Dal 19 ottobre al 14 dicembre 2025 Palazzo Marchi a Parma, ospita Coltivazioni erbacee, la mostra personale di Stefano Arienti (Asola, 1961) curata da Elena Bray. L’esposizione rappresenta la prima ampia retrospettiva dedicata ai libri manipolati, un corpus centrale nella ricerca dell’artista, che per la prima volta viene presentato nella sua interezza. Il percorso espositivo attraversa l’intera carriera di Arienti e mette in luce le differenti fasi della sua sperimentazione, rivelando come un processo apparentemente minimale si traduca in una riflessione di lungo respiro sulla materia, sul linguaggio e sulla trasformazione delle forme. I libri manipolati sono opere nate da volumi già esistenti che l’artista ha scelto di modificare attraverso interventi semplici, reiterati ma precisi. Tecniche come la traforazione, la pieghettatura e la cancellazione agiscono sul libro sottraendogli la funzione originaria di oggetto di lettura per conferirgli una nuova dimensione visiva e concettuale. Arienti costruisce così un lessico personale che attraversa l’idea di ripetizione, di ritmo e di cura artigianale, fino a generare opere autonome che si collocano a metà strada tra l’oggetto e l’installazione.
La mostra si apre e si conclude con due grandi installazioni che l’artista ha realizzato negli ultimi anni e che per l’occasione sono state ripensate per gli spazi di Palazzo Marchi. Le opere creano una cornice capace di restituire continuità al percorso espositivo e allo stesso tempo di sottolineare la portata della ricerca. All’interno, le manipolazioni sui libri vengono presentate secondo un ordine che consente al visitatore di cogliere l’evoluzione tecnica e concettuale di Arienti, mostrando la varietà dei procedimenti e la coerenza di un approccio che si radica nella manualità e nella sperimentazione diretta sui materiali.
Il titolo Coltivazioni erbacee non è casuale. La curatrice ha voluto sottolineare, attraverso questa definizione, la dimensione rigenerativa del lavoro di Arienti. I libri, una volta trasformati, non sono più utilizzabili nella loro funzione primaria, ma si aprono a un nuovo orizzonte. La manipolazione diventa così una metafora di rinascita, richiamando i cicli vitali delle piante che germogliano, crescono, si trasformano e si rinnovano. Il gesto artistico assume il valore di un processo biologico che si lega a concetti di vitalità e di mutazione, stabilendo un parallelo tra natura e linguaggio visivo.
Anche la scelta di Palazzo Marchi come sede della mostra si lega a questa riflessione. L’edificio, storica residenza nobiliare nel centro di Parma, ha intrapreso negli ultimi anni un percorso di apertura al contemporaneo. La programmazione espositiva mira infatti a valorizzare lo spazio con progetti che possano rigenerarlo e rileggerlo alla luce di pratiche artistiche attuali. In questa prospettiva, l’incontro con il lavoro di Arienti assume una valenza particolare: i cicli vitali evocati dalle manipolazioni sui libri trovano corrispondenza con l’idea di un luogo che, pur custodendo secoli di storia, si offre come laboratorio per nuove visioni. La mostra si accompagna alla pubblicazione Coltivazioni erbacee, edita da Via Industriae Publishing. Il volume raccoglie il saggio critico di Elena Bray, che approfondisce i nodi concettuali del progetto, e include una selezione di disegni realizzati dall’artista. La pubblicazione si pone come strumento ulteriore per analizzare la pratica di Arienti, inserendola nel panorama della ricerca contemporanea. L’organizzazione dell’evento è stata supportata da ArcheoVea, che ha curato la gestione operativa, la biglietteria e le attività di accoglienza e comunicazione. La realizzazione della mostra ha inoltre beneficiato del contributo di CFC Agenzia – Coscelli, Fornaciari e Corniali, a conferma di una sinergia tra istituzioni e realtà private orientata alla valorizzazione del patrimonio culturale.
Stefano Arienti, nato ad Asola nel 1961 e residente a Milano, è attivo dall’inizio degli anni Ottanta e si inserisce nel contesto di rinnovamento successivo ad Arte Povera e Transavanguardia. La sua ricerca si fonda sul gesto manuale e sulla sperimentazione tecnica: collage, piegature, cancellature e incisioni si affiancano a pittura e scultura tradizionali. Le sue opere rielaborano immagini tratte dalla storia dell’arte e dalla cultura popolare attraverso manipolazioni e riscritture. Arienti ha esposto in importanti istituzioni italiane, tra cui MAXXI (Roma), Castello di Rivoli, GAM Torino, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, MAMbo (Bologna), Fondazione Querini Stampalia, Fondazione Antonio Ratti, Villa Croce, Palazzo Ducale Mantova, Galleria Civica Modena, Galleria Nazionale San Marino, Villa Carlotta e Villa Celle. A livello internazionale, ha partecipato alle Biennali di Venezia XLIV e XLV, alla XII Quadriennale di Roma, alla Biennale di Istanbul, alla Biennale Internazionale di Xinjiang, alla Biennale di Gwangju e alla Triennale di Nuova Delhi, oltre a esposizioni collettive presso MoMA PS1 (New York), Centre d’Art Contemporain (Ginevra), ICA (Londra), Palazzo Grassi, Palazzo Reale, Hangar Bicocca, MART, PAC, GAMeC, Museion e MAGA.
Titolo mostra | Coltivazioni erbacee | Città | Parma | Sede | Palazzo Marchi | Date | Dal 19/10/2025 al 14/12/2025 | Artisti | Stefano Arienti | Curatori | Elena Bray | Temi | Arte contemporanea, Libri |
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