Addio a Piero Angela. Se ne va il grande divulgatore scientifico


È scomparso improvvisamente, all’età di 93 anni, il giornalista e divulgatore scientifico Piero Angela.

Ci ha lasciati questa notte il grande divulgatore scientifico Alberto Angela. A dare l’annuncio della sua scomparsa è stato, pochi minuti fa, il figlio Alberto Angela, con un laconico post su Facebook (“Buon viaggio papà”). Lascia la moglie, Margherita Pastore, sposata nel 1955, e i figli Alberto e Christine. Con i suoi programmi televisivi, ha contribuito alla diffusione in Italia della cultura scientifica e ha portato nel nostro paese un modello anglosassone di trasmissione scientifica destinata a fare scuola, innovando in maniera radicale il genere documentaristico.

Nato a Torino il 22 dicembre 1928 dal medico antifascista Carlo Angela (durante la seconda guerra mondiale salvò le vite di numerosi ebrei falsificando le loro cartelle cliniche: per questa sua azione ottenne il titolo di Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem) e da Maria Luigia Maglia, dopo gli studi al liceo classico della sua città natale ha cominciato la sua carriera di pianista jazz (quella per la musica è una passione che non avrebbe mai abbandonato: per molti anni infatti è stato solito suonare il piano anche nelle sue trasmissioni), con il nome di “Peter Angela”. Nel 1952 abbandonò la carriera di musicista professionista (aveva suonato nel frattempo con importanti musicisti jazz come Rex Stewart, Franco Mondini, Nini Rosso ed altri) per cominciare quella di giornalista in Rai. Fu tra i pionieri del giornalismo televisivo: quando nel 1954 cominciarono le trasmissioni, Angela fu corrispondente del Telegiornale, prima da Parigi e poi da Bruxelles, per diventare infine nel 1968 conduttore del TG delle 13:30 e, nel 1976, primo conduttore del TG2. Come giornalista ricoprì anche l’incarico di inviato di guerra: seguì infatti nel 1967 la Guerra dei Sei Giorni e ne 1968 la guerra del Vietnam.

Sempre nel 1968 cominciò a realizzare alcuni documentari intitolati Il futuro nello spazio, dedicati al programma Apollo della NASA: fu questo l’inizio della sua attività di divulgazione scientifica, proseguita con trasmissioni dedicate alla scienza come Destinazione Uomo, Da Zero a Tre Anni, Dove va il mondo?, Nel buio degli anni luce, Indagine sulla parapsicologia, Nel cosmo alla ricerca della vita. Risale invece al 1981 l’inizio di Quark - Viaggi nel mondo della scienza, titolo “preso a prestito dalla fisica”, spiegava lo stesso Piero Angela presentando il programma, “dove molti studi sono in corso su certe ipotetiche particelle subnucleari chiamate appunto quark, che sarebbero i più piccoli mattoni della materia finora conosciuti. È quindi un po’ un andare dentro le cose”. La formula del programma, destinata a riscuotere un enorme successo, era quella del contenitore divulgativo: venivano trasmessi i documentari su scienza e animali della BBC, c’erano approfondimenti e interviste con gli esperti, riproduzioni di esperimenti, e inizialmente anche i cartoni animati di Bruno Bozzetto con cui venivano introdotti i concetti scientifici più difficili.

Quark, anticipato dalla celeberrima sigla con l’Aria dalla Suite nº 3 in re maggiore BWV 1068 di Johann Sebastian Bach, andò in onda dal 1981 al 1989 su Rai Uno, e ne furono tratti diversi spin off che andavano ad approfondire diversi argomenti: Il mondo di Quark (1984), dedicato all’antropologia, Quark economia e Quark Europa (1986), Quark in pillole, con filmati di durata più breve, Quark italiani (1988), con documentari sulla natura di autori italiani, e poi ancora Quark speciale nel 1992, che proponeva in italia la serie Le sfide della vita di David Altenborough, Enciclopedia di Quark (1993), con approfondimenti monografici su diverse discipline, Quark estate (1993), con 11 documentari inediti, e Serata Quark. Risale invece al 1995 l’evoluzione del programma, SuperQuark, così chiamato in quanto veniva raddoppiata (a due ore) la tipica durata di una serata di Quark, anche se il format è rimasto pressoché inalterato: la trasmissione comincia con un documentario naturalistico (si trattava soprattutto di documentari della BBC e, dal 1998, della National Geographic, a cui seguiva poi un commento in studio), e proseguiva con servizi e interviste agli ospiti in studio, momenti in cui spesso venivano condotti esperimenti scientifici in compagnia del fisico Paco Lanciano.

SuperQuark è ancora in corso: la nuova stagione, la ventinovesima della trasmissione, è cominciata appena lo scorso 6 luglio. Piero Angela ha poi collaborato con il figlio Alberto come autore di Ulisse, il programma monografico dedicato soprattutto alla storia e alla scienza (una curiosità: per precisa volontà di Piero Angela, il figlio Alberto non lo chiamava mai “papà” sul lavoro, ma lo chiamava per nome). Ha poi curato la rubrica Scienza e società su TV Sorrisi e Canzoni ed è stato curatore della rivista Quark, pubblicata dal 2001 al 2006. È stato inoltre tra i fondatori del CICAP. Durante la sua lunga carriera ha ricevuto dodici lauree ad honorem, ha vinto sette telegatti, e gli sono stati dedicati un asteroide (il 7197 Pieroangela) e addirittura un mollusco (la Babylonia pieroangelai). Nel 2004 è stato insignito del titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e nel 2021 del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Il suo modo di fare divulgazione si è distinto per l’apparente leggerezza narrativa che celava però un rigoroso e approfondito lavoro di ricerca e redazione di contenuti accurati. Nel suo libro del 1917 Il mio lungo viaggio, una sorta di summa della sua carriera, ha avuto modo di parlare anche della sua idea di divulgazione. “Divulgare”, ha scritto, “vuol dire, in pratica, tradurre dall’italiano in italiano, dicendo le stesse cose in modo chiaro. Un lavoro non sempre facile perché per poter spiegare bisogna prima aver capito bene”. “Secondo la mia esperienza”, aggiungeva Alberto Angela, “è possibile spiegare a un grande pubblico anche questioni complesse, aiutandosi magari con una grafica efficace, che permetta di far comprendere i concetti base”. E ciò vale anche per la divulgazione culturale, che Angela riteneva fondamentale: “L’Italia è piena di luoghi che possono essere valorizzati e richiamare visitatori, consentendo loro di comprendere meglio ciò che stanno vedendo. È un’operazione di divulgazione (questa volta non scientifica, ma culturale) a mio avviso molto importante perché avvicina il pubblico al nostro grande passato, e può creare anche una maggiore sensibilità alla conservazione dell’immenso patrimonio che abbiamo ereditato”.

L’ultimo messaggio di Piero Angela è stato affidato alla pagina Facebook di SuperQuark: “Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana. Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano. Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia. È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio”.

Addio a Piero Angela. Se ne va il grande divulgatore scientifico
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