A Todi la mostra di Ian Davenport, uno dei più grandi artisti britannici viventi


Dal 31 agosto al 5 ottobre 2025 la Sala delle Pietre di Todi ospita “Holding our Centre”, mostra personale di Ian Davenport, figura di spicco della generazione Young British Artists. L’iniziativa si inserisce nel programma del Todi Festival e nel calendario della Fondazione Beverly Pepper.

Todi accoglie uno dei protagonisti della scena britannica dell’arte contemporanea: dal 31 agosto al 5 ottobre 2025 la Sala delle Pietre del Palazzo del Capitano ospita infatti Holding our Centre, mostra personale di Ian Davenport (Sidcup, 1966), artista nato nel Kent e figura centrale della generazione degli Young British Artists. L’appuntamento rientra nel programma della 39ª edizione del Todi Festival e si lega al costante impegno della Fondazione Progetti Beverly Pepper, che da anni affianca Comune e Festival nell’ospitalità di grandi nomi della scultura e della pittura internazionale.

La personale, curata da Marco Tonelli, presenta al pubblico alcune delle celebri pitture-installazioni di Davenport, lavori che l’artista definisce Painting with floors, opere a metà tra bidimensionalità e scultura. L’allestimento della Sala delle Pietre propone inoltre una selezione di Splats, lavori su carta caratterizzati da esplosioni di colore e colature che testimoniano la sperimentazione continua dell’artista con materiali e supporti. A completare il progetto è prevista anche una video-installazione che animerà, nei giorni del Todi Festival dal 30 agosto al 7 settembre, il Palazzo del Capitano in Piazza del Popolo, trasformando il cuore della città in un palcoscenico cromatico e interattivo.

La proiezione è pensata come un adattamento per lo spazio tuderte di un progetto già presentato a Londra nel 2019 presso il Flannels Store di Oxford Street. L’opera rielabora le tipiche bande verticali delle pitture di Davenport attraverso cromie elettroniche che si sviluppano in dialogo con l’architettura e con il pubblico. Una dimensione immersiva e dinamica che ricorda la funzione comunitaria dei cicli di affreschi, capaci di generare un’esperienza collettiva di partecipazione.

La presenza di Davenport a Todi rafforza un percorso già consolidato. Negli ultimi anni la città ha ospitato figure di primo piano come Arnaldo Pomodoro, Fabrizio Plessi e Mark di Suvero, consolidando una vocazione che intreccia memoria storica e avanguardia. Il ritorno di Silvano Spada alla direzione del Todi Festival, di cui fu ideatore, segna un ulteriore passaggio importante nella costruzione di un’identità culturale sempre più aperta e internazionale.

La Fondazione Progetti Beverly Pepper accompagna la mostra con un calendario di eventi collaterali gratuiti. Sono previste visite guidate ai luoghi del contemporaneo in città, laboratori per bambini e progetti didattici rivolti alle scuole. L’intento è quello di rafforzare il legame tra la presenza di un artista di fama mondiale e la comunità locale, creando occasioni di conoscenza e partecipazione. La personale di Todi, a ingresso gratuito, offre quindi l’occasione di incontrare da vicino un autore che ha saputo ridefinire i confini della pittura contemporanea.

Ian Davenport è un autore che ha saputo unire sperimentazione e riconoscimenti internazionali. Dopo la laurea al Goldsmiths College of Art di Londra nel 1988, nello stesso anno prese parte a Freeze, la celebre mostra curata da Damien Hirst che diede visibilità al gruppo degli Young British Artists. Nel 1990 presentò la sua prima personale alle Waddington Galleries di Londra e nel 1991 fu candidato al Turner Prize, stabilendo il record di artista più giovane nominato per il prestigioso riconoscimento, a soli ventiquattro anni. Il suo percorso si è caratterizzato per una continua esplorazione della pittura astratta, indagata come processo e come materia. Le sue opere nascono da linee di vernice acrilica fatte colare su superfici inclinate, creando composizioni complesse di colori e stratificazioni che si spingono oltre la tela, fino a coinvolgere lo spazio circostante. Negli ultimi dieci anni Davenport ha affiancato a queste ricerche una vasta produzione di serigrafie e incisioni, realizzando una delle raccolte grafiche più estese della sua generazione.

La carriera internazionale lo ha portato a esporre in istituzioni di rilievo come la Dundee Contemporary Arts nel 1999, l’Ikon Gallery di Birmingham nel 2004, la Tate Liverpool nel 2000 e il Dallas Contemporary nel 2018. Davenport ha inoltre realizzato commissioni di grande scala, come Poured Lines sulla Southwark Street di Londra, un’opera pubblica permanente lunga 48 metri realizzata nel 2006. Nel 2017 fu presente alla Biennale di Venezia con un’installazione di oltre mille strisce, commissionata da Swatch, per la quale creò anche un orologio speciale della serie Swatch Art. Collaborazioni di rilievo hanno arricchito la sua carriera, tra cui la decorazione a mano di una serie di piatti in porcellana per la manifattura Meissen nel 2016, un progetto promosso dalla South London Gallery, e la realizzazione di una borsa in edizione limitata per il progetto Lady Art di Christian Dior. Nel 2010 Davenport prese parte a un programma di residenza presso la Josef and Anni Albers Foundation nel Connecticut, esperienza che consolidò ulteriormente il suo interesse per il rapporto tra colore, superficie e percezione.

Le sue opere figurano oggi in importanti collezioni pubbliche e private: dall’Arts Council of Great Britain alla Tate di Londra, dal Centre Pompidou di Parigi al National Museum Wales di Cardiff, fino al MoMA di New York e al Dallas Museum of Art. Nel 2014 Thames Hudson ha pubblicato la prima monografia completa sul suo lavoro, consolidandone la posizione come uno degli artisti astratti più influenti della sua generazione. In Italia Davenport è rappresentato dalla galleria Luca Tommasi di Milano.

Allestimenti della mostra Ian Davenport. Holding Our Centre
Allestimenti della mostra Ian Davenport. Holding Our Centre
Allestimenti della mostra Ian Davenport. Holding Our Centre
Allestimenti della mostra Ian Davenport. Holding Our Centre
Allestimenti della mostra Ian Davenport. Holding Our Centre
Allestimenti della mostra Ian Davenport. Holding Our Centre
Allestimenti della mostra Ian Davenport. Holding Our Centre
Allestimenti della mostra Ian Davenport. Holding Our Centre
Allestimenti della mostra Ian Davenport. Holding Our Centre
Allestimenti della mostra Ian Davenport. Holding Our Centre
Allestimenti della mostra Ian Davenport. Holding Our Centre
Allestimenti della mostra Ian Davenport. Holding Our Centre
Allestimenti della mostra Ian Davenport. Holding Our Centre
Allestimenti della mostra Ian Davenport. Holding Our Centre

Dichiarazioni

“Sono lieto”, dichiara Ian Davenport, “di essere stato invitato dalla Fondazione Progetti Beverly Pepper e dalla città di Todi a esporre il mio lavoro. Per me, l’Italia è sempre stata la patria della brillantezza artistica e i pittori del Rinascimento italiano hanno avuto un’influenza enorme sul mio lavoro. L’ispirazione per i colori nelle mie opere proviene spesso da artisti come Beato Angelico, Lorenzo Monaco e Sandro Botticelli. I miei dipinti esplorano la materialità fisica della pittura, andando talvolta ad evolvere oltre la bidimensionalità, assumendo dunque una forma scultorea che restituisce un intervento dinamico nello spazio espositivo”.

“Ian Davenport”, afferma Antonino Ruggiano, Sindaco di Todi, “regala al Todi Festival 2025 un manifesto ricco di luci e di colori, anticipando iconicamente la cifra di una special edition con la quale la città ritrova Silvano Spada direttore artistico e vede consolidare la collaborazione con la Fondazione Progetti Beverly Pepper. Il nome di un altro artista di fama internazionale si aggiunge alla straordinaria galleria di prestigiose firme, di grandi mostre e di opere d’arte contemporanea che hanno vivificato Todi nell’ultimo mezzo secolo”.

“Ringrazio la Fondazione Progetti Beverly Pepper”, dice Silvano Spada, Direttore artistico Todi Festival, “per il suo omaggio al Festival con la realizzazione del Manifesto a firma dell’artista inglese Ian Davenport: un gesto che consente di proseguire nella mia attenzione per l’arte contemporanea con, tra gli altri, i nomi di Alighiero Boetti, Kounellis, Pistoletto, autori di celebri manifesti di alcuni dei miei Festival. Ma, soprattutto e con tenerezza, mi fa piacere ricordare che, nell’ormai lontano 1987, Beverly fu la mia primissima fan e mio riferimento mondan/culturale dei miei incontri privati o di rappresentanza nella socialità della Todi di allora e, all’epoca, a me sconosciuta”.

“Siamo orgogliosi”, sottolinea Elisa Veschini, Presidente Fondazione Progetti Beverly Pepper, “di riaffermare la nostra prestigiosa partnership con il Todi Festival, un’alleanza che continua a crescere con entusiasmo e passione. È per noi un onore poter lavorare al fianco di un Festival che, con la nuova direzione di Silvano Spada, si arricchisce di nuove energie e visioni. La sua guida ispiratrice ci stimola a proseguire un percorso illuminato che, da anni, porta a Todi alcuni dei più grandi nomi dell’arte contemporanea, rendendo questa città un punto di riferimento internazionale per la cultura. Ringraziamo il maestro Ian Davenport per aver accettato il nostro invito, la sua opera contribuirà ancora una volta, a questo straordinario progetto che celebra l’arte in tutte le sue forme”.

“Ian Davenport”, ricorda Marco Tonelli, Curatore del progetto e curatore scientifico della Fondazione Progetti Beverly Pepper, “è uno dei più importanti pittori astratti britannici attivi dalla fine degli anni Ottanta, riconosciuto a livello internazionale, le cui opere riescono a sedurre, quasi magicamente, e attivare lo sguardo sia di specialisti che di profani, grazie ai loro colori dinamici e ai processi del dipingere sempre in vista, come se lo spettatore fosse parte del farsi dell’opera e l’opera qualcosa di vivo e ancora in progress. Un’arte coinvolgente quindi, quasi partecipata, in cui lo scorrere del tempo e l’immediatezza dell’esperienza sembrano costituire la sostanza della pittura, tenendo in equilibrio apparenza e struttura”.


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