Tivoli, Villa d’Este riapre dopo oltre cinquant’anni di chiusura e due di restauro la sua Grotta di Diana


Dopo oltre cinquant’anni di chiusura, riapre dal 6 maggio la Grotta di Diana di Villa d’Este a Tivoli. Il ninfeo è stato completamente restaurato con un intervento durato due anni grazie alla collaborazione tra l’Istituto autonomo Villa Adriana e Villa d’Este – Villae e la maison Fendi.

Dopo oltre cinquant’anni di chiusura, la Grotta di Diana di Villa d’Este a Tivoli tornerà accessibile ai visitatori a partire dal 6 maggio. Il ninfeo è stato completamente restaurato con un intervento durato due anni grazie alla collaborazione tra l’Istituto autonomo Villa Adriana e Villa d’Este – Villae e la maison Fendi.

Situata in uno degli scorci più panoramici e affascinanti di Villa d’Este, la Grotta di Diana è un ninfeo a camera a pianta cruciforme situato nella Passeggiata del Cardinale e realizzato tra il 1570 e il 1572 da Paolo Calandrino, ispirato probabilmente al progetto originario di Pirro Ligorio, architetto della Villa e del giardino. Dedicata alla dea Diana, la grotta era concepita come uno spazio di contemplazione e armonia, in linea con l’estetica manierista della fine del Cinquecento. All’interno, le decorazioni raffigurano scene tratte dalle Metamorfosi di Ovidio, insieme a figure mitologiche come Tritoni, Nereidi e Cariatidi canefore. L’intera superficie è rivestita da una ricca decorazione in materiali diversi, come stucchi, vetri colorati, conchiglie, maioliche smaltate e pietre ornamentali.

La Grotta di Diana ha rappresentato un modello esemplare per la progettazione di ninfei e grotte artificiali nei giardini aristocratici europei del XVI e XVII secolo. Lo stesso cardinale Ippolito II d’Este amava percorrere questi spazi evocativi, che incarnavano l’essenza della cultura manierista, con il suo equilibrio tra natura, arte e mito.

Il recente restauro ha restituito splendore non solo alle decorazioni interne, ma a ogni aspetto strutturale del ninfeo. Tra le novità dell’intervento, anche l’installazione di una vetrata nella loggia affacciata su Roma: una soluzione funzionale che protegge l’ambiente dagli agenti atmosferici – in particolare dal vento – che per secoli hanno minacciato l’integrità dei materiali decorativi.

“Anche questo intervento si propone di esplorare e decodificare le infinite suggestioni di Villa d’Este, mettendo in luce come questo luogo continui a emanare la sua magnificente bellezza, rivelando a tratti il sofisticato progetto culturale che ne fu alla base”, spiega il Direttore dell’Istituto di Villa Adriana e Villa d’Este, Andrea Bruciati. “Con questa azione cerchiamo di contrastare la perdita e l’oblio che spesso contraddistingue il nostro patrimonio e il recupero della Grotta di Diana fa sì che tale ricchezza torni disponibile alla collettività. La storia dell’arte è anche processo cognitivo che si nutre di queste ’riemersioni’, riconfigurando presente e passato per le generazioni future”.

“Il restauro della Grotta di Diana a Villa d’Este è per Fendi un atto d’amore, il più recente di un percorso secolare di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale italiano, che culmina quest’anno con la celebrazione del nostro centenario”, ha affermato Silvia Venturini Fendi, Direttrice Artistica Accessori e Collezioni Uomo della maison. “Quest’opera rappresenta per noi un ulteriore investimento sul futuro che parte dalla memoria del passato: un impegno volto a preservare la bellezza e la storia del nostro paese”, ha concluso.

Tivoli, Villa d’Este riapre dopo oltre cinquant’anni di chiusura e due di restauro la sua Grotta di Diana
Tivoli, Villa d’Este riapre dopo oltre cinquant’anni di chiusura e due di restauro la sua Grotta di Diana


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