Arrivare a Firenze, nella culla del Rinascimento, e proporre un tour tra riproduzioni della tomba del faraone Tutankhamon e il viaggio immersivo in tecnologia di realtà virtuale per rivivere l’esperienza della scoperta del 1922. È quello che propone una mostra che si è aperta lo scorso 16 agosto in un locale di Piazza Duomo 6 a Firenze, balzata agli onori delle cronache a seguito di un articolo del Corriere Fiorentino del 25 agosto. Il quotidiano fiorentino riportava che in Piazza Duomo era stato aperto un “Tutankhamon Museum” all’interno di un appartamento di pochi vani all’interno di un normale condominio. E dal momento che il “museo” non è a piano terra sono stati messi grandi banner del celebre sarcofago e scritte nell’androne per farlo sapere ai turisti che passano per la piazza. Che pagheranno il biglietto nell’androne del palazzo a una addetta appostata dietro a un bancone. Tutto documentato sul campo dal cronista del Corriere che è stato probabilmente attratto dalla lavagnetta messa fuori dal portone con la scritta fatta con i gessetti “Tutankhamun Museum, today special price: only 10 euros”.
Si tratta di una iniziativa privata che propone repliche in legno e plastica degli originali reperti archeologici. Non si tratta però di una novità: quella di Piazza Duomo di fatto è una mostra itinerante che fa capo a una società con sede a Firenze, la Discovery Time srl (che sul suo profilo instagram “Discovery Time” si definisce una società di “Arte e intrattenimento. Esposizioni, arte e intrattenimento realizzate anche con l’utilizzo di tecnologie immersive”), e che è già stata portata in un tour in diverse città italiane (a Napoli a Castel dell’Ovo e a Padova nella cattedrale ex Macello, per esempio).
Nei manifesti pubblicitari, questa volta però l’iniziativa si presenta anche come “Museo di Tutankhamon Firenze”, generando un po’ di confusione: a volte viene infatti utilizzato il termine “mostra” e non si comprende se sia un’esposizione permanente o se avrà durata limitata come le tappe che l’hanno preceduta (manca infatti anche la data di conclusione). Tuttavia non si tratta di una trovata estemporanea di qualcuno che ha voluto ingegnarsi per racimolare qualche soldi sfruttando gli enormi flussi turistici che ogni giorno invadono Firenze, ma di una mostra itinerante che gira ormai da qualche anno. Si legge nel sito della mostra stessa che l’iniziativa espone le “repliche ufficiali (Ministero delle Antichità Egiziane) degli oggetti più importanti del tesoro di Tutankhamon che fanno da cornice a questa incredibile mostra che sta affrontando un tour mondiale”. Non è dato sapere se gli organizzatori abbiano collaborato con le istituzioni egiziane. A una richiesta di commento sull’articolo del Corriere Fiorentino, inviata per mail dalla nostra redazione, la società che gestisce la mostra non ha dato risposta.
Ad ogni modo, sembra che nel condominio di Piazza Duomo non tutti l’abbiano presa bene, tanto è vero che due sorelle proprietarie di un appartamento del palazzo hanno dichiarato al giornale che si rivolgeranno a un avvocato per tutelare il proprio bene, informando oltretutto che quel palazzo è vincolato essendo in Piazza Duomo, dopo aver avvisato vigili urbani e carabinieri il giorno della scoperta, il 16 agosto (giorno dell’inaugurazione). Le famiglie delle due sorelle non abitano nel palazzo. “Riteniamo che tale attività sia lesiva nei confronti della nostra proprietà e non solo, e sia lesiva anche al decoro di un palazzo sul quale grava ad oggi il vincolo dei beni culturali nel cuore di Firenze e davanti al Duomo”, dichiarano le proprietarie annunciando anche di avere inviato una Pec alla Soprintendenza visto il vincolo in essere. Per quanto riguarda i ‘permessi’, tuttavia, la mostra non necessita di particolari autorizzazioni da chiedere al Suap per aprire un’esposizione privata. Inoltre ci si trova all’interno di un appartamento privato: si vedrà nei prossimi giorni cosa diranno le autorità dal punto di vista formale.
Al di là dei risvolti legali, l’argomento su cui occorrerebbe discutere è semmai un altro. In Piazza Santissima Annunziata, a cinque minuti a piedi da Piazza del Duomo, si trova il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, uno dei più antichi d’Italia, che contiene la seconda collezione per importanza di reperti e materiale dell’antico Egitto dopo quella del Museo di Egizio Torino. Dunque reperti veri: certo, il museo non può contare sul potenziale d’attrazione fornito dal nome di Tutankhamon, ma basterebbe sapere che lì dentro si possono osservare autentici oggetti con più di duemila anni di storia e non riproduzioni di plastica. Il tutto al costo del biglietto di 8 euro.
Il Museo Archeologico Nazionale fu inaugurato dal re Vittorio Emanuele II e al suo interno troviamo il Museo Egizio che comprendeva alcune antichità già presenti dal XVIII secolo nelle collezioni medicee, ma fu ampiamente incrementato per merito del Granduca di Toscana Leopoldo II, che, oltre ad acquistare alcune collezioni private, finanziò (insieme a Carlo X, re di Francia) una spedizione scientifica in Egitto, diretta da Jean-François Champollion, il decifratore dei geroglifici, e dal pisano Ippolito Rosellini, suo amico e discepolo, che sarebbe diventato il padre dell’egittologia italiana. I numerosi oggetti raccolti durante il viaggio, sia eseguendo scavi, sia acquistando reperti da mercanti locali, furono equamente suddivisi al ritorno tra il Louvre di Parigi e Firenze. Un museo di tutto rispetto quindi, che forse dovrebbe essere un po’ più pubblicizzato per far capire cosa contiene. Ora, come detto, al Museo Archeologico di Firenze il biglietto costa 8 euro e al Museo Egizio di Torino 18. Al Tutankhamon Museo l’esperienza completa costa di più, 22 euro, e non c’è neppure materiale originale, ma si enfatizza molto la possibilità di poter fare l’esperienza virtuale con visore 3D. Ci dobbiamo dunque arrendere, e questa sarebbe la prima breccia nel muro, a un mondo dell’arte e dell’archeologia antica fatta di plastica, riproduzioni e esperienze visive virtuali a scapito dell’esposizione dei reali reperti ritrovati negli scavi?
Il Museo di Tutankhamon a Firenze? È una mostra che gira da anni. Il problema è un altro |