Dieci borghi da visitare in Toscana


Il viaggio in Italia continua e la tappa odierna è la Toscana: ecco dieci borghi da visitare in tutta la regione.

1. Fosdinovo

Sappiamo dell’esistenza dell’abitato di Fosdinovo fin dall’XI secolo, ma la prima attestazione dell’attuale toponimo risale al Trecento (in origine, il borgo era noto come “Faucenova”). Fosdinovo è stata per molti secoli feudo dei Malaspina, duchi di Massa e Carrara, e tornò a far parte dell’antico stato dopo la Restaurazione, e ne seguì le sorti (anche nel 1829, quando entrò a far parte del ducato di Modena e Reggio). Il suo simbolo è il trecentesco Castello Malaspina, fatto costruire nel 1340 da Spinetta Malaspina il grande: è uno dei più famosi castelli della Lunigiana, ed è ancor oggi proprietà della famiglia Malaspina. Altri importanti monumenti sono l’antica chiesa di San Remigio (che attualmente si presenta nelle forme cinquecentesche), e conserva importanti sculture di Giovanni Baratta, e ancora l’oratorio dei Bianchi, l’oratorio dei Rossi, il Teatro Malaspina e, fuori dal borgo, nella piana, la Villa Malaspina di Caniparola. A Fosdinovo si trova anche il Museo Audiovisivo della Resistenza, uno dei più importanti della Toscana sul tema anche in virtù degli eventi che gli Archivi della Resistenza, che gestiscono il museo, sono soliti organizzare.

Veduta di Fosdinovo
Veduta di Fosdinovo

2. Seravezza

È uno dei comuni della Versilia storica (assieme a Forte dei Marmi, Stazzema e Pietrasanta), uno dei due (l’altro è Stazzema) che non hanno sbocco sul mare. Il borgo ebbe origini nel Medioevo ma si sviluppò soprattutto in epoca medicea, quando furono sfruttate intensamente le locali cave di marmo. Anche visitando il borgo ben si comprende come la sua storia sia legata a quella dei Medici: il principale monumento, la Villa Medicea di Seravezza, preceduta da un ampio giardino, è oggi sede espositiva (vi si tengono importanti mostre), nonché sede del locale Museo del Lavoro e delle Tradizioni Popolari della Versilia Storica. Nella chiesa dei Santi Lorenzo e Barbara, di aspetto cinquecentesco, si conservano opere del XVII-XVIII secolo. L’imponente oratorio della Santissima Annunziata ha invece aspetto ottocentesco: fu infatti ricostruita nel 1885 dopo che un’alluvione del fiume Versilia l’aveva pesantemente danneggiata.

La Villa Medicea di Seravezza
La Villa Medicea di Seravezza

3. Montelupo Fiorentino

Borgo bagnato dall’Arno, è universalmente noto per la produzione della ceramica: antico possedimento della famiglia Alberti, fu conquistato dai fiorentini nel Duecento e da allora si sviluppò la storia della sua produzione più nota, prodotta in gran quantità in quanto Montelupo riforniva il capoluogo. La ceramica fiorì soprattutto durante il Rinascimento, e durante le epoche mutò più volte lo stile, seguendo anche i cambiamenti del gusto: ancora oggi la ceramica montelupina (prodotta ancora negli stili storici, oltre che secondo le accezioni contemporanee) è molto apprezzata. Per conoscerne la storia si visita il Museo della Ceramica, recentemente riallestito: da non perdere il Rosso di Montelupo, il capolavoro del museo. Sempre a Montelupo, da visitare è il Museo Archeologico, che espone una significativa raccolta di oltre mille pezzi provenienti da tutto il Valdarno e di varie epoche dalla preistoria fino al Medioevo: è uno dei musei archeologici più ricchi della Toscana. Nel centro meritano una visita anche il Palazzo Podestarile (oggi sede di mostre), la chiesa di San Lorenzo (con resti di affreschi duecenteschi) e quella di San Giovanni Evangelista, dove si trova una tavola della bottega di Botticelli. Fuori dal centro è una delle ville medicee, quella dell’Ambrogiana.

Veduta di Montelupo Fiorentino
Veduta di Montelupo Fiorentino. Ph. Credit

4. Barga

È uno dei principali centri della Garfagnana e, dopo essere stata un comune libero, nel 1341 entrò a far parte dello stato fiorentino, e ne fece parte fino all’Unità d’Italia. Oggi è una moderna cittadina ma il borgo conserva molte testimonianze storiche, a cominciare dal Duomo di San Cristoforo, che risale a prima dell’anno Mille e che conserva opere medievali (tra cui la statua lignea di San Cristoforo): le sue campane, peraltro, ispirarono a Giovanni Pascoli (che visse a lungo in Garfagnana) la poesia L’ora di Barga. E, a proposito di Pascoli, nella frazione di Castelvecchio Pascoli è possibile visitare la Casa Museo Pascoli, che racconta la vita e l’opera del poeta. Ancora nel borgo, centro della vita pubblica nei tempi antichi era l’Arringo, il prato tra il Duomo e il Palazzo Pretorio, dove si tenevano le adunate. Le chiese (come quella della Santissima Annunziata e di San Francesco) e i numerosi palazzi gentilizi di epoche antiche consentono di compiere un ulteriore viaggio nella storia. Da vedere anche la Casa Museo Magri, dedicata ad Alberto Magri, importante pittore d’inizio Novecento, nativo di Barga.

Veduta di Barga
Veduta di Barga

5. Porto Ercole

Si trova sul Monte Argentario, il promontorio che sorge nella Toscana meridionale, in provincia di Grosseto. In zona si trovavano insediamenti etruschi ma il borgo cominciò a svilupparsi in epoca medievale, quando fu feudo degli Aldobrandeschi prima e degli Orsini poi. Divenuto nel XV secolo porto della Repubblica di Siena, conobbe all’epoca un rapido sviluppo, dal momento che fu fortificato (le antiche mura in parte si conservano) e, nel Cinquecento, dopo la sconfitta definitiva di Siena da parte di Firenze, Porto Ercole entrò a far parte dello Stato dei Presidi. Ed era proprio uno dei principali centri dello Stato dei Presidi quando, nel 1610, Caravaggio sbarcò qui e trovò la morte molto probabilmente per febbri malariche. Il borgo conserva ancora in parte il suo aspetto di piazzaforte militare con monumenti come il Forte Filippo, del XVI secolo, il settecentesco Forte Santa Caterina, la Torre del Mulinaccio. All’interno del borgo sono il Palazzo dei Governanti (costruito all’inizio del Cinquecento), la chiesa di Sant’Erasmo, la Rocca Aldobrandesca (nota anche come “Rocca Spagnola” dal momento che lo Stato dei Presidi dipendeva dalla Spagna).

Veduta di Porto Ercole
Veduta di Porto Ercole

6. Pitigliano

È nota anche come “la piccola Gerusalemme” in quanto da secoli ospita una storica comunità ebraica. Sorge su una rocca di Tufo, al confine con il Lazio, poco lontano dalle località di Farnese e Valentano: la divide da queste località la Selva del Lamone. Antico feudo degli Aldobrandeschi, fu poi degli Orsini, che la cedettero nel 1574 ai Medici, e da allora fece parte del granducato di Toscana, seguendone le sorti. Il suo monumento più importante è la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo che si distingue per la sua appariscente facciata tardobarocca. Il centro della religiosità ebraica è invece la cinquecentesca Sinagoga di Pitigliano, mentre la storia di chi governò la città è ricordata dall’imponente Palazzo Orsini, che fu prima fortezza fatta costruire dagli Aldobrandeschi: oggi la vediamo nell’aspetto conferitogli tra Sette e Ottocento. Si conservano ancora le mura, fatte costruire dagli Aldobrandeschi, ma l’aspetto odierno si deve ai lavori di rifacimento di Antonio da Sangallo il Giovane. Nei dintorni si trovano diverse necropoli etrusche.

Veduta di Pitigliano
Veduta di Pitigliano

7. San Quirico d’Orcia

Quando si pensa ai paesaggi toscani, si è soliti pensare alle dolci colline, alle strade bianche e ai cipressi della Val d’Orcia, di cui San Quirico d’Orcia è uno dei centri principali. Antica località della via Francigena, si sviluppò soprattutto nel Medioevo, e a quell’epoca risalgono alcuni dei suoi principali monumenti, a partire dalla chiesa dei Santi Quirico e Giulitta, di aspetto romanico (l’interno invece è barocco): al suo interno si trova uno straordinario coro ligneo che convinse Federico Zeri a diventare storico dell’arte. Il barocco Palazzo Chigi Zondadari è il più riconoscibile edificio cittadino ed è sede di eventi, mentre da non perdere è una visita agli Horti Leonini, un meraviglioso giardino all’italiana realizzato negli anni Ottanta del Cinquecento da Diomede Leoni, allievo di Michelangelo, a cui il granduca Francesco I de’ Medici aveva regalato un terreno in zona: l’artista decise dunque di realizzare qui il suo rigoglioso giardino. Nei pressi di San Quirico d’Orcia è la pittoresca frazione di Bagno Vignoni, nota in quanto la sua piazza principale, risalente al Cinquecento è in realtà... una vasca di acqua termale.

Centro di San Quirico d'Orcia, la collegiata dei Santi Quirico e Giulitta
Centro di San Quirico d’Orcia, la collegiata dei Santi Quirico e Giulitta

8. Bolgheri

Bolgheri, resa celebre dai cipressi della famosissima poesia di Giosuè Carducci Davanti San Guido (il bellissimo viale dei Cipressi parte dall’oratorio di San Guido e continua diritto per cinque chilometri fino ad arrivare al piccolo borgo), è una frazione di Castagneto Carducci di poco più di cento abitanti, e si trova nel mezzo della Maremma livornese. La tradizione vuole che il nome derivi dal fatto che qui alcune truppe di bulgari, arrivati in Italia assieme ai Longobardi, stabilirono un insediamento militare. Il borgo nacque attorno al suo Castello (ancor oggi esistente, seppur rimaneggiato nel tempo: oggi si presenta con l’aspetto neogotico dovuto ai lavori di fine Ottocento) e fu per secoli un feudo dei Della Gherardesca, che sono ancora proprietari del Castello: è il primo monumento che il visitatore vede all’arrivo, e chiude scenograficamente il viale dei Cipressi. Da vedere l’antica chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo (più volte però rimaneggiata nei secoli), lo stesso oratorio di San Guido, e la piazza centrale, dove Carducci trascorse la sua infanzia e dov’è possibile vedere una statua dedicata a Lucia Galleni, nonna del poeta. Nel borgo, inoltre, si vede ancora la casa dove Carducci visse per qualche tempo.

Il Castello di Bolgheri
Il Castello di Bolgheri

9. San Miniato

Il borgo storico sorge sulla cima di un colle che domina la valle circostante, e si originò nell’VIII secolo, fondata da longobardi (per questo in tempi antichi il borgo era noto anche come San Miniato al Tedesco). Nel Trecento fu assoggettato da Firenze. San Miniato è nota ovunque per la sua gastronomia (il tartufo in particolare), ma molti sono i monumenti unici che si visitano in questa cittadina, a cominciare dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta e di San Genesio, che si trova nella parte più alta del borgo, sovrastata solo dalla Rocca. L’interno, rifatto nell’Ottocento, ospita importanti opere di artisti toscani del XVII secolo. Nei pressi della chiesa sorgono gli antichi centri del potere religioso e secolare, ovvero il Palazzo Vescovile e il Palazzo dei Vicari Imperiali, mentre poco distante, più a valle, lo scenografico Palazzo del Seminario Vescovile, seicentesco, si presenta con la sua lunga facciata decorata che chiude la piazza. Da vedere anche il trecentesco Palazzo Comunale (che conserva diversi affreschi antichi) e la settecentesca chiesa del Crocifisso, che si eleva sopra un’alta scalinata.

San Miniato, il Palazzo del Seminario Vescovile
San Miniato, il Palazzo del Seminario Vescovile

10. Castiglion Fiorentino

Nota come “Castiglioni” nel vernacolo locale, Castiglion Fiorentino è una delle principali città della Valdichiana e, seppur tragga le sue origini da un insediamento di epoca etrusca, si sviluppò soprattutto in quanto piazzaforte fiorentina, come il nome suggerisce: i fiorentini infatti la conquistarono nel 1289 dopo aver sconfitto gli aretini nella battaglia di Campaldino. Riconquistata dagli aretini nel 1303, fu disputata di nuovo per tutto il Trecento finché, nel 1384, diventò definitivamente fiorentina e acquisì la sua attuale denominazione. Il “castiglione” è quello che sorgeva sulla sommità del colle, e oggi quello che ne rimane è la Torre del Cassero. Da vedere i palazzi medievali (il Palazzo Comunale e il Palazzo Pretorio: in quest’ultimo ha sede il locale Museo Archeologico), la Pinacoteca Comunale che conserva preziosi dipinti di importanti artisti toscani di tutte le epoche, la duecentesca chiesa di San Francesco dove si ammira un San Francesco di Margaritone d’Arezzo, la collegiata di San Giuliano che ospita tavole e sculture rinascimentali, e le celeberrime Logge del Vasari (in realtà risalenti al 1513 e solo rimaneggiate in parte dal grande storiografo aretino), che chiudono un lato della piazza del Municipio e offrono uno splendido panorama sulla valle circostante.

Veduta di Castiglion Fiorentino
Veduta di Castiglion Fiorentino


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