Luigi Bonazza tra Secessione e Déco: il genio trentino in mostra al Mart


Dal 6 dicembre 2025 al 3 maggio 2026 il Mart di Rovereto presenta una grande retrospettiva su Luigi Bonazza, protagonista dell’arte trentina tra Otto e Novecento. Trecento opere tra pittura, incisioni e disegni raccontano l’influenza della Secessione viennese e la sintesi originale con lo stile Déco.

Il Mart di Rovereto celebra Luigi Bonazza (Arco, 1877 – Trento, 1965), nome importante dell’arte a cavallo tra Otto e Novecento, esplorando l’influenza di Vienna e la fusione unica tra i linguaggi Secessionista e Déco, in ua mostra, intitolata appunto Luigi Bonazza tra Secessione e Déco, che illustra lo stile personale e l’ideale dell’opera d’arte totale dell’artista.

Dal 6 dicembre 2025 al 3 maggio 2026, il Mart presenta una vasta retrospettiva sull’artista trentino Luigi Bonazza, protagonista di un’epoca di profonde trasformazioni culturali e storiche. La mostra, curata da Alessandra Tiddia, intende valorizzare uno dei patrimoni più significativi del Trentino, in parte conservato dalla Provincia autonoma di Trento e in parte diffuso tra collezioni private, edifici pubblici e luoghi di culto. L’allestimento, curato da Ruffo Wolf, espone circa trecento opere, tra le quali dipinti, disegni, incisioni, oggetti e una selezione di documenti d’archivio. L’intero percorso espositivo si articola attraverso dieci sezioni che seguono un approccio cronologico-tematico per illustrare l’evoluzione artistica e umana di Bonazza.

Allestimenti della mostra
Allestimenti della mostra. Foto: Jacopo Salvi
Allestimenti della mostra
Allestimenti della mostra. Foto: Jacopo Salvi
Allestimenti della mostra
Allestimenti della mostra. Foto: Jacopo Salvi
Allestimenti della mostra
Allestimenti della mostra. Foto: Jacopo Salvi
Allestimenti della mostra
Allestimenti della mostra. Foto: Jacopo Salvi

La formazione viennese e l’influenza secessionista

Bonazza, formatosi nel clima della Secessione viennese, fu una figura chiave nel fermento culturale del primo Novecento in un Trentino che fungeva da cerniera tra mondi culturali diversi ma interconnessi. Dopo il diploma ottenuto a Rovereto, l’artista si trasferì a Vienna nel 1897, dove frequentò i corsi della Kunstgewerbeschule, la Scuola di Arti Applicate annessa al Museo Austriaco per l’Arte e l’Industria, diplomandosi con successo nel 1901. In quegli anni cruciali, Bonazza assorbì i modelli secessionisti e interpretò l’ideale della Gesamtkunstwerk, o opera d’arte totale, un principio stilistico che mirava ad abbattere le gerarchie tra le arti, sperimentando tecniche e codici espressivi. Nonostante avesse studiato pittura e disegno con Franz von Matsch, il quale manteneva uno stile più aderente alla tradizione accademica, Bonazza fu maggiormente influenzato dagli artisti che esponevano alle mostre della Secessione.

L’infatuazione per l’arte del maestro Klimt e del suo insegnante von Matsch non abbandonò mai lo stile di Bonazza, sia nella fase viennese che in quella trentina. La mostra anticipa l’incontro con l’artista esponendo una “galleria viennese” che delinea il contesto culturale attraverso opere di maestri della Secessione quali Ludwig Heinrich Jungnickel, Ferdinand Hodler, Franz Jaschke, Rudolf Junk, e i fratelli Gustav e Georg Klimt. In questa sezione si possono ammirare prestigiose riproduzioni, provenienti dalla Klimt-Foundation, raccolte nell’Album Heller subito dopo la morte di Gustav Klimt, tra cui spiccano Danae, Pallade Atena, Nuda Veritas e Bisce d’acqua II. Il percorso prosegue con il dialogo tra Bonazza e i suoi maestri e coevi, come nel caso del bozzetto per la Giurisprudenza di Franz von Matsch che interagisce con i pannelli della Leggenda di Orfeo di Bonazza e le riproduzioni d’epoca della Medicina e della Filosofia di Gustav Klimt, confermando la stretta affinità tematica e stilistica. Un ulteriore richiamo ai maestri secessionisti è dato dalle placchette in rame di Georg Klimt, i cui dettagli decorativi furono ripresi da Bonazza nella complessa cornice del trittico dell’Orfeo.

Luigi Bonazza, La nascita del giorno (1921-1932; Collezione Bruno Pizzinini)
Luigi Bonazza, La nascita del giorno (1921-1932; Collezione Bruno Pizzinini)
Luigi Bonazza, La leggenda di Orfeo, Rinascita d’Euridice, Morte d’Orfeo (1905; Rovereto, Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Deposito SOSAT)
Luigi Bonazza, La leggenda di Orfeo, Rinascita d’Euridice, Morte d’Orfeo (1905; Rovereto, Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Deposito SOSAT)
Luigi Bonazza, Vienna di notte (1905; Collezione Pierluigi Giuliani)
Luigi Bonazza, Vienna di notte (1905; Collezione Pierluigi Giuliani)

La leggenda di Orfeo e l’evoluzione del linguaggio

Dopo aver attraversato la sala dedicata alla Secessione, il pubblico può ammirare il capolavoro di Bonazza, La Leggenda di Orfeo, un trittico realizzato nel 1905, generalmente parte del percorso permanente del Mart. Questa opera fondamentale fu presentata a livello internazionale, ottenendo consenso, all’Esposizione Internazionale di Milano nel 1906 e successivamente alla XXIX mostra della Secessione di Vienna nel 1907, oltre che a Berlino e Monaco. Il trittico, che in seguito divenne il “pezzo forte” della Villa Bonazza a Trento, è un esempio di come l’artista reinterpretasse i modelli appresi a Vienna, riconoscendovi suggestioni di artisti come Hodler, Jungnickel e Klimt. L’opera narra la leggenda di Orfeo, un mito che affascinava poeti e pittori, simboleggiando il potere straordinario dell’arte contrapposto alla fragilità umana. Il pannello centrale celebra il talento di Orfeo come musico e poeta, il pannello sinistro descrive il suo tentativo di salvare Euridice nell’Ade, mentre quello destro raffigura la sua morte per mano delle Baccanti.

Come suggerisce il titolo dell’esposizione, l’attenzione di Bonazza al decorativo lo portò a una sintesi originale tra Secessione e Déco. Il gusto Déco, che caratterizzò gli anni Venti, Trenta e Quaranta del Novecento, attinse dalle forme secessioniste, trasformandole e cristallizzandole in un linguaggio unico e personale. Questa enfasi decorativa si manifesta tanto nelle prime quanto nelle ultime opere dell’artista, trovando una manifestazione compiuta nel ciclo decorativo della sua residenza trentina.

Luigi Bonazza, Ritratto di Attilio Cavagna (1910; Rovereto, Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Collezione privata)
Luigi Bonazza, Ritratto di Attilio Cavagna (1910; Rovereto, Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Collezione privata)
Luigi Bonazza, Ritratto di Gigina (1930; Collezione privata)
Luigi Bonazza, Ritratto di Gigina (1930; Collezione privata)
Luigi Bonazza, Ritratto di Italia Bertotti (1923; Rovereto, Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Collezione privata)
Luigi Bonazza, Ritratto di Italia Bertotti (1923; Rovereto, Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Collezione privata)
Luigi Bonazza, Ricevimento di tre cardinali a Palazzo a Prato durante il Concilio di Trento, cartone preparatorio per l’affresco del Palazzo delle Poste di Trento (1932-1933; Rovereto, Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Provincia autonoma di Trento - Soprintendenza per i beni culturali)
Luigi Bonazza, Ricevimento di tre cardinali a Palazzo a Prato durante il Concilio di Trento, cartone preparatorio per l’affresco del Palazzo delle Poste di Trento (1932-1933; Rovereto, Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Provincia autonoma di Trento - Soprintendenza per i beni culturali)
Luigi Bonazza, Notte d’estate (1929; Rovereto, Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Provincia autonoma di Trento - Soprintendenza per i beni culturali)
Luigi Bonazza, Notte d’estate (1929; Rovereto, Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Provincia autonoma di Trento - Soprintendenza per i beni culturali)

Dall’incisione al disegno: il corpo e lo studio

Il contesto della Secessione viennese attribuiva grande importanza alle tecniche grafiche e all’illustrazione. Tra il 1906 e il 1908, Bonazza si dedicò alla realizzazione di sei incisioni raccolte nella cartella Jovis Amores, per la quale disegnò anche il frontespizio con un lettering tipicamente secessionista. La serie illustra le trasformazioni di Giove per incontrare le sue amanti (Europa, Io, Leda, Dione e Danae) ed è introdotta da un’allegoria del dio ferito dalla freccia di Eros. L’esposizione presenta le stampe di questo ciclo, insieme alle matrici originali. Il nudo femminile è protagonista anche nel ciclo delle Allegorie del giorno, completato nel 1920, dove il corpo della donna incarna la sequenza del ciclo solare. I nudi di Bonazza, inclusi quelli delle Allegorie e della Ballerina del 1908, per la quale posò la modella Poldi, sono pervasi da una tensione erotica tipica della cultura simbolista. Tuttavia, il nudo nell’opera di Bonazza, come appare nelle decorazioni di Villa Bonazza, è spesso inteso come la manifestazione di un’idealizzazione classica, un concetto di bellezza che si allontana dalla realtà terrena.

La sezione dedicata ai disegni illustra il meticoloso processo di studio che precedeva le opere finite. Questi studi di anatomia, pose e dettagli dimostrano il grande talento grafico di Bonazza, che utilizzava un chiaroscuro arricchito da lumeggiature a matita bianca per conferire qualità plastica alle figure. A differenza della grafica klimtiana, che privilegia la linea sottile, i disegni di Bonazza, come i bozzetti per Euridice nell’Orfeo, mostrano un forte richiamo alla tradizione accademica e all’arte del passato.

Luigi Bonazza, Siesta nel bosco (1918; Trento, Antichità Gasperetti)
Luigi Bonazza, Siesta nel bosco (1918; Trento, Antichità Gasperetti)
Luigi Bonazza, Fratelli in giardino (1926; Collezione privata)
Luigi Bonazza, Fratelli in giardino (1926; Collezione privata)
Luigi Bonazza, Ritratto di Gabriele d’Annunzio (1926; Collezione Bruno Pizzinini)
Luigi Bonazza, Ritratto di Gabriele d’Annunzio (1926; Collezione Bruno Pizzinini)

Eroi, Irredentismo e D’Annunzio

Il mito dell’eroe è ampiamente rappresentato nell’opera di Bonazza. Nel 1915, per evitare l’arruolamento nell’esercito austriaco, l’artista si rifugiò a Milano, dove trascorse gli anni del conflitto lavorando come disegnatore presso le Officine Caproni, fondate dal pioniere dell’aeronautica Gianni Caproni. Disegni, incisioni e acquarelli di questo periodo documentano i triplani e biplani da bombardamento. Successivamente, la Commissione dell’emigrazione trentina a Milano incaricò Bonazza di eseguire il ritratto dell’irredentista Cesare Battisti, giustiziato nel 1916. Il ritratto, che raffigura Battisti sullo sfondo della Valle dell’Adige con il simbolo della forca, fu ampiamente riprodotto per la propaganda e la commemorazione dei martiri trentini, che incluse anche i ritratti di Fabio Filzi e Damiano Chiesa.

Un contributo significativo che la mostra apporta alla ricerca è l’approfondimento della stretta relazione tra Bonazza e Gabriele D’Annunzio. L’amicizia tra i due è confermata da un recente ritrovamento presso gli eredi di Bonazza: la fotografia Asceta del Carnaro del 1918 con una dedica del Vate. Questa relazione fertile, insieme a una visita al Vittoriale degli Italiani nel 1925, influenzò profondamente l’opera dell’artista, che richiamò costantemente temi e figure dell’epica dannunziana. Bonazza dimostrò la sua ammirazione per il poeta donandogli un Ritratto di Dante Alighieri. Il trittico La Leggenda di Orfeo riaffiora in altri dipinti di Bonazza, tra cui Notte d’estate e Notturno, i quali riflettono l’interesse per il capolavoro dannunziano Notturno, scritto in un periodo di sofferenza e pubblicato nel 1921.

Ritratti, paesaggi e arte pubblica

Bonazza, che si stabilì a Trento nel 1912, fu impegnato anche nel campo dell’arte pubblica, realizzando diverse opere tra le due guerre. Tra gli incarichi più prestigiosi vi fu l’affresco per il Palazzo delle Poste di Trento, progettato da Angiolo Mazzoni. Bonazza vinse il concorso nel 1931 e fu impegnato per due anni nella realizzazione de Il Ricevimento di tre Cardinali nel Palazzo a Prato a Trento nel tempo del Concilio, una scena storica di gusto neorinascimentale ispirata al glorioso passato dell’edificio. I cartoni preparatori per questo affresco sono esposti in mostra. L’attività sacra dell’artista è testimoniata da numerosi interventi realizzati in diverse tecniche in Trentino, inclusi i bozzetti per la chiesa di Tezze di Grigno, e opere come l’Immacolata concezione per la chiesa di Sant’Ilario a Rovereto.

La sezione dei ritratti raccoglie opere come l’Autoritratto del 1905, il ritratto di Alcide De Gasperi e i ritratti dei membri della famiglia Cavagna, mecenati viennesi di Bonazza. I ritratti femminili successivi agli anni Venti, come il celebre Ritratto di Italia Bertotti, sono accomunati da una tecnica divisionista che accosta pennellate minute di tinte pure, creando bagliori vivaci che richiamano il Pointillisme francese o il Divisionismo diffuso nei paesi nordici. Questi ritratti sono caratterizzati da una mancanza di introspezione psicologica, dove l’attenzione alla decorazione trasforma il soggetto in un oggetto d’arte prezioso. In mostra sono esposte anche due opere mai esposte prima, Fratelli in giardino.

La pittura di paesaggio fu centrale per Bonazza lungo tutta la sua carriera, divenendo il genere su cui si concentrò maggiormente in tarda età. Già nel 1903, Bonazza manifestò la sua appartenenza alla cultura della montagna vincendo il concorso della Società degli Alpinisti Trentini con il manifesto pubblicitario in stile Jugendstil Italiani visitate il Trentino!. I paesaggi degli anni Venti e Trenta esprimono un forte attaccamento al paesaggio trentino, con vedute dei laghi e delle montagne che circondano Trento, caratterizzate da un dinamismo di luce e colore ottenuto tramite una pennellata vibrante e l’accostamento di tocchi di colore puro.

Luigi Bonazza, Notturno (1926; Collezione Bruno Pizzinini)
Luigi Bonazza, Notturno (1926; Collezione Bruno Pizzinini)
Luigi Bonazza, Acqua zampillante (1924; Collezione Bruno Pizzinini)
Luigi Bonazza, Acqua zampillante (1924; Collezione Bruno Pizzinini)
Luigi Bonazza, Italiani visitate il Trentino. Manifesto pubblicitario (1903; Trento, Biblioteca comunale)
Luigi Bonazza, Italiani visitate il Trentino. Manifesto pubblicitario (1903; Trento, Biblioteca comunale)
Luigi Bonazza, Diploma per Pietro Pansini (1904; Collezione privata)
Luigi Bonazza, Diploma per Pietro Pansini (1904; Collezione privata)

Il patrimonio diffuso e le collaborazioni

La mostra non solo promuove Bonazza, ma valorizza il patrimonio del Mart attraverso il dialogo con le opere dei suoi contemporanei, maestri ed eredi. La sezione conclusiva è dedicata agli artisti trentini che, come Bonazza, conciliarono contenuti italici con uno stile di matrice nordica, tra cui Dario Wolf, Luigi Ratini, Giorgio Wenter Martini, Francesco Trentini e Stefano Zuech. Sono esposte, in via eccezionale, opere provenienti da collezioni private, come Perseo di Luigi Ratini e Il musico e Elevazione di Dario Wolf, allievo di Bonazza all’Istituto Tecnico di Trento.

Un elemento di interesse aggiuntivo è dato dalla possibilità di esplorare virtualmente la residenza dell’artista, Villa Bonazza, che l’artista progettò e decorò in modo da riflettere il suo ideale di arte unitaria. Grazie alla collaborazione tra il Mart e la Fondazione Bruno Kessler, i visitatori possono accedere a uno street view in 3D della Villa, rimasta intatta dopo la morte dell’artista, tramite un touch screen. Da Villa Bonazza provengono dodici opere esposte, tra cui i dipinti Deposizione, Sirene e Notturno.

Alla realizzazione della mostra hanno contribuito con prestiti significativi importanti istituzioni locali (come il Castello del Buonconsiglio, il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, il MAG Museo Alto Garda e la Biblioteca comunale di Trento) e istituzioni internazionali, in particolare da Vienna (tra cui il Belvedere e il MAK – Museum für angewandte Kunst). L’esposizione è corredata da un ambizioso catalogo edito da Moebius, che raccoglie testi critici, saggi di approfondimento di numerosi studiosi e le riproduzioni delle opere.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraLuigi Bonazza tra Secessione e Déco
CittàRovereto
SedeMart di Rovereto
DateDal 06/12/2025 al 03/05/2026
ArtistiLuigi Bonazza
CuratoriAlessandra Tiddia
TemiNovecento, Arte Moderna

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