A riveder le stelle: a Padova gli artisti contemporanei omaggiano Dante e Giotto


Il Museo Eremitani di Padova omaggia Dante e Giotto con una mostra d’arte contemporanea dal titolo A riveder le stelle. Le stelle sono infatti il massimo punto di incontro tra i due pilastri della cultura trecentesca.

Dal 30 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022 il Museo Eremitani di Padova presenta la mostra d’arte contemporanea A riveder le stelle, organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, in collaborazione con The Bank Contemporary Art Collection di Antonio Menon e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. La rassegna rientra nelle celebrazioni del settecentesimo anniversario della scomparsa di Dante e la curatela è Barbara Codogno; si creerà un dialogo ideale con gli affreschi di Giotto, recentemente inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco come Padova Urbs Picta.

A riveder le stelle intende omaggiare sia Dante che Giotto, i due pilatri della cultura trecentesca portatori di una rivoluzione sia nel campo letterario che nel campo artistico, attraverso la figurazione italiana contemporanea proveniente dalla collezione bassanese The Bank Contemporary Art Collection. Sono proprio le stelle il massimo punto di incontro tra i due autori: le stelle di Giotto della Cappella degli Scrovegni e quelle invocate da Dante nell’ultimo verso dell’Inferno, quando con Virgilio, dopo aver superato le tenebre, Dante contempla il cielo stellato. 

Le atmosfere narrate da Giotto e Dante verranno evocate in mostra da circa quaranta opere, alcune delle quali realizzate appositamente per l’occasione da affermati artisti italiani conosciuti anche a livello internazionale. Tra gli altri, Agostino Arrivabene, Saturno Buttò, Alfio Giurato, Maurizio L’Altrella, Paolo Maggis, Vittorio Marella, Sergio Padovani, Alessandro Papetti, Luca Pignatelli, Desiderio Sanzi e Santiago Ydanez, esposte nelle sale per le mostre temporanee del Museo Eremitani, appena ristrutturate e riallestite. Il percorso espositivo è costituito da circa quaranta opere, alcune delle quali realizzate appositamente per l’occasione da affermati artisti italiani conosciuti anche a livello internazionale. Queste opere figurative si pongono dunque in dialogo con le tematiche esistenziali che Giotto affresca nella Cappella degli Scrovegni e con quelle tradotte da Dante nella Commedia

“Certamente è controverso il rapporto tra Giotto e Dante ed è poco probabile che si siano mai incontrati”, spiega l’assessore alla cultura del Comune di Padova Andrea Colasio. “Non meno controverso il rapporto tra Padova e Dante che invece il Poeta visitò, e che identificò nella Divina Commedia come luogo del male, mettendo tra i dannati nel Canto XVII dell’Inferno ben due padovani: il primo è proprio Reginaldo Scrovegni in quanto giudicato strozzino, il secondo Vitaliano del Dente, al quale Dante fa predire la dannazione dell’Inferno proprio allo Scrovegni. Gli strali di Dante colpiscono Padova anche per un altro importante protagonista dell’epoca, Pietro D’Abano, non favorevole al libero arbitrio e che con Giotto aveva certamente collaborato negli affreschi del Palazzo della Ragione”. 

Suddivisa in sezioni con rimandi a dettagli degli affreschi della Cappella degli Scrovegni, la mostra “non vuole essere didascalica”, spiega la curatrice, “tanto meno agiografica o passatista, piuttosto evocativa e suggestiva, rimanendo però fedele al percorso di luce tracciato sia da Dante che da Giotto e traghettando perciò lo spettatore verso il sollievo della rinascita indicata dalle stelle”.

Immagine guida della mostra, opera di Sergio Padovani (Modena, 1972), è Stelle aperte: un dipinto che, con il suo sviluppo su scala ascensionale, evoca le tre Cantiche dantesche. La croce di Giotto dialoga con La mia prima croce di Federico Guida (Milano, 1969), mentre per evocare il Giudizio Universale è stata scelta l’opera Si fece buio su tutta la terra di Nicola Nannini (Bologna, 1972). L’universo dantesco di Cerbero e delle fiere rivive nei lavori di Maurizio L’Altrella (Milano, 1972). Lucifero è protagonista di un’altra opera di L’Altrella, La bestia luminosa, ma anche dell’ironica reinterpretazione di Saturno Buttò (Venezia, 1957). Il percorso di rinascita è rappresentato da artisti che conducono nella zona di attesa del Limbo, come Alfio Giurato (Catania, 1978), Luca Pignatelli (Milano, 1962) e Alessandro Papetti (Milano, 1958), per concludere il percorso in un Paradiso dove l’azzurro di Giotto si ritrova nelle campiture assolute di Sergio Fiorentino (Catania, 1973), con i corpi che riposano insieme, finalmente pacificati, in un abbraccio consolatore.

La mostra sarà aperta al pubblico da martedì a domenica dalle 9 alle 19. Chiuso i lunedì non festivi, Natale, Santo Stefano, Capodanno.

Per info: www.padovamusei.it 

Immagine: Sergio Padovani, Stelle aperte, dettaglio (2020; olio, bitume e resina su tela, 230 x 160 cm)

A riveder le stelle: a Padova gli artisti contemporanei omaggiano Dante e Giotto
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