La mostra Dalí: tra arte e mito, inaugurata sabato scorso a Parma, si è trasformata questa mattina in un caso giudiziario. Il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma ha infatti eseguito un sequestro di 21 opere attribuite a Salvador Dalí, esposte a Palazzo Tarasconi, ritenute sospette di falsificazione. L’indagine è coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma e nasce dall’ipotesi che alcune delle opere esposte non siano autentiche, configurando così la possibilità di una grave alterazione della circolazione di beni culturali.
Il decreto di sequestro è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma su richiesta dei magistrati del dipartimento Criminalità diffusa e grave. I militari del Nucleo Tpc hanno dato seguito al provvedimento al termine di una serie di verifiche preliminari che avevano fatto emergere dubbi consistenti sulla genuinità delle opere, tra cui arazzi, incisioni, disegni e oggetti di vario genere.
I sospetti si erano già affacciati nei mesi scorsi, quando i Carabinieri avevano notato alcune anomalie nel corso di un’altra esposizione, sempre intitolata Dalí: tra arte e mito, organizzata a Roma presso il Museo della Fanteria tra gennaio e luglio 2025. Le verifiche successive hanno confermato la presenza di elementi problematici legati all’autenticità dei lavori attribuiti al celebre artista spagnolo.
Determinante è stata la segnalazione della Fundación Gala – Salvador Dalí, l’ente che in Spagna e a livello internazionale è incaricato di tutelare la proprietà intellettuale dell’artista e di certificare la correttezza delle attribuzioni. Gli esperti della Fondazione Dalí di Barcellona hanno rilevato incongruenze che hanno portato a mettere in discussione la provenienza delle opere presentate nelle mostre italiane. L’obiettivo del sequestro è consentire ulteriori verifiche scientifiche per stabilire se i lavori siano davvero attribuibili a Dalì o se, al contrario, presentino i caratteri di non autenticità che già si sospettano.
Navigare srl, società organizzatrice dell’esposizione emiliana, ha diffuso una nota ufficiale in cui manifesta la propria disponibilità a collaborare con le autorità competenti. Navigare srl si dichiara “disponibile a collaborare fornendo al Nucleo Tpc dei Carabinieri, la documentazione richiesta per le indagini nonché ogni oltre elemento utile. Navigare srl, in attesa di conclusione del procedimento in oggetto si riserva ogni facoltà di legge successiva”.
Le indagini ora dovranno chiarire non soltanto l’autenticità delle opere, ma anche le responsabilità legate alla loro esposizione in contesti pubblici. L’operazione mette in luce ancora una volta la complessità della tutela del patrimonio artistico e culturale, in particolare quando si tratta di opere di autori noti e molto richiesti sul mercato internazionale. Salvador Dalí, tra i massimi esponenti del Surrealismo, è un artista la cui produzione è stata ampiamente contraffatta nel corso dei decenni, complici la grande popolarità e la varietà dei supporti su cui si è cimentato, dalle tele alle grafiche, dagli oggetti alle scenografie. L’attenzione degli investigatori è ora rivolta a ricostruire i passaggi che hanno portato queste opere nelle sale di Palazzo Tarasconi e, in precedenza, al Museo della Fanteria.
L’esito delle indagini chiarirà se le 21 opere sottoposte a sequestro possano tornare a essere esposte o se, al contrario, dovranno essere definitivamente escluse dal circuito dell’arte come falsi. Nel frattempo, resta il segnale forte lanciato dalle autorità: la tutela dell’autenticità non è soltanto una questione di mercato, ma un presidio essenziale per la credibilità stessa delle istituzioni culturali.
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