Marche, una copia seicentesca di Federico Barocci rinata con l'Art Bonus


Una Natività, copia di Federico Barocci realizzata nel XVII secolo, conservata a Montegiorgio (Fermo) nelle Marche, che rinasce grazie al contributo di un privato tramite Art Bonus: l’azienda Luna Srl, già attiva nel sostegno a interventi di tutela del patrimonio artistico locale, dona nuova vita all’opera. 

Intima e solenne, una Natività del XVII secolo, copia del dipinto di Federico Barocci (Urbino, 1533 - 1612) conservato al Museo del Prado di Madrid, che da due anni è tornata leggibile grazie al restauro, realizzato nel 2023, attraverso il meccanismo Art Bonus. L’intervento, dal valore di 4.267,56 euro, è stato promosso dal Comune di Montegiorgio, in provincia di Fermo nelle Marche, con il sostegno della Luna Srl, azienda del settore calzaturiero, guidata dall’imprenditore Robertino Tulli, già attiva nel finanziamento del recupero della Crocifissione con Vergine, Maddalena e San Giovanni. Oggi il dipinto, originariamente collocato nella chiesa di San Francesco, è esposto a Palazzo Passari e può essere ammirato dal pubblico negli orari di apertura.

Questo dipinto dimostra come spesso anche le copie possono essere opere molto interessanti: secondo gli studi di Marisa Calisti ed Andrea Emiliani, la tela potrebbe essere stata commissionata dai frati del convento di San Francesco ad Alessandro Vitali (Pesaro, 1580 - Urbino, 1630), allievo di Federico Barocci, ma non si esclude che Barocci stesso abbia partecipato alla realizzazione, in particolare per la figura della Vergine. Altre due copie note dell’opera originale, attribuibili al Vitali, sono conservate alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano e in altra sede documentata del 1605, compatibile con la provenienza della tela di Montegiorgio, considerato il periodo in cui Vitali lavorava per una tela della cattedrale di Fermo.

Artista ignoto (da Federico Barocci),Natività, dopo il restauro (XVII secolo; olio su tela, 295 x 187 cm; Montegiorgio, Palazzo Passari)
Artista ignoto (da Federico Barocci), Natività dopo il restauro (XVII secolo; olio su tela, 295 x 187 cm; Montegiorgio, Palazzo Passari)
Artista ignoto (da Federico Barocci), Natività prima del restauro (XVII secolo; olio su tela, 295 x 187 cm; Montegiorgio, Palazzo Passari)
Artista ignoto (da Federico Barocci), Natività prima del restauro (XVII secolo; olio su tela, 295 x 187 cm; Montegiorgio, Palazzo Passari)

L’opera rappresenta al centro la Vergine inginocchiata davanti al Bambino avvolto in fasce, da cui irradia una luce che illumina il bue, l’asino, la figura della madre e quella di Giuseppe. Quest’ultimo è ritratto nell’atto di aprire la porta, dalla quale si affacciano due pastori con un montone, mentre indica il Bambino con il braccio teso. La parte superiore del dipinto, con un angelo cherubino che regge un festone con la scritta “GLORIA IN ALTISSIMIS DEO”, è stata probabilmente aggiunta nel XVIII secolo, come indicato dagli studi di Emiliani. Ad ogni modo, la tela era già stata oggetto di un intervento di restauro nel 2001 da parte della ditta Ermete Crisanti di Lucca.

Il restauro ha seguito una sequenza di interventi volti a garantire la stabilità e la leggibilità dell’opera. Il consolidamento della preparazione e del colore è stato realizzato mediante applicazione di resina acrilica tipo plexisol, diluita in modo da rinforzare il supporto senza alterare le superfici pittoriche. La pulitura è stata effettuata selettivamente per rimuovere polveri, vernici ossidate, interventi precedenti deteriorati e ridipinture, utilizzando tamponi di cotone idrofilo imbevuti di miscele solventi calibrate in base alla natura dello sporco e al grado di intervento necessario, preservando la patina originale del dipinto.

Federico Barocci, Natività (1597; olio su tela, 134 x 105 cm; Madrid, Museo del Prado)
Federico Barocci, Natività (1597; olio su tela, 134 x 105 cm; Madrid, Museo del Prado)
Alessandro Vitali (da Federico Barocci), Presepe (1599; olio su tela, 135,4 x 110 cm; Milano, Pinacoteca Ambrosiana)
Alessandro Vitali (da Federico Barocci), Presepe (1599; olio su tela, 135,4 x 110 cm; Milano, Pinacoteca Ambrosiana)

Le lacune presenti sulla tela sono state invece integrate con malta a base di gesso di Bologna e colla di coniglio, rasata a livello e resa uniforme con la superficie circostante. L’integrazione pittorica è stata realizzata attraverso velature ad acquerello sulle zone abrase, interventi mimetici con base a tempera o acquerello e successivo ritocco con colori a vernice sulle lacune di minore estensione, mentre per le zone più ampie sono stati adottati ritocchi selettivi con colori a vernice e acquerello neutro, secondo le indicazioni della Direzione Lavori. L’obiettivo è stato quindi quello di garantire un’unità di lettura cromatica coerente con la resa originale dell’opera.

Infine, la verniciatura della superficie pittorica è stata eseguita a pennello durante l’intervento pittorico e successivamente per nebulizzazione, assicurando una protezione finale adeguata alle superfici restaurate. L’insieme degli interventi ha permesso dunque di recuperare la leggibilità del dipinto, preservandone la storia e le caratteristiche materiali senza alterarne il valore artistico.


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Noemi Capoccia

L'autrice di questo articolo: Noemi Capoccia

Originaria di Lecce, classe 1995, ha conseguito la laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara nel 2021. Le sue passioni sono l'arte antica e l'archeologia. Dal 2024 lavora in Finestre sull'Arte.



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