Artissima 2025 si è chiusa, ecco come sono andate le vendite: pareri positivi


Si è conclusa l’edizione 2025 di Artissima e i galleristi sono generalmente soddisfatti. Ecco come sono andate le vendite e i pareri dei galleristi che hanno espresso le loro opinioni sulla fiera d’arte contemporanea di Torino giunta alla trentaduesima edizione.

Archiviata l’edizione 2025 di Artissima, la trentaduesima dell’ormai storica fiera d’arte contemporanea di Torino, è tempo di bilanci: come sono andate le vendite, tenendo anche conto del fatto che Artissima 2025 è la prima fiera d’arte contemporanea dopo l’introduzione dell’IVA ridotta al 5% sulle opere d’arte? I pareri sembrano essere tutto sommato positivi, a cominciare da quelli dell’organizzazione che, come di consueto, a fine manifestazione trasmette subito i dati: 34.500 visitatori lungo i quattro giorni d’apertura della fiera, con il primo riservato agli operatori del settore e gli altri al pubblico, che hanno affollato gli stand delle 176 gallerie, provenienti da 36 paesi distribuiti su 5 continenti, e poi ancora oltre 700 collezionisti e curatori nazionali e internazionali che hanno partecipato e molti galleristi soddisfatti.

“Artissima”, ha ribadito il direttore Luigi Fassi, “è stata il primo momento di verifica per l’IVA al 5%, ma soprattutto la sua cartina di tornasole. La nuova aliquota si è rivelata non solo un provvedimento fiscale indispensabile, ma un fatto culturale, una notizia di portata europea che ridefinisce il modo in cui l’Italia si colloca nel sistema dell’arte. Questa misura non agisce sul margine, ma sul senso: restituisce al nostro Paese la possibilità di competere ad armi pari, e allo stesso tempo di proporre un modello fondato su qualità, consapevolezza e responsabilità. Artissima ha avuto il privilegio e la responsabilità di metterlo alla prova, dimostrando come una fiera possa essere anche un luogo di diplomazia culturale, capace di far dialogare politica, economia e visione”.

Artissima 2025. Foto: Perottino-Piva-Castellano-Peirone / Artissima
Artissima 2025. Foto: Perottino-Piva-Castellano-Peirone / Artissima

E le gallerie, cosa dicono? Vediamo. Tra i più soddisfatti figura Thomas Brambilla, titolare dell’omonima galleria, peraltro una delle sole due delle presenti in fiera ad aver visto due opere acquisite con il fondo della Fondazione Arte CRT per la GAM di Torino e il Castello di Rivoli, mai così alto come quest’anno (la Fondazione ha messo a disposizione 300mila euro): “Siamo molto soddisfatti dell’esito di questa edizione, che per noi è stata un vero successo”, dice Brambilla. “Oltre all’acquisizione di un’opera storica degli anni Novanta di Marco Cingolani da parte della GAM – Galleria d’Arte Moderna di Torino e di un’opera Dial-A-Poem di John Giorno da parte del Castello di Rivoli, abbiamo registrato un ottimo riscontro anche sul piano delle vendite: cinque opere di Maggi Hambling, con valori compresi tra 10.000 e 40.000 euro; tre fotografie di Sam Samore, tra 6.000 e 10.000 euro; tre opere, del giovane artista torinese Erik Saglia, tra 5.000 e 10.000 euro. Nel complesso, la fiera ha rappresentato un’importante occasione di incontro e di dialogo con collezionisti e istituzioni, confermando l’interesse crescente verso i nostri artisti”.

Tra i galleristi premiati anche ME Vannucci di Pistoia, che ha visto assegnare a Giovanni Termini il Premio Ettore e Ines Fico. Ma al di là del riconoscimento, buoni affari anche per la galleria toscana: vendute tre opere di Roberto Orlando (Istruzioni per un’estrazione mucosa V edizione, il riposo di Costantino, Istruzioni per una estrazione mucosa VII edizione e Botanologico – edizione Victoria) e due di Sandra Tomboloni, oltre all’acquisizione di 10 opere di Giovanni Termini per il Museo Fico, che organizzerà una mostra a lui dedicata nel 2026. “Al di là dell’aspetto economico di cui siamo contenti”, fa sapere la galleria, “la fiera è sembrata una buona edizione con un buon livello delle gallerie presenti e abbiamo riscontrato una maggiore presenza di collezionisti in fiera anche rispetto alle edizioni passate”. Grande entusiasmo da parte della galleria Studio G7, secondo cui “Artissima 2025 è stata un’edizione straordinaria, sul piano delle relazioni e del posizionamento. È stato chiaro come scegliamo artisti capaci di riflettere una visione e un senso di responsabilità che coltiviamo con cura perché Studio è più di Galleria, è un luogo in cui le idee e le relazioni acquisiscono valore. Abbiamo presentato Risonanze di Sistema, un progetto ambientale costruito attorno al concetto di doppio, con opere realizzate ad hoc da Jacopo Mazzonelli (con noi dal 2019) e Anneke Eussen, alla sua prima apparizione con la galleria in Italia. La proposta si è rivelata vincente, suscitando un ottimo riscontro sia sul piano curatoriale sia collezionistico. Abbiamo incontrato un pubblico italiano entusiasta e segnaliamo una presenza internazionale decisamente in crescita. Le vendite si sono concentrate in una fascia tra i 4.000 e i 15.000 euro e abbiamo attivato progetti con curatori e collezionisti, italiani e stranieri. Jacopo Mazzonelli presenterà infatti una monografica nel 2026, accompagnata da un testo del critico Charles Moore, mentre Anneke Eussen inaugurerà nel 2026 la sua prima personale in galleria, con un testo di Rossella Farinotti, in occasione dell’annuncio ufficiale della sua rappresentanza con la galleria”.

Lo stand di Thomas Brambilla. Foto: Studio.Abbruzzese
Lo stand di Thomas Brambilla. Foto: Studio.Abbruzzese
Lo stand di ME Vannucci
Lo stand di ME Vannucci
Lo stand di Studio G7
Lo stand di Studio G7

Pareri positivi da una delle gallerie italiane storiche, lo Studio Trisorio, attivo dal 1974 e habitué di Artissima: “La fiera si è conclusa con ottimi risultati”, ci dicono, “siamo contenti di come sia andata. Il nostro stand è stato molto apprezzato soprattutto per il dialogo tra artiste storicizzate come Louise Bourgeois, Jenny Holzer e Rebecca Horn con artisti mid career come Elisabetta di Maggio, Christiane Löhr e Francesco Arena. C’è stata una bella atmosfera, molto dinamica, con la presenza di numerosi collezionisti stranieri. Tra gli artisti proposti, hanno suscitato particolare interesse Elisabetta Di Maggio – presente anche alla GAM con una bellissima mostra – di cui sono state vendute diverse opere, con valori compresi tra 8.000 e 25.000 euro. Grande successo anche per le opere luminose di Fabrizio Corneli, la cui Afrodite di Capua è entrata a far parte di una collezione torinese. Christiane Löhr andrà ad arricchire una collezione parigina, mentre i lavori di Umberto Manzo, tra i 10 e i 20.000 euro, sono stati acquisiti da collezionisti di Roma e Napoli”. Ottimi risultati anche per la milanese Dep Art, come ci conferma il titolare Antonio Addamiano: “Per noi è stata una delle migliori edizioni da quando partecipiamo ad Artissima”, ci fanno sapere. “Il numeroso pubblico ha apprezzato le scelte curatoriale dello stand. Chiuso già alcune vendite , di Regine Schumann (8.000 e 9.000 euro) e Imi Knoebel (9.200) e per il capolavoro di Wolfram Ullrich (17.010 euro), richiesto fin dall’apertura da moltissimi collezionisti. Contenti anche per l’interesse per le due opere bianche di Turi Simeti e Pino Pinelli, all’esordio del circuito di Artissima, di cui non avevamo un precedente feedback”.

Risultati soddisfacenti anche per Société Interludio: “Al momento abbiamo venduto opere di Ivan Grilo (una da 7.000 mila + iva e una da 8.000 mila + iva), dei paesaggi e ritratti di Enrico Tealdi (tra i 5.000 e i 10.000 mila euro + iva), abbiamo diverse trattative aperte e abbiamo riscontrato un grandissimo interesse su tutti i nostri artisti (Ivan Grilo, Luca Federico Ferrero e Enrico Tealdi). Inoltre Artissima ha fatto un lavoro incredibile con i collezionisti VIP e i collezionisti stranieri. Per noi il bilancio è stato molto positivo”. Soddisfazione anche da parte di Prometeo Gallery: “In questa edizione per noi molto speciale, simboleggiante i venti anni di galleria e di presenza ad Artissima, siamo rimasti soddisfatti del pubblico e dell’interesse che le opere da noi esposte hanno generato”, anche se “in linea con le precedenti edizioni, abbiamo riscontrato positività rispetto al collezionismo nazionale e criticità di pubblico rispetto a presenza di curatori e collezioni internazionali che quest’anno sono venuti a mancare maggiormente”. “Abbiamo venduto principalmente opere a parete, quindi pitture e disegni di dimensioni medio-piccole fatta eccezione per alcune costanti che ormai da venti anni ci accompagnano”, ci dicono. “La clientela è stata quasi esclusivamente italiana mentre il price range, vario, oscilla da € 5,000.00 a € 30,000.00”. Ecco invece il parere di Labs Contemporary: “L’edizione di quest’anno di Artissima è stata per noi positiva dal punto di vista delle vendite, dal punto di vista della fiera in generale ci è sembrata una fiera bella anche più dell’anno scorso. Gli artisti che abbiamo venduto sono stati principalmente Marco Emmanuele, con sette opere vendute tra i 1.000 e i 6.000 euro, ed Elvira Amor, con tre opere vendute tra i 2.500 e gli 8.000 euro. La partecipazione del pubblico secondo noi è stata importante sia come numero dei visitatori che delle associazioni che dei curatori”.

Lo stand di Studio Trisorio
Lo stand di Studio Trisorio
Lo stand di Dep Art
Lo stand di Dep Art
Lo stand di Labs Contemporary
Lo stand di Labs Contemporary
Lo stand di Société Interludio. Foto: Gabriele Abruzzese
Lo stand di Société Interludio. Foto: Gabriele Abruzzese

Visti i pareri delle gallerie italiane, vediamo cosa pensano alcuni degli stranieri, a cominciare dalla londinese Pipeline, all’esordio a Torino e quindi inserita nella sezione New Entries: “Le opere che abbiamo venduto in fiera”, ci rivelano, “avevano un prezzo compreso tra 2.500 e 9.500 euro. Abbiamo scoperto che, nonostante alcune vendite, valeva la pena concentrarsi sulle conversazioni con curatori e istituzioni, e la fiera è stata molto frequentata. Artissima sembra essere una fiera di grande qualità, sia per la qualità delle opere esposte che per il pubblico”. Vendite interessanti anche per la belga Meessen, galleria con sede a Bruxelles che aveva uno stand monografico dedicato al collettivo mountaincutters: “Abbiamo venduto cinque opere”, ci informano: si tratta di Node-Venus, Embryonic Voltage, Invisible Alliances, Relative Fading of color, space, time, Accueillir la condition terrestre. “E due potenziali vendite sono ancora in corso. Fascia di prezzo tra 5.000 e 8.000 €. Le altre due sono a 9.000 e 18.000 €. Abbiamo apprezzato la fiera e siamo rimasti soddisfatti del riscontro del pubblico e delle istituzioni straniere nei primi due giorni”. Meessen esprime però anche una critica: “Abbiamo avuto poche interazioni rilevanti con collezionisti o istituzioni italiane. Tutte le opere vendute vanno in Svizzera, Francia o... Belgio. Sebbene il progetto di mountaincutters fosse piuttosto impegnativo, ci aspettavamo di più, poiché sappiamo che i collezionisti italiani sono ben informati e non necessariamente ricercano opere facili”.

Anche la galleria greca Gramma_Epsilon, con sede ad Atene, ci ha fatto sapere che le vendite hanno interessato perlopiù la clientela internazionale. “Ad Artissima 2025, abbiamo venduto le seguenti opere: Un amore un po’ complicato (da Giulietta e Romeo di W. Shakespeare) di Elisabetta Gut, del 1987, Autobiografia del 1979 di Maria Lai, Libro Cucito del 1978 di Maria Lai, Blu del 1979 di Renata Prunas, Pressione del 1979 di Alba Savoi, Trame e punti del 1973 di Franca Sonnino, Libro e uovo del 1983 di Mirella Bentivoglio”. La galleria preferisce non comunicare i prezzi delle vendite. “Questa è stata la nostra terza partecipazione ad Artissima e la seconda nella Main Section”, continua Gramma_Epsilon. “Ogni edizione è diversa, ma quest’anno è stata particolarmente interessante. Abbiamo notato un numero maggiore di collezionisti internazionali rispetto alle precedenti edizioni, il che ha portato una nuova e fresca prospettiva. Infatti, alcune delle opere vendute sono destinate a una fondazione d’arte privata negli Stati Uniti. Allo stesso tempo, notiamo un aumento di visitatori più giovani, cosa che è sempre molto emozionante”.

Lo stand di Pipeline
Lo stand di Pipeline
Lo stand di Meessen. Foto: Maurizio Esposito
Lo stand di Meessen. Foto: Maurizio Esposito
Lo stand di Gramma_Epsilon
Lo stand di Gramma_Epsilon

La galleria statunitense Piero Atchugarry, sede a Miami, riferisce d’aver venduto opere di Adam Jeppsen, Keita Miyazaki, Chris Soal e Alicia Viebrock. “Abbiamo festeggiato una buona edizione della galleria”, ci dicono. Infine, ottimi riscontri anche dalla galleria lettone Alma, che torna a Riga con buone impressioni: “Abbiamo venduto sei opere di carta e una su tela di Margarita Gluzberg, tutte tra le 4.000 e le 6.000 sterline. Abbiamo venduto opere sia a collezionisti italiani sia a collezionisti europei. Nel complesso, l’esperienza è stata incredibilmente positiva e siamo rimasti molto soddisfatti della risposta al lavoro di Margarita Gluzberg e della qualità delle collezioni che hanno acquisito le opere”.

Lo stand di Piero Atchugarry
Lo stand di Piero Atchugarry

L’edizione 2025 di Artissima si chiude in sostanza con un bilancio complessivamente positivo, segnando un momento di transizione e di rinnovata fiducia per il mercato dell’arte contemporanea in Italia. La risposta delle gallerie, italiane e internazionali, testimonia un clima di vivacità commerciale, con numerose vendite concluse e un generale apprezzamento per la qualità curatoriale della fiera.

Accanto ai buoni risultati economici, Artissima conferma la propria vocazione di laboratorio culturale in cui dialogano mercato, istituzioni e visione artistica. La presenza crescente di collezionisti stranieri e giovani visitatori, insieme al rafforzamento del rapporto con musei e fondazioni, suggerisce una prospettiva di ulteriore apertura internazionale. E Torino si riafferma come uno dei poli più dinamici e consapevoli del sistema artistico europeo.


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