Medioevo a Pistoia, per la prima volta una grande mostra sull'arte medievale nel pistoiese


Dal 27 novembre 2021 all’8 maggio 2022, l’Antico Palazzo dei Vescovi e il Museo Civico di Pistoia ospitano “Medioevo a Pistoia”, la prima grande mostra di sempre sul tema dell’arte medievale nel pistoiese.

La prima, grande mostra sull’arte medievale a Pistoia: è Medioevo a Pistoia. Crocevia di artisti fra Romanico e Gotico, mostra a cura di Angelo Tartuferi, Enrica Neri Lusanna, Ada Labriola che, dal 27 novembre 2021 all’8 maggio 2022, è in programma presso l’Antico Palazzo dei Vescovi e il Museo Civico della città toscana. Con oltre 60 opere tra dipinti, sculture, capolavori di miniatura e oreficeria, la mostra porta il pubblico alla scoperta del tessuto artistico e culturale di uno dei centri più vivaci del Medioevo europeo.

Pistoia divenne un centro di rilevanza internazionale quando, per volere del vescovo Atto, nel 1140 la reliquia di san Jacopo arrivò in città, inserendo il comune toscano tra le più importanti rotte europee di pellegrinaggio. La rassegna, in occasione dell’Anno Iacobeo, illustra per la prima volta lo straordinario panorama delle arti a Pistoia dal XII agli inizi del XV secolo, rivelando il ruolo di primo piano assunto nel Medioevo dalla città nel campo delle arti figurative. Composta da sei sezioni, Medioevo a Pistoia ha un andamento cronologico che inizia con l’arrivo della reliquia di san Jacopo in città, per passare al Duecento quando Pistoia conquista un ruolo da protagonista nel panorama delle arti figurative internazionali, e poi al Trecento con presenze illustri in città e l’avvio di una forte identità figurativa. Anche nella stagione del Tardogotico, nonostante la perdita di autonomia politica e la definitiva sottomissione a Firenze, la città mantiene nel panorama della pittura toscana i suoi caratteri distintivi. Inoltre, la mostra si espande idealmente oltre i confini degli spazi museali che la ospitano attraverso una visione diffusa degli arredi nelle chiese della città.

Nel periodo medievale Pistoia si confronta con i maggiori centri della Toscana, grazie all’importanza dei suoi monumenti, alla cospicua committenza dei loro arredi e a una vocazione culturale di respiro internazionale. Ne fu antesignano il vescovo Atto, che accogliendo nel 1140 la reliquia dell’apostolo Jacopo da Compostela inserisce Pistoia nella rete europea delle rotte di pellegrinaggio. La città gode all’epoca della presenza di committenti illuminati, che attraggono figure come gli scultori Guglielmo, Guido da Como, Nicola e Giovanni Pisano, che a Pistoia lasciano capolavori fondanti della storia dell’arte italiana. Accompagna le opere di questi scultori la più imponente tra le opere di oreficeria, ideale sigillo della mostra: l’Altare d’argento di san Jacopo, che rende Pistoia uno snodo centrale per la lavorazione dei metalli preziosi.

Anche la miniatura (grazie all’attività della bottega del Maestro di Sant’Alessio in Bigiano, e nel Quattrocento dall’eleganza delle illustrazioni del Maestro della Cappella Bracciolini nella Divina Commedia conservata nella Biblioteca Nazionale di Napoli) vive a Pistoia un periodo di grande vivacità. Alla fine del XII secolo sono in città anche due personalità di primo piano della pittura: il Maestro del Crocifisso n. 434 degli Uffizi (clicca qui per saperne di più su questo artista), sulla cui attività dovette formarsi Coppo di Marcovaldo, e il Maestro di Santa Maria Primerana. Nel Trecento, Pistoia offre in campo pittorico un panorama variegato di personalità e tendenze culturali, con artisti del calibro di Lippo di Benivieni, Taddeo Gaddi e Niccolò di Tommaso, che collocano Pistoia in una posizione di primo piano, ribadita dalla Maestà e angeli di Pietro Lorenzetti proveniente dagli Uffizi (uno dei prestiti più prestigiosi della mostra), restaurata per questa occasione.

Le opere riunite in occasione di Medioevo a Pistoia si rivelano tanto più interessanti per la densa trama di relazioni che le legano ai capolavori conservati nelle chiese e nei musei pistoiesi. La mostra, che ha il suo nucleo nelle sale dell’Antico Palazzo dei Vescovi a cui si affianca una sezione presso il Museo Civico di Arte Antica, diviene così il fulcro di un dialogo a più voci che coinvolge tutti i monumenti medievali della città e del suo vasto territorio. Con Medioevo a Pistoia, Pistoia Musei propone ai suoi visitatori un percorso alla scoperta della Pistoia medievale che, attraverso le chiese di Sant’Andrea e di San Giovanni Fuorcivitas (ingresso gratuito con il biglietto della mostra), la cattedrale di San Zeno (in cui si potrà accedere all’Altare Argenteo di San Jacopo), e ancora le chiese San Bartolomeo in Pantano, San Paolo, San Domenico, San Francesco, la chiesa del Tau e il Battistero permette di riscoprire il tessuto figurativo di uno dei centri più importanti del Medioevo italiano, caratterizzato da scelte cultuali e culturali di respiro europeo. Ancora, Pistoia Musei amplia ulteriormente la sua offerta, per tutta la durata della mostra, estendendo l’orario di visita nella giornata del giovedì fino alle ore 22 e organizzando visite guidate, attività per le scuole, incontri con i curatori, laboratori didattici per bambini e per adulti e accompagnando alla mostra un ciclo di conferenze con studiosi di livello internazionale, oltre a una serie di eventi e attività culturali. Per consentire ai diversi pubblici una visita in totale autonomia, la mostra è stata dotata di una specifica applicazione (scaricabile su iOS e Android), che permette di seguire percorsi differenziati in base alle esigenze.

In occasione della mostra, Pistoia Musei si è occupata dei restauri delle seguenti opere, sedici in totale tra sculture, pitture e miniature, in prestito da importanti istituzioni toscane e nazionali: Pittore giottesco, Madonna col Bambino e nella cimasa il Salvatore, 1360 – 65 (Musei Civici, Pavia); Pietro Lorenzetti, Madonna col Bambino in trono e angeli, 1343 circa (Gallerie degli Uffizi, Firenze); Maestro del 1336, Madonna con Bambino tra i santi Francesco, Giovanni Battista, Andrea e Antonio abate, 1345-50 (Museo della Collegiata di Sant’Andrea, Empoli); Giovanni di Bartolomeo Cristiani, Madonna col Bambino in trono fra San Nicola da Bari e San Giovanni Battista, 1390 (Collezione Intesa Sanpaolo); Giroldo da Como, Tre lastre di monumento sepolcrale, ultimo quarto del XIII secolo (Museo Civico d’Arte antica, Pistoia); Matteo Torelli, Graduale B di San Benedetto, 1403-04 (Biblioteca Leoniana, Pistoia); Maestro di Sant’Alessio in Bigiano, Graduale Sant’Alessio in Bigiano CXXV. 15, 1285-90 (Archivio Diocesano, Pistoia); Maestro di Sant’Alessio in Bigiano, Antifonario San Paolo CXIV.84, 1280-85 (Archivio Diocesano, Pistoia); Miniatore fiorentino affine a Pacino di Bonaguida, Graduale di Spazzavento, 1320-30 (Archivio Diocesano, Pistoia); Don Simone Camaldolese, Graduale 487/100, 1405 circa (Archivio Capitolare, Pistoia); Maestro dell’Antifonario di San Giovanni Fuorcivitas, Antifonario 488/100, 1340 circa (Archivio Capitolare, Pistoia); Maestro della Cappella Bracciolini, Crocifissione e santi, 1424 (Chiesa Cattedrale, Pistoia); Taddeo Gaddi, Polittico, 1353 circa (Chiesa di San Giovanni Fuorcivitas, Pistoia); Giovanni di Bartolomeo Cristiani, San Giovanni Evangelista e otto storie della sua vita, 1370 (Chiesa di San Giovanni Fuorcivitas, Pistoia); Guido Bigarelli, San Michele, II quarto del XIII secolo (Chiesa di San Michele in Cioncio, Pistoia).

La mostra è organizzata da Pistoia Musei, sistema museale promosso da Pistoia Musei & Cultura scrl, società strumentale di Fondazione Caript. Main Sponsor Conad Nord Ovest, partner Comune di Pistoia e Diocesi di Pistoia. Apertura: dal mercoledì alla domenica dalle 10 alle 20, il giovedì ore 10-22, chiuso lunedì e martedì. Biglietti: intero 10 euro, ridotto 7 euro. Per info www.pistoiamusei.it.

Taglia di Guglielmo Pluteo a lacunare con teste diaboliche (settimo decennio del XII secolo; marmo e serpentino nero della Valdibrana; Pistoia, cattedrale di San Zeno, cripta)
Taglia di Guglielmo, Pluteo a lacunare con teste diaboliche (settimo decennio del XII secolo; marmo e serpentino nero della Valdibrana; Pistoia, cattedrale di San Zeno, cripta)
Maestro di Sant’Alessio in Bigiano, Giudizio universale (1280-1285 circa; antifonario, Pistoia, Biblioteca Comunale Forteguerriana, Museo Civico 126, f. 2v. )
Maestro di Sant’Alessio in Bigiano, Giudizio universale (1280-1285 circa; antifonario, Pistoia, Biblioteca Comunale Forteguerriana, Museo Civico 126, f. 2v.)
Guglielmo, Visitazione e Annuncio a Zaccaria (settimo decennio del XII secolo; Marmo e mastice nero; Pistoia, Cattedrale di San Zeno, cripta)
Guglielmo, Visitazione e Annuncio a Zaccaria (settimo decennio del XII secolo; Marmo e mastice nero; Pistoia, Cattedrale di San Zeno, cripta)
Giovanni Pisano e collaboratore, Angelo che ostende la testa di san Giovanni Battista (fine XIII-inizio XIV secolo; legno di noce intagliato dipinto e dorato; Pistoia, Antico Palazzo dei Vescovi)
Giovanni Pisano e collaboratore, Angelo che ostende la testa di san Giovanni Battista (fine XIII-inizio XIV secolo; legno di noce intagliato dipinto e dorato; Pistoia, Antico Palazzo dei Vescovi)
Giovanni Pisano, Crocifisso (1300-1305 circa; legno di noce scolpito e dipinto; Pistoia, chiesa di Sant’Andrea)
Giovanni Pisano, Crocifisso (1300-1305 circa; legno di noce scolpito e dipinto; Pistoia, chiesa di Sant’Andrea)
Pacino di Bonaguida, San Bartolomeo (1330-1335 circa; Graduale; Popiglio, Museo di Arte Sacra, inv. 62, f. 181v.)
Pacino di Bonaguida, San Bartolomeo (1330-1335 circa; Graduale; Popiglio, Museo di Arte Sacra, inv. 62, f. 181v.)

Il percorso della mostra

Tra le maggiori città toscane ricche di opere d’arte, Pistoia è stata una protagonista di primo piano della cultura figurativa del tardo Medioevo; ma al suo patrimonio artistico non è stata dedicata negli ultimi decenni una mostra criticamente organizzata, forse per la mancanza di un artista di natali locali che fungesse da gloria cittadina. Tutti i grandi maestri che hanno lavorato a Pistoia tra la fine del XII secolo e gli inizi del XV sono stati artisti d’importazione, talvolta tra i più eccelsi del loro periodo. Due i motivi che li hanno attirati per lasciare alla città capolavori fondanti della storia dell’arte: onorare il culto della reliquia di san Jacopo, acquisita da Santiago di Compostela nel quinto decennio del secolo XII, e rispondere all’esigenza, dettata dall’orgoglio civico, di affermare con le arti figurative il prestigio della città di fronte ad altri centri, come Firenze, che già alla fine del Duecento rappresentavano una minaccia alla sua autonomia. Per rispondere a tali esigenze cultuali e politiche, Pistoia ha saggiato ogni aspetto della produzione artistica conseguendo altissimi livelli: dall’architettura, alla pittura, alla miniatura, alla scultura fino all’oreficeria, creando la sua immagine figurativa sul loro costante dialogare.La mostra presenta sessantotto opere a confronto, realizzate in tecniche diverse, attraverso il cui studio aggiornato intende offrire un saggio del concerto delle arti che, sullo sfondo di un capolavoro identitario quale l’Altare d’argento di san Jacopo, ha caratterizzato Pistoia proiettandola nel Medioevo in una dimensione europea.

La mostra comincia con l’arrivo della reliquia di san Jacopo, che fa di Pistoia una tappa obbligata nel cammino devozionale più importante dell’epoca, inizia il rinnovamento delle principali chiese, partendo dalla Cattedrale di San Zeno. La prima sezione espone opere del XII secolo, epoca in cui l’area pistoiese era già predisposta a incrociare linguaggi molto diversi tra loro. A fronte di dipinti contemporanei di iconica severità (Madonna con il Bambino del Museo Civico, proveniente da San Matteo) si segnala per il timbro narrativo e i colori luminosi il frammento qui esposto (Fuga in Egitto), appartenente all’antica decorazione ad affresco della cripta della Cattedrale. Affinità espressive con l’affresco della Fuga in Egitto caratterizzano le miniature della spettacolare Bibbia proveniente dalla Cattedrale (Roma, Biblioteca Casanatense), testimone della ricchezza e del prestigio dei canonici di San Zeno. Si passa poi al Duecento, secolo d’oro della città, durante il quale Pistoia si è conquistata un ruolo da protagonista nel panorama delle arti figurative a livello internazionale. Sebbene politicamente debole, anche per le modeste dimensioni del suo territorio, la città aveva rapporti con le principali piazze commerciali europee. È un’epoca in cui sono presenti grandi artisti: il Maestro della Croce 434 degli Uffizi, il quale con la collaborazione del Maestro di Santa Maria Primerana dipinge una delle prime tavole agiografiche di san Francesco (Pistoia, Museo Civico), Andrea di Jacopo d’Ognabene, probabile autore nel 1287 del primo nucleo dell’Altare d’argento di san Jacopo, e anche Nicola Pisano, forse chiamato a Pistoia dai frati Minori subito dopo il 1270 per erigere il sepolcro di un importante presule, Filippo arcivescovo di Ravenna. E poi ancora fra’ Guglielmo, e il fiorentino Coppo di Marcovaldo, impegnato nella decorazione della cappella di San Jacopo, e che trova un valido seguace pistoiese in Manfredino di Alberto, il presunto autore degli affreschi dell’abside di Santa Maria a Ripalta e di San Bartolomeo in Pantano, influenzato da Cimabue e affermatosi a Genova nell’ultimo decennio del Duecento.

Si passa poi all’inizio del Trecento, quando Giovanni Pisano realizza il pergamo della chiesa di Sant’Andrea, un capolavoro assoluto del Medioevo europeo in cui attua la sintesi tra concezione dottrinale, struttura compositiva e stile. A Pistoia, Giovanni Pisano lascia anche due Crocifissi “in piccolo” (Sant’Andrea, Santa Maria a Ripalta), a sigillo della sua presenza, e l’Angelo con la testa del Battista (già nel Battistero), tutti esposti in mostra. In pittura il panorama artistico assai diversificato è popolato da personalità di notevole livello e originalità. La figura autoctona che eccelle è il Maestro del 1310, che si confronta con l’altrettanto originale frescante del presbiterio di San Giovanni Fuorcivitas. Eco della soggezione politica a Firenze è la presenza di Lippo di Benivieni, che, interprete personalissimo del giottismo, lascia in città il Compianto su Cristo morto, uno dei massimi capolavori del primo Trecento fiorentino, esposto nella sezione del Museo Civico del percorso della mostra. Anche nel campo della miniatura, le testimonianze puntano in direzione di Firenze. Ne è referente privilegiato la bottega dell’artista leader nella produzione libraria fiorentina, Pacino di Bonaguida, che nel Graduale di Popiglio (Museo di Arte Sacra) offre una versione elegante del suo composto classicismo figurativo. Sulla scia degli svolgimenti fiorentini si colloca anche l’importante Maestro della Maestà civica di Pistoia, presente con il giovanile polittico della Pinacoteca di Empoli. La scultura ha il suo decennio d’oro tra il 1330 e il 1340; vi concorrono la costruzione in fieri del Battistero e il ritrovamento del corpo del vescovo Atto.

Il processo di assoggettamento politico, commerciale e culturale della città a Firenze era giunto a maturazione sin dall’ultimo scorcio del Duecento: fu sancito in maniera altamente simbolica nel 1296 dal nuovo Statuto del Podestà redatto direttamente dal governo fiorentino. Tuttavia, è dal secondo quarto del Trecento che la pittura fiorentina afferma la sua preminenza nel panorama artistico cittadino. Lo stesso Giovanni di Bartolomeo Cristiani, principale protagonista autoctono, oltre ad avere intrattenuto secondo i documenti d’archivio a noi noti un rapporto di collaborazione con Nardo di Cione, svolse la sua attività soprattutto in riferimento ai fatti artistici fiorentini. La presenza in mostra di Pietro Lorenzetti con la Madonna col Bambino in trono e angeli degli Uffizi, proveniente dalla chiesa di San Francesco a Pistoia, sembra tenere alto l’interesse nei riguardi degli artisti senesi, ma in realtà la scena artistica è dominata ormai dai fiorentini, per l’attività intensa nella decorazione ad affresco dei seguaci diretti di Maso di Banco, Alesso di Andrea e Bonaccorso di Cino. Poco dopo la metà del secolo, Taddeo Gaddi (polittico di San Giovanni Fuorcivitas, in mostra) afferma il definitivo predominio culturale fiorentino, divulgato poi in città dall’attività di Niccolò di Tommaso, ed esteso anche nel campo dell’illustrazione libraria. La perdita dell’autonomia politica e la definitiva sottomissione a Firenze nel 1402 fanno da sfondo alla stagione del Tardogotico, che a Pistoia si afferma con caratteri distintivi, nel panorama della pittura toscana tra XIV e XV. Il protagonista della scena artistica cittadina nella seconda metà del Trecento, Giovanni di Bartolomeo Cristiani, ripropone nell’ultimo decennio del secolo il suo linguaggio delicato nel trittico conservato nel Museo Diocesano di Milano ed esposto in mostra, eseguito in collaborazione con Nanni di Jacopo, che fu probabilmente suo allievo. Se l’accostamento di Nanni di Jacopo alle suggestioni tardogotiche si coglie soprattutto nella brillantezza cromatica o nella preziosità dei tessuti che ornano i suoi dipinti, il rinnovamento pittorico è promosso con maggiore convinzione da Antonio Vite. Autore di raffigurazioni vivacemente espressive, negli anni intorno al 1390 Antonio Vite apre la strada che condurrà alla piena affermazione dei fermenti tardogotici, il cui maggiore interprete è un artista di più giovane generazione, il Maestro della Cappella Bracciolini.

La mostra prosegue al Palazzo Comunale, con un focus sulla Maestà Civica, il grande affresco al piano terra del palazzo, con la Madonna e il Bambino in trono fra sei angeli e i santi Giovanni Battista, Giacomo il Maggiore (oppure san Bartolomeo), Zeno e Giovanni evangelista (?), una delle testimonianze più rilevanti della pittura monumentale a Pistoia nella prima metà del XIV secolo, e con la sezione al primo piano, nella quale si possono ammirare alcune delle opere fondamentali per gli svolgimenti artistici a Pistoia dal XIII al XV secolo, come la splendida formella scolpita da Nicola Pisano con le Stimmate di san Francesco, molto probabilmente per il monumento funebre del vescovo Filippo da Pistoia nella primitiva chiesa francescana della città, insieme alla pala cuspidata con San Francesco e otto storie della sua vita dipinta per la medesima chiesa dal Maestro della Croce 434 degli Uffizi, e al succitato Compianto su Cristo morto di Lippo di Benivieni, capolavoro di questo grande e originalissimo giottesco fiorentino dipinto per la chiesa degli Umiliati.

Pietro Lorenzetti, Madonna in trono col Bambino e otto angeli, dettagli (1340; tempera su tavola; Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria delle Statue e delle Pitture)
Pietro Lorenzetti, Madonna in trono col Bambino e otto angeli, dettagli (1340; tempera su tavola; Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria delle Statue e delle Pitture)
Taddeo Gaddi, Polittico di San Giovanni Fuorcivitas: Madonna col Bambino e cherubini; San Giacomo Maggiore, San Giovanni Evangelista, San Pietro, San Giovanni Battista; Annunciazione e Cristo Benedicente; santi apostoli (1350-1353 circa; oro e tempera su tavola; Pistoia, chiesa di San Giovanni Fuorcivitas)
Taddeo Gaddi, Polittico di San Giovanni Fuorcivitas: Madonna col Bambino e cherubini; San Giacomo Maggiore, San Giovanni Evangelista, San Pietro, San Giovanni Battista; Annunciazione e Cristo Benedicente; santi apostoli (1350-1353 circa; oro e tempera su tavola; Pistoia, chiesa di San Giovanni Fuorcivitas)
Romolo di Senuccio Salvi, Reliquiario della Croce (poi della Vergine) (1379-1383; argento sbalzato, cesellato inciso e dorato, con parti a fusione, cristallo di rocca; Pistoia, Antico Palazzo dei Vescovi)
Romolo di Senuccio Salvi, Reliquiario della Croce (poi della Vergine) (1379-1383; argento sbalzato, cesellato inciso e dorato, con parti a fusione, cristallo di rocca; Pistoia, Antico Palazzo dei Vescovi)
Maestro della croce n. 434, San Francesco e otto storie della sua vita (1250-1260 circa; tempera su tavola; Pistoia, Museo Civico)
Maestro della croce n. 434, San Francesco e otto storie della sua vita (1250-1260 circa; tempera su tavola; Pistoia, Museo Civico)
Nicola Pisano, San Francesco riceve le stimmate (inizi ottavo decennio del secolo XIII; marmo; Pistoia, Museo Civico, inv. 1975, n. 9)
Nicola Pisano, San Francesco riceve le stimmate (inizi ottavo decennio del secolo XIII; marmo; Pistoia, Museo Civico, inv. 1975, n. 9)
Lippo di Benivieni, Compianto su Cristo morto (1310 circa; tempera su tavola; Pistoia, Museo Civico)
Lippo di Benivieni, Compianto su Cristo morto (1310 circa; tempera su tavola; Pistoia, Museo Civico)

Le dichiarazioni

“La conservazione, la valorizzazione e la promozione del patrimonio artistico e culturale locale, così come dei suoi elementi identitari e distintivi, sono tra i principali obiettivi che caratterizzano l’azione della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia”, dichiara il presidente Lorenzo Zogheri. “Ed è anche attraverso l’attività del suo sistema museale (gestito dalla società strumentale Pistoia Musei & Cultura scrl e diretto da Monica Preti) che il nostro ente persegue queste finalità, sostenendo con convinzione un progetto importante e impegnativo, nato dalla volontà di offrire alla città, ai suoi abitanti e ai visitatori un programma di iniziative culturali articolato e attrattivo, affinché Pistoia possa mettere in luce e far conoscere il suo straordinario patrimonio artistico. Sul solco di questo percorso si inserisce Medioevo a Pistoia. Crocevia di artisti fra Romanico e Gotico, una mostra importante che, per la prima volta, racconta al pubblico l’eccezionale contesto artistico che caratterizzò la città tra Duecento e Trecento: un periodo di grande splendore conseguente anche all’importante scelta strategica compiuta dal vescovo Atto nel secolo precedente, che con la decisione di portare a Pistoia la reliquia di san Jacopo riuscì a stabilire l’equilibrio e l’alleanza fra potere politico e religioso, aumentando la floridezza economica della città grazie al notevole afflusso dei pellegrini che vi arrivavano per venerare il santo”.

“L’obiettivo dei curatori della mostra”, sottolinea Monica Preti, direttrice di Pistoia Musei, “è stato quello di presentare un quadro critico della storia delle arti a Pistoia dal XII agli inizi del XV secolo sullo sfondo del culto tributato a san Jacopo. A questo scopo si sono fondati su una storiografia che si è andata molto arricchendo, negli ultimi anni, pur senza mai tradursi in un’impresa espositiva quale quella testimoniata da questo catalogo. Eppure, Pistoia nel Medioevo aveva assunto un ruolo di primo piano nel campo delle arti figurative, tale da permettere alla città di confrontarsi degnamente già dalla seconda metà del Duecento – per l’importanza dei propri monumenti e la qualità dei relativi arredi – con i centri maggiori della Toscana, in un contesto molto competitivo. Del resto, fortemente proiettata in una dimensione extra-locale era stata tutta la politica del vescovo Atto che nel 1140, per ricomporre i conflitti che ne minavano l’autorità, non esitò a portare a Pistoia una reliquia del corpo dell’apostolo Jacopo da Compostela, sigillo della devozione civica e primo impulso dell’inserimento cittadino nella rete dei principali percorsi di pellegrinaggio, con tutte le conseguenze religiose, economiche, artistiche che questo comportava. Le opere riunite in questa occasione, anche grazie a importanti prestiti nazionali e internazionali, si rivelano tanto più interessanti per la densa trama di relazioni che le legano (per appartenenza o varie affinità) ai capolavori conservati nelle chiese e nei musei pistoiesi. La mostra (che ha il suo nucleo nelle sale dell’Antico Palazzo dei Vescovi a cui si affianca una sezione presso il Museo Civico di Arte Antica) diviene così il fulcro di un dialogo a più voci che coinvolge tutti i monumenti medievali della città e del suo vasto territorio, proiettandosi su più percorsi che ci si augura potranno concorrere a far riscoprire il tessuto figurativo di uno dei centri più importanti del Medioevo italiano, caratterizzato da scelte cultuali e culturali di respiro europeo”.

“L’Amministrazione Comunale”, afferma il sindaco Alessandro Tomasi, “non poteva che accogliere con grande soddisfazione e concreto spirito collaborativo un evento di tale rilevanza, realizzato da Pistoia Musei e volto altresì ad acclarare il ruolo di primo piano assunto nel Medioevo dalla città nel campo delle arti figurative. Oltre che con il prestito di sei opere, trasferite temporaneamente dal Museo Civico e dalla Biblioteca Forteguerriana nelle sale dell’Antico Palazzo dei Vescovi, attraverso uno specifico accordo di collaborazione si è voluto contribuire all’organizzazione e alla promozione della mostra collegando idealmente alla sede espositiva principale i capolavori della prima sala del Museo Civico (dalla formella di Nicola Pisano con le Stimmate di san Francesco alla maestosa pala francescana, dai fondi oro di Lippo di Benivieni e del Maestro del 1310 alle due tavole di Mariotto di Nardo e Rossello di Jacopo Franchi provenienti da Giaccherino, che sono tutti specchi fedeli, visibili immagini della storia artistica della città proprio nel periodo delineato dalla mostra) e la sala al pianoterra del Palazzo Comunale, in cui è collocato il grande affresco del Maestro della Maestà Civica di Pistoia; ma anche partecipando alla realizzazione dell’agile pubblicazione che illustra alcuni itinerari alla scoperta dell’arte medioevale pistoiese disseminata in città”.

“Questa mostra”, evidenzia monsignor Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia, “vuole proprio far memoria di questo medioevo pistoiese d’arte e cultura, nel quale gli splendori dei fondi oro, le lavorazioni minuziose e raffinate delle oreficerie, il modellato delle sculture e la fantasiosa ricchezza decorativa dei manoscritti sono messi a servizio soprattutto della fede e della sua verità. E lo fa in parte anche in quella mirabile cornice architettonica data dalle splendide chiese edificate in quel ’tempo di mezzo’ e che ancora oggi rendono splendida la città”.

“Valorizzare il patrimonio artistico e culturale del nostro paese è il miglior modo per essere vicini alla comunità. Per noi di Conad Nord Ovest”, sottolinea il direttore generale Adamo Ascari, “essere impresa nella comunità, radicata nel territorio in cui opera quotidianamente con i propri Soci, vuol dire creare valore, condividere e promuovere le eccellenze del nostro territorio e tutelare le nostre tradizioni. Con convinzione sosteniamo questo importante progetto che nasce con l’idea di rendere vivo e valorizzare lo straordinario patrimonio artistico e culturale di Pistoia con iniziative di partecipazione e arricchimento personale, offrendo esperienze rilevanti per l’intera comunità. Il panorama delle arti a Pistoia dal XII agli inizi del XV secolo rappresenta un patrimonio prezioso che per la prima volta racconterà al pubblico, come in un unico concerto, il ruolo di primo piano assunto nel Medioevo dalla città nel campo delle arti figurative”.

“Tra le maggiori città toscane ricche di opere d’arte, Pistoia è stata una protagonista di primo piano della cultura figurativa del tardo Medioevo”, spiegano i curatori. “In un periodo storico come quello attuale in cui imperversano le mostre, nessuna esposizione, dopo quella risalente al 1950, era stata organizzata per riconsiderarne il patrimonio artistico nei suoi vari aspetti, alla luce del bilancio critico di studi fondanti che non si sono mai interrotti. L’esigenza cittadina di confrontare visivamente le sue opere d’arte non è mai scattata forse perché a Pistoia è mancato un artista locale in cui potesse riconoscersi, celebrandolo con uno sguardo al suo passato e uno alla sua eredità. O forse perché la città stessa si è presentata nei secoli, e soprattutto nel Medioevo, come un laboratorio di esperienze artistiche in tutti i campi della storia dell’arte, profondamente motivato da ragioni cultuali e politiche. Tutti i grandi maestri che hanno lavorato a Pistoia tra la fine del XII secolo e gli inizi del XV sono stati artisti d’ importazione, talvolta tra i più eccelsi del loro periodo. Due i motivi che li hanno attirati per lasciare alla città capolavori fondanti della storia dell’arte: onorare il culto della reliquia di san Jacopo, acquisita da Santiago di Compostela nel quinto decennio del secolo XII, e rispondere all’esigenza, dettata dall’orgoglio civico, di affermare con le arti figurative il prestigio della città di fronte ad altri centri, come Firenze, che già alla fine del Duecento rappresentavano una minaccia alla sua autonomia. Nonostante la presenza di grandi personalità della scultura, della pittura, della miniatura e dell’oreficeria, che singolarmente hanno creato capolavori assoluti, paradigmatici nella manualistica storico-artistica, Pistoia si connota per aver valorizzato allo stesso livello ogni espressione artistica. Dal catalogo della mostra e dalla mostra stessa emerge il concerto delle arti che la città ha perseguito, dal momento che ogni manufatto artistico sembra essere nato principalmente per due ragioni: la consapevolezza di acquisire prestigio con l’opera d’arte e la volontà di creare il capolavoro in funzione della celebrazione dei segni tangibili del culto cittadino verso san Jacopo, divenuti un segno distintivo dell’identità di Pistoia. I curatori, avvertita questa peculiarità, si sono proposti come obiettivo quello di far dialogare le arti in maniera paritetica, giungendo a un bilancio storico critico aggiornato sulla base di una ricerca condotta in sincronia tra metodo filologico di puntualizzazione attributiva, per la corretta comprensione delle opere, e metodo storico per il loro inquadramento interpretativo”.

Medioevo a Pistoia, per la prima volta una grande mostra sull'arte medievale nel pistoiese
Medioevo a Pistoia, per la prima volta una grande mostra sull'arte medievale nel pistoiese


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