Brescia, in mostra le opere del collettivo palestinese Eltiqa sopravvissute alle bombe su Gaza


Al Museo di Santa Giulia di Brescia, dal 8 novembre 2025 al 22 febbraio 2026, la mostra Material for an Exhibition riunisce le opere del collettivo palestinese Eltiqa e di artisti internazionali, in un dialogo sul ruolo dell’arte nei conflitti e sulle memorie che resistono alla distruzione.

Dal 8 novembre 2025 al 22 febbraio 2026, il Museo di Santa Giulia di Brescia ospita Material for an Exhibition. Storie, memorie e lotte dalla Palestina e dal Mediterraneo, mostra a cura di Sara Alberani che ricostruisce idealmente lo spazio artistico del collettivo Eltiqa Group for Contemporary Art, distrutto nel bombardamento di Gaza nel 2023. Promossa dal Comune di Brescia e dalla Fondazione Brescia Musei, con il patrocinio di Amnesty Italia, l’esposizione è uno degli appuntamenti centrali dell’ottava edizione del Festival della Pace. Il progetto nasce come risposta alla distruzione di Eltiqa, luogo simbolo per l’arte contemporanea palestinese fondato nel 2002 e punto di riferimento per gli artisti di Gaza. Due dei suoi fondatori, Mohammed Al-Hawajri (1976) e Dina Mattar (1985), sono tra i protagonisti della mostra insieme all’artista libanese Haig Aivazian (1980) e alla palestinese Emily Jacir (1970), Leone d’oro alla Biennale di Venezia 2007. Le loro opere, provenienti da zone segnate da guerra, esilio e frammentazione, si incontrano a Brescia per restituire una testimonianza collettiva sulla resistenza culturale e sulla capacità dell’arte di creare legami tra le diverse geografie del Mediterraneo.

“Esporre al Museo di Santa Giulia le opere di Eltiqa Group for Contemporary Art sopravvissute alla distruzione e proporre a Mohammed Al-Hawajri e Dina Mattar una residenza artistica nella nostra città”, dice Laura Castelletti, Sindaca di Brescia, “significa riconoscere che l’arte è testimonianza, costruzione di legami, strumento di conoscenza reciproca. Grazie ai loro lavori e a quelli di Haig Aivazian e di Emily Jacir possiamo comprendere come l’espressione creativa sia spazio di resilienza anche nei contesti più drammatici. Material for an Exhibition ci invita a guardare oltre le narrazioni semplificate per incontrare le storie e le vite di chi il conflitto lo vive quotidianamente, ricordandoci che la cultura è sempre ponte tra mondi diversi e che proprio per questo possiamo e dobbiamo, come città ma anche individui, agire per la tutela e la protezione del patrimonio culturale di tutte le comunità, in quanto preziosa eredità che unisce l’umanità travalicando confini geografici e temporali. La mostra rappresenta un momento cardine del Festival della Pace e testimonia la grande qualità del nostro sistema museale, capace di proporre iniziative di profilo internazionale, mettendosi al servizio di un’idea dell’arte come promozione della pace, del rispetto tra le persone e della scoperta di nuovi orizzonti culturali”.

Il titolo della mostra rende omaggio all’opera Material for a Film di Emily Jacir, dedicata alla memoria del poeta palestinese Wael Zuaiter. Material diventa qui una parola chiave: indica sia la varietà dei linguaggi in mostra, installazioni, video, disegni, pittura, fotografia, sia la dimensione concreta e fragile in cui molti artisti operano, tra perdita di archivi, distruzione di opere e cancellazione di luoghi della memoria. In Palestina, l’archivio stesso è oggi uno strumento di sopravvivenza, un modo per affermare l’esistenza di una storia minacciata. Il percorso espositivo si apre con i lavori di Mohammed Al-Hawajri e Dina Mattar, che con Eltiqa hanno promosso per vent’anni la crescita dell’arte contemporanea a Gaza. Dopo il bombardamento del 2023, i due artisti sono riusciti a mettere in salvo alcune opere, ora custodite tra Sharjah e Dubai, e presentate per la prima volta in Europa.

Le opere salvate arrivano a Brescia come testimonianza di un’eredità che resiste alla distruzione. Il museo diventa così un luogo di ricostruzione simbolica: Eltiqa rinasce temporaneamente nei suoi spazi. Mohammed Al-Hawajri indaga nelle sue opere la relazione tra memoria storica e vita quotidiana palestinese. Le sue tele, caratterizzate da ironia e paradosso, trasformano immagini di guerra in racconti visivi che mescolano dolore e immaginazione. Serie come The Animal Farm (2011) o Maryam (2015) intrecciano simboli di resistenza e riferimenti culturali, con figure umane e animali che diventano testimoni di sopravvivenza.

Material for an Exhibition, veduta dell’allestimento al Museo di Santa Giulia di Brescia. Foto: Alberto Mancini per Fondazione Brescia Musei
Material for an Exhibition, veduta dell’allestimento al Museo di Santa Giulia di Brescia. Foto: Alberto Mancini per Fondazione Brescia Musei
Material for an Exhibition, veduta dell’allestimento al Museo di Santa Giulia di Brescia. Foto: Alberto Mancini per Fondazione Brescia Musei
Material for an Exhibition, veduta dell’allestimento al Museo di Santa Giulia di Brescia. Foto: Alberto Mancini per Fondazione Brescia Musei

Dina Mattar concentra invece la sua ricerca sulla dimensione domestica e sulla memoria familiare. Le sue opere, dai colori intensi e dalle linee fluide, rappresentano scene quotidiane di Gaza, spesso popolate da figure femminili che incarnano la forza della vita privata in un contesto di precarietà. La sua pittura, influenzata da Joan Miró, alterna leggerezza e dolore, restituendo un’immagine intima della resistenza. Entrambi gli artisti sono presenti a Brescia anche con opere realizzate durante una residenza promossa dalla Fondazione Brescia Musei.

La mostra prosegue con le opere di Haig Aivazian, artista libanese la cui ricerca affronta i meccanismi di potere e sorveglianza nelle società contemporanee. Utilizzando video, installazioni, disegni e performance, Aivazian analizza come il controllo si eserciti su corpi, luoghi e oggetti. A Brescia presenta l’installazione All of the Lights (2021), che esplora l’uso della luce come strumento di potere, e 1440 Couchers de Soleil par 24 Heures (2017/2021), un intervento site-specific che trasforma le pareti del museo in una griglia di gesso punteggiata di luci di magnesio, evocando i sistemi di tracciamento del movimento e le mappe di calore tipiche delle tecniche di previsione di reati (predictivepolicing).

Il percorso si conclude con le opere di Emily Jacir, tra le voci più note dell’arte palestinese contemporanea. La sua pratica, che unisce film, fotografia, scultura e performance, esplora i movimenti di persone e memorie attraverso il tempo e lo spazio. L’installazione Material for a Film (2005-in corso) è una delle opere centrali della mostra: mille libri bianchi, forati da proiettili, riproducono il colpo d’arma da fuoco con cui il Mossad uccise Wael Zuaiter a Roma nel 1972. Ogni volume diventa un simbolo di vita interrotta e di memoria ferita, invitando il pubblico a un gesto di ricostruzione collettiva. Accanto a essa sono esposti Memorial to 418 Palestinian Villages Which Were Destroyed, Depopulated, and Occupied by Israel in 1948 (2021), una tenda per rifugiati ricamata con i nomi dei villaggi palestinesi distrutti durante la Nakba, e We Ate the Wind (2023), video-installazione dedicata alla vicenda dei bambini nascosti in Svizzera durante le politiche di reclutamento dei lavoratori migranti. Le opere di Jacir intrecciano identità, esilio e memoria, superando i confini geografici per riflettere su temi universali di visibilità e perdita. Le opere esposte provengono da istituzioni e fondazioni internazionali, tra cui il National Museum of Contemporary Art di Atene, la Sharjah Art Foundation e collezioni private di New York. Alcune sono state salvate fisicamente, altre sopravvivono solo in forma digitale, testimoniando la fragilità del patrimonio culturale in tempo di guerra.

Haig Aivazian, Still from All of your Stars are but Dust on my Shoes (2021; HD, stereo, colore, 17'38) ©Haig Aivazian
Haig Aivazian, Still from All of your Stars are but Dust on my Shoes (2021; HD, stereo, colore, 17’38) ©Haig Aivazian
Material for an Exhibition, veduta dell’allestimento al Museo di Santa Giulia di Brescia. Foto: Alberto Mancini per Fondazione Brescia Musei
Material for an Exhibition, veduta dell’allestimento al Museo di Santa Giulia di Brescia. Foto: Alberto Mancini per Fondazione Brescia Musei
Mohammed Al-Hawajri, Return from the pastures (2021; acrilico su tela, 200 x 150 cm)
Mohammed Al-Hawajri, Return from the pastures (2021; acrilico su tela, 200 x 150 cm)

“Ricreare in Europa quanto distrutto a Gaza”, sostiene Roberto Rossini, Presidente del Consiglio Comunale di Brescia,“ci appare come un importante atto di diplomazia culturale e un importante segnale di libertà. La vera vocazione dell’Europa, d’altra parte, è la pace nella libertà e nella giustizia, proprio perché l’Europa nasce come risposta di libertà e giustizia a fronte degli orrori della guerra. L’art. 9 della nostra Costituzione ci ricorda che la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura: qui a Brescia promuovere la cultura ha un valore internazionale e un valore di pace. Grazie a Brescia Musei per l’impegno che ogni anno mette a disposizione del festival e grazie agli artisti presenti che con la denuncia rappresentata nelle loro opere, ci impegnano ad una responsabilità civile e politica a cui non bisogna sottrarsi”.

“Nel solco della Rassegna Arte Contemporanee e Diritti Umani, lanciata da Fondazione Brescia Musei nel 2019, la mostra Material for an Exhibition, Storie, Memorie e Lotte dalla Palestina e dal Mediterraneo, riafferma la missione del museo come bene e spazio comune”, sostiene Francesca Bazoli, Presidente Fondazione Brescia Musei. “Un luogo pubblico della contemporaneità, nel quale la pratica artistica diventa esercizio di libertà e responsabilità. In un tempo di riduzionismi e semplificazioni, questa mostra invita a sostare nella complessità, a riconoscere nell’arte non solo un riflesso del mondo, ma il suo possibile riscatto”.

“Con Material for an Exhibition, storie, memorie e lotte dalla Palestina e dal Mediterraneo”, conclude Stefano Karadjov, Direttore Fondazione Brescia Musei, “Fondazione Brescia Musei rinnova convintamente l’idea che i musei siano creature dotate di soggettività, nei quali il progetto culturale guida l’interpretazione sul materiale esposto. Così è massimamente evidente nel ciclo “arte e diritti”. La nostra Istituzione, Fondazione Brescia Musei, ha deciso di orientarsi alla generazione di un impatto sociale di lungo termine per la comunità e per i nostri tanti ospiti, i visitatori, miscelando arte, pensiero e cittadinanza, e lo fa quest’anno interrogando i visitatori con le opere conturbanti di Al-Jawahiri, Mattar, Aivazian e Jacir da Gaza, dalla Palestina e dal Mediterraneo. L’arte del nostro presente diviene, nel Museo di Santa Giulia, il linguaggio per unire luoghi e memorie disperse, connettere visibili e invisibili sottratti, superare la perdita con la rinascita. Il Museo di Santa Giulia a Brescia come spazio pubblico, luogo di dibattito aperto”.

Material for an Exhibition, veduta dell’allestimento al Museo di Santa Giulia di Brescia. Foto: Alberto Mancini per Fondazione Brescia Musei
Material for an Exhibition, veduta dell’allestimento al Museo di Santa Giulia di Brescia. Foto: Alberto Mancini per Fondazione Brescia Musei
Mohammed Al-Hawajri, Animal farm (2014; acrilico su carta, 100 x 70 cm)
Mohammed Al-Hawajri, Animal farm (2014; acrilico su carta, 100 x 70 cm)
Dina Mattar, Images from Gaza (2005; disegno su fotografia, acrilico su carta, 17 X 11 cm)
Dina Mattar, Images from Gaza (2005; disegno su fotografia, acrilico su carta, 17 X 11 cm)

Parallelamente all’esposizione, Fondazione Brescia Musei promuove un ricco programma di attività pubbliche. Tra queste, il progetto Ask me, che coinvolge due detenute della Casa di reclusione di Verziano come guide per il pubblico ogni fine settimana, e un ciclo di incontri e proiezioni al Cinema Nuovo Eden. L’inaugurazione, sabato 8 novembre, prevede la proiezione del film Letter to a Friend di Emily Jacir, seguita da un dialogo tra l’artista e la curatrice. Nei giorni successivi saranno proiettati documentari e film legati ai temi della mostra, tra cui Qui vit encore di Nicolas Wadimoff, To a Land Unknown di Mahdi Fleifel e Put Your Soul on Your Hand and Walk di Sepideh Farsi.

Material for an Exhibition rappresenta la sesta tappa del percorso di ricerca promosso da Fondazione Brescia Musei all’interno del Festival della Pace, che dal 2019 propone mostre dedicate a contesti di conflitto e libertà negata. Tra le precedenti edizioni figurano le personali di Zehra Doğan, Badiucao, Victoria Lomasko e Khalid Albaih, oltre alla collettiva Finché non saremo libere (2023) dedicata alle artiste iraniane. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Skira e da un progetto grafico curato dallo studio Liberink. In un momento storico segnato da conflitti e migrazioni, l’esposizione di Brescia si propone come spazio di ascolto e riflessione sul ruolo dell’arte nel preservare la memoria e nel mantenere vivo il dialogo tra le culture del Mediterraneo.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraMaterial for an Exhibition. Storie, memorie e lotte dalla Palestina e dal Mediterraneo
CittàBrescia
SedeMuseo di Santa Giulia
DateDal 08/11/2025 al 22/02/2026
ArtistiArtisti vari
CuratoriSara Alberani
TemiArte contemporanea, Guerra, Gaza

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