Dieci borghi da visitare in Trentino-Alto Adige


Viaggio nella regione più settentrionale d’Italia per scoprire dieci borghi da visitare, tra le meraviglie del Trentino-Alto Adige.

1. Castelrotto

Si trova in un’area paesaggistica di gran pregio, all’interno del Parco Naturale dello Sciliar e alle pendici dell’Alpe di Siusi, circostanza che ha reso Castelrotto (Kastelruth in tedesco) un luogo di soggiorni di villeggiatura, sia estiva che invernale. È però anche un luogo ricco di storia, le cui origini rimontano al X secolo: a lungo feudo dei conti del Tirolo, Castelrotto conobbe un periodo di grande sviluppo all’epoca in cui cominciò a essere considerata un centro turistico, ovvero a fine Ottocento. Di conseguenza, il borgo è ricco di edifici in stile liberty, ma non solo: sono caratteristiche le facciate dipinte dal pittore Eduard Burgauner, originario di Castelrotto, che tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo lasciò molte sue opere sulle pareti degli edifici cittadini. Tra le sue opere figura la decorazione di Casa Thurn-Edenberg, che conserva un interno medievale. Gli amanti delle tradizioni potranno visitare il Museo del Costume nella centralissima piazza Krausen: sono qui esposti molti costumi tradizionali tirolesi.

Veduta di Castelrotto
Veduta di Castelrotto

2. Vipiteno


Vipiteno (Sterzing in tedesco) si trova a quasi mille metri d’altitudine, a poca distanza dal confine con l’Austria (è più vicina a Innsbruck che a Bolzano) e ha origini in epoca romana, ma si sviluppò al tempo delle invasioni barbariche: la prima attestazione del toponimo “Stercengum” è però del 1180. Luogo di passaggio, fiorì tra il Quattrocento e il Cinquecento, epoca a cui risalgono molti dei suoi principali monumenti, a cominciare dalla parrocchiale quattrocentesca della Madonna della Palude. Più antica è invece la chiesa di Santo Spirito, gotica, e risalente alla fine del Trecento, esattamente come il Palazzo del Municipio. Il simbolo di Vipiteno è però la Torre delle Dodici (Zwölferturm), anch’essa risalente al XV secolo. Vipiteno, come altri centri dell’Alto Adige e del Tirolo, è nota per la sfilata dei Krampus, che si svolge il 5 dicembre, la sera di San Nicolò: figuranti mascherati da diavoli corrono per le vie della città dando vita a lotte furibonde contro chiunque capiti loro a tiro (se non si è dunque abituati a questo tipo di folklore... meglio girare al largo).

Il centro di Vipiteno
Il centro di Vipiteno

3. Caldaro sulla Strada del Vino


In tedesco è Kaltern an der Weinstraße e si trova nei pressi del lago di Caldaro, nell’Oltradige, una delle zone paesaggistiche più belle della regione. Il borgo si sviluppò soprattutto nel Cinquecento, e gli edifici, come in molti centri dell’Alto Adige, presentano caratteristiche che sono tipiche tanto del gotico sviluppatosi nei paesi germanici, quanto del Rinascimento italiano. Simbolo del borgo è la parrocchiale di Santa Maria Assunta, con l’altissimo campanile (è di 72,5 metri d’altezza), mentre tra i luoghi da vedere figurano le rovine della basilica di San Pietro (si trova fuori dal centro), e i resti dei castelli sui colli che circondano Caldaro. Il lago è meta di frequenti passeggiate nella natura.

Veduta di Caldaro sulla Strada del Vino
Veduta di Caldaro sulla Strada del Vino

4. Vigo di Fassa


Frazione di San Giovanni di Fassa, è oggi considerata soprattutto una rinomata località sciistica e per gli sport invernali, ma il borgo ha origini nel Medioevo, e qui si trova uno degli edifici più antichi della val di Fassa, la chiesa di San Giovanni, che risale forse al X secolo ma si presenta oggi nel suo aspetto gotico, con il suo alto campanile a cuspide (l’interno invece conserva affreschi cinquecenteschi). Simile nell’aspetto è la chiesa di Santa Giuliana, particolare in quanto si trova isolata rispetto al borgo, su una collina, immersa nel verde e circondata da boschi verdeggianti: l’aspetto odierno è quello quattrocentesco. A Vigo di Fassa si trova anche il Museo Ladino: il borgo è infatti al centro della comunità dei ladini, e il museo espone le collezioni dell’Istitut Cultural Ladin, che racconta la storia e le tradizioni di questa popolazione. L’altro museo del borgo è il Museo Mineralogico “Monzoni”, forte di una vasta raccolta di minerali locali.

Vigo di Fassa, chiesa di Santa Giuliana
Vigo di Fassa, chiesa di Santa Giuliana

5. Riva del Garda

È il principale centro della riva trentina del lago di Garda, nonché il secondo più grande del lago dopo Desenzano del Garda. Riva del Garda era abitata già all’epoca dei romani, fu poi dei goti, quindi degli Scaligeri di Verona, dei Visconti di Milano, e venne quindi contesa dai veneziani e dai principi vescovi di Trento, anche se i veneziani ebbero la meglio e nel Cinquecento rinnovarono radicalmente il borgo. Fece poi parte dell’Impero Austro-ungarico, epoca durante la quale Riva del Garda iniziò a sviluppare la vocazione turistica che mantiene tuttora. Nonostante dunque il centro sia fiorito nell’Ottocento, non mancano antichi edifici di pregio, come la chiesa dell’Inviolata, con la sua decorazione barocca all’interno, o quella di Santa Maria Assunta, settecentesca. Più antichi ancora sono il trecentesco Palazzo Pretorio, antica sede dell’autorità, e la Rocca di Riva, fortezza d’epoca medievale, più volte rimaneggiata nei secoli e oggi sede del MAG - Museo Alto Garda, che raccoglie una sezione archeologica, una sezione storica (con un racconto che parte dalla preistoria e arriva alla seconda guerra mondiale) e una pinacoteca con quadri di autori importanti. Il MAG ha una sede anche nella vicina Arco, dove ospita una mostra permanente dedicata al grande Giovanni Segantini, nativo proprio di Arco.

Veduta di Riva del Garda
Veduta di Riva del Garda

6. Naturno

Naturno (Naturns in tedesco) è uno dei principali centri della Val Venosta e le sue origini risalgono al Medioevo, quando è attestata per la prima volta come Nocturnis nel 1158. A Naturno si trova la chiesa di San Procolo, risalente all’VIII secolo, e famosa perché ospita uno dei cicli decorativi di epoca carolingia meglio conservati che esistano (e si consideri che gli affreschi carolingi sono essi stessi una rarità): si tratta di scene che raccontano la vita di san Procolo e sono tra i più studiati nell’ambito dell’arte medievale. La chiesa conserva anche affreschi duecenteschi. A Naturno si trova anche il medievale Castel Juval, risalente al Duecento: oggi è una delle sei sedi del Messner Mountain Museum, il circuito museale della montagna aperto dal celebre alpinista Reinhold Messner (la sede principale è a Bolzano, le altre si trovano a Solda, sul Monte Rita, a Brunico e sul Plan de Corones).

Gli affreschi carolingi di Naturno
Gli affreschi carolingi di Naturno

7. Egna

Si trova nella piana a sud della città di Bolzano e ha origini medievali: il suo nome tedesco, Neumarkt (letteralmente “mercato nuovo”), che le fu dato nel Trecento, attesta la vocazione mercantile della cittadina, al centro di traffici commerciali. Il segno più distintivo di questa sua secolare tradizione sono i numerosi portici (Lauben) che costeggiano le strade della città-mercato. Egna è anche la città dove venne imprigionato il patriota altoatesino Andreas Hofer, che nel 1809 si pose a capo dell’Insorgenza Tirolese contro la Francia napoleonica, conclusasi però con esito fallimentare: rinchiuso a Egna, Hofer fu poi giustiziato a Mantova. Da vedere, oltre alle strade porticate, la chiesa di San Nicolò, di origine romanica, e il Museo della Cultura Popolare.

I portici di Egna
I portici di Egna

8. Ortisei

È il centro più popoloso della Val Gardena, attestato fin dal Duecento (il nome della cittadina deriva dal latino urticetum, “luogo delle ortiche”, mentre in tedesco è Sankt Ulrich): al santo patrono, sant’Ulrico, è dedicata la parrocchiale in stile neoclassico. Fuori dal centro si trova la caratteristica chiesa di San Giacomo, curioso esempio di chiesa rimaneggiata nel Seicento con uno stile che richiamava il tardogotico (all’interno ci sono affreschi quattrocenteschi). Ortisei ospita anche il Museo della Val Gardena, che racconta la storia e le tradizioni del territorio. La Val Gardena è inoltre famosa per la sua vocazione sciistica: qui si tengono anche importanti competizioni internazionali.

Il centro di Ortisei
Il centro di Ortisei

9. Molveno

Adagiata sulle rive dell’omonimo lago, incastonato tra le cime delle Dolomiti, nei pressi del massiccio della Paganella, Molveno ha cominciato a diventare una frequentata meta turistica nell’Ottocento, e ha attirato ospiti illustri: politici, sovrani, scrittori, scienziati, intellettuali. L’insediamento ha origini romane, ma si sviluppò nel Medioevo quando, data la sua posizione strategica, il borgo fu conteso per secoli. Tra i principali monumenti figurano la medievale chiesa di San Vigilio (molto particolare è la lunetta del portale, affrescata), la cinquecentesca segheria veneziana, le fortificazioni austriache sulle montagne.

Veduta di Molveno. Ph. Credit Fabio Mori
Veduta di Molveno. Ph. Credit Fabio Mori

10. Glorenza

Citata per la prima volta nel 1163 come Glurnis (da cui il nome tedesco Glurns), nel Medioevo era al centro di traffici commerciali ed ebbe un notevole sviluppo sotto i conti del Tirolo, ma fu rasa al suolo nel 1499 dagli svizzeri durante la guerra dell’Engadina: fu quindi ricostruita e murata per volere dell’imperatore Massimiliano I (le mura si conservano ancora intatte). Non lontana dal confine con la Svizzera, e tra i principali centri della Val Venosta, presenta numerose testimonianze antiche: oltre le mura, da vedere Castel Glorenza (un’antica dimora nobiliare cinquecentesca), le porte d’accesso alla città, le case affrescate e, fuori dal centro, la quattrocentesca chiesa di San Pancrazio.

Veduta di Glorenza
Veduta di Glorenza

Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte.
al prezzo di 12,00 euro all'anno avrai accesso illimitato agli articoli pubblicati sul sito di Finestre sull'Arte e ci aiuterai a crescere e a mantenere la nostra informazione libera e indipendente.
ABBONATI A
FINESTRE SULL'ARTE


Dieci borghi da visitare in Emilia Romagna
Dieci borghi da visitare in Emilia Romagna
10 cammini di pellegrinaggio in Emilia Romagna, percorsi tra arte e sacro
10 cammini di pellegrinaggio in Emilia Romagna, percorsi tra arte e sacro
Barga, la città dei due tramonti: una piccola Firenze di montagna
Barga, la città dei due tramonti: una piccola Firenze di montagna
Calci, dagli splendori e dai rigori della Certosa ai marmi della pieve romanica
Calci, dagli splendori e dai rigori della Certosa ai marmi della pieve romanica
Pienza, la città ideale del Quattrocento nata per volere di un papa
Pienza, la città ideale del Quattrocento nata per volere di un papa
Opere di Raffaello a Roma: cinque luoghi da vedere in due giorni
Opere di Raffaello a Roma: cinque luoghi da vedere in due giorni



MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte