Valtiberina toscana, cosa vedere: 10 luoghi da non perdere


Cosa vedere in Valtiberina: un itinerario tra 10 luoghi da non perdere.

Lungo il fiume Tevere, custodita dalle vette dell’Appennino Toscano, è adagiata la Valtiberina, splendida zona a cavallo tra Toscana e Umbria, caratterizzata dalla sua bellezza naturale, dalle sue colline ondulate che lasciano poi il posto alle montagne, da fitti boschi e paesaggi verdeggianti, e da una ricchissima storia culturale che ha visto passare di qui alcuni dei più grandi artisti della storia dell’arte. Borghi dalla storia millenaria, capolavori dell’arte, paesaggi naturali intatti, foreste, vigneti, oliveti. La parte toscana della Valtiberina, tutta situata all’interno della provincia di Arezzo, offre una straordinaria varietà di paesaggi e attività, e l’aspetto sicuramente più interessante di questa zona consiste nel fatto che è ancora poco nota al turismo di massa, quindi un soggiorno da queste parti non può che essere tranquillo e autentico. La Valtiberina toscana è dunque un luogo affascinante che offre una combinazione di bellezze naturali, storia, arte e tradizioni culinarie, capace di attirare sia sia chi cerca relax e tranquillità sia chi è interessato a esplorare la ricca cultura e la storia della Toscana. Quali sono i luoghi da vedere durante un soggiorno nella parte toscana della Valtiberina? Ve li elenchiamo di seguito, ecco dieci tappe da non mancare!

1. Sansepolcro

Sansepolcro è la città più grande della Valtiberina ed è una destinazione che attira visitatori desiderosi di scoprire soprattutto l’arte e la cultura di questa zona della Toscana. Sansepolcro è infatti famosa per essere la città natale di Piero della Francesca: il Museo Civico ospita una collezione straordinaria di opere d’arte, tra cui alcuni capolavori di Piero della Francesca, ovvero il Polittico della Misericordia, la Resurrezione, il San Ludovico e il San Giuliano. Il Museo Civico ospita poi capolavori del Pontormo, di Santi di Tito e altri grandi artisti. Da non perdere poi la Deposizione del Rosso Fiorentino nella chiesa di San Lorenzo e lo Stendardo della Crocifissione di Luca Signorelli nella chiesa di Sant’Antonio Abate. Ma è lo stesso centro storico di Sansepolcro a essere molto affascinante: assieme a Pieve Santo Stefano è l’unico borgo pianeggiante della Valtiberina toscana e accoglie i visitatori con le sue piazze ariose, le sue ampie strade, gli edifici medievali e rinascimentali. Sansepolcro offre poi una deliziosa esperienza culinaria con i suoi ristoranti e trattorie che servono piatti tradizionali toscani.

Veduta di Sansepolcro. Foto: Alessandro Puleri
Veduta di Sansepolcro. Foto: Alessandro Puleri

2. Anghiari

Anghiari è un affascinante borgo medievale che ha mantenuto intatto il suo aspetto antico ed è dunque forse il più autentico e suggestivo dei centri della Valtiberina toscana. Stretti vicoli, edifici in pietra e torri antiche accompagnano il visitatore nelle passeggiate per il centro storico: è come fare un viaggio nel tempo. Il borgo è noto soprattutto per essere stato teatro della famosa Battaglia di Anghiari nel 1440, vinta dai fiorentini sui milanesi, a cui è dedicato il locale Museo della Battaglia e di Anghiari, situato in piazza Mameli, di fronte al Museo di Palazzo Taglieschi, e poco lontano dal terzo museo cittadino, il Museo della Misericordia: all’interno capolavori d’arte, ricostruzioni, documenti e molto altro concorrono a raccontare nei dettagli la storia di questa cittadina meravigliosa. Cuore del borgo è la Piazza del Popolo, circondata da edifici storici, tra cui il Palazzo Pretorio, edificio trecentesco che si può considerare un po’ il simbolo del borgo. Anghiari ospita inoltre diversi eventi durante l’anno: il più famoso è sicuramente la “Tovaglia a Quadri”, che si tiene ogni anno nella settimana di Ferragosto e durante la quale gli abitanti di Anghiari si ritrovano a mangiare assieme su grandi tavolate allestite per le vie del paese, assaggiando le delizie cucinate in loco.

Anghiari. Foto: Finestre sull'Arte
Anghiari. Foto: Finestre sull’Arte

3. Monterchi

Aggrappata a un colle che domina la vallata circostante si trova Monterchi, incantevole paesino di origini medievali famoso soprattutto per la Madonna del Parto di Piero della Francesca: la principale attrazione di Monterchi è infatti l’affresco dipinto per chiesa di Santa Maria a Momentana, oggi conservato presso il Museo Civico dedicato proprio alla Madonna del Parto (esiste ancora però la cappella che un tempo ospitava l’opera, staccata per ragioni di conservazione). Questo affresco raffigurante la Madonna incinta è considerato uno dei grandi capolavori di Piero della Francesca. Monterchi ospita inoltre il Museo delle Bilance, un luogo insolito e interessante che espone una vasta collezione di bilance di varie epoche, per offrire uno sguardo curioso sulla storia degli strumenti di misurazione. Il borgo stesso è un luogo ideale per perdersi tra i vicoli e scoprire angoli meravigliosi tra chiese medievali e case in pietra.

Monterchi. Foto: Discover Arezzo
Monterchi. Foto: Discover Arezzo

4. Pieve Santo Stefano

È nota come la “Città del Diario”: Pieve Santo Stefano, terzo comune della Provincia di Arezzo per estensione, attraversata dal fiume Tevere, accoglie infatti il Museo del Diario, che ospita una straordinaria collezione di diari personali provenienti da tutto il mondo, donati dagli stessi autori o dalle loro famiglie. Questa preziosa raccolta offre uno sguardo intimo nelle vite e nelle esperienze di persone comuni, rappresentando una testimonianza unica della diversità delle esperienze umane. A differenza di altri borghi della Valtiberina, Pieve Santo Stefano ha conservato soltanto a tratti il suo aspetto antico: è stata infatti pesantemente bombardata durante la seconda guerra mondiale (la città era un avamposto della Linea Gotica) e pertanto il suo aspetto attuale è frutto delle ricostruzioni del dopoguerra. La pieve che dà nome alla città, la Collegiata di Santo Stefano, è stata ricostruita in stile neoclassico a inizio Ottocento e ospita importanti terrecotte robbiane.

Pieve Santo Stefano. Foto: Vitaliano Sincero
Pieve Santo Stefano. Foto: Vitaliano Sincero

5. Caprese Michelangelo

Qui nacque, nel 1475, uno dei più grandi esseri umani della storia, Michelangelo Buonarroti: ecco perché Caprese ha aggiunto il nome del genio rinascimentale al toponimo. Caprese Michelangelo è un pittoresco borgo adagiato attorno al suo castello, dove il 6 marzo 1475 nacque Michelangelo. La Casa Natale dell’artista (in realtà un complesso di edifici nella parte alta del borgo, tra cui il Palazzo del Podestà, dove l’artista venne alla luce: nella stanza in cui nacque oggi si trova una curiosa Madonna con i santi di Giuliano Amidei legata a Michelangelo) è tappa imprescindibile. Da vedere anche la chiesetta di San Giovanni Battista, fuori dalla cerchia muraria, caratteristica perché tutta in pietra e per il suo campanile a vela inglobato nella facciata (è inoltre la chiesa dove venne battezzato Michelangelo). Nelle vicinanze si trovano poi la chiesa di San Cristoforo a Monna, antichissimo edificio risalente all’XI secolo, anche se rinnovato nell’Ottocento, e l’abbazia di San Martino a Tifi, che conserva il suo aspetto romanico.

Caprese Michelangelo. Foto: Discover Arezzo
Caprese Michelangelo. Foto: Discover Arezzo

6. Badia Tedalda

Porta d’accesso alla riserva dell’Alpe della Luna, Badia Tedalda si trova, assieme a Sestino, nella parte più montuosa della Valtiberina. È il meno abitato dei comuni della Valtiberina toscana. I suoi dintorni sono caratterizzati da un incontaminato paesaggio collinare e la posizione del borgo la rende punto di partenza ideale per attività all’aperto: gli amanti della natura possono quindi godere di escursioni a piedi o in bicicletta attraverso i sentieri che si snodano tra le colline della Valtiberina. Il suo centro storico conserva l’architettura tradizionale delle città toscane, con strade acciottolate e edifici in pietra, mentre il nome del borgo deriva dall’abbazia benedettina che qui venne fondata dalla famiglia Tedaldi. Da vedere nel borgo il Museo dell’Alta Valmarecchia Toscana che racconta la storia e le tradizioni di questa porzione di Toscana al confine con la Romagna, e soprattutto la chiesa di San Michele Arcangelo che ospita tre spettacolari pale in terracotta invetriata eseguite da Benedetto e Santi Buglioni agli inizi del Cinquecento.

Badia Tedalda. Foto: Discover Arezzo
Badia Tedalda. Foto: Discover Arezzo

7. Sestino

È il comune più orientale non solo della Valtiberina, ma di tutta la Toscana. Sestino appartenne a lungo ai Malatesta e solo dal 1520 la sua storia si legò a quella della Toscana. Borgo medievale, in antico fu un avamposto toscano contro le mire espansionistiche degli Stati vicini come il ducato di Urbino e lo Stato della Chiesa: nel 1566 infatti il granduca Cosimo I de’ Medici progettò di far costruire sul vicino Sasso di Simone una città-fortezza, simile a San Leo nelle Marche, per scopi difensivi (la costruzione, iniziata, venne poi abbandonata, e oggi è possibile vedere sul monte alcune rovine). Anche Sestino, situata lungo le sponde del fiume Foglia, conserva in parte il suo carattere tradizionale con il centro storico che presenta strade lastricate, edifici in pietra e una piazza centrale che è il cuore pulsante della comunità. Da vedere l’Antiquarium Nazionale, che raccoglie reperti archeologici provenienti dalla colonia romana di Sestinum che in antico fu importante snodo sull’Appennino, e la chiesa di San Michele.

Sestino. Foto: Discover Arezzo
Sestino. Foto: Discover Arezzo

8. L’Eremo di Montecasale

Situato nel territorio comunale di Sansepolcro, l’Eremo di Montecasale, celato tra le colline della Valtiberina, è un luogo sacro medievale immerso in un ambiente naturale di gran pregio e ha una storia ricca, legata a quella di san Francesco. Fondato nel XII secolo dai monaci camaldolesi, nel 1213 venne ceduto dal vescovo di Città di Castello a San Francesco, che per qualche tempo frequentò questo luogo ricco di spiritualità. Si tratta, dunque, di uno dei più antichi conventi francescani esistenti, e oggi è gestito dalla comunità conventuale dei cappuccini, che si insediarono a Montecasale all’inizio del Cinquecento, dopo aver ricevuto nel 1537 l’eremo da papa Paolo III. Montecasale, oltre a essere un edificio che ha mantenuto il suo aspetto antico, è anche un luogo di ritiro spirituale e un punto di pellegrinaggio per coloro che cercano momenti di riflessione e preghiera, e la tranquillità dell’ambiente naturale circostante contribuisce a creare un’atmosfera di pace e serenità.

L’Eremo di Montecasale. Foto: Discover Arezzo
L’Eremo di Montecasale. Foto: Discover Arezzo

9. Il Castello di Montauto

Immerso tra i boschi dei Monti Rognosi, il Castello di Montauto, riconoscibile per la sua massiccia struttura rettangolare con le quattro torri rotonde agli angoli, è uno dei castelli più antichi del territorio e si erge solitario in mezzo a un bosco. Fu la sede dei signori di Montauto, i Barbolani, che mantennero le loro prerogative sul feudo di Montauto fino al 1815, e ancor oggi dimorano nell’edificio, che fu poi rinnovato in epoca rinascimentale per diventare una piccola ma confortevole residenza. Si trova nel territorio comunale di Anghiari e occupa la cima di un colle (il Monte Acuto) di 786 metri d’altezza: lo si raggiunge con una escursione tra i boschi (una delle più gettonate della Valtiberina). La storia racconta che di qui passò più volte san Francesco, che nel 1203 donò la sua tonaca al signore Alberto II Barbolani di Montauto, che la conservò nella cappella del castello fino al 1503.

Il Castello di Montauto
Il Castello di Montauto

10. I parchi naturali

La Valtiberina è una delle zone più verdi della Toscana, con le sue colline, le valli laterali, i fiumi serpeggianti e piccoli borghi medievali che si ergono su colli panoramici. Nella regione si trovano tre parchi e riserve naturali che contribuiscono alla preservazione della sua bellezza naturale e della sua biodiversità: la Riserva Naturale Regionale dei Monti Rognosi, l’Area Naturale Protetta della Golena del Tevere e la Riserva Naturale dell’Alpe della Luna, tutti con caratteristiche diverse (i paesaggi aspri e brulli dei Monti Rognosi, la pianura alluvionale della Golena del Tevere, le fitte foreste dell’Alpe della Luna), ma tutti adatti a rilassarsi e godersi la natura. La presenza di questi parchi contribuisce a preservare la flora e la fauna della regione: specie anche rare possono essere avvistate lungo i sentieri escursionistici che non di rado offrono panorami spettacolari. In questi parchi, inoltre, l’agricoltura è un elemento chiave che contribuisce non solo all’economia locale ma anche a mantenere il paesaggio tradizionale della regione.

I Monti Rognosi. Foto: Discover Arezzo
I Monti Rognosi. Foto: Discover Arezzo

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