Il Museo Czartoryski di Cracovia, la casa della Dama con l'ermellino di Leonardo da Vinci


Il Museo Czartoryski di Cracovia è probabilmente il museo più famoso della Polonia: è infatti l'istituto che ospita uno dei grandi capolavori del Rinascimento, la Dama con l'ermellino di Leonardo da Vinci.

Quando si pensa al Museo Czartoryski di Cracovia, è naturale associare il nome di questo istituto, probabilmente il museo d’arte più famoso della Polonia a livello mondiale, al capolavoro di Leonardo da Vinci che è qui conservato, la Dama con l’ermellino. In realtà, non abbiamo idea di dove sia stato il dipinto fino al 1798, anno in cui venne acquistato sul mercato antiquario italiano dal principe Adam Jerzy Czartoryski, figlio della fondatrice della grande collezione di famiglia, la principessa Izabela Czartoryska, che aveva avviato la collezione nel 1796 con lo scopo di preservare il patrimonio polacco in un’epoca storica molto particolare per il paese, quella delle “Spartizioni della Polonia”, gli eventi con cui, nel 1772, nel 1793 e nel 1795, le potenze dell’area si divisero il territorio della Confederazione polacco-lituana. Adam Jerzy era però interessato anche alle opere d’arte straniere, e per questo volle acquistare il capolavoro leonardiano che peraltro, ben presto, rischiò anche di fare una brutta fine: durante la Rivolta di novembre, la ribellione dei polacchi contro l’impero russo del 1830, la principessa Izabela, all’età di 84 anni, ebbe la lucidità di portare il quadro via da Cracovia nel timore dei saccheggi, per portarlo nel palazzo di famiglia a Sieniawa, cento chilometri più a sud.

L’opera seguì poi l’esilio della famiglia in Francia e fu per qualche tempo a Parigi: la Dama con l’ermellino tornò in Polonia solo nel 1869, quando i Czartoryski poterono rientrare nel loro paese d’origine. Dopo l’apertura del Museo Czartoryski, nel 1878, un nuovo viaggio si rese necessario, durante la prima guerra mondiale, per salvare l’opera: venne così trasferita alla Gemäldegalerie Alte Meister, per rientrare a Cracovia nel 1920. Ma le trasferte sofferte non erano finite: nel 1939 i Czartoryski di nuovo ebbero il sentore di ciò che stava per accadere e, prima che i nazisti occupassero la Polonia, trasferirono nuovamente il quadro a Sieniawa. Non fu però una misura sufficiente: i nazisti infatti scoprirono il quadro, lo sequestrarono e lo inviarono al Kaiser Friedrich Museum a Berlino. Nel 1940, il governatore generale della Polonia occupata, Hans Frank, ottenne di farlo riportare a Cracovia, ma non per restituirlo ai legittimi proprietari: semplicemente per appenderlo nel suo ufficio, nel Castello di Wawel. Frank tenne l’opera sempre con sé: dopo la guerra, venne rinvenuto nella casa di campagna dell’ex governatore a Schliersee, in Baviera, e fu restituito alla Polonia nel 1946, dove poté nuovamente essere esposto al Museo Czartoryski. Da allora, la Dama con l’ermellino si è spostata solo per mostre (due volte anche in Italia: a Roma e a Milano nel 1998 e a Firenze nel 1999). L’ultimo viaggio, tra il 2017 e il 2019, ma di pochi metri: il capolavoro di Leonardo è stato infatti esposto al Museo Nazionale di Cracovia durante i lavori di rifacimento del Museo Czartoryski.

Gli interessi della principessa Izabela, inizialmente, non riguardavano l’arte: la nobile amava infatti collezionare memorabilia della storia della Polonia, inizialmente sistemati nel palazzo di famiglia a Pulawy. Per esporre alcune delle opere, sul finire del secolo la principessa fece costruire anche un “Tempio della Memoria” nei giardini del suo palazzo. Il tempio apriva nel 1801 ed era il primo museo della Polonia, con esposizioni di oggetti storici dalla Cattedrale di Wawel e dal Castello Reale, oltre che opere e reperti donati da altre famiglie nobili. I visitatori, entrando nel Tempio, potevano vedere la scritta “Przeszlosc Przyszlosci” (ovvero “Il Passato al Futuro”) che rendeva esplicito l’intento del museo: preservare gli oggetti del passato per costruire il futuro.

Esterno del Museo Czartoryski. Foto di Zygmunt Put
Esterno del Museo Czartoryski. Foto di Zygmunt Put


Il tempio della memoria in un'incisione del XIX secolo
Il “Tempio della Memoria” in un’incisione del XIX secolo


Leonardo da Vinci, Dama con l'ermellino (1490 circa; olio su tavola, 54,8 x 40,3 cm; Cracovia, Museo Czartoryski)
Leonardo da Vinci, Dama con l’ermellino (1490 circa; olio su tavola, 54,8 x 40,3 cm; Cracovia, Museo Czartoryski)


Esterno del Museo Czartoryski
Esterno del Museo Czartoryski


Interno del museo. Foto di Allie Caulfied
Interno del museo. Foto di Allie Caulfied


Interno del museo
Interno del museo

Il museo odierno aprì i battenti molto più tardi: era il 1874 quando la città di Cracovia offrì al principe Władysław Czartoryski un edificio che in passato era servito da arsenale municipale affinché vi aprisse un museo con le opere della collezione di famiglia. L’offerta fu accettata, e fu chiamato uno dei più grandi architetti del tempo, Eugène Viollet-le-Duc, per sistemare il palazzo: così, nel 1878, quasi cento anni dopo che la principessa Izabela aveva aperto il primo museo a Pulawy, il museo attuale poteva aprire i battenti, diretto dal principe Władysław che per tutta la sua vita, fino al 1894, continuò ad arricchire le raccolte. Buona parte di queste purtroppo andò dispersa durante la seconda guerra mondiale (la perdita più dolorosa è il Ritratto di giovane uomo attribuito a Raffaello, dipinto copiato anche da Van Dyck durante il suo soggiorno in Italia). E per la famiglia i problemi non erano finiti, perché dopo la guerra il governo comunista della Polonia avocò a sé la proprietà dell’istituto, che venne restituito al suo legittimo proprietario, il principe Adam Karol Czartoryski, solo nel 1991. Da questa data, il museo è stato gestito dalla Fondazione Principi Czartoryski, mentre il Museo Nazionale di Cracovia si è assunto l’incarico di conservare le opere. L’ultimo capitolo della storia del museo, anche dopo i lavori di ristrutturazione partiti nel 2010 e conclusi nel 2019, risale al dicembre del 2016, quando la Fondazione ha venduto l’intera collezione del Museo Czartoryski e della Biblioteca Czartoryski allo Stato Polacco, per la cifra di cento milioni di euro (non senza polemiche, dal momento che le trattative sono rimaste a lungo segrete). Oggi, dunque, il Museo Czartoryski è una sezione del Museo Nazionale ma continua a mantenere una certa autonomia.

Ad ogni modo, l’opera di Leonardo da Vinci non è l’unica degna di nota di quelle che fanno parte del Museo Czartoryski. La sezione di arte italiana include dipinti di artisti come Vincenzo Catena, Carlo Crivelli, Andrea Mantegna, Palma il Vecchio. Ci sono poi importanti opere fiamminghe di autori come Joos van Cleve e Dieric Bouts. Ben rappresentata anche l’arte tedesca: tra gli altri compaiono Hans Holbein e Lucas Cranach il Giovane. E poi ancora gli olandesi come Jan Mostaert, Antonis Mor e Jacob Jordaens. A queste opere si aggiungono poi la sezione sulla statuaria classica nonché quella sulla storia della Polonia (una sala è interamente dedicata ai ritratti dei re e dei politici polacchi dal XIV al XVIII secolo, e ovviamente ci sono ampi brani riservati alla ritrattistica di casa Czartoryski).

Merita un cenno, infine, la grande Biblioteca, fondata dal principe Adam Kazimierz Czartoryski e da sua moglie Izabela nel 1770. A seguito della rivolta di novembre, anche la biblioteca fu spostata dal palazzo di famiglia: una parte fu depositata a Sieniawa, mentre il resto andò a Krasiczyn, Cracovia e Kórnik. Dopo che Adam Jerzy Czartoryski si stabilì a Parigi nel 1834. Dopo altre vicissitudini, nel 1876 l’istituto mise a disposizione del pubblico anche il patrimonio della biblioteca. Le sorti della biblioteca hanno da allora seguito quelle del museo. E anch’essa, nel dicembre 2016, è stata acquistata dallo Stato polacco.


Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte.
al prezzo di 12,00 euro all'anno avrai accesso illimitato agli articoli pubblicati sul sito di Finestre sull'Arte e ci aiuterai a crescere e a mantenere la nostra informazione libera e indipendente.
ABBONATI A
FINESTRE SULL'ARTE


Gli Uffizi diffidano Pornhub: nessuna autorizzazione per il progetto Classic Nudes
Gli Uffizi diffidano Pornhub: nessuna autorizzazione per il progetto Classic Nudes
Reggia di Caserta: gli alberi sradicati dal maltempo diventeranno opere d'artigianato ed energia sostenibile
Reggia di Caserta: gli alberi sradicati dal maltempo diventeranno opere d'artigianato ed energia sostenibile
Museo degli Oscar, la mancanza di fondi è la ragione dei continui ritardi dell'inaugurazione
Museo degli Oscar, la mancanza di fondi è la ragione dei continui ritardi dell'inaugurazione
Riaperte al pubblico l'Armeria e la Collezione De Ciccio del Museo e Real Bosco di Capodimonte
Riaperte al pubblico l'Armeria e la Collezione De Ciccio del Museo e Real Bosco di Capodimonte
Digitale nei musei, ecco cosa vorrebbero i ragazzi! Lo studio del Liceo Classico di Barga
Digitale nei musei, ecco cosa vorrebbero i ragazzi! Lo studio del Liceo Classico di Barga
Schmidt: “Gli Uffizi diffusi avranno 100 sedi. Il progetto partirà entro tre mesi”
Schmidt: “Gli Uffizi diffusi avranno 100 sedi. Il progetto partirà entro tre mesi”



MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte