Torino, apre al pubblico l’inedito percorso archeologico della Basilica paleocristiana del Salvatore


I Musei Reali di Torino aprono per la prima volta al pubblico l’inedito percorso archeologico della Basilica paleocristiana del Salvatore, in occasione dei trecento anni del Museo di Antichità. 

In occasione dei trecento anni del Museo di Antichità (1724-2024), dal 23 aprile 2024 i Musei Reali di Torino aprono per la prima volta al pubblico l’inedito percorso archeologico della Basilica paleocristiana del Salvatore, per mille anni centro cristiano della città insieme alle vicine chiese di San Giovanni Battista e di Santa Maria.

Nel tardo Quattrocento, con Torino che fu elevata a sede arcivescovile, l’edificio venne demolito per fare spazio al nuovo Duomo rinascimentale, su progetto di Amedeo di Francesco da Settignano, noto come Meo del Caprino (nato a Settignano, Firenze, nel 1430 e morto nel 1501). Nel 1909, dieci anni dopo il rinvenimento del Teatro Romano, gli scavi riportarono alla luce strutture architettoniche, resti di sepolture, iscrizioni e il mosaico del XIII secolo dedicato alla Fortuna che regola le sorti dell’umanità, immediatamente trasferito al museo civico di Palazzo Madama. Negli anni Novanta del XX secolo, la Soprintendenza ha potuto completare gli scavi su un’area più estesa, riportando alla luce la pavimentazione di piazza San Giovanni. Grazie al sostegno iniziale della Fondazione Compagnia di San Paolo e successivamente ai finanziamenti del Ministero della Cultura, l’intera area archeologica è stata affidata nel 2021 ai Musei Reali di Torino. Oggi, una musealizzazione di grande impatto, arricchita da ricostruzioni tridimensionali del Teatro Romano e del complesso episcopale, frutto di una collaborazione tra la Soprintendenza, il Segretariato Regionale e i Musei Reali, coordinata da Filippo Masino e Stefania Ratto, restituisce accessibilità e comprensibilità a questo patrimonio di archeologia urbana. Per immergersi nell’esplorazione della storia cittadina attraverso i secoli, la visita alle aree archeologiche si arricchisce con un percorso che si estende dalla Basilica del Salvatore al decumano romano, passando per il Teatro e giungendo alla sezione del Museo di Antichità dedicata all’Archeologia a Torino. Questo itinerario è arricchito da un nuovo allestimento multimediale che include una galleria di personaggi illustri.

Il programma di celebrazioni per il terzo centenario si apre con la mostra archeologica La Scandalosa e la Magnifica: 300 anni di ricerche su Industria e sul culto di Iside in Piemonte, ospitata nello Spazio Scoperte al secondo piano della Galleria Sabauda e aperta al pubblico dal 23 aprile al 10 novembre 2024, a cura dell’archeologa Elisa Panero dei Musei Reali, in collaborazione con l’Università di Torino. L’esposizione propone un viaggio nella città romana di Industria-Bodincomagus. Questo centro “alpino” dalle forti influenze cosmopolite è stato un nodo cruciale che collegava culti locali e orientali, relazioni economiche e culturali con l’Egeo orientale. Le vicende archeologiche del sito si intrecciano con la storia del museo torinese e della famiglia sabauda, rappresentando tra le più antiche testimonianze in Italia del culto di Iside, definita “La Scandalosa e la Magnifica” nell’inno del III-IV secolo d.C., rinvenuto a Nag Hammadi in Egitto e dedicato alla dea orientale alla quale si ispira il titolo della mostra. Esposti 75 oggetti tra statue, statuette ed epigrafi, in bronzo e in marmo, con opere particolari ed evocative come l’Osiride Chronokrator – Signore del tempo – avvolto nelle spire del serpente Aion, datato alla prima metà del II sec. d.C. – III sec. d.C., che giunse nelle collezioni dinastiche nel 1612. La mostra presenta inoltre manufatti in bronzo provenienti dall’area archeologica di Industria, oggi afferente alla Direzione regionale Musei del Piemonte, presso l’attuale Monteu da Po (Torino), città segnalata da Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia, come la danzatrice in bronzo, datata I-II sec. d.C., ritrovata agli inizi dell’Ottocento dal Conte Bernardino Morra di Lauriano, e il famoso tripode in bronzo, opera datata alla metà del II secolo d.C., riccamente decorata da sileni su zampe leonine, sfingi accovacciate al di sopra di un motivo a racemi vegetali, sostegni superiori ornati da tre teorie figurate raffiguranti Dioniso e tre vittorie alate sul globo. Le peculiari sculture dedicate a varie divinità – Iside raffigurata anche nelle vesti di Fortuna, Arpocrate, Apollo, Mitra, Eracle, Giove Ammone – le iscrizioni e gli oggetti bronzei, quali il sistro e la statuetta di sacerdotessa, offrono la possibilità di approfondire tradizioni, miti e varie religioni che rimandano a culti orientali in linea con la vocazione cosmopolita che la città di Industria doveva avere già nella sua fase preromana di mercato sul Po. Sono presenti anche materiali ceramici provenienti da tutto il Mediterraneo, alcuni esposti per la prima volta, ed epigrafi che attestano antichissime famiglie di origine centro-italica, quali gli Avilii, i Lolli, i Sertori e i Coccei, a testimoniare la vivacità del centro situato sull’asse del Po, nel cuore dei più importanti traffici economici, sociali e politici del tempo.

Tre secoli di storie, scavi e scoperte archeologiche legate al Museo di Antichità tracciano dunque la fisionomia di una città “sacra agli dei”, ma molto amata dagli uomini dediti agli scambi commerciali e alla politica dell’Impero, su cui molto resta ancora da scoprire: la sezione conclusiva è infatti occasione per fare il punto sull’urbanistica di Industria, sull’interpretazione dei suoi monumenti e sulle prospettive di ricerca.

La mostra rientra nel progetto Marmi romani e biografie torinesi: idee e materiali per la valorizzazione delle collezioni epigrafiche del Museo di Antichità di Torino, sostenuto da Fondazione CRT. L’esposizione è accompagnata dalla guida breve La Scandalosa e la Magnifica. 300 anni di ricerche su Industria e sul culto di Iside in Piemonte, pubblicata nella collana I Cataloghi, dedicata dai Musei Reali al Museo di Antichità.

Orari: da martedì a domenica, dalle 9 alle 19. Ingresso compreso nel biglietto dei Musei Reali.

Immagine: Dettaglio di Osiride Chronokrator avvolto nelle spire del serpente Aion (testa I secolo d.C.; marmo; ingresso nelle collezioni Savoia nel 1612 dalla raccolta di Alessandro Monaldi).

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