Firenze, non solo cubo: il convento rinascimentale di Santo Spirito potrebbe diventare una RSA


Non c’è solo il cubo nero a tener banco a Firenze: al di là dell’Arno c’è un altro progetto di riqualificazione che fa molto discutere, e che potrebbe portare alla trasformazione del convento rinascimentale di Santo Spirito in una lussuosa RSA.

Cosa accade attorno al rinascimentale convento di Santo Spirito a Firenze, che rischia di diventare una RSA? Il futuro del complesso è al centro di un dibattito che vede contrapposti, da una parte, i frati agostiniani che ancor oggi occupano una parte dell’antico complesso, quella in cui si trova la Biblioteca Agostiniana tuttora in funzione, e dall’altra un’impresa privata, sostenuta dal Ministero della Difesa, che è invece proprietario di un’altra porzione dell’edificio, occupato dall’esercito dopo l’Unità d’Italia. Dopo le soppressioni degli istituti religiosi, infatti, nel convento hanno avuto sede, dal 1871 al 2023, la caserma Francesco Ferrucci, il Distretto Militare di Firenze, e poi dal 2007 il Centro Documentale dell’Esercito. Il progetto in questione, presentato nel 2023 dalla società Fastpol srl, prevede la trasformazione dell’ex caserma Ferrucci, che aveva sede proprio nel convento, in una Residenza Sanitaria per Anziani (RSA) di lusso, affiancata da appartamenti protetti per la terza età, conosciuti come “Senior House”.

L’operazione ha preso il via dopo che l’Esercito ha deciso di lasciare gli spazi della caserma ed è stato avviato un bando del Ministero della Difesa, proprietario dell’immobile tramite Difesa Servizi spa, società in-house del dicastero. Per Fastpol, società con sede a Firenze, fatturato da 3 milioni e mezzo di euro e 70 addetti, specializzata nella gestione di strutture di assistenza residenziale per anziani e disabili, è prevista una concessione di 32 anni per la rigenerazione dell’ex caserma Ferrucci. La procedura concorsuale risale all’agosto 2019, il bando è stato indetto nel luglio 2021 e l’aggiudicazione è avvenuta nel giugno 2022. Fastpol è stata l’unica partecipante al bando, vincendo con un’offerta economica che prevede 5 milioni di euro per la concessione che Fastpol pagherà con la ristrutturazione, più altri 8,3 milioni da distribuire in un canone negli anni, e 2 milioni per avviare l’attività. Il progetto, come dichiarato nel 2023 da Asmaa Gacem, italo-marocchina, amministratrice unica di Fastpol, prevede “una casa di riposo con 20 posti letto, 40 appartamenti protetti per anziani ancora autosufficienti ma fragili, e un centro diurno”. I servizi offerti includeranno un centro medico, fisioterapia, parrucchiere, assistenza e un ristorante esclusivo per gli ospiti, oltre all’accesso gratuito al chiostro dell’Ammannati, che vedrà il recupero degli antichi affreschi. I prezzi per la Senior House, secondo quanto fatto sapere dalla società guidata dall’imprenditrice italo-marocchina Asmaa Gacem, saranno in linea con il mercato, a partire da 40-50 euro al giorno, includendo numerosi servizi, e una quota sarà riservata ai pensionati dell’esercito. Insomma, dalle dichiarazioni, nessuna struttura di lusso: ma questo non è sufficiente a fermare i contrari.

Convento di Santo Spirito, il chiostro dell'Ammannati. Foto: Basilica di Santo Spirito - Ordine dei Frati Agostiniani
Convento di Santo Spirito, il chiostro dell’Ammannati. Foto: Basilica di Santo Spirito - Ordine dei Frati Agostiniani
Rendering della RSA di Santo Spirito
Rendering della RSA di Santo Spirito

La reazione al progetto è stata immediata e ferma, in particolare da parte dei frati agostiniani del convento di Santo Spirito. Padre Giuseppe Pagano, priore del convento, ha dichiarato di recente, lo scorso marzo, che la RSA cozzerebbe con la secolare presenza dei frati, e che la convivenza non sarebbe possibile per come è ideato il progetto. Ha espresso la volontà di fermare l’operazione, minacciando perfino l’occupazione dei locali come “ultima spiaggia” se il progetto dovesse andare avanti. La preoccupazione di quanti sono contrari al progetto è infatti che l’opera andrebbe snaturare non solo l’edificio ma anche l’intero quartiere, diventando “un albergo di lusso camuffato”, come l’ha definita Massimo Torelli del comitato Salviamo Firenze. Padre Pagano ha sottolineato come l’esproprio di questi spazi dall’Esercito in passato sia stato un atto di violenza e che ora, avendo l’occasione di riunificare il complesso, è fondamentale farlo per un fine che sia un bene per la città.

Asmaa Gacem, assieme al marito Antonio Politano, consulente, ha difeso la sua proposta, affermando che si tratta di un progetto che potrebbe portare lavoro in città, e ha poi precisato che la destinazione d’uso è stata decisa dal Comune anni fa e che il bando del Ministero è altrettanto chiaro, rendendo impossibile la realizzazione di un centro residenziale o turistico diverso rispetto a quello progettato. Tuttavia, per i frati, l’idea che qui dentro ci sia uno spazio a fini di lucro andrebbe a cozzare con l’identità del luogo. La loro proposta, dunque, è di far diventare il convento un centro culturale. Ci sarebbe già il piano: insieme alla Villanova University, istituita in Pennsylvania nel 1842 proprio dall’ordine di Sant’Agostino, i frati vorrebbero riunificare le parti del complesso per farne un centro educativo con aule destinate all’insegnamento e allo studio, biblioteche, laboratori, servizi per il quartiere e per la città.

Numerose sono le forze politiche e le figure pubbliche si sono schierate a fianco dei frati. Lo scorso 20 marzo si è tenuto un presidio in piazza Santo Spirito, che ha visto la partecipazione di 250 fiorentini tra frati, comitati cittadini, residenti, i Bianchi del Calcio storico e suore del terzo ordine francescano, e diversi esponenti politici cittadini, di Italia Viva (Stefania Saccardi), Lega (Giovanni Galli), Lista Schmidt, Movimento Cinque Stelle, e Sinistra Progetto Comune (Dmitrij Palagi).

Anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha svolto un ruolo attivo nel sostenere la causa dei frati. Dopo aver incontrato padre Pagano, Giani ha dichiarato di condividere la proposta degli agostiniani, ritenendola “ragionevole” e capace di creare aggregazione in una struttura accessibile a tutti, esprimendo “molta perplessità” per l’ipotesi della RSA di lusso. Giani, lo scorso dicembre, ha anche inviato una lettera al ministro della Difesa Guido Crosetto, chiedendogli di riconsiderare l’assegnazione e di approvare il progetto alternativo dei frati. Giani ha anche sottolineato che per lo Stato converrebbe accettare la proposta dei religiosi, poiché le stime, secondo il presidente, suggeriscono che lo Stato ricavi dal progetto dei frati un beneficio economico doppio rispetto a quello offerto dalla Fastpol. Secondo Giani, il progetto degli agostiniani “consentirebbe di ripristinare l’unità del complesso, con i suoi straordinari valori storici e artistici, universalmente noti per quanto riguarda la basilica, con la facciata progettata da Brunelleschi e, all’interno, tra le tante opere, il crocifisso di Michelangelo”. Inoltre, la proposta dei frati, “alternativa a quella di una residenza esclusiva, punta a restituire questo patrimonio all’intera Firenze, facendone una struttura in grado di ospitare attività universitarie, mostre, convegni e altre iniziative, senza trascurare la possibilità di ricostituzione della storica biblioteca di Santo Spirito, smembrata con l’occupazione napoleonica”.

La battaglia dunque non è solo per un edificio, ma per la conservazione dell’identità culturale e storica di un luogo simbolo di Firenze. Il presidente del Quartiere 1, Mirco Rufilli, ha mostrato apprezzamento per il progetto dei frati, sottolineando la necessità di servizi per la cittadinanza nell’Oltrarno, piuttosto che una “RSA di lusso”, come in molti la definiscono. Anche la sindaca Sara Funaro ha manifestato il suo apprezzamento per il progetto degli agostiniani, e padre Pagano ha percepito una “mano tesa” da parte sua, come ha dichiarato alla stampa.

L'ingresso ai chiostri di Santo Spirito. Foto: Francesco Bini
L’ingresso ai chiostri di Santo Spirito. Foto: Francesco Bini
Il presidio dello scorso 20 marzo davanti a Santo Spirito. Foto: Salvi-amo Firenze
Il presidio dello scorso 20 marzo davanti a Santo Spirito. Foto: Salvi-amo Firenze
Il presidio dello scorso 20 marzo davanti a Santo Spirito. Foto: Salvi-amo Firenze
Il presidio dello scorso 20 marzo davanti a Santo Spirito. Foto: Salvi-amo Firenze

E sono diversi anche gli intellettuali e le figure di spicco del mondo della cultura hanno espresso un forte sostegno alla causa dei frati. Massimo Cacciari, filosofo, ha sottolineato l’importanza storica del luogo, legato a conferenze su religione e umanesimo, e la necessità di recuperare questa tradizione. Ha evidenziato come la divisione attuale del convento impedisca una visione unitaria del doppio chiostro e del cenacolo del Poccetti, aggiungendo che Firenze, come Venezia, soffre la pressione del turismo e della speculazione immobiliare. Secondo Cacciari, intervenuto sul caso lo scorso marzo, questa potrebbe essere l’ultima occasione per riunificare Santo Spirito.

Diverse personalità sono intervenute nell’ambito di un dibattito sulle colonne dell’Avvenire: Antonio Natali, professore e già direttore degli Uffizi, ha criticato l’interpretazione puramente finanziaria del concetto di “valorizzazione”, sostenendo che essa dovrebbe significare “dare valore culturale a un bene che non l’abbia mai avuto, o restituirlo a un bene che nel tempo l’abbia perduto”, come nel caso di Santo Spirito. Franco Cardini, storico, è tornato alle radici storiche della divisione e ha definito la separazione del convento un “straordinaria ruberia di Stato”, perpetrata attraverso le soppressioni leopoldine. Mario Botta, architetto, ha richiamato l’attenzione sulla “memoria sublime” del complesso, la cui unitarietà e identità storica rischierebbero di essere compromesse dalla trasformazione. Eike Schmidt, ex direttore degli Uffizi e candidato sindaco del centrodestra alle ultime elezioni, ha suggerito che i locali del convento potrebbero essere adibiti a biblioteca e/o spazi museali, citando esempi virtuosi di riconversione di edifici religiosi. Sergio Givone, filosofo, ha ricordato la tradizione culturale di Santo Spirito come “santuario della spiritualità cristiana” e dell’umanesimo fiorentino, sostenendo il “progetto encomiabile, bellissimo, opportuno” del priore Pagano di trasformare gli spazi in un museo e luogo di ospitalità per studenti.

La mobilitazione popolare è stata significativa: oltre al flash mob e alla conferenza, una petizione su Change.org contro la RSA ha superato le diecimila firme. La vicenda, comunque, è tutt’altro che conclusa. Sebbene l’aggiudicazione sia avvenuta nel 2022, il contratto vero e proprio tra Fastpol e Difesa Servizi spa non è ancora stato firmato. Questa circostanza offre ancora margini per una revoca o una riconsiderazione del progetto, come invocato da più parti. La comunità agostiniana, sostenuta da un vasto fronte che attraversa la società civile e politica, continua a chiedere un tavolo di lavoro con tutti i soggetti interessati per discutere del futuro dell’ex Caserma Ferrucci, con la speranza che un luogo intriso di tanta storia e cultura possa tornare a essere un bene per Firenze e per i suoi cittadini.


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