Il teatro greco di Eraclea Minoa avrà una nuova copertura per proteggere il bene architettonico dal vento, dalla pioggia, dalla salsedine e dall’acqua di risalita. Nel marzo 2023 il Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento aveva indetto un concorso di progettazione per il restauro e la conservazione del teatro antico: dettando le linee guida, il progetto doveva essere rispettoso della cornice paesaggistica e del contesto archeologico e allo stesso tempo doveva proteggere e conservare, e mantenere il delicato equilibrio tra le istanze del passato e le necessità del presente. E doveva prevedere una copertura che avesse l’impatto minore possibile, rinunciando a qualunque velleità di opera architettonica, utilizzando materiali non solo ecocompatibili ma anche consoni all’edificio e al suo contesto; la struttura inoltre doveva avere carattere di reversibilità.
Progetto vincitore del concorso è risultato quello del team di architetti guidato da Francesco Cellini con Maria Margarita Segarra Lagunes, Nicola Giuseppe Vincenzo Piazza, Abgroup ingegneria SRL, Emmevi SRL, Vamirgeoind SRL e Giulia Piazza. Nel progetto si legge che “la soluzione della copertura per il teatro è fortemente radicata nell’idea di paesaggio”, "utilizzabile come tetto giardino e come riparo per la salvaguardia del monumento“. La copertura si presenterà ”in forma di cavea verde, pensata come struttura totalmente reversibile e segnando la continuità tra il fascino delle rovine nell’idea dei viaggiatori europei del Settecento e la necessità di dialogare con gli elementi del paesaggio e del territorio costiero".
Si legge inoltre che il teatro greco rimarrà visibile "sia dalla quota del tetto giardino, attraverso un lucernario opportunamente schermato per mitigare l’azione dei raggi UV, che ne percorre la forma circolare in sommità, sia alla quota dell’orchestra ellenistica, da cui si accede ai resti archeologici, al di sotto della copertura“. Soluzione adottata con l’intento di far ”godere del paesaggio circostante all’interno del tetto giardino, dove nella parte più bassa saranno disposte tre file di gradinate per complessivi 200 posti, che offriranno ai visitatori l’opportunità di presenziare ad eventuali spettacoli all’aperto tramite il montaggio di strutture temporanee".
Il sistema strutturale della copertura del teatro sarà composto, si legge nel progetto, da otto travi principali di lunghezza 12 metri circa, disposte, con andamento ad “uncino”, ortogonalmente allo sviluppo della cavea, di cui quattro nei tre tratti retti e quattro nel tratto semicircolare, la cui geometria trasversale, di forma trapezia a sezione variabile, sarà un cassone chiuso nervato in acciaio cor-ten. Le travi principali saranno isostatiche, vincolate a cerniera a monte della cavea, poggiate direttamente sui plinti in c.a., e a carrello a valle, adagiate alla testa delle colonne in acciaio collocate sull’orchestra. Ad esse sono collegate, con uno schema a travi continue, le secondarie in acciaio cor-ten, disposte ad interasse di circa 120 centimetri, che nel tratto semicircolare della cavea sono opportunamente calandrate per seguire il profilo curvilineo. L’orizzontamento sarà realizzato con una lamiera grecata in cor-ten di adeguate dimensioni per ospitare sia la parte della cavea con terreno e manto erboso, sia quella con le sedute.
Nell’area dell’abitato, a sud del teatro, la struttura esistente a protezione degli scavi sarà sostituita da elementi leggeri che riproporranno volumetricamente la tipologia delle case ellenistiche illuminate dall’alto, per evocarne l’atmosfera a partire dal loro reale riconoscimento tipologico, dalla loro scala intima all’interno e dalla loro dimensione urbana insieme alle strade esistenti. Intento è “riconoscere nelle rovine un alto valore istruttivo e didattico che oltrepassa la mera copertura e la pura e semplice salvaguardia del bene, puntando al riconoscimento tipologico del nucleo abitativo e alla ricreazione degli ambienti e della vita in quei luoghi”.
Infine il progetto prevede la “conversione di tutti i percorsi e della viabilità esistente nell’area archeologica attraverso l’uso di materiali ecocompatibili e drenanti, col ricorso a strutture in legno soprelevate ove necessario, mantenendo valida l’accessibilità a tutti i visitatori, e l’ampliamento di questi attorno al teatro e in corrispondenza dell’abitato, nel rispetto del valore archeologico del contesto. Il parcheggio e l’accesso all’area archeologica manterranno, invece, il parterre drenante esistente”. All’interno del contesto archeologico, il progetto prevede “una serie di sistemazioni viabilistiche e paesaggistiche atte a mitigare fortemente l’impatto del vento, consistenti in nuove piantumazioni a valle dell’abitato, in aree certamente libere da scavi, con la messa a dimora di piccoli arbusti e siepi che limiteranno il trasporto basso di sabbie e detriti nella parte alta dell’abitato. Si è pensato inoltre, nella parte centrale dell’abitato, di creare un vero e proprio giardino archeologico, dove alcune aree rinverdite avranno anche la funzione deterrente per l’innalzamento delle polveri”.
Per quanto riguarda l’illuminazione ambientale del teatro e del contesto delle case ellenistiche si è pensato a un impianto che utilizzi LED di ultima generazione dal ridotto impatto visivo, volti alla realizzazione di scenari luminosi che caratterizzino le diverse aree di accesso e di interesse, quali il teatro, le rovine e i percorsi.
Nell’immagine, il rendering del progetto.
Una nuova copertura per il teatro greco di Eraclea Minoa. Ecco il progetto vincitore del concorso |