È stata venduta da Christie’s a Londra lo scorso 3 dicembre la stampa antica più costosa della storia: la straordinaria vendita è stata registrata nella terza sessione dell’asta The Sam Josefowitz Collection: Graphic Masterpieces by Rembrandt van Rijn, che al di là della vendita eccezionale ha fatto segnare risultati straordinari che rafforzano la centralità di Rembrandt van Rijn (Leida, 1606 – Amsterdam, 1669) nel mercato internazionale delle stampe antiche. La tornata ha totalizzato 8.621.579 sterline, pari a 9.785.492 euro, con percentuali di vendita che sfiorano il totale: il 99% del valore e il 98% dei lotti hanno trovato acquirenti, testimoniando l’eccezionale interesse dei collezionisti per le opere grafiche di Rembrandt.
Il protagonista assoluto della serata è stata la stampa raffigurante l’ispettore Arnout Tholinx, del 1656, circa: è stata lei a raggiungere la cifra record di 3,1 milioni di sterline (3,54 milioni di euro), diventando così la stampa antica più costosa mai venduta all’asta e segnando un nuovo primato mondiale per un’opera grafica di Rembrandt. Il prezzo eccezionale si deve alla rarità di questo foglio, considerato tra i ritratti a stampa più intriganti e seducenti degli anni Cinquanta del Seicento, una rarità tale da averlo reso poco conosciuto al di fuori di una cerchia ristretta di collezionisti e studiosi. L’esemplare venduto da Christie’s, probabilmente il più brillante tra tutti quelli noti, è l’ultimo rimasto in mani private: gli altri sono tutti conservati in grandi musei internazionali.
La vendita del ritratto di Arnout Tholinx assume inoltre un significato storico: l’ultima transazione dell’opera avvenne esattamente centouno anni fa proprio nelle sale londinesi di Christie’s. In quell’occasione, la stampa fece parte di una collezione straordinaria appartenuta a Edward Rudge, botanico e antiquario inglese, che aveva disposto che la sua raccolta venisse conservata per due generazioni e aperta solo quando il pronipote John Edward Rudge raggiunse l’età adulta. Nel 1924, alla maggiore età del giovane erede, Christie’s ricevette i preziosi lotti custoditi in due robuste casse, tra cui il ritratto di Tholinx. La vendita di dicembre 1924 segnò la prima apparizione della stampa come raro “unicorno” della grafica rembrandtiana, e venne aggiudicata allora a 3.760 sterline, cifra record per una stampa all’epoca.
Tim Schmelcher, specialista di stampe e multipli di Christie’s Londra, ha commentato: “Siamo entusiasti dei risultati eccezionali ottenuti in questa e nelle altre due vendite dedicate ai capolavori grafici di Rembrandt dalla Sam Josefowitz Collection. Il record mondiale raggiunto da Arnout Tholinx, Inspector è un traguardo storico per Christie’s e testimonia sia l’attrattiva senza tempo della grafica rembrandtiana sia la straordinaria competenza del compianto Sam Josefowitz”.
Il ritratto di Arnout Tholinx, rarissimo tra le grandi stampe di Rembrandt degli anni Cinquanta del Seicento, raffigura un personaggio che faceva parte di un piccolo gruppo di amici, conoscenti e mecenati dell’artista, molti dei quali appartenenti ad ambienti professionali e intellettuali benestanti, ma non aristocratici. Tholinx stesso, ispettore dei Collegi Medici di Amsterdam, era cognato di Jan Six e aveva stretti legami con la famiglia Tulp, in particolare con Nicolaes Tulp, il celebre chirurgo immortalato ne La lezione di anatomia del dottor Tulp del 1632. Il ritratto fu probabilmente eseguito poco dopo il dipinto omonimo del 1656 conservato al Musée Jacquemart-André di Parigi, e si colloca in un periodo in cui Rembrandt stava affrontando difficoltà finanziarie ma continuava a esplorare con vigore le possibilità dell’incisione e della rappresentazione umana.
L’opera mostra Tholinx in posizione di tre quarti, seduto su una poltrona e immerso in un contesto scientifico: un grande libro davanti a sé e piccoli flaconi medici a lato. Rembrandt dà vita a un’immagine vibrante e ricca di profondità. La tiratura era probabilmente limitata a pochi esemplari di “presentazione” che l’artista aveva consegnato personalmente al soggetto insieme alla lastra. La stampa non è mai tirata in una seconda serie, cosa che ha aumentato la sua rarità.
Gli studiosi concordano nell’elogiare la qualità straordinaria della stampa: Stephanie Dickey la definisce “il decisivo prodotto di un incisore al culmine della sua arte”, Christopher White la considera “una delle stampe più pittoriche e penetranti di Rembrandt”, e Ger Luijten la giudica “un’opera incomparabile”. Lo spettatore percepisce la presenza del soggetto come un incontro personale: l’uomo sembra appena aver tolto gli occhiali dal libro, e guarda l’osservatore con uno sguardo vivo e leggermente irritato, in una sorta di dialogo diretto con chi osserva.
In questa stampa, Rembrandt raggiunge l’apice della sua sperimentazione grafica: la fusione di forma, luce, texture e carattere produce un effetto emotivo simile a quello delle sue grandi tele, pur all’interno della scala e dei limiti della stampa. Le delicate modulazioni della puntasecca non imitano la realtà, ma guidano lo sguardo, animano lo spazio e suggeriscono la consistenza dei tessuti, dei libri e degli oggetti intorno al soggetto. La stampa si colloca così al livello delle più alte realizzazioni pittoriche dell’artista, confermando la sua maestria assoluta nel ritrarre l’essenza della persona attraverso l’incisione.
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