In occasione del centodecimo anniversario dalla nascita di Gigi Guadagnucci (Massa, 1915 – 2013) e a dieci anni dall’apertura del museo a lui dedicato, l’Amministrazione comunale di Massa, attraverso l’Assessorato alla Cultura, ha presentato una nuova mostra che vede protagonisti due scultori centrali nel panorama artistico del Novecento italiano Gigi Guadagnucci Gio’ Pomodoro | Conversazione sulla natura. L’esposizione, a cura di Mirco Taddeucci, con la collaborazione di Bruto Pomodoro, figlio dell’artista e vicepresidente dell’Archivio Gio’ Pomodoro, presieduto da Rossella Farinotti, si avvale dei testi critici dello storico dell’arte Paolo Bolpagni, direttore della Fondazione Ragghianti. Aperta dal 21 giugno fino al 21 agosto 2025, giorno del solstizio d’estate, la mostra è ospitata presso il Museo Gigi Guadagnucci, ospitato nella storica Villa Rinchiostra.
Il progetto si inserisce nel calendario delle iniziative culturali estive della città di Massa per il 2025 e punta a stabilire un confronto tra Guadagnucci e Gio’ Pomodoro, due artisti che, pur provenendo da percorsi differenti, hanno condiviso un rapporto stretto con il territorio apuano e una riflessione profonda sul tema della natura. Entrambi, infatti, hanno vissuto e lavorato ai piedi delle Alpi Apuane per un periodo importante della loro carriera, trovando nel paesaggio un elemento di ispirazione ricorrente.
“Il confronto”, dice Bruto Pomodoro, “con due scultori di fama internazionale che, dalle avanguardie fino alle più innovative correnti del dopoguerra hanno operato sul territorio apuano utilizzando marmo e bronzo come media della propria poetica, offrono un importante spunto culturale per dimostrare alle generazioni future quanto fecondo fu quel periodo storico per l’arte contemporanea italiana, all’insegna della tradizione del nuovo”.
Gigi Guadagnucci, attivo per molti anni a Parigi, ha sviluppato una scultura che si muove tra figuratività e astrazione, con particolare attenzione ai temi vegetali e organici. Le sue opere, spesso scolpite in marmo, si caratterizzano per una leggerezza quasi immateriale. Il suo lavoro si distingue per l’uso di lamine sottili, per strutture lamellari che sembrano sfidare la gravità. Guadagnucci non si limita a rappresentare la natura, ma ne esplora l’articolazione interna, dando forma a un ritmo che diventa struttura. Opere come Liana, Rondine ed Etoile, presenti in mostra, esemplificano la tendenza a trasformare la materia in trasparenza, il marmo in luce, grazie a una tecnica raffinata e a una conoscenza profonda del mezzo scultoreo.
Diversa, ma non opposta, l’impostazione di Gio’ Pomodoro (Orciano di Pesaro, 1930 – Milano, 2002), che ha elaborato una propria visione della scultura come sistema in costante tensione. Nella sua ricerca, l’elemento naturale non è tanto riprodotto quanto analizzato nei suoi meccanismi interni. L’artista costruisce forme che evocano un’energia compressa, pronta a espandersi. L’evoluzione della sua opera passa dalle forme organiche delle origini alle “superfici in tensione”, fino a strutture cilindriche da cui si sviluppano torsioni e rotazioni. Durante il suo soggiorno versiliese, il lavoro con la pietra ha permesso a Pomodoro di approfondire la nozione di torsione come principio strutturale. Il Sole, nella sua accezione di forza regolatrice e simbolica, diventa in questa fase una figura centrale, come testimonia l’opera Sole Caduto per Galileo Galilei, tra i lavori esposti in mostra.
La selezione espositiva (ospitata tra il piano terra e il primo piano di Villa Rinchiostra), comprende complessivamente 18 opere, tra cui 13 sculture e 5 disegni, uno dei quali inedito. Le opere provengono in parte dalla collezione permanente del Museo Guadagnucci e in parte da prestiti di collezioni pubbliche e private. Al piano terra le sculture dialogano con il nucleo stabile del museo, mentre il primo piano accoglie la maggior parte dei lavori di Gio’ Pomodoro, assieme a tre opere di Guadagnucci provenienti dalla Fondazione Centro Matteucci per l’Arte Moderna e dalla collezione privata della moglie dell’artista massese.
Tra i lavori più rappresentativi di Pomodoro presenti in mostra figurano Folla, Tracce e, appunto, Sole Caduto per Galileo Galilei. Opere che evidenziano la complessità di una ricerca incentrata sulla dinamica interna della materia e sull’idea di una scultura che agisca come organismo vivente, in costante movimento. Guadagnucci, invece, appare nella selezione con alcune delle sue opere più emblematiche, che mostrano l’evoluzione del suo stile verso una progressiva rarefazione della forma.
L’allestimento è pensato per valorizzare il dialogo tra i due artisti, senza forzature. L’obiettivo non è quello di contrapporre due poetiche, ma di mettere in evidenza le relazioni sottili tra due visioni della scultura che, pur partendo da presupposti differenti, si incontrano su alcuni nodi tematici: il rapporto con la natura, la tensione tra materia e forma, l’importanza della luce e del ritmo interno delle opere.
Anche gli spazi esterni del museo, in particolare il giardino settecentesco della Villa Rinchiostra, fanno parte del percorso espositivo. Una delle sculture di Gio’ Pomodoro viene collocata all’aperto, in un contesto che consente all’opera di dialogare direttamente con il paesaggio e la vegetazione. La scelta sottolinea ancora una volta l’attenzione al tema del rapporto tra arte e natura, che costituisce il filo conduttore dell’intera esposizione.
Titolo mostra | Gigi Guadagnucci Gio’ Pomodoro | Conversazione sulla natura | Città | Massa | Sede | Museo Gigi Guadagnucci | Date | Dal 21/06/2025 al 21/08/2025 | Artisti | Gigi Guadagnucci, Gio' Pomodoro | Curatori | Mirco Taddeucci | Temi | Massa, Gigi Guadagnucci, Scultura, Museo Gigi Guadagnucci, Gio' Pomodoro |