L'Unesco ha inaugurato il primo museo virtuale degli oggetti culturali trafugati


A tre anni dall’annuncio, l’UNESCO ha inaugurato il Virtual Museum of Stolen Cultural Objects, la prima piattaforma globale interamente dedicata alla sensibilizzazione contro il traffico illecito di beni culturali.

A tre anni dal suo annuncio ufficiale durante MONDIACULT 2022, l’UNESCO inaugura un progetto inedito destinato a incidere profondamente nel panorama della tutela del patrimonio culturale: il Virtual Museum of Stolen Cultural Objects, il primo museo virtuale su scala globale dedicato esclusivamente agli oggetti culturali trafugati. La presentazione si  è tenuta lunedì 29 settembre 2025 a Barcellona, nell’ambito della World Conference on Cultural Policies and Sustainable Development – MONDIACULT 2025.

L’iniziativa nasce dalla crescente necessità di affrontare uno dei fenomeni più gravi e diffusi che minacciano il patrimonio culturale mondiale: il traffico illecito di beni culturali. Attraverso l’impiego di tecnologie digitali avanzate, il nuovo museo virtuale intende sensibilizzare il pubblico globale su questa problematica e promuovere la cooperazione internazionale per contrastarla. L’obiettivo è creare uno spazio accessibile e interattivo, capace di raccontare la storia degli oggetti trafugati e di restituire loro un significato collettivo, al di là della perdita materiale subita dalle comunità d’origine.

Il lancio del museo è stato accompagnato da un evento alla presenza della Direttrice Generale dell’UNESCO e dell’architetto Francis Kéré, premio Pritzker e progettista della piattaforma. L’incontro ha offerto ai partecipanti la possibilità di esplorare il museo virtuale attraverso tour guidati, dispositivi personali e postazioni dedicate con visori di realtà virtuale, permettendo così un’esperienza diretta delle sue funzioni e dei suoi contenuti.

Il Virtual Museum of Stolen Cultural Objects di UNESCO. Foto: © Studio Francis Kéré GmbH
Il Virtual Museum of Stolen Cultural Objects di UNESCO. Foto: © Studio Francis Kéré GmbH

Durante la presentazione sono state illustrate le caratteristiche principali della piattaforma, tra cui il design degli ambienti, gli strumenti interattivi, le collezioni digitalizzate e i contenuti educativi sviluppati per accompagnare la visita. Il Virtual Museum of Stolen Cultural Objects si distingue per l’uso di tecnologie innovative come la modellazione tridimensionale e la realtà virtuale, grazie alle quali gli oggetti trafugati selezionati dagli Stati membri vengono ricostruiti e presentati al pubblico in forma digitale. Ogni pezzo è accompagnato da narrazioni storiche e culturali e da testimonianze delle comunità di provenienza, che contribuiscono a restituire il contesto originario e a evidenziare il valore identitario dei beni sottratti. Una sezione specifica del museo è inoltre dedicata ai casi di restituzione andati a buon fine, con l’intento di evidenziare l’importanza delle buone pratiche e della cooperazione internazionale nei processi di ritorno e ricollocazione delle opere.

L’idea di creare un museo virtuale dedicato agli oggetti culturali rubati era stata annunciata per la prima volta dalla Direttrice Generale dell’UNESCO proprio durante MONDIACULT 2022. La piattaforma è stata sviluppata in risposta alle richieste degli Stati membri, che avevano sollecitato l’organizzazione a elaborare una strategia coordinata per rafforzare la consapevolezza sull’impatto del traffico illecito. Oltre al contributo progettuale di Francis Kéré, il progetto è stato sostenuto finanziariamente dal Regno dell’Arabia Saudita e realizzato in collaborazione con INTERPOL, a testimonianza della natura multilaterale e cooperativa dell’iniziativa.

La creazione del museo virtuale rappresenta un passo importante nella lotta contro il saccheggio e il commercio illegale di beni culturali, fenomeni che continuano a privare le comunità del loro patrimonio materiale e immateriale. L’approccio scelto dall’UNESCO punta a trasformare il museo in uno strumento educativo e di mobilitazione globale. L’intento è quello di coinvolgere visitatori, istituzioni, ricercatori e cittadini nella comprensione delle conseguenze culturali, sociali ed economiche legate al traffico illecito e di favorire un dialogo internazionale sulla protezione e la restituzione dei beni culturali.


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