Nuova mostra Terre degli Uffizi: a Montespertoli sono di scena i seguaci di Giotto


Si è aperta al Museo d’Arte Sacra di Montespertoli (Firenze) la quarta tappa del progetto Terre degli Uffizi: la mostra “Seguaci di Giotto in Valdelsa” espone due raffinate Madonne del primo Trecento.

A Montespertoli (Firenze) arriva la quarta mostra del progetto Terre degli Uffizi, dal 26 settembre 2021 al 6 gennaio 2022: intitolata Seguaci di Giotto in Valdelsa, la piccola rassegna è allestita al Museo d’Arte Sacra di San Piero in Mercato, e fa parte, come detto, della collana ideata e realizzata dalle Gallerie degli Uffizi e da Fondazione CR Firenze all’interno dei rispettivi progetti Uffizi Diffusi e Piccoli Grandi Musei.

La rassegna mette a confronto due rare opere medioevali, in una sala del museo recuperata e riallestita per l’occasione (servirà poi per accogliere mostre anche in futuro): una Madonna col Bambino (1315-1320 circa) dipinta da Lippo di Benivieni (documentato fal 1296 al 1327), fantasioso ed espressivo seguace di Giotto, di cui però sappiamo molto poco, e parte di un celebre polittico della famiglia degli Alessandri realizzato per la distrutta chiesa di San Pier Maggiore a Firenze, in prestito dagli Uffizi (non viene dai depositi, ma fa parte della collezione esposta), e una Madonna col Bambino (1310-1315 circa), di dimensioni quasi identiche, custodita nel Museo di Arte Sacra a San Pietro in Mercato a Montespertoli. Anche la Madonna di Montespertoli è stata attribuita da alcuni studiosi al pittore Lippo di Benivieni, ed è stata oggetto di un vivace dibattito critico. Il dipinto di Montespertoli era conservato in origine nella chiesa di San Lorenzo a Montegufoni, nei pressi del castello dove, durante la seconda guerra mondiale, furono nascosti molti capolavori provenienti dai musei fiorentini, qui ricoverati per scopi precauzionali, al fine di salvarli dai bombardamenti e dal passaggio degli eserciti. Il dipinto fu poi rubato, con grande sconcerto, nel 1985, per poi essere recuperata pochi mesi dopo: gli autori del furto, come spesso accade in situazioni simili, non riuscirono a piazzare sul mercato il dipinto (troppo rischioso) e fecero pertanto ritrovare la Madonna. L’episodio, peraltro, accelerò un processo in atto negli anni Ottanta e Novanta, quello della costituzione di piccoli musei sul territorio al fine di raccogliere opere conservate sul territorio stesso e che non potevano essere custodite in sicurezza.

I due dipinti, eseguiti all’epoca in cui Giotto dominava la scena artistica italiana, presentano molti elementi in comune, oltre alla maniera affettuosa e molto umana con cui è interpretato il soggetto della Madonna col Bambino. Entrambe le tavole, oggi ridotte nelle dimensioni, costituivano la parte centrale di strutture complesse, a più comparti, sebbene solo del dipinto degli Uffizi si conoscano le parti laterali, che rappresentavano i santi Pietro, Paolo, Zanobi e Benedetto (il polittico è peraltro firmato da Lippo di Benivieni sulla spada del san Paolo, una delle figure laterali, tutte conservate nella collezione privata degli antichi proprietari dell’opera: il polittico smembrato è uno dei punti fermi per conoscere l’opera di Benivieni ma anche per capire quanto i seguaci di Giotto avessero lavorato in Valdelsa). In occasione della mostra le due Madonne sono state esposte affiancate, così che i visitatori potranno vederne da vicino e al meglio le caratteristiche. È stata poi allestita anche una parte più spiccatamente didattica per consentire al pubblico di comprendere come si realizzassero i dipinti, quali i materiali e quali le tecniche usate. La mostra intende inoltre rivolgersi anche agli studiosi per riaprire il dibattito attorno all’opera già in Montegufoni: le affinità e le differenze tra le due opere potranno infatti essere meditate ed elaborate dagli specialisti per pervenire a conclusioni più precise sull’autore dell’esemplare conservato a Montespertoli.

Le opere degli Uffizi e di Montespertoli dimostrano una comune ascendenza giottesca, e uno degli scopi del confronto è anche dimostrare come l’arte di Giotto fosse stata determinante per lo sviluppo della pittura del XIV secolo in Italia, col suo stile moderno e decisamente innovatore. Poiché nei vari paesi, borghi, castelli, musei della Valdelsa si trovano molte opere di maestri che furono suoi allievi diretti o che seguirono la sua lezione, la mostra rappresenta l’occasione per conoscere due importanti testimonianze figurative che costituiscono parte integrante della storia di questa terra. La mostra vuole infine essere un’ulteriore dimostrazione di come il concetto di “museo diffuso”, una caratteristica di tutta l’Italia, trovi in Toscana uno dei territori più rappresentativi da questo punto di vista.

Le dichiarazioni

“Oggi è un giorno importante per Montespertoli”, ha dichiarato il sindaco Alessio Mugnaini , “perché inizia la collaborazione con Le Gallerie degli Uffizi per il progetto Terre degli Uffizi. Abbiamo allestito una sala ad hoc per questo progetto, una sala che ospiterà opere provenienti dagli Uffizi in una sorta di mostra continuativa ogni volta con un tema diverso. La prima mostra parla di un pittore giottesco fantasioso e creativo come Lippo di Benivieni che abbiamo deciso di valorizzare con alcuni allestimenti interattivi. Ringrazio tutti coloro che a vario titolo hanno lavorato a questo progetto per la grande disponibilità e professionalità che hanno dimostrato, sono felice che Montespertoli si sia fatta trovare pronta e all’altezza”.

“Chissà se Dante, di cui quest’anno si celebra il settecentenario della morte”, ha osservato Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, “avrà potuto conoscere l’autore di questi due dipinti: di certo era in esilio da pochi anni al momento in cui essi vennero dipinti. Dante è però l’autore dei celebri versi ’Credette Cimabue nella pittura tener lo campo, ed ora ha Giotto il grido, si che la fama di colui è scura’ (Purgatorio XI, 94-96). Con la frase ’ha Giotto il grido’ certamente egli alludeva anche alla travolgente corrente pittorica inaugurata dal grande artista, che trovò stuoli di seguaci e formò vere e proprie scuole regionali, investendo tutta la Penisola, da Napoli a Padova a Rimini, tra le altre città. La mostra di Montespertoli è dunque un’occasione per una serie di celebrazioni: Dante, appunto, con Giotto e la sua scuola, qui rappresentata da due opere preziose da ammirare sì, ma anche da studiare. Ma è anche una delle prime opportunità per questo progetto che vede la Toscana capofila di un grande progetto di riscoperta del territorio e dei suoi tesori. Con gli Uffizi Diffusi mettiamo a sistema i musei più piccoli, e li mettiamo a sistema proprio con quello che è percepito come il museo centrale per avere anche una valenza di scambio concreto, per avere anche una funzione per il turismo per tutto il territorio, e solo considerando il territorio è possibile pensare a una vera e propria crescita (nel 2019 le città d’arte erano già stracolme, dunque la crescita è possibile solo estendendola al territorio), e in questo contesto l’Empolese Valdelsa è strategico: qui c’è anche la più grande villa medicea mai costruita, la Villa Ambrogiana, che quando sarà restaurata, tra alcuni anni, ospiterà un museo all’interno del progetto Uffizi Diffusi che trasformerà tutto l’Empolese Valdelsa e più in generale tutto il territorio toscano. Oggi iniziamo dunque la nostra presenza da qui”.

“Anche questa quarta mostra”, ha sottolineato in un messaggio Luigi Salvadori, presidente Fondazione CR Firenze, non presente all’inaugurazione, “così come è avvento per quella da poco inaugurata ad Anghiari segna per noi un felice ritorno nella terra dei giotteschi. Nel 2006 la Valdelsa è stata infatti il teatro di una delle prime edizioni del progetto di marketing territoriale Piccoli Grandi Musei ideato e promosso dalla nostra Fondazione. Si intitolava ’La Valle dei Tesori’ e in questi anni questo programma è progressivamente cresciuto e si presenta oggi in un format che sviluppa e amplifica l’idea originale e che è attuato assieme al più importante museo italiano. Perché, come possiamo vedere in questa piccola ma originalissima mostra, conserviamo davvero dei tesori. E anche se in questa occasione sono messe a confronto due sole opere, possiamo apprezzare il grande valore del progetto ’Terre degli Uffizi’: invitare il visitatori a leggere nella bellezza del paesaggio, nelle piccole pievi e tra le case seminascoste tra gli ulivi, l’armonia civile e culturale del nostro territorio. E prendere maggiore consapevolezza del mirabile patrimonio storico artistico che ci è stato lasciato e che non ha uguali al mondo”.

“Il percorso espositivo che abbiamo inaugurato oggi”, ha evidenziato Giacomo Cucini, sindaco di Certaldo e delegato alla Cultura dell’Unione Comuni Empolese Valdelsa, “è un esempio di dialogo virtuoso nel segno della cultura e dell’arte, capace di andare oltre i confini dell’Unione dei Comuni. È un ponte fra l’Empolese Valdelsa e realtà di eccellenza come le Gallerie degli Uffizi e Firenze. Non posso che dire grazie a chi ha reso possibile tutto questo, con l’auspicio che il progetto Terre degli Uffizi possa presto abbracciare altre realtà dell’Empolese Valdelsa”.

Nella foto: a sinistra, la Madonna degli Uffizi e a destra quella di Montespertoli.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraSeguaci di Giotto in Valdelsa
CittàMontespertoli
SedeMuseo d'Arte Sacra di San Piero in Mercato
DateDal 26/09/2021 al 06/01/2022
ArtistiLippo di Benivieni
TemiArte medievale, Toscana, Trecento, Arte antica, Valdelsa

Nuova mostra Terre degli Uffizi: a Montespertoli sono di scena i seguaci di Giotto
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