Da Tresoldi a Selva Aparicio, arte contemporanea al Parco Archeologico di Herakleia a Policoro


Un progetto di valorizzazione artistica curato da STUDIO STUDIO STUDIO di Edoardo Tresoldi, con opere site-specific di Gijs Van Vaerenbergh, Selva Aparicio e Max Magaldi, direzione artistica di Antonio Oriente, per il Parco Archeologico di Herakleia a Policoro (Matera).

È stato presentato lunedì 10 novembre Siris, il progetto di valorizzazione artistica per il Parco Archeologico di Herakleia a Policoro (Matera), a cura di STUDIO STUDIO STUDIO, il laboratorio interdisciplinare fondato da Edoardo Tresoldi, con la direzione artistica di Antonio Oriente. L’intervento coinvolge tre artisti internazionali, Gijs Van Vaerenbergh, Selva Aparicio e Max Magaldi, e si inserisce nel programma di valorizzazione delle aree sacre del Parco e nella realizzazione dell’Ecomuseo Archeologico, promosso dal Ministero della Cultura e finanziato con fondi del PON “Cultura e Sviluppo” – FESR 2014-2020.

La realizzazione, curata sotto la responsabilità dell’architetto Giuliano Zerillo, è stata gestita dal Segretariato Regionale per la Basilicata del Ministero della Cultura, oggi confluito nella Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata. Il Parco, parte della rete dei Musei e Parchi Archeologici Nazionali, custodisce importanti testimonianze delle colonie greche sorte nella piana ionica lucana, come il Tempio Arcaico e il Santuario di Demetra, oggi scarsamente leggibili a causa dello stato di conservazione. Siris è un progetto sperimentale che mira a rendere accessibile la complessità storica e spirituale del sito anche a un pubblico non specialistico, attraverso opere d’arte capaci di instaurare un dialogo tra archeologia, paesaggio e memoria. Le installazioni sono reversibili e non invasive, concepite per inserirsi nel contesto naturale senza alterarne l’integrità. L’obiettivo è offrire una narrazione stratificata, in equilibrio tra testimonianze antiche, elementi antropologici e dimensione contemporanea.

Le opere rappresentano un elemento centrale per il completamento dell’Ecomuseo Archeologico, concepito per valorizzare i reperti delle colonie greche insediate nella zona a partire dal VII secolo a.C. e per rafforzare il legame tra queste presenze, il vicino Museo Archeologico Nazionale della Siritide e l’area circostante, che è stata oggetto di interventi finalizzati a migliorarne la fruizione.

“L’idea dei Gijs Van Vaerenbergh per il Tempio Arcaico”, osserva Antonio Oriente, direttore artistico del progetto Siris per STUDIO STUDIO STUDIO, “nasce già durante la prima residenza artistica del 2021, quando con il nostro gruppo di lavoro abbiamo immaginato delle settimane di immersione totale nella cultura locale, cercando di disegnare una linea del tempo che partisse dalla Magna Grecia per arrivare fino ad oggi. Oltre alla capacità di interpretare i volumi con una chiave di lettura inedita, al contrasto sapiente tra la geometria esatta della struttura metallica e l’esplosione caotica delle rovine, invertire la presenza materica è stato un modo molto intelligente sia per lasciare spazio visivo alle evidenze archeologiche sia per assicurare la reversibilità dell’intervento. Le forme accennate restituiscono un’idea di incompiutezza, la percezione della fragilità del tempo che non viene cancellata dal restauro - l’evidenza illusoria del passato – o dalla ricostruzione – l’evidenza illusoria del presente, ma crea un nuovo abitante del Parco, straniero e autoctono nello stesso luogo, scomparso e vivo nello stesso tempo. Con Selva Aparicio e Max Magaldi ci siamo interrogati sui riti demetriaci, sull’eredità degli ex voto e di come queste pratiche si siano trasformate nel tempo fino ad arrivare ai giorni nostri. Abbiamo partecipato a riti arborei come il ‘Maggio di Accettura’, per conoscere e vivere il più possibile il territorio lucano, anche perché io a Policoro ci sono nato e ho sempre sentito l’onere e l’onore di fare un lavoro all’altezza della storia di questo luogo. Ne sono emersi due percorsi diversi ma con numerosi punti d’incontro. Max Magaldi ci conduce in una dimensione meta-fenomenologica che ci invita a guardare e ascoltare ciò che avviene fuori e dentro ciascuno di noi, creando una dimensione senza tempo o fuori dal tempo, perché tutto ciò che è stato scritto e composto potrebbe far parte di qualsiasi epoca storica o di nessuna in particolare. Max, Claudia Fabris e Daniela Pes sono diventati i nostri ambasciatori dell’invisibile: in un mondo in cui la comunicazione si fa sempre più invadente e onnipresente, sono riusciti a raccontare il non visibile senza alienare il fruitore dal contesto, perché chi farà il percorso musicale e poetico composto appositamente per il Parco non dovrà né guardare uno schermo né isolare il proprio udito con delle cuffie”.

Gijs Van Vaerenbergh, Rovina Inversa, Siris © Roberto Conte
Gijs Van Vaerenbergh, Rovina Inversa, Siris © Roberto Conte
Selva Aparicio, Chora, Siris © Emanuele Taccardi
Selva Aparicio, Chora, Siris © Emanuele Taccardi
Max Magaldi, Claudia Fabris, Daniela Pes, Arbosonica, Siris
Max Magaldi, Claudia Fabris, Daniela Pes, Arbosonica, Siris

Il percorso si sviluppa nella Vallata Mediana del Parco, dove le tre opere principali restituiscono al visitatore un’esperienza coinvolgente. La prima è Rovina Inversa del duo belga Gijs Van Vaerenbergh, che rievoca i volumi del Tempio Arcaico ribaltando il naturale processo di dissoluzione delle rovine. L’opera, alta circa dodici metri, mostra la parte superiore dell’edificio antico sospesa in una struttura reticolare metallica. L’intervento si configura come una reinterpretazione concettuale dell’architettura classica, in bilico tra realtà e illusione, e si propone come nuovo landmark del paesaggio lucano.

La seconda installazione, Chora dell’artista spagnola Selva Aparicio, si sviluppa nel Bosco Sacro di Demetra. Il percorso scultoreo è composto da sette edicole votive realizzate attraverso rilievi botanici ottenuti da piante raccolte sul posto. Le sculture, destinate a fondersi progressivamente con la vegetazione, evocano gli ex voto della tradizione popolare e riflettono sul rapporto tra devozione e natura. L’ultima edicola, collocata in prossimità delle rovine del santuario, presenta un elemento bronzeo sospeso che richiama la presenza-assenza della dea Demetra, invitando alla meditazione sulla soglia tra fisicità e spiritualità.

Il terzo intervento è Arbosonica, la sonorizzazione ideata da Max Magaldi con i contributi della poetessa Claudia Fabris e della musicista Daniela Pes. L’opera utilizza un sistema di mappature geolocalizzate accessibili tramite un’app dedicata: le colonne sonore si attivano al passaggio dei visitatori, integrando suoni naturali e composizioni originali. Il progetto esplora il mito di Demetra e Persefone, archetipo del ciclo vita-morte-rinascita, trasformando il Parco in un organismo sonoro in cui la voce, la parola e l’ambiente si fondono. L’uso della tecnologia, come le cuffie a conduzione ossea che non isolano dai suoni reali, permette un’esperienza percettiva in cui paesaggio e composizione si sovrappongono senza separazioni artificiali. In continuità con il progetto, Magaldi e Fabris hanno realizzato un laboratorio didattico con gli studenti della scuola “Lorenzo Milani” di Policoro, in collaborazione con il Tower Art Museum di Matera, con l’obiettivo di rafforzare il legame tra arte contemporanea e territorio.

A documentare l’intero processo creativo è il film Siris diretto da Giovanni Troilo, regista e fotografo noto per i suoi lavori dedicati all’arte contemporanea e all’archeologia. Il documentario segue le fasi del progetto, dai sopralluoghi alla costruzione delle opere, articolandosi in tre capitoli che intrecciano le prospettive dei diversi artisti. Troilo esplora la relazione tra arte, paesaggio e memoria, restituendo la complessità del dialogo tra passato e presente che attraversa tutto il progetto. Siris si configura come un’esperienza corale, in cui linguaggi diversi, architettura, scultura e suono, si incontrano nel paesaggio del Parco Archeologico di Herakleia. Le opere, pur differenti per approccio e medium, condividono la volontà di riportare in vita la dimensione sacra del luogo, trasformando il sito archeologico in uno spazio di riflessione sul tempo, sulla natura e sulla persistenza del mito nel paesaggio contemporaneo.

Note sugli artisti

Gijs Van Vaerenbergh è uno studio di architettura fondato nel 2007 a Leuven, Belgio, dai due architetti Pieterjan Gijs e Arnout Van Vaerenbergh, incontratisi durante gli studi universitari. Lo studio realizza opere di varie scale, dalle installazioni urbane e monumenti fino a oggetti e sculture, mescolando conoscenze tecniche e teoriche dell’architettura a una sperimentazione legata alle arti visive. Il loro lavoro, improntato a una forte dimensione spaziale, pone al centro l’esperienza dello spettatore e l’interazione con il contesto, rompendo le convenzioni disciplinari e introducendo strategie artistiche per ridefinire gli aspetti funzionali e formali dell’architettura.

Selva Aparicio, nata nei pressi di Barcellona, è un’artista interdisciplinare il cui lavoro indaga memoria, intimità e cicli dell’esistenza, spesso ispirandosi alla natura e all’effimero. Ha conseguito il BFA alla School of the Art Institute di Chicago (2015) e il MFA in Scultura presso Yale University (2017). Le sue opere sono state esposte a livello internazionale in sedi come il Museum of Art and Design di New York, il Museum of Contemporary Art di Chicago, il Yale Center for British Art e il Centre de Cultura Contemporanea di Barcellona. Tra i riconoscimenti ricevuti figurano il JUNCTURE Fellowship in Art and International Human Rights (2016), il Blair Dickinson Memorial Prize (2017), il Pritzker Pucker Family Foundation Artadia Award (2022), il Burke Prize del Museum of Art and Design di New York (2023) e il Vilcek Prize for Creative Promise in Visual Arts (2025). Le sue opere fanno parte delle collezioni permanenti del Museum of Contemporary Art di Chicago e del DePaul Art Museum. Recentemente ha completato la sua prima commissione pubblica permanente per la Belgium Beaufort 2024 Triennale e attualmente è assistente docente nel Dipartimento di Scultura della Alfred University, New York.

Max Magaldi, artista e musicista, ha collaborato con numerosi progetti musicali in Europa. Dal 2018 unisce musica, arte contemporanea e hacking digitale in performance sui social network. Ha realizzato installazioni e sonorizzazioni in Italia, Francia, Grecia e Arabia Saudita, lavorando anche con artisti come Edoardo Tresoldi e Studio Azzurro. Dal 2021 è ideatore e direttore artistico del festival Memissima, dedicato alla cultura memetica.

Daniela Pes, musicista e cantautrice sarda nata in Gallura nel 1992, sviluppa una musica e una voce difficili da etichettare. Formata come cantante jazz al Conservatorio di Sassari e beneficiaria di una borsa di studio ai Seminari Estivi di Nuoro Jazz diretti da Paolo Fresu, si esibisce a Time in Jazz e all’Harp Festival di Rio de Janeiro. Ha ricevuto importanti riconoscimenti, tra cui il premio Andrea Parodi nel 2017, con premi della critica, miglior musica e miglior arrangiamento, e nel 2018 premi per miglior musica e Nuovoimaie a Musicultura. Il 14 aprile 2023 pubblica il suo primo album in studio, Spira, prodotto da Iosonouncane, che le vale la Targa Tenco come Miglior Opera Prima, il Premio Rockol come Miglior Artista Emergente 2023, il Premio Navicella e nel 2024 i premi Ballerino Dalla, Maria Carta e Ciampi. Nel 2025 rientra tra le 15 nomination del MMEA.

Giovanni Troilo è un regista e fotografo pluripremiato attivo in televisione, cinema ed editoria. Il suo stile visivo è apparso su testate internazionali come Newsweek, Der Spiegel, Repubblica, GQ, CNN, Wired e Wallpaper. Tra il 2012 e il 2015 ha diretto per Sky Arte dieci documentari sui principali fotografi italiani. Nel 2015 il suo progetto fotografico La Ville Noire – The Dark Heart of Europe ha ricevuto un riconoscimento ai Sony World Photography Awards. Tra i suoi lavori cinematografici spiccano Casanova Undressed (2016), William Kentridge – Triumphs and Laments (2016), selezionato al Festival del Cinema di Roma, Le Ninfee di Monet (2018) e Frida Viva la Vida (2019), distribuiti in oltre 40 paesi. I suoi progetti più recenti includono Vesuvio (2022), Power of Rome (2022) e Borromini e Bernini – Sfida alla Perfezione (2023). Attualmente sviluppa una nuova serie documentaria per Sky e lavora al suo secondo lungometraggio in Belgio. Dal 2015 è direttore artistico di PhEST, festival internazionale di arti visive a Monopoli.


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