A Roma riapre al pubblico, per la prima volta dalla sua costruzione negli anni Trenta, l’Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio, che assume una nuova veste e un nuovo nome: Museo del Genio. L’edificio monumentale, oltre 4.000 metri quadrati affacciati sul Lungotevere della Vittoria, diventa un grande centro culturale, un luogo aperto alla città dove storia, tecnologia, arte e innovazione si incontrano. Dal 31 ottobre 2025 al 15 febbraio 2026, il museo inaugura la sua nuova stagione con due mostre di grande richiamo internazionale: “Vivian Maier. The Exhibition”, dedicata alla fotografa americana di cui ricorre il centenario, e “Pop Air. Ugo Nespolo”, anteprima nazionale delle imponenti sculture gonfiabili del celebre artista piemontese.
Il progetto nasce dalla collaborazione tra Ministero della Difesa, Esercito Italiano, Difesa Servizi e Arthemisia, con il patrocinio della Regione Lazio. Si tratta di un’iniziativa culturale che rientra nella strategia di valorizzazione dei musei militari avviata nel 2016 da Difesa Servizi, società in house del Ministero della Difesa. Oggi il complesso, rinnovato e riaperto stabilmente al pubblico, si propone come nuovo spazio della cultura romana, accessibile a famiglie, studenti, studiosi e visitatori internazionali.
Il nome “Museo del Genio” intende comunicare in modo diretto l’identità di un luogo che va oltre il concetto tradizionale di museo. La denominazione completa, Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio (ISCAG), rivela infatti una struttura unica nel panorama nazionale: un centro che unisce museo, biblioteca, archivio storico e fotografico, laboratorio di ricerca e memoria. Dopo anni di accesso limitato, questo patrimonio torna a essere fruibile, offrendo ai cittadini un’esperienza che intreccia sapere tecnico e bellezza, scienza e creatività, passato e futuro.
Il percorso espositivo del Museo del Genio accompagna il visitatore in un viaggio attraverso le invenzioni e le scoperte che hanno segnato la storia italiana nel campo dell’ingegneria, delle comunicazioni e del volo. Ogni sala racconta l’intelligenza come forza trasformativa, capace di generare progresso. Tra i pezzi più significativi spicca l’attrezzatura radiotelegrafica originale di Guglielmo Marconi, con cui l’inventore, capitano del Genio, rese possibile la rivoluzione delle comunicazioni. Accanto, una piccola teca conserva uno dei primissimi telefoni di Antonio Meucci, affiancato dai successivi modelli da campo e dalle prime centraline militari, testimonianza concreta dell’evoluzione tecnologica italiana.
Gli oggetti esposti, dai modelli di ponti alle strumentazioni delle specialità del Genio – pionieri, guastatori, ferrovieri – rivelano un’eccezionale combinazione di funzionalità e raffinatezza estetica. Ogni pezzo, anche il più tecnico, racconta una tradizione in cui la ricerca scientifica dialoga con l’arte, in un equilibrio tipicamente italiano tra ingegno e bellezza.
Ad aprire questa nuova fase culturale sono due esposizioni temporanee che rappresentano il perfetto incontro tra memoria storica e creatività contemporanea. La prima è “Vivian Maier. The Exhibition”, curata da Anne Morin, massima esperta internazionale dell’artista. La mostra, prodotta da Arthemisia da un progetto di Vertigo Syndrome in collaborazione con diChroma photography, propone oltre 200 fotografie tra le più celebri della fotografa americana, icona mondiale della street photography, scoperta solo dopo la sua morte. Le sue immagini, intime e poetiche, ritraggono la vita urbana del Novecento con uno sguardo discreto e umanissimo, capace di cogliere la dignità e la bellezza del quotidiano.
Accanto alla fotografa statunitense, il Museo del Genio ospita “Pop Air. Ugo Nespolo”, un progetto inedito e presentato in anteprima mondiale. Le enormi sculture gonfiabili del maestro piemontese reinterpretano in chiave ironica i grandi capolavori della storia dell’arte, offrendo un’esperienza visiva e ludica che trasforma gli spazi monumentali del museo in un palcoscenico pop. Con questa mostra, Nespolo riafferma la sua capacità di muoversi tra stili e linguaggi diversi, fondendo tradizione e sperimentazione, arte alta e cultura di massa, in un dialogo che rinnova la scultura con leggerezza e intelligenza.
Le due esposizioni, tanto distanti per linguaggio quanto complementari, segnano la vocazione del Museo del Genio a diventare un luogo in cui la storia incontra il presente e la conoscenza si unisce all’emozione.
L’edificio che ospita il museo vanta una storia prestigiosa. Nato nei primi anni del Novecento come Museo dell’Ingegneria Militare Italiana, l’Istituto trovò la sua sede definitiva tra il 1936 e il 1939, quando fu costruito il complesso monumentale sul Lungotevere della Vittoria su progetto del tenente colonnello Gennaro De Matteis. L’architettura, tra razionalismo e neoclassicismo semplificato, si distingue per il rigore compositivo, l’uso sapiente del travertino e dei mattoncini e la scenografica esedra d’ingresso affiancata da torrioni fortificati. È considerato uno degli esempi più significativi dell’architettura istituzionale italiana del Novecento.
All’interno, l’Istituto conserva un vastissimo patrimonio documentale e tecnico: oltre 24.000 volumi, 30.000 fotografie storiche, 20.000 iconografie e 150.000 documenti che raccontano secoli di storia militare e scientifica italiana. I materiali esposti illustrano l’evoluzione dei mezzi di trasmissione, dai segnali a fuoco dell’antichità all’impiego dei colombi viaggiatori, dai telegrafi alle prime radio.
Il percorso museale, articolato in diverse sezioni, offre un itinerario ricco di suggestioni. Nella Sala delle Colonie e dell’Architettura Militare sono esposti modelli in scala di fortificazioni e costruzioni realizzate dal Genio militare, tra cui il fortino scomponibile in lamiera “Spaccamela”, esempio di architettura modulare e a rapida installazione. La Sala della Fotografia, delle Trasmissioni e delle Fotoelettriche raccoglie strumenti e apparecchi di grande valore tecnico, vere e proprie installazioni ante litteram che rivelano come la risposta alle necessità dell’uomo abbia saputo coniugare funzionalità e design. La Sala dell’Aeronautica e dei Ferrovieri, infine, documenta la nascita dell’Aeronautica Militare Italiana, originariamente parte delle specialità del Genio, attraverso modelli e reperti che raccontano la fase pionieristica del volo e le innovazioni tecniche che resero l’Italia protagonista in questo settore.
Completano la visita gli ambienti dedicati al Reggimento Genio Ferrovieri, uno dei reparti d’eccellenza dell’Esercito Italiano, che illustrano materiali ed equipaggiamenti utilizzati per le grandi opere infrastrutturali e logistiche.
L’apertura del Museo del Genio segna dunque una svolta nella valorizzazione del patrimonio culturale e tecnico italiano. Il nuovo centro, oltre a custodire la memoria del passato, si propone come spazio dinamico di confronto, ricerca e divulgazione. Le mostre dedicate a Vivian Maier e Ugo Nespolo ne rappresentano l’emblema: due artisti capaci di guardare il mondo con occhi diversi, entrambi guidati da un’idea di creatività come libertà e curiosità.
Il progetto è realizzato con il sostegno della Fondazione Terzo Pilastro Internazionale e di Poema, con Generali Italia come sponsor attraverso il programma Generali Valore Cultura, Frecciarossa come mobility partner e la Repubblica come media partner.
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