Tre istituti americani hanno sviluppato un nuovo adesivo per i restauri


Il Getty, la New York University e la University of Akron hanno sviluppato il BEVA 371 Akron, un nuovo adesivo per restauratori che riformula lo storico BEVA 371, adesivo di grande successo che rischiava la scomparsa perché alcuni suoi componenti fondamentali erano finiti fuori produzione.

Buone notizie per i restauratori: il Getty, la New York University (NYU) e The University of Akron (UA) hanno annunciato oggi lo sviluppo di una nuova formula più sicura e sostenibile di una sostanza adesiva usata dai restauratori in tutto il mondo per il trattamento strutturale e il restauro di dipinti su tela e supporti artistici correlati, il BEVA 371. Questa innovazione è frutto di un cospicuo finanziamento per la ricerca scientifica sulla conservazione messo a disposizione dal Getty.

Sviluppata nel 1972 da Gustav Berger, restauratore americano di origini austriache che ha dato il nome alla sostanza (BEVA è infatti l’acronimo di Berger’s Ethylene Vinyl Acetate), la formula divenne un adesivo di grande successo utilizzato per i restauri. I dipinti presenti nei musei possono aver bisogno di tele aggiuntive sul retro dell’opera, un trattamento denominato foderatura o rintelatura che protegge le opere d’arte dai danni del tempo in modo che possano continuare a essere ammirate dal pubblico senza correre rischi. Esistono numerose tecniche di foderatura, e materiali come il BEVA 371 servono per far aderire le nuove tele di foderatura sul retro del supporto originale. La formula adesiva BEVA 371 divenne rapidamente famosa per le sue qualità di resistenza e impenetrabilità, che eliminavano i rischi associati ai sistemi precedenti i cui componenti potevano penetrare attraverso gli strati di pittura facendo apparire l’opera macchiata e più scura di quanto voluto dall’artista.

Il primo dipinto di una collezione museale rifoderato con il BEVA 371 fu Parigi dalla finestra di Marc Chagall, che fa parte della collezione del Solomon R. Guggenheim Museum di New York. In seguito a questo primo successo, migliaia di opere d’arte sparse in istituti del mondo intero sono state restaurate con il BEVA 371.

La formula originale del BEVA 371, basata su una tecnologia industriale adesiva di sigillatura a caldo, era adatta alle opere d’arte per l’ampio range di viscosità e per il suo punto di fusione relativamente basso. Tuttavia, un suo ingrediente fondamentale, il Laropal K-80, è stato messo fuori produzione nel 2005 e un altro componente, uno ftalato adesivante chiamato Cellolyn 21E, è parimenti uscito di produzione nel 2020. Così, per evitare la fine del BEVA 371, nell’ambito della sua iniziativa Conserving Canvas, la Getty Foundation nel 2021 ha assegnato una sovvenzione di ricerca al Conservation Center dell’Institute of Fine Arts della NYU che ha collaborato con la School of Polymer Science and Polymer Engineering della UA, il programma più prestigioso al mondo di scienza dei polimeri e ingegneria delle materie plastiche, per mettere a punto una soluzione alla fine della produzione degli ingredienti fondamentali dell’adesivo.

“Senza queste resine fondamentali era andata perduta una risorsa importante per il campo della conservazione artistica”, spiega Ali Dhinojwala, docente presso il College of Engineering and Polymer Science della UA. “Trovare un valido sostituto all’altezza delle prestazioni termiche di adesività originali era cruciale per migliorare al massimo le opzioni di materiali a disposizione dei conservatori artistici”.

La nuova versione di BEVA 371 Akron simile a spaghetti e priva di solventi prima di essere tagliata in pellet e confezionata per la distribuzione. Foto: Nita L. Roberts
La nuova versione di BEVA 371 Akron simile a spaghetti e priva di solventi prima di essere tagliata in pellet e confezionata per la distribuzione. Foto: Nita L. Roberts

Il BEVA 371 Akron: le caratteristiche del nuovo materiale

A seguito di una collaborazione pluriennale, il prodotto di nuova formulazione, che ora si chiama BEVA 371 Akron, rispecchia pienamente le caratteristiche della formula originale usando però resine che non erano disponibili quando Berger aveva ideato la formulazione originale. La nuova versione è priva di ftalati e quindi più sicura da maneggiare, dato che gli ftalati sono associati a svariati rischi per la salute e sono in fase di graduale eliminazione. Il team inoltre ha colto l’occasione per studiare in dettaglio la composizione chimica del BEVA 371 Akron in modo da essere meglio preparati per i potenziali problemi della catena di fornitura in futuro.

“Una lezione importante frutto della nostra ricerca è stata che abbiamo una comprensione decisamente migliore del modo in cui l’architettura molecolare del sistema incide sulle prestazioni, il che ci consente di adattarne le proprietà specificamente per la comunità dei conservatori mettendo a punto la prassi migliore per il loro uso”, afferma Chris McGlinchey, direttore di progetto presso la NYU che in passato è stato consulente scientifico senior di conservazione presso The Museum of Modern Art a New York. “Abbiamo condotto test rigorosi sulle prestazioni della formulazione con massimi esperti e siamo entusiasti della nuova formula ottimizzata espressamente per la conservazione, che offrirà ai restauratori più metodi di lavoro. È una grande vittoria ogni volta che si consente a un conservatore di lavorare in modo più sicuro ed efficiente”.

Alcuni dei risultati più significativi ottenuti con il BEVA 371 Akron sono i vantaggi nell’ambito della sostenibilità e il fatto che ora lo si può produrre in tre diverse versioni a seconda delle esigenze. Oltre alla versione originale premiscelata, una nuova formulazione solida e priva di solventi ha una maggiore durata di conservazione e sarà più leggera e meno costosa da spedire. I conservatori potranno sciogliere la quantità necessaria in laboratorio avendo così una maggiore flessibilità di controllare i fumi e la possibilità di usare solventi nuovi e migliorati man mano che escono in commercio. Il team inoltre sta sviluppando una formula di tessuto non tessuto priva di solventi in cui la struttura fibrosa è completamente adesiva.

“Le nuove versioni e le caratteristiche di sostenibilità del BEVA 371 Akron rappresentano una conquista importante per il nostro campo e aiuteranno i conservatori a ridurre l’impatto ambientale potendo ora miscelare i solventi su richiesta”, spiega Matteo Rossi Doria, restauratore di stanza a Roma ed esperto internazionale per il trattamento strutturale dei dipinti su tela. Rossi Doria ha aiutato il team di ricerca nei test delle formulazioni per assicurare che la nuova formula soddisfacesse gli standard di conservazione. “La realizzazione di questo progetto è stata lunga e laboriosa e siamo lieti che la nuova formula verrà prodotta in svariate versioni, rendendola una valida opzione per i restauratori in tutto il mondo”.

Versioni premiscelate di BEVA 371 Akron sono attualmente prodotte dai distributori Conservator’s Products Company (CPC) nel New Jersey e CTS in Italia, mentre la versione solida e priva di solventi sarà disponibile entro la fine dell’anno. La versione solida viene creata estrudendo l’adesivo in lunghi fili simili a spaghetti. Queste fibre elastiche sono quindi indurite e tagliate in piccoli pellet prima di essere confezionate per la distribuzione.

Un ulteriore obiettivo del progetto era di sfruttare l’esperienza collettiva dei restauratori museali specializzati nella foderatura dei dipinti per tramandare tali competenze a una nuova generazione di restauratori. Studenti laureati in conservazione presso l’Institute of Fine Arts della NYU e una serie di restauratori all’inizio o a metà carriera provenienti da tutta Europa si sono uniti ai professionisti più noti partecipando a workshop pratici, in cui hanno studiato come manipolare la formulazione BEVA originale, collaudato le nuove formulazioni BEVA 371 Akron e appreso le prassi migliori per le diverse applicazioni di trattamento.

“Il sostegno a una formazione che garantisca di avere un settore di restauro forte e adattabile alle esigenze del futuro è un principio fondamentale per l’assegnazione di finanziamenti del Getty”, spiega Lorinda Wong, responsabile senior di programma della Getty Foundation che controlla le iniziative di restauro. “La nostra iniziativa “Conserving Canvas” è stata lanciata nel 2018 e da allora abbiamo avuto il piacere di avere oltre 250 restauratori e conservatori provenienti da tutto il mondo che hanno partecipato ai nostri workshop, per garantire ai conservatori di avere le risorse e i risultati di ricerca più aggiornati necessari per svolgere il loro importantissimo lavoro”.

Conserving Canvas ha supportato i professionisti in tutto il mondo tramite progetti di formazione dedicati a singoli dipinti e workshop incentrati sullo sviluppo delle competenze che migliorano l’esperienza pratica dei conservatori e la conoscenza tecnica per preservare migliaia di dipinti su tela affidati alle loro cure.

“Tra tutte le eccellenti iniziative organizzate da Getty con Conserving Canvas, questo progetto è decisamente il più importante”, afferma Paul Ackroyd, conservatore presso The National Gallery di Londra. “Grazie ai progressi nell’innovazione e sostenibilità dei materiali, il progetto è un brillante esempio dell’enorme successo della collaborazione in un settore di nicchia come il nostro”. I risultati del progetto saranno presentati alla conferenza annuale dell’American Institute of Conservation, che si terrà a Minneapolis in Minnesota dal 27 al 31 maggio 2025.


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