Archeologia salvata: nel Chianti in mostra reperti etruschi recuperati da scavi clandestini


Fino al 6 gennaio 2026 il Museo Archeologico del Chianti ospita la mostra “Archeologia salvata: i primi Etruschi a Fonterutoli”, evento inaugurale del progetto “Etruschi 85/25”. Esposti oltre 130 reperti recuperati da scavi clandestini, testimonianza di una necropoli intatta.

Castellina in Chianti ospita fino al 6 gennaio 2026, nelle sale del Museo Archeologico del Chianti, la mostra Archeologia salvata: i primi Etruschi a Fonterutoli, un percorso che restituisce al pubblico reperti di straordinario valore recuperati da uno scavo clandestino. La rassegna ha inaugurato il programma Progetto Etruschi 85/25, promosso dalla Regione Toscana a quarant’anni dalla prima iniziativa del 1985, che segnò una svolta nel modo di comunicare e vivere l’archeologia etrusca.

L’apertura ufficiale è stata preceduta, lo scorso giugno, da una conferenza del giornalista e scrittore Fabio Isman, tra i maggiori esperti di traffici illeciti di opere d’arte. Con il titolo L’arte e l’archeologia razziate, Isman ha portato a Castellina un racconto documentato di inchieste e battaglie condotte per denunciare il saccheggio del patrimonio culturale italiano, introducendo così il tema che sta alla base della mostra: il recupero di beni trafugati e la difesa del diritto collettivo alla memoria storica.

Il fulcro dell’esposizione è costituito da oltre 130 reperti in bronzo sottratti agli scavi illegali nei pressi di Fonterutoli (frazione di Castellina in Chianti, provincia di Siena), recuperati grazie alla collaborazione fra volontari, istituzioni e forze dell’ordine. A fine 2024 il Gruppo Archeologico Salingolpe, associazione attiva da decenni sul territorio, segnalò i segni di un intervento clandestino. L’allarme permise l’immediato intervento dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Firenze e della Soprintendenza Archeologica di Siena, che riuscirono a bloccare la dispersione dei materiali sul mercato nero.

Il Museo Archeologico di Castellina in Chianti. Foto: Daniela Neri
Il Museo Archeologico di Castellina in Chianti. Foto: Daniela Neri

Il successivo lavoro di indagine, condotto con il contributo dell’Università di Siena e con la collaborazione della famiglia Mazzei, proprietaria del terreno, ha rivelato l’esistenza di una necropoli fino ad allora sconosciuta, databile tra la fine dell’VIII e l’inizio del VII secolo a.C. Due tombe intatte, una maschile e una femminile, hanno restituito fibule, ornamenti e oggetti d’uso che documentano rituali funerari e abilità artigianali di un’epoca in cui il Chianti era già strettamente legato a Volterra, uno dei principali centri etruschi.

L’operazione rappresenta un caso esemplare di “archeologia salvata”: non soltanto la restituzione di reperti alla comunità, ma anche la dimostrazione del valore di una tutela condivisa, resa possibile dall’impegno congiunto di cittadini, enti locali e autorità nazionali. La mostra di Castellina mette in scena questa storia, rendendo visibile il lavoro collettivo che ha permesso di trasformare un tentativo di depredazione in un’opportunità di conoscenza.

Il Museo Archeologico del Chianti, che da anni è punto di riferimento per la valorizzazione del patrimonio locale, assume così un ruolo centrale nel nuovo corso avviato dalla Regione Toscana. Con il Progetto Etruschi 85/25, la Regione intende rilanciare a livello regionale una stagione di eventi, laboratori e strumenti digitali che portino la civiltà etrusca fuori dalle sole sedi accademiche, consolidando l’eredità del programma inaugurato nel 1985. Allora l’obiettivo fu quello di “portare gli Etruschi fuori dalle stanze degli studiosi”, trasformando l’archeologia in un elemento di identità e creatività contemporanea. Oggi, a distanza di quarant’anni, la prospettiva si rinnova con un approccio partecipativo che mette al centro la collaborazione tra musei, scuole, associazioni e cittadini.

Castellina, con la mostra sui reperti di Fonterutoli, diventa uno degli avamposti simbolici di questo progetto. La rassegna non si limita a esporre oggetti, ma propone un racconto integrato che unisce la storia del recupero alle nuove frontiere della comunicazione digitale. Attraverso laboratori didattici, conferenze e percorsi narrativi disponibili sul portale regionale della cultura, il pubblico potrà approfondire i legami fra il territorio del Chianti e la civiltà etrusca, riscoprendo un passato che continua a parlare al presente.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraArcheologia salvata: i primi Etruschi a Fonterutoli
CittàCastellina in Chianti
SedeMuseo Archeologico del Chianti
DateDal 27/06/2025 al 06/01/2026
TemiToscana, Arte etrusca, Archeologia, Etruschi

La consultazione di questo articolo è e rimarrà sempre gratuita. Se ti è piaciuto o lo hai ritenuto interessante, iscriviti alla nostra newsletter gratuita!
Niente spam, una sola uscita la domenica, più eventuali extra, per aggiornarti su tutte le nostre novità!

La tua lettura settimanale su tutto il mondo dell'arte

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER


Commenta l'articolo che hai appena letto






Per inviare il commento devi accedere o registrarti.
Non preoccuparti, il tuo commento sarà salvato e ripristinato dopo l’accesso.



MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte