Galleria Borghese lancia raccolta fondi per restaurare mosaici romani con scene di caccia e gladiatori

La Galleria Borghese lancia una nuova raccolta fondi di 50mila euro per il restauro di tre dei cinque pannelli del mosaico proveniente da una villa romana di epoca imperiale.

I pannelli, collocati nel salone del Mariano Rossi, decoravano nella villa romana il portico del peristilio come un lungo fregio narrativo. Quando il mosaico venne scoperto, il principe Francesco Borghese Aldobrandini ne ordinò il distacco e il trasferimento nella sua residenza di Villa Borghese.

Il restauro, preceduto da un’ampia campagna di indagini fisiche per definire lo stato di conservazione degli strati sottostanti e le modalità tecniche della posa in opera delle tessere di mosaico, ha l’obiettivo di ridare un’unità sia a livello materico che percettivo dell’intero mosaico pavimentale, importante esempio di restauro storico e di reimpiego di mosaici antichi in nuovi contesti pavimentali.

L’intervento conservativo vedrà il ristabilimento della coesione e adesione della malta di allettamento delle tessere musive agli strati preparatori e il ripristino del corretto rapporto cromatico tra gli elementi, compromesso dalle sostanze applicate in interventi precedenti, ormai alterate.

I tre pannelli raffigurano scene di caccia e di combattimenti tra gladiatori. Uno, a tessere musive policrome, raffigura due scene differenti. A sinistra sette uomini affrontano un grosso toro, sei sono caduti e feriti nello scontro, il settimo, ferito, trattiene l’animale. Sulla destra due guerrieri si scontrano contro un gruppo di animali, un toro, uno struzzo, un alce e un cervo. Una delle due figure, posta in primo piano, trafigge un leone con una lancia.

Un secondo pannello raffigura su due piani una scena di caccia alla pantera, con tessere policrome su fondo monocromo bianco; un terzo pannello musivo raffigura su diversi piani prospettici alcune scene gladiatorie e una caccia alla pantera.

L’uso di raffigurazioni di munera e venationes in edifici privati si diffonde nel tardo II secolo d.C. per celebrare le virtutes del padrone di casa.

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