Al Museo degli Innocenti di Firenze una grande mostra su Alphonse Mucha, padre dell'Art Nouveau


Il Museo degli Innocenti di Firenze accoglierà quest’autunno una grande mostra dedicata al padre dell’Art Nouveau, Alphonse Mucha. Saranno esposte oltre duecento opere per accompagnare i visitatori in un viaggio nella Belle Époque.

Dal 27 ottobre 2023 al 7 aprile 2024 il Museo degli Innocenti di Firenze accoglie la mostra Alphonse Mucha. La seduzione dell’Art Nouveau, a cura di Tomoko Sato con la collaborazione di Francesca Villanti, prodotta da Arthemisia, organizzata in collaborazione con la Fondazione Mucha e In Your Event by Cristoforo e con il patrocinio del Comune di Firenze e dell’Ambasciata della Repubblica Ceca.

Esposte quasi duecento opere per accompagnare i visitatori in un viaggio nella Belle Époque, quando Parigi, tra fine Ottocento e inizio Novecento, è al centro del mondo e Alfons Mucha (Ivančice, 1860 – Praga, 1939) è uno degli artisti più rinomati, anche grazie all’incontro con Sara Bernhardt, l’attrice più famosa dell’epoca che affida a Mucha la sua immagine facendolo diventare popolarissimo. Le sue opere, le sue illustrazioni, i poster teatrali e la nascente pubblicità sono accessibili a tutti. Nasce con lui una nuova forma di comunicazione: la bellezza di fanciulle in fiore, ritratte in una commistione tra sacro e profano, voluttuose e seducenti figure, rappresentate con uno stile compositivo unico, sono diventate caratteristiche del famoso “stile Mucha”. Le aziende se lo contendono per pubblicizzare i loro prodotti: famose sono le campagne pubblicitarie dello champagne Moët & Chandon, delle sigarette, della birra, dei biscotti e dei profumi. Mucha però non dimentica l’impegno patriottico e sociale. Nel 1910 torna a Praga e si dedica per quasi venti anni a quello che è considerato il suo più grande capolavoro, l’Epopea slava, opera colossale composta da venti enormi tele in cui racconta i principali avvenimenti della storia slava. Mucha morirà a Praga nel 1939.

Con il patrocinio del Comune di Firenze e dell’Ambasciata della Repubblica Ceca, la mostra è organizzata in collaborazione con la Fondazione Mucha e In Your Event by Cristoforo ed è curata da Tomoko Sato in collaborazione con Francesca Villanti. La mostra vede come sponsor Generali Valore Cultura, partner Mercato Centrale Firenze, I Gigli, Samsonite e Unicoop Firenze, mobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale, media partner QN La Nazione, educational partner Laba, technical support Mucha Trail e Prague City Tourism. Con la mostra Alphonse Mucha. La seduzione dell’Art Nouveau riparte anche il progetto “L’Arte della solidarietà” realizzato da Arthemisia con Komen Italia, charity partner della mostra. Unire l’arte con la salute, la bellezza con la prevenzione: è questa l’essenza di un progetto che vede il colore rosa della Komen Italia fondersi con i capolavori esposti nelle mostre. Nel concreto, una parte degli incassi provenienti dalla vendita dei biglietti di ingresso della mostra verrà devoluta da Arthemisia per la realizzazione di specifici progetti di tutela della salute delle donne. Con questa partnership Komen Italia chiude ottobre, mese della prevenzione, e si prepara al grande evento nazionale per festeggiare il suo 25esimo anno della “Race for the cure” il prossimo maggio 2024.

Alfons Mucha, Gismonda (1894; Litografia a colori, 216x74,2 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Gismonda (1894; Litografia a colori, 216x74,2 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Médée (1898; Litografia a colori, 206x76 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Médée (1898; Litografia a colori, 206x76 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Moët & Chandon: Champagne White Star (1899; Litografia a colori, 60x20 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Moët & Chandon: Champagne White Star (1899; Litografia a colori, 60x20 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Le Pater (1899; Frontespizio del volume illustrato, 41x31 cm) Layout, illustrazioni e testi di Mucha, edito da H. Piazza et Cie, Paris © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Le Pater (1899; Frontespizio del volume illustrato, 41x31 cm) Layout, illustrazioni e testi di Mucha, edito da H. Piazza et Cie, Paris © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Lance Perfum “RODO” (1896; Litografia a colori, 44,5x32 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Lance Perfum “RODO” (1896; Litografia a colori, 44,5x32 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Nestlé's Food for Infants (1897; Litografia a colori, 72x34,5 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Nestlé’s Food for Infants (1897; Litografia a colori, 72x34,5 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Les Amants (1895; Litografia a colori, 106,5x137 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Les Amants (1895; Litografia a colori, 106,5x137 cm) © Mucha Trust 2023

Il percorso dell’esposizione, tematico e cronologico, presenta manifesti, libri, disegni, olii e acquarelli, oltre a fotografie, gioielli, opere decorative, che permettono al visitatore di approfondire la complessità e l’eclettismo di Alphonse Mucha accanto a un nucleo di opere italiane che raccontano il contesto dell’evoluzione dello stile Art Nouveau in Italia. Questa mostra vuole mettere in luce, oltre al suo talento, il grande lavoro di ricerca e riflessione che ha accompagnato l’evolversi della sua arte, senza mai perdere di vista l’attaccamento alla sua terra d’origine, per la cui indipendenza lotterà tutta la vita. Mucha credeva che l’arte non dovesse limitarsi a essere piacevole alla vista: doveva comunicare un messaggio spirituale, elevare gli spettatori e soprattutto parlare a tutte le persone. Mucha, con un linguaggio influenzato dai Preraffaelliti, dalle xilografie giapponesi, dalla bellezza della natura, dalla decorazione bizantina e da quella slava, si fa portavoce della modernità. È un’arte nuova anche nella progettazione, partendo dall’osservazione della natura, Mucha si avvale delle nuove conoscenze scientifiche, quelle che definirà “teorie su come incantare”, i meccanismi della percezione visiva (occhio-nervi- cervello). E, allo scopo di determinare quali siano le forme e le linee più piacevoli, suggerisce di apprendere dalle strutture organiche della natura la legge delle proporzioni equilibrate: “La natura visibile, che cogliamo attraverso gli occhi, ci circonda di forme ricche e armoniose. La meravigliosa poesia del corpo umano e di quello animale, e la musica di linee e colori che promana da fiori, foglie e frutti, sono le più evidenti maestre per lo sguardo e per il gusto”. A complemento dell’esposizione, una sezione dedicata allo sviluppo del nuovo linguaggio artistico nel nostro Paese: un omaggio al fiorentino Galileo Chini, uno dei protagonisti dell’Art Nouveau in Italia.

La mostra è suddivisa in sei sezioni: la prima, intitolata Donne, Icone e Muse, vede le donne al centro. Belle, voluttuose, sensuali e allo stesso tempo innocenti, l’antitesi dell’immagine della donna decadente e pericolosa raffigurata dagli artisti tardoottocenteschi. Proprio ad una donna, Sarah Bernhardt, la celeberrima attrice parigina, si deve la nascita dello “stile Mucha”. L’artista ceco incontra la grande attrice verso la fine del 1894, quando lei gli commissiona il manifesto per promuovere la commedia teatrale “Gismonda”. Mucha in quel momento è un illustratore di libri di discreto successo, ma del tutto sconosciuto nel campo dei manifesti pubblicitari. Malgrado l’inesperienza, la Divina rimane colpita dall’originalità delle sue composizioni a grandezza naturale, un formato insolitamente alto, caratterizzato da contorni fluidi ed eleganti e da vellutati colori pastello. La potenza dell’opera di Mucha risiede soprattutto nella capacità di ritrarre l’anima dei personaggi che la Bernhardt deve interpretare, i suoi manifesti non sono semplicemente somiglianti alla sua musa ma trasmettono l’immagine che la Bernhardt aspirava a portare sul palco. Svelata sui cartelloni parigini il giorno di Capodanno del 1895, questa prima locandina per “la Divina Sarah” manda la città in visibilio. Il successo induce la Bernhardt a proporgli un contratto in esclusiva di sei anni, non solo come disegnatore ma anche come direttore artistico per le opere da lei interpretate e prodotte. Mucha realizzerà per l’attrice costumi, gioielli e scenografie, insieme ad altre sei affiche che faranno di Sarah Bernhardt un’icona imperitura. Riconoscibili, accattivanti e alla portata di tutti, i manifesti pubblicitari dell’artista ceco, definiscono lo “stile Mucha”, le cui caratteristiche ricorrenti diverranno elementi chiave dell’Art Nouveau.

Alfons Mucha, Sarah Bernhardt: La Plume (no text) (1896; Litografia a colori, 69x51 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Sarah Bernhardt: La Plume (no text) (1896; Litografia a colori, 69x51 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Chocolat Idéal (1897; Litografia a colori, 117x78 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Chocolat Idéal (1897; Litografia a colori, 117x78 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Autoritratto (1907; Pastello blu e bianco su carta, 55 x 42 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Autoritratto (1907; Pastello blu e bianco su carta, 55 x 42 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Le pietre preziose: Topazio (1900; Litografia a colori, 67,2x30 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Le pietre preziose: Topazio (1900; Litografia a colori, 67,2x30 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Le pietre preziose: Ametista (1900; Litografie a colori, 67,2x30 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Le pietre preziose: Ametista (1900; Litografie a colori, 67,2x30 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Le pietre preziose: Rubino (1900; Litografia a colori, 67,2x30 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Le pietre preziose: Rubino (1900; Litografia a colori, 67,2x30 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Le pietre preziose: Smeraldo (1900; Litografia a colori, 67,2x30 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Le pietre preziose: Smeraldo (1900; Litografia a colori, 67,2x30 cm) © Mucha Trust 2023

La seconda sezione, La cultura bretone, approfondisce il tema dell’arte come espressione dell’identità culturale e ideologica di un popolo: Mucha stesso si ritrae frequentemente con indosso la camicia ricamata della tradizione nazionale, simbolo dell’unità slava. Le sue opere sono dominate da elementi della madrepatria, li si ravvisa sotto forma di abiti di foggia slava, di motivi floreali e botanici ispirati all’arte e all’artigianato della Moravia, nei motivi circolari che ricordano le aureole, nelle curve e nei temi geometrici tipici delle chiese barocche ceche. Mucha infonde nuova vita ai simboli antichi e ai motivi decorativi integrandoli in un contesto squisitamente ceco. Per Mucha i motivi ornamentali sono alfabeti di lingue visive destinati a evolversi e a portare un messaggio universale di unione tra il passato, il presente e il futuro. Negli anni che trascorre in Francia, l’artista riconosce una profonda affinità tra la cultura popolare ceca e quella celtica, si appassiona all’arte e la cultura tradizionale bretone e si avventura spesso in Bretagna per osservarla da vicino. I viaggi di Mucha in Bretagna di questo periodo sono documentati dai numerosi schizzi e fotografie dei paesaggi e della cultura popolare locali, e in particolare dei diversi stili decorativi e costumi popolari tipici della regione. Le folkloristiche immagini bretoni sono soggetti iconici di molti altri pittori, tra cui Paul Gauguin, con cui Mucha stringe un profondo legame. L’amicizia tra i due continuerà fino alla definitiva partenza di Gauguin per Tahiti.

La terza sezione è dedicat ai Manifesti pubblicitari. Nell’arco di vent’anni Mucha disegna e realizza circa centoventi manifesti, molti dei quali sono considerati oggi vere e proprie icone dell’Art Nouveau. L’artista ceco diventa il principale esponente della cartellonistica, nonché il grafico più richiesto e copiato della Parigi di fine secolo. Arte e pubblicità hanno, secondo Mucha, l’obiettivo comune di trasmettere al pubblico un messaggio, non importa che sia un messaggio per un prodotto commerciale o un messaggio sacrale, religioso o storico. L’attività pubblicitaria rappresenta per l’artista il terreno ideale dove sperimentare nuove modalità di comunicazione efficaci. Bevande alcoliche, champagne, birre liquori, o detersivi, profumi, biciclette, sigarette, l’oggetto reclamizzato passa in secondo piano, protagonista è sempre una fanciulla idealizzata ed elegante. Ieratiche figure femminili incorniciate da dinamici contorni grafici evocano atmosfere seducenti, con il loro sorriso ammaliante e lo sguardo fascinatore invogliano lo spettatore a entrare nel loro mondo. Queste figure femminili rappresentano la bellezza, la grazia e l’eleganza, suscitando la sensazione che i prodotti offerti arrivino dal cielo, portati da vergini sacre. Anche i colori sono innovativi, per lo più scelti tra i toni pastello con sfumature delicate e creano un impatto visivo notevole. Mucha dispone le immagini su più piani prospettici, sovrappone diversi strati decorativi ognuno con dettagli intricati. Questa sovrapposizione di strati contribuisce alla complessità visiva delle sue opere, creando una sensazione di profondità.

La quarta sezione s’intitola Epopea slava: nel 1910 Mucha ritorna in patria, dopo venticinque anni di assenza, per realizzare il sogno di una vita: servire la patria con la propria arte. Durante uno dei suoi numerosi viaggi negli Stati Uniti, conosce Charles Richard Crane, un ricco uomo d’affari, slavofilo entusiasta che si appassiona alla sua visione di una nuova Europa e decide di sostenerlo economicamente. Da quel momento Mucha potrà dedicarsi liberamente alla creazione dell’Epopea slava, un monumentale capolavoro con un messaggio messianico che invita il popolo slavo a imparare dalla storia per poter progredire verso il futuro e la libertà. Negli stessi anni si occupa di altri progetti pubblici, tra cui la decorazione degli interni del municipio di Praga, il disegno di una vetrata artistica per la cattedrale praghese di San Vito e i poster per i raduni ginnici panslavi del movimento Sokol. L’arista ceco continua a sviluppare “lo stile Mucha” come linguaggio visivo universale, la donna resta l’elemento centrale, diventa un’icona spirituale rivestita in abiti cerimoniali tradizionali “l’anima della nazione” che ispira e unisce i popoli slavi. Tra i più begli esempi di queste ultime opere c’è il dipinto conclusivo del ciclo, Apoteosi: slavi per l’umanità. In questa elaborata composizione, Mucha esprime la propria visione della storia slava come un movimento a spirale, in cui gli eventi storici del passato circondano la condizione dei popoli slavi dopo la vittoria del 1918. Da quest’ultimo evento celebrativo si irradiano le linee curve di nastri e arcobaleni che conducono lo sguardo dell’osservatore verso la futura apoteosi. I popoli slavi contribuiranno in maniera significativa al progresso e alla pace dell’umanità, simboleggiati dalla figura di un giovane in fiore e dalla luce abbagliante della speranza protetta da una giovinetta in bianco.

La quinta sezione è Lo stile Mucha: l’avvento del modernismo porta dei cambiamenti rivoluzionari nel concetto di arte, anche la tradizionale nozione di bellezza viene messa in discussione e ampliata per accogliere idee nuove. In un periodo di grandi cambiamenti, Mucha cerca invece nell’arte un valore immutabile e universale. L’artista ceco rifiuta l’idea che l’arte possa mutare. Scrive “L’arte non può essere nuova. L’idea di arte ‘moderna’ come moda passeggera è offensiva. L’arte è eterna come il progresso dell’uomo e la sua funzione è quella di accendere di luce il cammino del mondo. L’arte si trova in costante sviluppo ed è sempre qualche passo avanti all’umanità”. È ferma convinzione dell’artista ceco che una bella opera costituisca il “simbolo del bene” e contribuisca a sollevare l’animo del pubblico, finendo col generare una società migliore. Tutto è pensato per riuscire ad arrivare alla comprensione della “bellezza”, unico modo per elevare la qualità della vita. Le forme aggraziate del corpo femminile e le sinuose linee della natura servono a guidare lo sguardo dell’osservatore verso il punto focale della composizione. Mucha predilige temi semplici e universali come le stagioni, i fiori e le ore del giorno, dei temi facilmente comprensibili anche per un pubblico non esperto, che possano così essere di ispirazione alla ricerca del bello. Le opere di Mucha, dai disegni alle stampe decorative, saranno poi riproposte in una moltitudine di forme, come calendari, cartoline e persino oggettistica, e riprodotti in molte riviste d’arte sia in Francia che all’estero, diffondendo così “lo stile Mucha” ovunque. Il suo stile, divenuto di gran moda, influenzerà tutta l’Esposizione Internazionale di Parigi del 1900.

Alfons Mucha, Ventesima mostra del “Salon des Cent” (1896; Litografia a colori, 63x43 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Ventesima mostra del “Salon des Cent” (1896; Litografia a colori, 63x43 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Bières de la Meuse (1897; Litografia a colori, 154,5x104,5 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Bières de la Meuse (1897; Litografia a colori, 154,5x104,5 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Le stagioni: Calendario per i negozi Dewez Enseignes, Parigi (1903; Litografia a colori, 49x66 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Le stagioni: Calendario per i negozi Dewez Enseignes, Parigi (1903; Litografia a colori, 49x66 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Job (1896; Litografia a colori, 66,7x46,4 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Job (1896; Litografia a colori, 66,7x46,4 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Langage des Fleurs - Plate 35 Album de la Decoration (1900 circa; Litografia a colori, 47x57 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Langage des Fleurs - Plate 35 Album de la Decoration (1900 circa; Litografia a colori, 47x57 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Disegno tessile: Donna che tiene in mano una margherita (1900; Tessuto, 60x78,5 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, Disegno tessile: Donna che tiene in mano una margherita (1900; Tessuto, 60x78,5 cm) © Mucha Trust 2023
Alfons Mucha, seduto davanti a Gismonda
Alfons Mucha seduto davanti a Gismonda

Infine, la sesta sezione è dedicata all’Art Nouveau in Italia: le innovazioni linguistiche di Mucha, rese uniche dall’inedita concezione decorativa di ispirazione naturalistica, dall’uso espressivo della linea in movimento, dalle composizioni libere e dalla fascinazione per la figura femminile, interpretano lo spirito dell’arte che si diffonde simultaneamente nelle maggiori capitali europee a partire dalla fine dell’Ottocento. Le opere dell’artista ceco incarnano i principi del grande fermento che interessa l’Europa al torno del secolo e contribuiscono a plasmare il modello stilistico dell’Art Nouveau ridefinendo il concetto di bellezza. Il movimento ritmico ed elegante delle fanciulle dai lunghi capelli svolazzanti, gli ampi panneggi vorticosi, il dinamico segno decorativo, diventano un suggestivo modello per gli artisti modernisti soprattutto nel campo della decorazione e delle arti applicate. Pur con un leggero ritardo, anche l’Italia abbraccia la necessità di dar vita a un modello stilistico e iconografico capace di interpretare la modernità contemporanea. Proprio la fanciulla etera, dai movimenti aggraziati e armoniosi, più volte immortalata da Mucha, diventa il simbolo dell’immaginario Liberty – declinazione italiana dell’Art Nouveau – nel manifesto disegnato da Leonardo Bistolfi per la Prima Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna Torino del 1902, la manifestazione che sancisce il momento dell’esplosione del nuovo linguaggio artistico moderno nel nostro Paese e di fatto rappresenta “l’ingresso ufficiale dell’Italia sulla scena europea”.

“La Fondazione Mucha”, dichiara John Mucha, presidente, “è onorata di presentare la prima grande mostra fiorentina dedicata alle opere di mio nonno Alphonse. Innanzitutto, la sede dell’esposizione suscita in noi una forte emozione personale, poiché il nonno compì un viaggio a Firenze nel 1885, subito prima di iniziare gli studi all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera. La città lo colpì enormemente, tanto che in una lettera al suo mecenate scrisse: ‘Mai in futuro potrà scemare in me l’impressione avuta dalla cupola del Duomo, sia esternamente che all’interno’. Oggi posso solo immaginare fino a che punto sarebbe orgoglioso di vedere le sue opere esposte in un edificio progettato dal Brunelleschi, e come suoi discendenti siamo entusiasti di riportarle in un luogo d’Italia che fu cruciale per la sua crescita artistica. Il Fondo e la Fondazione sono nati nel 1992 con un duplice obiettivo: conservare e promuovere il lavoro di Alphonse Mucha. A questo scopo abbiamo esposto opere provenienti dalla collezione del Fondo nella cornice di oltre novanta mostre in quattro diversi continenti, offrendo agli ammiratori di Mucha sparsi per il mondo la possibilità di condividere questo retaggio culturale unico. Allestire e curare una rassegna di questa portata comporta un grande impegno da parte di molte persone, a ciascuna delle quali va la nostra riconoscenza”.

Orari: Tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 19.00. La biglietteria chiude un’ora prima

Biglietti Mostra + Museo degli Innocenti: Intero € 16,00 audioguida inclusa, Ridotto € 14,00 audioguida inclusa (65 anni compiuti con documento, ragazzi da 11 a 18 anni non compiuti, studenti fino a 26 anni non compiuti con documento, militari e appartenenti alle forze dell’ordine, diversamente abili, giornalisti con regolare tessera dell’Ordine Nazionale, possessori card Arthemisia, dipendenti e agenti Generali e clienti Assicurazioni Generali in possesso di Dem nominali, possessori tessera Unicoop Firenze - acquistabile solo in cassa, valido tutti i giorni dal lunedì al venerdì, festivi esclusi - , possessori depliant “Mercato Centrale” dedicato alla mostra - acquistabile solo in cassa- , possessori “I Gigli Pass” - acquistabile solo in cassa), Ridotto Gruppi € 14,00 (prenotazione obbligatoria, min 7 max 20 pax, microfonaggio obbligatorio), Universitari audioguida inclusa € 12,00 (ogni lunedì escluso i festivi, per tutti gli studenti universitari senza limiti di età), Ridotto scuole € 6,00 (prenotazione obbligatoria, max 25 pax microfonaggio obbligatorio per le scuole secondarie di 1° e 2° grado), Ridotto bambini audioguida inclusa € 7,00 (bambini da 5 a 11 anni non compiuti), Ridotto Trenitalia € 12,00 (Valido esclusivamente dal lunedì al venerdì festivi esclusi, rivolto a tutti i clienti che siano in possesso di un biglietto Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca con destinazione Firenze e con data antecedente fino a n. 2 giorni l’ingresso alla mostra, il biglietto potrà essere acquistato esclusivamente presso la biglietteria della mostra; i possessori di biglietto del treno Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca che acquisteranno il biglietto alla biglietteria con il predetto sconto dovranno esibire il proprio titolo di viaggio al momento dell’ingresso alla mostra e, nel caso di mancata esibizione, dovranno corrispondere l’intero prezzo del biglietto; le riduzioni non sono cumulabili), Biglietto Open con audioguida € 18,00 (Consente lʼingresso alla mostra senza necessità di bloccare la data e la fascia oraria), Gratis per bambini fino a 5 anni non compiuti; accompagnatore o guida di gruppo prenotato (1 ogni gruppo); insegnanti in visita con alunni/studenti (2 ogni gruppo); soci ICOM (con tessera); un accompagnatore per disabile; possessori di coupon di invito; possessori di Vip Card Arthemisia; giornalisti con regolare tessera dell’Ordine Nazionale (professionisti, praticanti, pubblicisti in servizio previa richiesta di accredito da parte della Redazione all’indirizzo press@arthemisia.it); guide turistiche abilitate (previa presentazione del tesserino di abilitazione professionale). Diritti di prenotazione e prevendita: Singoli € 1,50 per persona + diritti d’agenzia, Gruppi e scuole € 1,00 per persona. Info: T. + 39 055 0981881 - www.arthemisia.it - www.museodeglinnocenti.it

Informazioni sulla mostra

Titolo mostra Alphonse Mucha. La seduzione dell'Art Nouveau
CittàFirenze
SedeMuseo degli Innocenti
DateDal 27/10/2023 al 07/04/2024
ArtistiAlphonse Mucha
CuratoriFrancesca Villanti, Tomoko Sato
TemiArt Nouveau

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