Inghilterra, scoperta opera di Artemisia Gentileschi nei depositi della Royal Collection


In Inghilterra, gli studiosi della Royal Collection hanno sottoposto a restauro un dipinto finora attribuito genericamente alla scuola francese del Settecento, e ritengono che si tratti in realtà di un quadro perduto di Artemisia Gentileschi, appartenuto a re Carlo I d’Inghilterra.

Secondo gli storici dell’arte del Royal Collection Trust, sarebbe di Artemisia Gentileschi un dipinto che è stato recentemente riscoperto nei depositi della collezione, e che sarebbe stato noto sinora con una attribuzione erronea. Il dipinto, raffigurante Susanna e i Vecchioni, è stato riscoperto a seguito del risultato del lavoro dei curatori del Royal Collection Trust, in particolare dell’ex membro dello staff e storico dell’arte Niko Munz, per rintracciare i dipinti venduti e sparsi in tutta Europa dopo l’esecuzione del re Carlo I d’Inghilterra.

Sette dipinti di Artemisia furono registrati negli inventari di Carlo I, ma si pensava che oggi sopravvivesse solo l’ Autoritratto, mentre gli altri si ritenevano perduti. Tuttavia, la ricerca ha permesso ai curatori di abbinare la descrizione di Susanna e i vecchioni a un dipinto che era stato conservato presso l’Hampton Court Palace per oltre 100 anni, attribuito genericamente alla “Scuola francese” e conservato in pessime condizioni. Successivamente, durante il trattamento conservativo, sul retro della tela è stato rinvenuto il marchio “CR” (“Carolus Rex”), a conferma che il dipinto faceva parte della collezione di Carlo I.

Secondo gli studiosi, il dipinto riscoperto costituisce “un’aggiunta significativa al corpus di opere esistenti di Artemisia” (così in una nota) e “getta nuova luce sul suo processo creativo e sul periodo trascorso a Londra alla fine degli anni Trenta del Seicento”, quando Artemisia lavorò al fianco di suo padre alla corte di Carlo I.

Dopo un accurato restauro, il dipinto è stato esposto ai visitatori del Castello di Windsor. Accanto sono mostrati il famoso Autoritratto come allegoria della pittura (noto anche come “La Pittura”), considerato una delle opere più grandi di Artemisia, e Giuseppe e la moglie di Putifarre del padre Orazio Gentileschi, dipinto durante il suo soggiorno a Londra. I tre dipinti formano una nuova mostra temporanea nella Queen’s Drawing Room, prendendo posto accanto ad altri capolavori Stuart della Collezione Reale.

Artemisia Gentileschi, Susanna e i vecchioni (1638-1639; olio su tela; Royal Collection Trust)
Artemisia Gentileschi, Susanna e i vecchioni (1638-1639; olio su tela; Royal Collection Trust)
Il dipinto prima del restauro
Il dipinto prima del restauro
Il marchio di re Carlo trovato dietro il dipinto
Il marchio di re Carlo trovato dietro il dipinto

Il dipinto ritrovato raffigura la storia biblica di Susanna, che viene sorpresa da due uomini mentre fa il bagno nel suo giardino. Per aver rifiutato le loro avance, si trova ad affrontare una falsa accusa di infedeltà, punibile con la morte, ma la vicenda si concluderà con il riconoscimento della sua innocenza. Artemisia ha sempre dato grande enfasi alla vulnerabilità e al disagio di Susanna mentre cerca di sottrarre il suo corpo allo sguardo dei due vecchioni. È una storia a cui Artemisia è tornata più volte nel corso dei suoi 40 anni di carriera: si conoscono oggi, infatti, almeno sei composizioni dell’artista con soggetto. La storia potrebbe aver avuto una risonanza particolare data la sua esperienza di violenza sessuale, poiché Artemisia venne violentata all’età di 17 anni da un artista nel laboratorio di suo padre e sottoposta a estenuanti interrogatori e torture durante il processo.

La storia del dipinto può essere tracciata in modo ininterrotto, con documenti ritrovati in ogni secolo dalla sua creazione. Fu commissionato da Enrichetta Maria di Borbone-Francia, probabilmente intorno al 1638–9, durante il breve periodo di Artemisia a Londra, quando l’artista assisteva l’anziano padre nel suo lavoro. L’inventario del 1639 di Abraham van der Doort, sovrintendente dei quadri del re presso Carlo I, mostra che il dipinto originariamente era appeso sopra un camino nella camera privata della regina al Whitehall Palace, una stanza che Enrichetta Maria utilizzava per mangiare, rilassarsi e ricevere gruppi ristretti di funzionari.

Il dipinto fu restituito a Carlo II poco dopo la Restaurazione nel 1660 e si pensa fosse appeso sopra un camino della Somerset House, residenza di regine e consorti tra cui Caterina di Braganza e la regina Anna. Il dipinto forse venne riattribuito alla “scuola francese” nel XVIII secolo, epoca di declino della reputazione di Artemisia. Fu quindi trasferito a Kensington Palace, dove è raffigurato in un acquerello della Camera da letto della Regina nel 1819 appoggiato a un muro, suggerendo che fosse considerato opera di un artista minore o sconosciuto e non degno di essere appeso. Successivamente fu spostato all’Hampton Court Palace, dove a un certo punto perse la cornice, e nel 1862 fu descritto come “in cattivo stato” e inviato per il restauro, a quel punto furono probabilmente applicati ulteriori strati di vernice e sovraverniciatura.

Dalla sua riscoperta, il dipinto ha subito un trattamento significativo da parte dei conservatori del Royal Collection Trust. Il lavoro prevedeva la rimozione scrupolosa di secoli di sporco superficiale, vernici scolorite e strati di vernice non originali per rivelare la composizione originale; la rimozione di strisce di tela aggiunte per ingrandire il dipinto qualche tempo dopo la sua realizzazione; rifodero della tela; ritocco di vecchi danni; sostituzione del telaio.

Artemisia Gentileschi, Autoritratto come pittura (1638-1639; olio su tela, 98,6 x 75,2 cm; Londra, Kensington Palace)
Artemisia Gentileschi, Autoritratto come pittura (1638-1639; olio su tela, 98,6 x 75,2 cm; Londra, Kensington Palace)
Orazio Gentileschi, Giuseppe e la moglie di Putifarre (1630-1632 circa; olio su tela, 206 x 261,9 cm; Windsor, Castello di Windsor)
Orazio Gentileschi, Giuseppe e la moglie di Putifarre (1630-1632 circa; olio su tela, 206 x 261,9 cm; Windsor, Castello di Windsor)
Richard Cattermole, La camera da letto della regina (1818 circa)
Richard Cattermole, La camera da letto della regina (1818 circa)
Il dipinto esposto
Il dipinto esposto
Il dipinto esposto
Il dipinto esposto

L’analisi del dipinto in fase conservativa, fanno sapere dal Royal Collection Trust, ha confermato la riattribuzione ad Artemisia e fornito uno spaccato della pratica lavorativa di Artemisia. Si pensa che l’opera abbia viaggiato con una scorta di disegni che l’artista ha utilizzato per creare nuove composizioni: i conservatori hanno infatti scoperto che almeno quattro parti del dipinto erano state utilizzate anche in opere precedenti, comprese le teste degli Anziani e il volto di Susanna. Artemisia deve aver considerato questa Susanna particolarmente riuscita, poiché riutilizzò elementi della figura in almeno tre versioni del suo dipinto successivo raffigurante Betsabea al bagno. La radiografia (utilizzata per analizzare aspetti di un’opera non visibili a occhio nudo) e la riflettografia a infrarossi (utilizzata per rendere visibile il disegno sottostante) hanno anche rivelato le modifiche apportate da Artemisia alla composizione, scoprendo una grande fontana dipinta in un momento successivo.

“Una delle parti più emozionanti della storia di questo dipinto”, ha dichiarato Niko Munz, “è che sembra essere stato commissionato dalla regina Enrichetta Maria mentre i suoi appartamenti venivano ridecorati per una nascita reale. La Susanna fu appesa per la prima volta sopra un nuovo camino - probabilmente installato contemporaneamente al dipinto - decorato con la cifra personale di Henrietta Maria ‘HMR’ (‘Henrietta Maria Regina’). Era decisamente il dipinto della regina”.

Adelaide Izat, conservatrice di pittura alla Royal Collection Trust, ha detto: “Quando è arrivata nello studio, la Susanna era la tela più pesantemente sovraverniciata che avessi mai visto, la sua superficie quasi completamente oscurata. È stato incredibile essere coinvolti nel riportare il dipinto al suo giusto posto nella Collezione Reale, permettendo agli spettatori di apprezzare nuovamente l’arte di Artemisia per la prima volta dopo secoli”.

L’esposizione speciale delle opere di Artemisia e Orazio Gentileschi è inclusa nella visita al Castello di Windsor fino al 29 aprile 2024. Il Castello di Windsor è aperto ai visitatori dal giovedì al lunedì, chiuso il martedì e il mercoledì.


Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte.
al prezzo di 12,00 euro all'anno avrai accesso illimitato agli articoli pubblicati sul sito di Finestre sull'Arte e ci aiuterai a crescere e a mantenere la nostra informazione libera e indipendente.
ABBONATI A
FINESTRE SULL'ARTE



MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte