Firenze, dopo decenni torna visitabile la Cappella di Palazzo Portinari Salviati


A Firenze, dopo decenni, torna visitabile la Cappella di Palazzo Portinari Salviati: l’ambiente, dipinto interamente da Alessandro Allori e collaboratori, è stato restaurato e adesso apre alle visite.

Torna visibile al pubblico dopo decenni di chiusura un piccolo gioiello di Firenze, la Cappella Salviati di Palazzo Portinari Salviati. Si è concluso in questi giorni il restauro della piccola cappella gentilizia dedicata a santa Maria Maddalena e completamente dipinta da Alessandro Allori e aiuti tra il 1579 e il 1580, consacrata l’anno successivo, nell’agosto del 1581 (su di una parete della cappella Allori peraltro appose la sua firma con la data 1580). Il restauro della Cappella Salviati e delle altre decorazioni di Palazzo Portinari Salviati è stato eseguito dalla restauratrice Anna Medori (Faberestauro) con la collaborazione di Andrea Vigna (Habilis) e la direzione di Adriana Novelli, project manager LDC Group, e del restauratore Guido Botticelli. La cappella e il palazzo (che oggi è sede di una residenza turistica di lusso) saranno visitabili ogni lunedì: il costo delle visite guidate è di 15 euro a persona, 10 per i residenti a Firenze. L’intero ricavato sarà devoluto per finanziare progetti di restauro a Firenze. Per prenotazioni chiamare il numero 055-535353 o scrivere una mail all’indirizzo info@palazzoportinari.com. I gruppi saranno composti da un massimo di 10 visitatori in modo da garantire anche in spazi ristretti condizioni di sicurezza per le decorazioni e le persone.

Durante il restauro è emerso che i dipinti della cappella sono pitture a olio su muro e non affreschi, come ritenuto fino ad oggi: una tecnica rara in ambito fiorentino (un altro celebre esempio a Firenze sono le Carte Geografiche agli Uffizi dipinte da Ludovico Buti, uno degli aiuti di Alessandro Allori).

Il ciclo pittorico che decora la piccola cappella comprende sulla volta Profeti e Sibille affiancati da puttini che reggono dei cartigli con passi della Sacre Scritture alternati, agli angoli, dalle are allusive ai quattro sacrifici ricordati nel Vecchio Testamento. Sulle pareti, al di sotto del fregio con un elegante tralcio di vite, appaiono dipinte, come su finti arazzi, tre storie della Maddalena (La Maddalena asciuga i piedi di Gesù durante la cena a casa di Simone, Noli me tangere, Comunione della Maddalena) che si completano con la tavola dell’altare raffigurante Cristo in casa di Marta e Maria, e una predella, andata perduta, che conteneva la Resurrezione di Lazzaro. Una fitta decorazione, esaltata dall’abbondante stesura dell’oro, copre i restanti spazi del piccolo ambiente includendo, sopra la porta d’ingresso, la raffigurazione del Cristo sorretto da due angeli e sulle pareti vicine i Santi Jacopo, Francesco e Lorenzo. Allori ha descritto accuratamente il programma iconografico della cappella nei suoi Ricordi specificando anche che eseguì personalmente, nella base a finto marmo, le teste dei termini e le quattro figurette entro cornici, mentre per il resto fu aiutato da Giovanni Maria Butteri e da Alessandro Pieroni.

Le origini di Palazzo Portinari Salviati risalgono a Folco Portinari, padre di Beatrice, musa di Dante Alighieri

L’itinerario di visita potrà comprendere, secondo le disponibilità, la Cappella Salviati, la Corte di Cosimo I, la Corte degli Imperatori e le stanze attigue con i preziosi cicli di affreschi dedicati all’Odissea e alle storie di Ercole, realizzati anch’essi da Alessandro Allori e aiuti tra il 1574 e il 1576. Al piano nobile sarà possibile vedere i soffitti delle suite affrescati nel Settecento da Tommaso Gherardini e aiuti, oltre alla Galleria con la volta affrescata che rappresenta l’Olimpo tra le allegorie del Giorno e della Notte. Nella suite Francesco I de’ Medici i visitatori potranno ammirare i soffitti a cassettoni con gli originali decori quattrocenteschi che rappresentano l’arma Portinari, una porta tra due leoni rampanti.

Con la fine del restauro della Cappella Salviati termina il recupero dei 12 mila metri quadrati d’interni di Palazzo Portinari Salviati, iniziato nel 2019 ad opera della proprietà LDC Group, intervento realizzato sotto la tutela della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato.

Palazzo Portinari Salviati, Cappella Salviati, dipinto con Cristo a casa di Marta e Maddalena. Alessandro Allori e aiuti; 1579-1580
Palazzo Portinari Salviati, Cappella Salviati, dipinto con Cristo a casa di Marta e Maddalena. Alessandro Allori e aiuti; 1579-1580
Palazzo Portinari Salviati, Cappella Salviati, La Maddalena asciuga i piedi a Gesù durante la cena in casa di Simone. Alessandro Allori e aiuti; 1579-1580
Palazzo Portinari Salviati, Cappella Salviati, La Maddalena asciuga i piedi a Gesù durante la cena in casa di Simone. Alessandro Allori e aiuti; 1579-1580
Palazzo Portinari Salviati, Cappella Salviati, Noli me tangere. Alessandro Allori e aiuti; 1579-1580.
Palazzo Portinari Salviati, Cappella Salviati, Noli me tangere. Alessandro Allori e aiuti; 1579-1580.

La Cappella

La cappella Salviati, dedicata a Santa Maria Maddalena, fu consacrata nell’agosto del 1581 come ricorda la lapide inserita all’esterno della porta. È lo stesso Alessandro Allori, a cui l’allora proprietario del palazzo Jacopo Salviati aveva affidato anche le decorazioni del Cortile degli Imperatori e di altri spazi al piano terreno, a testimoniare che nel 1580 la Cappella era completata. Nei suoi Ricordi, Allori precisa che gli aiuti erano Giovanni Butteri e Alessandro Pieroni e descrive con cura il ciclo pittorico, realizzato dal 25 gennaio del 1579 fino a maggio 1580, che comprende sulla volta i Profeti e le Sibille affiancati da puttini che reggono cartigli con passi delle Sacre Scritture, alternati agli angoli dai quattro sacrifici del Vecchio Testamento. Al di sotto del fregio con un elegante tralcio di vite, le tre storie della Maddalena (La Maddalena asciuga i piedi a Gesù durante la cena in casa di Simone, Noli me tangere, la Comunione della Maddalena) completate dalla preziosa tavola d’altare che raffigura Cristo in Casa di Marta e Maria. La tela, un soggetto di devozione domestica in armonia con la destinazione in una cappella privata, rappresenta però, come sottolinea Mina Gregori, “anche la ricerca di nuove e ritrovate tematiche propria di quegli anni”.

In realtà il ciclo degli affreschi della Cappella Salviati costituisce un importante documento agli inizi dell’ottavo decennio del 1500 “del processo di trasformazione che interessò la pittura sacra proprio in seguito agli interventi dell’Allori, di Santi di Tito e di altri artisti minori, impegnati non solo nella decorazione di chiese, ma anche di luoghi destinati alla devozione domestica come la Cappella Salviati, che costituisce un prezioso esempio di quelle che, tra la metà del Cinquecento e gli inizi del Seicento furono allestite nei palazzi fiorentini”, sottolinea anche Carlo Sisi. L’allestimento dell’altare comprendeva anche una predella oggi scomparsa, con la Resurrezione di Lazzaro, mentre i restanti spazi del piccolo ambiente sono decorati con l’abbondante stesura di oro, che soprattutto nella volta ottiene lucenti effetti di mosaico. La doratura fu eseguita da Bastiano di Benedetto del Chiesto nei primi giorni d’ottobre del 1579, come rivela Guido Pampaloni. Di solito, infatti, questa tecnica era eseguita da persone specializzate chiamate dai contemporanei pittori perché più che doti artistiche esigeva esperienza e pazienza. Infine, testimonia ancora Pampaloni, Mastro Iovanni Iacopelli, legnaiolo, fu incaricato di incorniciare le tele e preparare la predella di noce dell’altare (oggi non più esistente) mentre maestro Girolamo Franceschi, libraio con bottega alla Badia Fiorentina pensa alla “lehatura di un messale in foglio grande… con cordame di lacca rosso”.

Palazzo Portinari Salviati, Cappella Salviati, La volta. Alessandro Allori e aiuti; 1579-1580
Palazzo Portinari Salviati, Cappella Salviati, La volta. Alessandro Allori e aiuti; 1579-1580
Palazzo Portinari Salviati, Cappella Salviati, La volta (particolare). Alessandro Allori e aiuti; 1579-1580
Palazzo Portinari Salviati, Cappella Salviati, La volta (particolare). Alessandro Allori e aiuti; 1579-1580
Palazzo Portinari Salviati, Cappella Salviati, La volta (particolare). Alessandro Allori e aiuti; 1579-1580
Palazzo Portinari Salviati, Cappella Salviati, La volta (particolare). Alessandro Allori e aiuti; 1579-1580
Palazzo Portinari Salviati
Vista da Palazzo Portinari Salviati

Il restauro

Il cantiere di restauro ha avuto inizio nel febbraio del 2019. Le analisi scientifiche, condotte attraverso immagini ad alta definizione e indagini strumentali progettate dal professor Guido Botticelli e seguite dalle funzionarie della Soprintendenza Fulvia Zeuli e Jennifer Celani, hanno messo nuovamente in luce la particolarità di queste pitture, realizzate ad olio invece che a buon fresco. Le pennellate molto corpose e materiche testimoniano che l’Allori molto probabilmente si trova a dipingere su un intonaco già asciutto sul quale imposta le scene operando sul muro come si trovasse di fronte a un dipinto su tavola.

La decorazione della cappella è un raro esempio nell’ambito fiorentino di pittura a olio su muro, scelta del tutto insolita rispetto alla tradizionale pittura a buon fresco tipicamente utilizzata per le decorazioni murali di questo periodo. I motivi di questa scelta possono essere molteplici: un intonaco già finito al momento dell’affresco, la ricerca di maggiore brillantezza e la possibilità di realizzare dettagli più definiti. Un altro esempio di questo tipo a Firenze si trova nella sala delle Carte Geografiche degli Uffizi, dipinte a olio con miniature dorate da Ludovico Buti, anch’egli collaboratore di Allori a Palazzo Portinari, attorno alla fine del 1500. Le problematiche della cappella, a danno della bellissima matericità del film pittorico originario, sono principalmente dovute a infiltrazioni di umidità e a sali solubili veicolati all’interno dalla porosità dell’intonaco. Fenomeni che hanno già reso necessario nel tempo il ricorso a diversi interventi di restauro e manutenzione.


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