Il Cavallo colossale di Canova torna a nuova vita dopo oltre cinquant'anni nei depositi


Dopo più di cinquant’anni di oblio, il Cavallo colossale di Antonio Canova rinasce grazie a un complesso intervento di restauro promosso dal Comune e dai Musei Civici di Bassano del Grappa, in collaborazione con le Soprintendenze e con il sostegno di Intesa Sanpaolo e Venice in Peril Fund.

Il Cavallo colossale di Antonio Canova (Possano, 1757 - Venezia, 1822), una delle opere più rappresentative delle collezioni bassanesi, torna finalmente a mostrarsi nella sua interezza dopo oltre cinquant’anni trascorsi nei depositi dei Musei Civici di Bassano del Grappa. La monumentale scultura in gesso dipinto a finto bronzo, tra le ultime realizzate dal maestro di Possagno, è stata sottoposta a un complesso intervento di restauro che ne ha restituito la forma originaria e ha permesso di recuperare un capitolo fondamentale della storia canoviana. Il Cavallo colossale nacque come modello per la scultura equestre di Ferdinando I di Borbone, re di Napoli. Dopo la morte di Canova, il fratello Giambattista Sartori Canova volle che l’opera raggiungesse il Museo di Bassano, dove giunse nel 1849 insieme all’imponente raccolta di gessi, monocromi, bozzetti e documenti legati all’attività dello scultore. La statua rimase esposta fino alla fine degli anni Sessanta, quando fu smontata e trasferita nei depositi per consentire alcuni lavori di riallestimento. Da allora non venne più ricollocata, e per oltre cinquant’anni i frammenti che la componevano restarono dimenticati, in condizioni sempre più precarie.

La complessità della sua struttura e lo stato di conservazione dei materiali avevano a lungo fatto ritenere impossibile una ricomposizione. Ad ogni modo, le più recenti tecnologie applicate al restauro e la collaborazione di enti pubblici e privati hanno reso possibile un intervento che oggi consente al Cavallo di ritrovare la sua unità. Il progetto è stato promosso e organizzato dal Comune e dai Musei Civici di Bassano del Grappa, con l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza e con il supporto della Soprintendenza per la città metropolitana di Venezia. Partner principale dell’operazione è stata Intesa Sanpaolo nell’ambito del programma biennale “Restituzioni”, con il contributo del main sponsor Venice in Peril Fund.

“Il restauro del Cavallo colossale”, dice Barbara Guidi, Direttrice dei Musei Civici di Bassano del Grappa, “è stato un percorso di eccezionale complessità e fascino, sia per le dimensioni e le condizioni dell’opera, sia, soprattutto, per l’uso di tecnologie e metodologie innovative che lo annoverano tra gli interventi di recupero del patrimonio italiano più spettacolari e rilevanti degli ultimi anni; un restauro che rappresenta anche un momento unico di studio e conoscenza del metodo canoviano. Un traguardo che non esito a definire storico l’aver consentito, dopo 56 anni dal suo danneggiamento, il recupero di un’opera d’arte di tale rilevanza grazie a un progetto pioneristico che consentirà, dapprima nella mostra milanese e infine a Bassano del Grappa, di ammirare nuovamente uno dei massimi capolavori di Antonio Canova e di tutta la storia della scultura neoclassica”.

Il Cavallo colossale di Canova torna a nuova vita dopo oltre cinquant'anni nei depositi © Joan Porcel Studio
Il Cavallo colossale di Canova torna a nuova vita dopo oltre cinquant’anni nei depositi © Joan Porcel Studio
Il Cavallo colossale di Canova torna a nuova vita dopo oltre cinquant'anni nei depositi © Joan Porcel Studio – Ilaria Zago
Il Cavallo colossale di Canova torna a nuova vita dopo oltre cinquant’anni nei depositi © Joan Porcel Studio – Ilaria Zago

“Pochi giorni fa abbiamo inaugurato a Roma la ventesima edizione di Restituzioni, confermando un impegno che da quasi quarant’anni la nostra Banca porta avanti con cura e dedizione al fianco degli enti territoriali del Ministero della Cultura”, dichiara Silvia Foschi, Responsabile Patrimonio Storico Artistico e Attività Culturali della Direzione Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo. “Il programma ha permesso di restaurare più di 2.200 opere del patrimonio italiano, testimonianze della nostra storia e della nostra identità, grazie alla competenza dei migliori restauratori e studiosi. Oggi condividiamo il lavoro fatto sul monumentale Cavallo colossale di Antonio Canova dei Musei Civici di Bassano del Grappa, un intervento conservativo che si impone per la complessità e per la qualità del risultato raggiunto. Una vera restituzione, alla comunità, al territorio, al Paese. Creando un ponte ideale tra Roma e Milano, la magnifica scultura, con la sua potenza e armonia, sarà protagonista della mostra dedicata all’età napoleonica che apriremo nelle prossime settimane alle Gallerie d’Italia di Milano. Il recupero di questa straordinaria opera è ulteriore testimonianza di una responsabilità concreta verso il patrimonio artistico nazionale”.

“Siamo orgogliosi di essere il Main sponsor del restauro del Cavallo Colossale di Antonio Canova e di aver contributo a far tornare a splendere questo capolavoro nella sua piena magnificenza”, dichiara Anthony Roberts, Vice Presidente di Venice in Peril Fund. “Il progetto si inserisce nella lunga tradizione di Venice in Peril Fund nel supportare interventi conservativi a Venezia e, più recentemente, nel Veneto. In quanto residente a Bassano del Grappa sono particolarmente lieto di aver collaborato, non solo con il team di restauro che ha riporato l’opera al suo aspetto originale, ma anche con le istituzioni coinvolte e il Main partner Intesa Sanpaolo, e attendo con grande interesse il ritorno del capolavoro canoviano nella sua casa: al Museo Civico di Bassano del Grappa”.

“L’Amministrazione di Bassano del Grappa esprime profonda soddisfazione per la conclusione dell’intervento di restauro del Cavallo colossale di Antonio Canova”, dichiara l’Amministrazione comunale di Bassano del Grappa. “Un progetto ambizioso che restituisce nuova vita ad uno dei capolavori simbolo di Bassano del Grappa, da sempre impegnata nella tutela e nella valorizzazione del proprio patrimonio artistico, e riconsegna al pubblico un tesoro di inestimabile valore che si credeva definitivamente perduto. Questo traguardo rappresenta un momento di grande orgoglio per la città e testimonia l’importanza della fruttuosa sinergia tra pubblico e privato che, grazie al contributo di Intesa Sanpaolo e di Venice in Peril Fund e all’attenzione riposta dal Ministero della Cultura e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, pone la città di Bassano del Grappa quale centro culturale di rilevanza nazionale e internazionale”.

Il Cavallo colossale di Canova torna a nuova vita dopo oltre cinquant'anni nei depositi © Joan Porcel Studio
Il Cavallo colossale di Canova torna a nuova vita dopo oltre cinquant’anni nei depositi © Joan Porcel Studio
Il Cavallo colossale di Canova torna a nuova vita dopo oltre cinquant'anni nei depositi © Joan Porcel Studio – Ilaria Zago
Il Cavallo colossale di Canova torna a nuova vita dopo oltre cinquant’anni nei depositi © Joan Porcel Studio – Ilaria Zago

L’intervento, affidato alla ditta Passarella Restauri, ha preso avvio con una lunga fase di catalogazione e studio dei frammenti, che ha portato alla luce dati inediti sull’opera e sulla sua storia conservativa. Le analisi hanno infatti rivelato la presenza di materiali aggiunti nel corso dell’Ottocento, probabilmente durante il primo riassemblaggio effettuato dopo il trasporto della scultura dal laboratorio romano di Canova a Possagno e successivamente a Bassano del Grappa. Le integrazioni postume, realizzate con gesso, cocci di mattone, vasellame e fasciame metallico, avevano aumentato sensibilmente lo spessore interno del Cavallo e accresciuto di oltre quattrocento chilogrammi il peso complessivo dell’opera, provocando tensioni strutturali che ne avevano compromesso la stabilità.

Per riportare la scultura alla sua consistenza originaria è stato necessario un accurato lavoro di alleggerimento, condotto manualmente e con strumenti di precisione. Durante le operazioni è emerso anche un frammento di un libro di fine Settecento, rimasto casualmente intrappolato nell’impasto, testimonianza singolare del contesto storico in cui il modello era stato creato. Una volta terminata la rimozione dei materiali non pertinenti, è iniziata la lunga fase di riassemblaggio dei frammenti. Gli oltre duecento pezzi del Cavallo sono stati studiati uno a uno per individuare le corrispondenze e ricostruire i punti di contatto, fino a creare nove macro-sezioni principali. Queste ultime sono state poi accostate e ricomposte gradualmente, più volte, per eliminare dislivelli e assicurare un incastro perfetto delle superfici. Parallelamente è stata progettata, in collaborazione con lo studio R.S. Ingegneria di Padova, una nuova struttura portante interna, ideata per sostenere il peso della scultura senza gravare sulle zampe, in linea con l’impostazione originaria concepita da Canova. Il telaio metallico, realizzato con criteri antisismici, scarica le sollecitazioni su un basamento tecnologico rinforzato, assicurando la conservazione del Cavallo anche in caso di vibrazioni o eventi tellurici. Il restauro si è concluso con la rifinitura estetica delle superfici, comprendente la stuccatura delle lacune e l’integrazione pittorica eseguita ad acquerello e tempera. Gli interventi cromatici sono stati volutamente realizzati in una tonalità leggermente più chiara rispetto all’originale, così da rendere riconoscibili le parti restaurate senza compromettere l’armonia complessiva della visione.

Il Cavallo colossale di Canova torna a nuova vita dopo oltre cinquant'anni nei depositi © Joan Porcel Studio
Il Cavallo colossale di Canova torna a nuova vita dopo oltre cinquant’anni nei depositi © Joan Porcel Studio

“La complessità progettuale ed esecutiva dell’intervento è stata ricca di stimoli e una sfida professionale unica nel suo genere”, afferma il restauratore Giordano Passarella di Passarella Restauri Srl. “La conclusione di questo intervento rappresenta un momento importante di valorizzazione e conoscenza, frutto di un lavoro condiviso che ha permesso di restituire pienamente la qualità e la forza espressiva dell’opera”.

“La Soprintendenza di Verona ha seguito costantemente i lavori, che si sono caratterizzati per un costruttivo e competente dialogo tra la committenza, i funzionari responsabili della tutela, i restauratori, gli ingegneri e la direzione dei lavori”, afferma il Soprintendente arch. Andrea Rosignoli. “Solo il confronto tra le varie professionalità coinvolte ha permesso di trovare le soluzioni più adatte nell’estrema complessità di un restauro che non ha precedenti per dimensioni dell’opera e criticità del suo materiale costitutivo. Il Ministero della Cultura ha garantito il suo sostegno a questa impresa fin dall’inizio, con un contributo in conto capitale che sarà erogato grazie alla collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Venezia”.

Il pubblico potrà ammirare per la prima volta la scultura completamente restaurata alle Gallerie d’Italia di Milano, dove dal 28 novembre 2025 sarà esposta all’interno della mostra Eterno e visione. Roma e Milano capitali del Neoclassicismo. Il Cavallo colossale sarà il fulcro del percorso espositivo, attorno al quale ruoterà l’intera narrazione dedicata al dialogo tra le due città nel tempo del Neoclassicismo. Dopo la tappa milanese, l’opera tornerà a Bassano del Grappa per essere ricollocata nelle sale del Museo Civico, dove potrà nuovamente essere ammirata dai visitatori. Il recupero del Cavallo rappresenta quindi la restituzione di una parte essenziale dell’identità culturale della città e del patrimonio veneto. Il restauro è stato accompagnato da una documentazione audiovisiva che ne ha seguito ogni fase, realizzata grazie al sostegno di Venice in Peril Fund. La serie di video reportage, diffusa attraverso i canali digitali del Comune e dei Musei Civici di Bassano del Grappa, raccoglie le testimonianze dei protagonisti coinvolti e offrirà, in un ultimo episodio, la presentazione pubblica del capolavoro finalmente ricomposto.


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