Importante acquisizione per il Kimbell Art Museum di Fort Worth (Texas, Stati Uniti) che l’altro ieri ha annunciato l’acquisizione della Natura morta con melone, anguria e altri frutti, dipinta intorno al 1610-1620 dall’artista italiano noto come il “Pensionante del Saraceni”, curioso nome che gli storici dell’arte hanno dato a un artista ancora non identificato che è associato a un piccolo gruppo di dipinti realizzati a Roma intorno al 1610-1620. Quest’opera silenziosa ma potente è tra le più belle e prime nature morte indipendenti dipinte in Italia sulla scia di Caravaggio. L’acquisizione arriva nel momento in cui al Kimbell Art Museum tornano i Bari di Caravaggio, opera del 1596-1597 circa, che era stata esposta alla mostra Caravaggio 2025 a Palazzo Barberini a Roma, che ha accolto oltre 450.000 visitatori. Entrambi i dipinti sono ora esposti al Kimbell nel Louis I. Kahn Building. La Natura morta con melone, anguria e altri frutti era stata proposta in asta nel 2023 da Artcurial a Parigi, con stima 1,5-2 milioni di euro: era andata invenduta. Dopo l’asta, il dipinto è finito in una collezione privata di Parigi ed è stato in seguito acquistato dal gallerista Nicholas Hall di New York. Il museo, tuttavia, non ha voluto rivelare il prezzo che ha pagato per acquistare l’opera.
“Il Pensionante del Saraceni è un pittore affascinante e misterioso che lavorò tra gli artisti caravaggeschi a Roma nel decennio successivo alla morte di Caravaggio nel 1610”, dichiara Eric M. Lee, direttore del Kimbell Art Museum. “La Natura morta con melone, anguria e altri frutti è uno dei dipinti più importanti dell’artista e darà un contributo significativo alle piccole ma straordinarie collezioni di nature morte e opere influenzate dallo stile distintivo di Caravaggio del Kimbell Art Museum”.
La Natura morta con melone, anguria e altri frutti è una composizione di circa 55,5 x 71,5 cm che presenta due gruppi di frutti quasi a grandezza naturale, completamente maturi e pronti per essere mangiati. Una luce morbida e avvolgente rivela elementi realistici e poetici al tempo stesso, tra cui la consistenza e il colore individuali di ogni frutto: un succulento melone arancione, la polpa umida e rosa di un cocomero, un melograno, un grappolo d’uva blu scuro, una mela rossa e gialla e la buccia screziata di una pera verde. Come la maggior parte delle nature morte, stimola i sensi: una festa per gli occhi, il frutto è fragrante, gustativo e tattile, eppure momentaneamente silenzioso, in attesa di essere consumato. La raffinatezza dell’artista è evidente nell’inquadratura ristretta della composizione, che taglia appena la disposizione dei frutti ai lati. Su uno sfondo scuro, gli oggetti sono posizionati verso il bordo anteriore di una superficie pietra delicatamente illuminata, il cui bordo posteriore è leggermente inclinato in avanti per essere messo in mostra.
La composizione è avvicinata all’osservatore, mentre foglie arricciate e viticci d’uva, insieme a frutti più piccoli e semi sparsi sul quadro, accentuano la sensazione di prossimità e tangibilità. Ciò che a prima vista sembra un’oscurità lontana oltre il tavolo di pietra, improvvisamente si rivela come un muro vicino quando l’osservatore nota un chiodo poco appariscente che proietta un’ombra morbida come una meridiana.
Ogni elemento di questa natura morta è separato, strutturato secondo il ritmo di pieni e vuoti e di volumi astratti che conferiscono all’opera una modernità che ricorda persino Cézanne. L’armonia del verde malachite delle foglie, del rosa dell’anguria e del rosso-viola del melograno testimonia l’abilità del Pensionante come colorista. Con il suo sfondo neutro, la composizione sobria ed equilibrata e la resa volumetrica della frutta (in particolare delle mele), la natura morta del Pensionante mostra una conoscenza diretta delle opere giovanili di Caravaggio, come il Ragazzo con canestro di frutta (1593) e la Canestra di frutta (1594-1598 circa). Tuttavia, laddove Caravaggio ritraeva foglie appassite e mele tarlate, il Pensionante suggeriva la decadenza in modo più sottile, qui con l’imbrunimento della mela tagliata a fette e la base macchiata della pera. Inoltre, in contrasto con gli estremi contrasti tonali di Caravaggio, la luce del Pensionante è morbida, quasi vellutata in alcune zone, dissolve le forme e moltiplica i riflessi luminosi nelle ombre. L’illuminazione è particolarmente notevole sul cocomero, che presenta un effetto perlaceo caratteristico dell’artista. Oltre a Caravaggio, la natura morta del Pensionante risente dell’influenza di Pietro Paolo Bonzi (Cortona, 1576 – Roma, 1636), con il quale, ha suggerito Mina Gregori, il pittore doveva avere un rapporto d’amicizia. La scelta della frutta e della pienezza formale è comune a entrambi i pittori, sebbene il Pensionante preferisse disporre le sue nature morte orizzontalmente, piuttosto che accatastare gli oggetti l’uno sull’altro.
Data l’altissima qualità del dipinto, sorprende che non si possa attribuire un nome al suo autore. L’artista non identificato della Natura morta con melone, anguria e altri frutti, come detto, è stato soprannominato il “Pensionante del Saraceni” (il nome venne coniato da Roberto Longhi nel 1943), perché ritenuto un artista che venne ospitato da Carlo Saraceni (Venezia, 1579 - 1620), un pittore veneziano attivo a Roma, pittore noto per aver ospitato dei pensionanti, e oltretutto mostra affinità con i dipinti di Saraceni. I suoi dipinti mostrano una profonda simpatia e comprensione per lo stile innovativo di Caravaggio. Il Pensionante si distingue come maestro per il suo realismo, la luce soffusa e un’atmosfera complessivamente sobria, calma e poetica. Longhi riteneva che il Pensionante fosse per certi versi più abile nell’interpretare la lezione di Caravaggio rispetto allo stesso Saraceni, che non dipinse mai nature morte. Longhi propose che il Pensionante fosse francese, ma il suo nome e la sua nazionalità rimangono sconosciuti; i tentativi di identificarlo con Jean Le Clerc, Guy François, Georges de la Tour e il fiammingo Jacob van Oost il Vecchio sono tutti falliti. Dalla sua prima identificazione da parte di Longhi, dodici dipinti sono stati attribuiti al Pensionante. Nessuno è datato, sebbene uno sia elencato in un inventario del 1621, che potrebbe rappresentare un terminus ante quem per l’opera dell’artista. La maggior parte delle sue opere raffigurano figure a mezzo busto, inespressive, in ambienti spogli, con un’atmosfera di mistero e di sommessa poesia.
Sebbene la maggior parte del corpus del Pensionante sia figurativo, la sua opera più nota è un’altra natura morta, la Natura morta con frutta e caraffa (1610-1620 circa) conservata alla National Gallery of Art di Washington. Quest’opera, attribuita in passato da Longhi allo stesso Caravaggio, presenta una sorprendente somiglianza con il dipinto acquistato dal Kimbell Art Museum, inclusa una disposizione analoga di frutta con un melone aperto, un’anguria tagliata, una pera, un fico e un grappolo d’uva. I meloni aperti con la polpa visibilmente umida ricorrono nel Venditore di frutta del Pensionante (1615–1620) conservato al Detroit Institute of Arts, dove occupano una mensola di pietra in primo piano. Le dimensioni pressoché identiche della natura morta di Washington e di quella in oggetto sollevano la possibilità che i due dipinti fossero originariamente concepiti come una coppia. Tuttavia, Mina Gregori ha suggerito una datazione leggermente anteriore per il dipinto del Kimbell, che a suo avviso è più vicina al Cuoco in cucina del Pensionante, conservato alla Galleria Corsini di Firenze. Quest’ultima condivide con la presente opera il trompe l’oeil del chiodo isolato sul muro, la cui ombra ritaglia lo spazio pittorico.
A differenza della celebre Canestra di Caravaggio con i suoi frutti macchiati e infestati da insetti e foglie appassite, la natura morta del Pensionante non suggerisce immediatamente il tema della vanitas, il passare del tempo che porta alla mortalità. Né è una natura morta idealizzata che raffigura esemplari perfetti. Piuttosto, la Natura morta con melone, anguria e altri frutti esalta il mondo naturale e le qualità reali dei frutti, tutte varietà che sarebbero giunte a maturazione a fine estate o in autunno, per essere gustate in tutta la loro abbondanza.
La Natura morta con melone, anguria e altra frutta si unisce ad altre nature morte presenti al Kimbell, tra cui il Vaso di fiori con tenda (1615) di Jacques de Gheyn, la Natura morta con fragole, cesto di ciliegie e ramo di uva spina (1631) di Louise Moillon, il Melone tagliato (1760) di Jean Siméon Chardin, la Natura morta con arance, barattoli e scatole di dolciumi (1760–1765 circa) di Luis Meléndez e la Natura morta con sgombro (1787) di Anne Vallayer-Coster. La nuova acquisizione sarà esposta assieme ai Bari di Caravaggio, che influenzarono questa e innumerevoli altre opere.
Secondo Nicholas Hall, questa natura morta è da annoverare tra le più belle nature morte caravaggesche dipinte in Italia. La sua importanza fu riconosciuta per la prima volta dalla stessa Mina Gregori che la usò come copertina del suo catalogo definitivo di nature morte italiane del 2003. È di fatto il pendant della famosa natura morta del Pensionante della National Gallery of Art di Washington, un tempo esposta nella collezione Contini Bonacossi accanto alla natura morta di Zurbaran, ora al Norton Simon Museum. Un’autorità come Pierre Rosenberg descrisse “l’affascinante originalità della misteriosa personalità del Pensionante, che risiede nei suoi dipinti eseguiti con fluidità, con la loro luce soffusa, la poesia delicata e tranquilla e la riservatezza malinconica”.
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