Palatina, con un potenziale riflesso anche sul patrimonio del Museo Bodoni. Si tratta di un volume estremamente raro, contenente quasi cento tavole incise su rame dei disegni che Petitot realizzò per le stampe di Giambattista Bodoni (Saluzzo, 1740 – Parma, 1813), commissionate dalla Corte parmense tra il 1769 e il 1791 sotto il regno di Ferdinando I di Borbone. L’unico altro esemplare noto conservato in una biblioteca pubblica si trova presso la Biblioteca Nazionale Braidense di Milano; si segnala inoltre un’esemplare venduto nel 1845, prima della scomparsa del volume dal mercato antiquario.

“Aver partecipato al recupero di questa reliquia bodoniana, un pezzo di assoluta rarità, mi riempie di gioia e di orgoglio”, sostiene Stefano L’Occaso, direttore del Complesso monumentale della Pilotta. “È la seconda copia esistente di quest’opera a stampa, presumibilmente oggetto di una tiratura assai ristretta, ed è sacrosanto che venga ad arricchire il patrimonio della Biblioteca Palatina. Se l’operazione ha avuto buon esito, lo dobbiamo al nostro comitato scientifico, al comitato tecnico-scientifico del Ministero e alla Direzione Generale Musei, la quale ne ha sostenuto i costi”.

Ennemond Alexandre Petitot, Frontespizio - Raccolta di rami incisi in varie occasioni della Regio-Ducal Corte di Parma (Parma, 1791; acquaforte/bulino, in folio grande (real folio, 520x355 mm), 119 fogli e 6 tavole ripiegate con freschissime incisioni di 202 tavole in rame in ottimo stato di conservazione)
Ennemond Alexandre Petitot, Frontespizio - Raccolta di rami incisi in varie occasioni della Regio-Ducal Corte di Parma (Parma, 1791; acquaforte/bulino, in folio grande (real folio, 520x355 mm), 119 fogli e 6 tavole ripiegate con freschissime incisioni di 202 tavole in rame in ottimo stato di conservazione)
Frontespizio. Testo a stampa (antico) Bodoni, Giambattista 1769 Parma, 1769. Tecnica acquaforte/bulino. Inv. Dis. Cav. E. A. Petitot (1727/1801) inc. GiovannI Volpato (1733/1803)" />
Frontespizio - Descrizione delle feste celebrate in Parma l’anno MDCCLXIX per le auguste nozze di sua altezza reale l’infante Don Ferdinando colla reale arciduchessa Maria Amalia Don Ferdinando colla reale arciduchessa Maria Amalia. Paciaudi, Paolo Maria <1710-1785> Testo a stampa (antico) Bodoni, Giambattista 1769 Parma, 1769. Tecnica acquaforte/bulino. Inv. Dis. Cav. E. A. Petitot (1727/1801) inc. GiovannI Volpato (1733/1803)<!--1710-1785-->

La genesi della Raccolta di rami incisi risale all’arrivo di Petitot a Parma nel 1753, nominato primo architetto di Filippo I di Borbone. In città lavorò a interventi emblematici, tra cui l’Ara dell’Amicizia, e contribuì a ridefinire l’assetto urbano attraverso la ristrutturazione della Reggia di Colorno e del Giardino Ducale. All’apice della sua carriera incontrò il giovane Bodoni, appena nominato direttore della Stamperia Reale, dando inizio a una collaborazione destinata a lasciare un segno nella storia della tipografia parmense. L’album, in folio grande (520×355 mm), è composto da 119 fogli e sei tavole ripiegate, alcune di oltre un metro di ampiezza, tra cui quelle del Teatro Farnese e di Veleia. Contiene 202 tavole incise, tra cui una decina firmate da Benigno Bossi, sei da Biagio Martini, quattro da Antonio Bresciani e sette da altri artisti, tutte conservate in ottimo stato. Dal punto di vista contenutistico, l’opera riflette il fervore culturale di Parma alla fine del XVIII secolo, collocando la città tra le capitali europee dell’arte tipografica. Il frontespizio, su disegno di Petitot, rappresenta un’allegoria del Po e del torrente Parma racchiusa in una valva di conchiglia. L’album raccoglie incisioni utilizzate in diverse pubblicazioni bodoniane, da celebri edizioni a opere meno note, tra cui la Descrizione delle feste celebrate in Parma e l’Ara amicitiae del 1769, oltre a stampe allegoriche della visita dell’imperatore Giuseppe II e di don Ferdinando all’Accademia di Belle Arti.

Altre incisioni risalgono allo stesso anno e documentano le celebrazioni per il matrimonio tra Ferdinando di Borbone e l’arciduchessa Maria Amalia d’Austria, progetti per la Cappella Reale di San Liborio e il Salone di Colorno, nonché piante del Giardino di Parma e degli scavi di Veleia. L’album include anche tavole scientifiche, tecniche e religiose, oltre a grandi rappresentazioni del Teatro Farnese. Dal punto di vista tecnico, la legatura è in vitello screziato coevo, con ampia bordura di campanule dorate sulle copertine e dorso a otto scomparti decorati con fregi e fiori di zucca. L’ex-libris sulla facciata interna della copertina rivela la precedente appartenenza dell’album alla biblioteca del collezionista viennese Karl Koch (1864-1905). L’acquisizione rappresenta un arricchimento importante per la Biblioteca Palatina, consolidando la memoria storica e artistica di Parma e confermando l’importanza della città nell’ambito delle arti tipografiche e dell’incisione del XVIII secolo.


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