Giovedì 29 febbraio alle 11, uno dei 38 telamoni che sorreggevano il tempio di Zeus Olimpio nella Valle dei Templi ad Agrigento tornerà a essere eretto e a sorvegliare dall’alto dei suoi 8 metri di altezza la millenaria storia ellenica di questa terra. Questo gigante di pietra che giaceva a pezzi nella valle tornerà alle sue fattezze originarie dopo un lungo lavoro di studio e assemblaggio del blocchi di pietra: la statua infatti non è una copia come quella precedente ma è realizzata utilizzando i vari e diversi blocchi originali che giacevano scomposti all’interno del parco archeologico
Questo maestoso colosso risalente al V secolo avanti Cristo rappresenta la figura-simbolo della potenza di Zeus, il quale, secondo il mito, costrinse i giganti sconfitti a sorreggere in eterno il peso del tempio eretto in suo onore. Ormai già posizionato in verticalem aspetta le 11 del 29 febbraio per essere disvelato e liberato dall’importante impalcatura di acciaio corten di 10 metri di altezza che lo ha eretto e adesso lo sostiene. Tornerà alla vista dei visitatori diventando il perno del progetto di musealizzazione dell’intera area con la previsione di aperture anche notturne con un significativo e innovativo sistema di luci per creare ambiente e suggestioni. Ci si avvicina anche così al recupero e rilancio dell’area in vista dell’anno 2025 dove Agrigento sarà Capitale della cultura.
Il progetto è frutto della campagna di scavi diretta a partire dal 2005 da Heinz-Jurgen Best dell’Istituto archeologico germanico di Roma, che con 500mila euro ricevuti nel 2014 è partito con la mappatura dei blocchi dei telamoni (che già dal 1920 venivano conservati) coordinata da Carmelo Bennardo, dal 2023 direttore del parco archeologico di Siracusa. È stato un lungo lavoro di individuazione, restauro, studio, catalogazione e assemblaggio dei vari pezzi e frammenti sparsi per la valle che ha portato alla composizione della statua distesa a terra.
“Gli operai hanno montato un ponteggio sul quale è stato allestito un argano manuale”, ha spiegato al quotidiano Repubblica il direttore dei lavori, “più preciso rispetto all’argano elettrico con il quale non si riescono a calcolare le misure al millimetro”, dovendo maneggiare con cura dei blocchi che avevano un peso di circa 700kg a un’altezza di 12 metri. La statua sarà sostenuta tramite una sottile lastra in acciaio corten con mensole di pochi millimetri. Il lavoro è stato preceduto da delle prove con una figura in legno e uno studio su immagini del diciottesimo e diciannovesimo secolo dove i visitatori disegnavano o immaginavano il contesto. E grazie a un accordo con l’Università di Palermo, spiega Repubblica, il locale accanto all’altare, una volta adibito a bar, dovrebbe diventare uno spazio nel quale sarà possibile ammirare il santuario di Zeus ricostruito attraverso la realtà aumentata. Il visitatore potrà così addentrarsi nell’area sacra del santuario con un percorso che conduce all’imponente altare di Giove.
Agrigento, tutto pronto per rialzare il telamone del Tempio di Zeus Olimpio |
L'autore di questo articolo: Andrea Laratta
Giornalista. Amante della politica (militante), si interessa dei fenomeni generati dal turismo, dell’arte e della poesia. “Tutta la vita è teatro”.