A Crema una mostra esplora l’impatto di Ver Sacrum sulla grafica della Secessione viennese


Dal 18 ottobre 2025 all’11 gennaio 2026 il Museo Civico di Crema e del Cremasco ospita una mostra dedicata alla rivista Ver Sacrum e alla grafica della Secessione viennese, attraverso opere e materiali provenienti da collezioni private, tra cui quella di Giovanni Biancardi.

Dal 18 ottobre 2025 all’11 gennaio 2026, il Museo Civico di Crema e del Cremasco a Crema presenta la mostra Ver Sacrum e la grafica della Secessione viennese, un’esposizione che si concentra sulla rivista omonima e sul ruolo che questa ebbe nella diffusione dei principi estetici della Secessione. Curata da Giovanni Biancardi, Edoardo Fontana e Silvia Scaravaggi, la mostra nasce intorno alla raccolta della rivista Ver Sacrum, proveniente dalla collezione milanese dello stesso Biancardi. A questa si affiancano libri illustrati, cartelle, cataloghi delle esposizioni, fogli sciolti e opere grafiche di numerosi artisti legati al movimento secessionista.

L’iniziativa è promossa e prodotta dal Museo Civico di Crema e del Cremasco, in collaborazione con il Museo d’Arte Orientale – Collezione Mazzocchi di Coccaglio e l’Associazione Culturale Mnemosyne di Dello. Hanno concesso il patrocinio il Forum Austriaco di Cultura di Milano, l’Aldus Club – Associazione Internazionale di Bibliofilia e l’A.L.A.I. – Associazione Librai Antiquari d’Italia. La mostra si articola attorno alle grafiche originali pubblicate su Ver Sacrum, alle pagine e copertine più importanti, e ai materiali editoriali prodotti dalla Vereinigung Bildender Künstler Wiener Secession, il gruppo di artisti che ufficialmente costituì la Secessione viennese.

Alphonse Mucha, Au Quartier latin (1898; litografia a colori, copertina per la omonima rivista, anno 6, numero speciale, 1898. Collezione Bardazzi, Firenze)
Alphonse Mucha, Au Quartier latin (1898; litografia a colori, copertina per la omonima rivista, anno 6, numero speciale, 1898. Collezione Bardazzi, Firenze)

Il progetto espositivo intende restituire la complessità di un movimento che ebbe un forte impatto sulla grafica europea tra Otto e Novecento. Tra le opere esposte figurano quelle di Gustav Klimt, Koloman Moser, Alfred Roller, Josef Maria Auchentaller, Carl Moll, Adolf Böhm, Egon Schiele, Alphonse Mucha, Carl Otto Czeschka, Jan Toorop, Emil Orlik, Giovanni Segantini, George Minne, Franz von Stuck, Heinrich Lefler, Félix Vallotton, Frank Brangwyn, Charles Rennie Mackintosh, Margaret McNair, Jessie King e molti altri. A questi si aggiungono i nomi dei maestri che influenzarono il linguaggio della Secessione, da Arnold Böcklin a James McNeill Whistler, da Pierre-Cécile Puvis de Chavannes a Katsushika Hokusai. Il titolo Ver Sacrum rimanda a un antico rito italico, poi assorbito nella cultura romana, che prevedeva l’allontanamento rituale dei giovani nati in primavera come offerta simbolica alla divinità. L’uso di questa espressione da parte della rivista sottolineava il concetto di distacco dal passato e l’intenzione di fondare nuovi territori estetici. Tale spirito di rinnovamento si rifletteva nel motto adottato dal movimento “Al tempo la sua arte. All’arte la sua libertà”.

Il periodico Ver Sacrum rappresentò anche una piattaforma di sperimentazione visiva. Fu in grado di sintetizzare il concetto di Gesamtkunstwerk, l’opera d’arte totale, attraverso un impianto grafico e tipografico innovativo. La rivista riorganizzava la pagina stampata fondendo testi, immagini e decorazioni in un sistema coerente, che cercava di superare il semplice assemblaggio editoriale per raggiungere un’uniformità espressiva. La rivista alternava soluzioni grafiche essenziali, con ampie campiture vuote, a composizioni riccamente ornate da cornici, capilettera, motivi naturalistici e influenze giapponesi. In mostra sono presenti anche oggetti e volumi legati all’estetica del Giappone, tratti soprattutto dal patrimonio del Museo d’Arte Orientale – Collezione Mazzocchi, che documentano l’influenza del Japonismesull’arte viennese e mitteleuropea. Lacche, suppellettili, xilografie e oggetti d’uso testimoniano il ruolo centrale dell’artigianato giapponese nella definizione del gusto grafico della Secessione.

Gustav Klimt, manifesto per la I Mostra della Secessione (litografia a colori e oro; Milano, Collezione privata)
Gustav Klimt, manifesto per la I Mostra della Secessione (litografia a colori e oro; Milano, Collezione privata)

Non mancano riferimenti alla cultura visiva dell’area austro-ungarica, alle influenze neobizantine assorbite dai mosaici ravennati tanto amati da Gustav Klimt, al misticismo di Giovanni Segantini e alla pittura simbolista mitteleuropea. Il linguaggio visivo della rivista riflette la volontà di conciliare tradizione e innovazione, ripensando forme arcaiche, simboliche e popolari all’interno di una nuova sensibilità decorativa e grafica.

Il teatro, elemento centrale della Vienna fin de siècle, occupava uno spazio rilevante anche sulle pagine della rivista. Gli artisti legati a Ver Sacrum furono spesso coinvolti nella progettazione di scenografie, costumi, manifesti e ambientazioni per spettacoli teatrali e cabaret. Il Burgtheater, i balli in maschera, i cabaret letterari e le canzonettiste ispirarono un universo visivo in costante dialogo con la performance. La mostra intende mostrare come Ver Sacrum, e la grafica della Secessione in generale, abbiano contribuito a superare le barriere tra arti maggiori e minori. La rivista accolse suggestioni provenienti da Art Nouveau, Simbolismo, Divisionismo, Preraffaelismo inglese, Modernismo scozzese e cultura mediterranea, configurandosi come uno dei progetti editoriali più influenti del primo Novecento.

Gustav Klimt, Sangue di pesce, illustrazione per «Ver Sacrum», anno 1, n. 3, (1898; Milano, Collezione Biancardi)
Gustav Klimt, Sangue di pesce, illustrazione per Ver Sacrum, anno 1, n. 3, (1898; Milano, Collezione Biancardi)
Max Kurzweil, Il cuscino (1903; xilografia a colori; Roma, Collezione AB)
Max Kurzweil, Il cuscino (1903; xilografia a colori; Roma, Collezione AB)

L’eredità grafica di Ver Sacrum fu importante anche per molte riviste successive. In Italia esercitò un’influenza visibile su L’Eroica e Novissima, mentre in ambito internazionale è possibile rintracciare la sua impronta su Wendingen nei Paesi Bassi e su Campo Grafico in Italia durante il periodo razionalista. La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato dal Museo Civico di Crema, che raccoglie saggi e contributi critici di Emanuele Bardazzi, Giovanni Biancardi, Livia Fasolo, Mario Finazzi, Edoardo Fontana, Elena Guerra, Laura Inzoli, Paolo Linetti, Maurizio Lo Giudice, Roberto Lunelio, Silvia Scaravaggi e Luca Scarlini. Le schede approfondiscono le opere e i materiali esposti, offrendo un’ampia contestualizzazione storico-artistica del fenomeno.

L’inaugurazione è prevista per sabato 18 ottobre 2025 alle ore 17.30. L’esposizione rappresenta un’occasione per osservare da vicino un momento cruciale dell’arte europea tra Otto e Novecento, restituendo al pubblico l’impatto visivo e teorico della grafica secessionista e della rivista che ne fu il manifesto principale.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraVer Sacrum
CittàCrema
SedeMuseo Civico di Crema e del Cremasco
DateDal 18/10/2025 al 11/01/2026
ArtistiArtisti vari
CuratoriSilvia Scaravaggi, Edoardo Fontana, Giovanni Biancardi
TemiSecessione viennese

A Crema una mostra esplora l’impatto di Ver Sacrum sulla grafica della Secessione viennese
A Crema una mostra esplora l’impatto di Ver Sacrum sulla grafica della Secessione viennese


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