Il Cubismo, la rivoluzione della forma: origini, sviluppo e principali artisti


Storia e fasi stilistiche del Cubismo, movimento d’avanguardia che determinò uno dei momenti più significativi dell’arte occidentale. 

Il Cubismo è stato un movimento artistico di avanguardia determinante nel XX secolo, sorto a Parigi intorno al 1907, si sviluppò lungo gli anni Dieci e fino agli anni Venti del Novecento. La prima affermazione dello stile cubista si fa coincidere con l’esecuzione del dipinto dell’artista spagnolo Pablo Picasso (Malaga, 1881 – Mougins, 1973) Les demoiselles d’Avignon, ritenuta opera capitale per la contemporaneità e precorritrice degli sviluppi cubisti. L’aspetto più sorprendente per l’epoca fu la tecnica a piani di colore frammentati da geometriche angolature, con le linee delle forme in continuità con lo sfondo, che valse come annuncio di quella che poi sarebbe stata una rivoluzione formale della pittura e del modo di concepire l’immagine.

Il Cubismo seguiva a uno scardinamento delle consuetudini pittorico-artistiche già avvenuto con i postimpressionisti e i Fauves, tra la fine dell’Ottocento e quei primi anni del Novecento, ma ebbe di assolutamente rivoluzionario il potere di intaccare per la prima volta e in modo sostanziale l’idea di “quadro”, che imperante fin dal Rinascimento prevedeva di rappresentare gli oggetti e le forme da un ben determinato punto di vista. Lo stile cubista riconsiderò del tutto il concetto di piano pittorico a partire dalla ricerca del predecessore Paul Cézanne, rifiutando le tecniche tradizionali della prospettiva, lo scorcio o il chiaroscuro e distaccandosi del tutto dalle teorie e pratiche accademiche consolidate di rappresentazione dal vero e attraverso i modelli, per presentare una nuova realtà pittorica data da più punti di vista nella stessa opera.

Il nuovo linguaggio artistico fu introdotto in un breve lasso di tempo dalla rapida e assidua frequentazione e sperimentazione tra Pablo Picasso e Georges Braque (Argenteuil, 1882 – Parigi, 1963), e poi sviluppato a partire dal 1909 in una fase denominata Cubismo analitico, a cui seguì fino allo scoppio della prima guerra mondiale nel 1914, il Cubismo sintetico. Nella prima fase un groviglio di linee geometriche incrociate scomponeva le figure in una moltitudine di piani pittorici senza un centro del quadro, con fondo e figure compenetranti.

Questa fase cambiò radicalmente l’idea che l’uomo e il suo punto di vista unico fossero la misura della visione. La fase sintetica fu invece caratterizzata da ampi piani geometrici delimitati con maggiore chiarezza, dove superata la questione del punto di fuga, l’opera compiva un salto verso il valore concettuale decisivo nell’arte a seguire: la si considerava come una sollecitazione non solo dello sguardo ma anche del pensiero, senza per questo tradire i procedimenti propri del lavoro artistico. Picasso e Braque introdussero nelle loro tele lettere a stampa, numeri, carta dipinta e ritagli di giornale, così che la pittura iniziava ad assomigliare a una costruzione, e avendo un volume, propriamente alla scultura. Da questa fase a Parigi e in tutte le capitali dell’avanguardia internazionale, si diffuse la rivoluzione formale del Cubismo. All’iniziale simbiotico sodalizio dei due artisti si unirono, con significativi contributi, il pittore spagnolo Juan Gris (Madrid, 1887 – Boulogne-sur-Seine, 1927) e Fernand Léger (Argentan, 1881 – Gif-sur-Yvette, 1955), che lavorarono alla frammentazione delle forme. Insieme a numerosi altri rappresentanti come Jean Metzinger (Nantes, 1883 – Parigi, 1956), Robert Delaunay (Parigi, 1885 – Montpellier, 1941), Sonia Delaunay (Sonja Terk; Odessa, 1885 – Parigi, 1979), Roger de la Fresnaye (Le Mans, 1885 – Grasse, 1925); e sebbene principalmente associato alla pittura, il cubismo esercitò una profonda influenza in scultura e architettura.

Pablo Picasso, Les Demoiselles d’Avignon (1907; olio su tela, 243,9 x 233,7 cm; New York, Museum of Modern Art)
Pablo Picasso, Les Demoiselles d’Avignon (1907; olio su tela, 243,9 x 233,7 cm; New York, Museum of Modern Art)

Origini, sviluppo e fasi del Cubismo

Il motore per la “svolta” del cubismo fu una retrospettiva postuma del lavoro di Paul Cézanne (Aix-en-Provence, 1839 – 1906), che ispirò profondamente i cubisti nella loro prima fase di sviluppo; si tenne al Salon d’Automne parigino nel 1907 anche anno di composizione dell’opera cardine Les demoiselles d’Avignon di Pablo Picasso, iniziatore del Cubismo. In questa opera, oggi conservata al Moma - Museum of Modern Art di New York, cinque nudi femminili diventano forme frammentate e spigolose e, come nell’arte di Cézanne, la prospettiva è resa attraverso il colore, con i caldi bruno-rossastri che avanzano e i freddi blu che si allontanano.

Cézanne si era dedicato ad articolare un’organizzazione compositiva che descriveva la natura “nei termini del cilindro, della sfera, del cono", ovvero le componenti geometriche più semplici. Usando piani di colore per creare queste forme, univa parti di figure in primo piano con elementi dello sfondo, superficie e profondità insieme. Le grandi bagnanti (1900-1906) è il suo capolavoro, al quale Picasso si ispirò per Les demoiselles che distorcendo le figure, rendendone i volumi come piani frammentati con una tavolozza tenue, introdusse alcune delle caratteristiche chiave del cubismo successivo. L’influsso di Cézanne portò anche Georges Braque, che era stato fino a quel momento affascinato e coinvolto dai Fauves, ad abbandonare quell’anno i colori brillanti e le tendenze fauviste per una stilizzazione della realtà a colori tenui, ottenuta riducendo gli oggetti, alberi, e case a forme geometriche elementari. Vedendo poi nello studio di Picasso Les Demoiselles, intensificò le sue simili esplorazioni e nel 1908 realizzò una serie di dipinti di paesaggi, tra cui Case a L’Estaque, in cui alberi e montagne erano resi come cubi e piramidi, simili a forme architettoniche.

Il termine “cubismo”, “cubista”, a quanto pare e secondo la stessa testimonianza del poeta Guillaume Apollinaire, fu desunto da un’espressione derisoria di Henri Matisse che sempre nel 1908 in qualità di membro della giuria del Salon d’Automne aveva rifiutato cinque dei sette quadri inviati a quella esposizione da Georges Braque. Fu comunque il critico Louis Vauxcelles che, per la prima volta e sempre a proposito dei dipinti di Georges Braque, parlò di "bizarreries cubiques“ in un articolo pubblicato sul ‟Gil Blas”. Come era già accaduto per gli impressionisti nel 1874 e per i Fauves nel 1905, gli artisti accettarono la definizione.

Il cubismo fu presentato al pubblico con la mostra personale di Braque alla galleria di Daniel-Henry Kahnweiler in rue Vignon a Parigi a fine di quell’anno. Gli esperimenti di Picasso e Braque devono molto a Kahnweiler, che fu il maggior sostenitore del loro lavoro, offrendosi di acquistare le opere già mentre le dipingevano. Dopo la mostra del 1908, salvo poche eccezioni, i due artisti esporranno solo nella sua galleria. La stretta collaborazione tra Picasso e Braque fu cruciale per la genesi dello stile. Entrambi vivevano nel quartiere di Montmartre a Parigi e si incontravano regolarmente per discutere dei loro progressi, influenzandosi tanto da rendere talvolta indistinguibili il lavori l’uno dell’altro. Nel 1912, come dimostra un’intervista pubblica del gallerista Kahnweiler sul Cubismo, era crescente l’interesse pubblico e un certo riconoscimento del movimento. Di quell’anno un saggio teorico intitolato appunto Du cubisme di Jean Metzinger e Albert Gleizes, e del 1913 la raccolta Guillaume Apollinaire nel volume Meditazioni estetiche: i pittori cubisti di alcuni suoi scritti dedicati alla nuova pittura.

Per quanto ci siano poi state alcune mostre cubiste fino al 1925, il movimento non durò molto oltre la prima guerra mondiale. Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, Picasso, in quanto straniero in Francia non fu arruolato, ma Braque sì, e ferito in combattimento avrebbe ricominciato a dipingere solo nel 1917; Kahnweiler, in quanto tedesco, fu esiliato dalla Francia e il principale mercante di arte cubista a Parigi divenne Léonce Rosenberg insieme al fratello Paul Rosenberg che continuò a vendere i quadri di Picasso anche negli anni intorno alla seconda guerra mondiale.

Negli stessi anni, sorsero I Salon Cubists, così chiamati perché esponevano opere cubiste influenzate dallo stile di Picasso e Braque. Fu grazie al lavoro dei Salon Cubists che il movimento divenne ampiamente noto al pubblico. Tra gli artisti appunto Juan Gris, Fernand Léger, Roger de La Fresnaye, Robert Delaunay, e gli stessi Jean Metzinger e Albert Gleizes, i quali già dalla fine del 1911 vivevano a stretto contatto nella periferia parigina, e con altri del gruppo iniziarono a incontrarsi a Puteaux, un sobborgo dove avevano i loro studi il pittore e incisore Jacques Villon e suo fratello, lo scultore Raymond Duchamp-Villon (chiamati il “gruppo Puteaux”). È probabile che a seguito di questi incontri siano state formalizzate le idee principali per il loro Du cubisme (1912), prima dichiarazione pubblicata sullo stile. Esperienza memorabile nel 1912 fu il Salon de la Section d’Or in cui si riunirono le correnti più radicali della pittura, che si tenne dopo il Salon d’Automne alla Galerie La Boetie. Come per il cubismo di Picasso e Braque, il gruppo Section d’Or non continuò coerentemente dopo la prima guerra mondiale, con mostre sporadiche tra il 1918 e il 1925.

Georges Braque, Case a l’Estaque (1908; olio su tela, 73 x 59,5 cm; Berna, Kunstmuseum)
Georges Braque, Case a l’Estaque (1908; olio su tela, 73 x 59,5 cm; Berna, Kunstmuseum)
Pablo Picasso, Il ritratto di Ambroise Vollard (1909-1910; olio su tela, 92 x 65,5 cm; Mosca, Museo Puškin)
Pablo Picasso, Il ritratto di Ambroise Vollard (1909-1910; olio su tela, 92 x 65,5 cm; Mosca, Museo Puškin)
Georges Braque, Il chitarrista (1912; olio su tela, 116,2 x 80,9 cm; New York, Museum of Modern Art)
Georges Braque, Il chitarrista (1912; olio su tela, 116,2 x 80,9 cm; New York, Museum of Modern Art)
Georges Braque, Violino e tavolozza (1909; olio su tela, 91,7 x 42,8 cm; New York, Solomon R. Guggenheim Museum)
Georges Braque, Violino e tavolozza (1909; olio su tela, 91,7 x 42,8 cm; New York, Solomon R. Guggenheim Museum)
Pablo Picasso, Ma Jolie (1911-1912; olio su tela, 100 x 64,5 cm; New York, Museum of Modern Art)
Pablo Picasso, Ma Jolie (1911-1912; olio su tela, 100 x 64,5 cm; New York, Museum of Modern Art)

Temi e stili: l’evoluzione del Cubismo

Le varie fasi di sviluppo dello stile cubista si basano principalmente sull’evoluzione del lavoro di Picasso e Braque piuttosto che su quelle dei Salon Cubists. La prima fase, detta formativa, negli anni 1908-1909 seguì alla retrospettiva parigina del 1907 di Paul Cézanne, da cui diversi artisti assorbirono la lezione pittorica: la mancanza di effetto di profondità, il ricondurre a forme geometriche gli oggetti della visione, la qualità materica e uniforme della sua pennellata. Braque esplorò questa scomposizione dei volumi e il trattamento schematico dei piani, in diverse opere dalle sfaccettature ombreggiate e il cromatismo essenziale, che sono i primi paesaggi compiutamente cubisti, dipinti in Provenza come aveva fatto lo stesso Cézanne negli anni Settata e Ottanta dell’Ottocento.

Allo stesso tempo Picasso riceveva a Parigi anche numerosi altri stimoli e influenze, distanti dalla tradizione classico-rinascimentale; nel 1906 era venuto a contatto nei musei parigini, tra cui i Louvre, con l’arte e l’archeologia iberica del suo paese d’origine e con l’arte africana, che orientarono una nuova pittura nei termini della semplificazione del corpo umano e delle figure in genere, negando l’illusione di profondità dei quadri. Guardando da un punto di vista stilistico a Les Demoiselles del 1907, è molto interessante notare la differenza fra le tre figure sulla sinistra, relativamente dolci e le due sulla destra, molto più dure e aggressive. Il primo gruppo, denota l’influenza dell’arte iberica antica mentre il secondo mostra il desiderio in Picasso di assimilare le lezioni scultoree dell’Africa nera, cui già si erano interessati anche i Fauves come Henri Matisse, André Derain e Maurice de Vlaminck.

La stagione cubista si sviluppò in modo altamente sistematico. Il Cubismo analitico interessò gli anni 1910-1912 in cui i due artisti si rivolsero all’analisi ravvicinata degli oggetti nei loro contesti di sfondo e da vari punti di vista, e in cui il colore perse il valore descrittivo.Picasso e Braque limitarono i loro soggetti ai generi tradizionali della ritrattistica e della natura morta e la loro tavolozza ai toni della terra e ai grigi tenui che riduceva i contorni delle forme frammentate di figure e oggetti. Lo schema cromatico si prestava alla presentazione di visioni complesse e multiple dell’oggetto, ridotto a piani sovrapposti. Questi piani sembrano muoversi oltre la superficie della tela piuttosto che retrocedere in profondità.

Sebbene le loro opere fossero spesso simili si manifestarono nel tempo i loro interessi separati. Braque tendeva a mostrare oggetti che esplodevano o si separavano in frammenti, mentre Picasso li rendeva magnetizzati, con forze attrattive che spingevano elementi dello spazio pittorico verso un centro della composizione. Di questo periodo, motivi rappresentativi sono strumenti musicali, bottiglie, brocche, bicchieri, giornali e il volto e la figura umana.

La frammentazione analitica è chiara in con opere come Il ritratto di Ambroise Vollard di Picasso o Il chitarrista di Braque, nei quali le relazioni tra i piani di colore e il groviglio di linee spezzate riempiono per intero le figure, e lo sfondo invade con i suoi spigoli acuti importanti parti del corpo. Immagini da “ricostruire” non solo con gli occhi ma anche attraverso una complessa attività mentale. Opere in questo stile includono di Braque l’antecedente del 1909 Violino e tavolozza o Ma Jolie di Picasso (1911-1912). Il Cubismo sintetico riguardò la produzione tra il 1912 e il 1914, tutto orientato alla sintesi con cui si presentavano gli oggetti alla mente del pittore, anche periodo in cui verranno introdotti elementi concreti e tridimensionali all’interno dei quadri con prospettive multiple e in cui il colore assume un ruolo forte. Le forme, pur rimanendo frammentate e piatte, saranno più grandi e decorative e le superfici delle tele accoglieranno materiali estranei incollati sulla tela in combinazione con le aree dipinte.

Nel 1912 Pablo Picasso realizzò l’opera Natura morta con sedia impagliata, in cui per la prima volta un elemento, invece di essere rappresentato, veniva fisicamente incorporato al quadro: l’impagliatura è un pezzo di tela incerata mentre la cornice è formata da una corda incollata al bordo della composizione. Fu il lancio del collage cubista, e insieme a Braque che iniziava ad incollare giornali alle sue tele, alla tecnica del papier collé. Con il papier collé del cubismo sintetico si dà inizio in un certo senso a quell’operazione dell’arte per cui gli scarti dal mondo materiale prendono posto nel mondo ideale della pittura e del disegno. Non ci si trova più di fronte a pittura in senso proprio, ma a una sorta di ibrido tra il lavoro realizzato a pennello e quello eseguito con forbici e colla. La composizione sintetica di quel tempo oltretutto fece spesso ricorso a un formato insolito della tela, quello ovale, e tutti questi aspetti insieme posero la questione di cosa fosse la realtà e cosa l’illusione artistica.

Alle soluzioni del cubismo sintetico diede un notevole contributo Juan Gris, che già da alcuni anni maturava in solitaria la ricerca di un linguaggio che liberasse l’immagine dalla descrizione della realtà e che sosteneva: “Cézanne fa d’una bottiglia un cilindro, io faccio d’un cilindro una bottiglia” (Natura morta con piatto di frutta e una bottiglia d’acqua, 1914).

Natura morta in un paesaggio (Place Ravignan) costituisce un magnifico esempio del suo stile maturo. Gris dipinse questo quadro nel 1915, in piena guerra mondiale. L’opera, eseguita a olio, rappresenta un’osteria col tavolo per gli avventori posto di fronte a una finestra aperta. Si ha qui il tema dell’illusione pittorica e della scomposizione in piani della realtà visiva: mentre la finestra mostra una verosimiglianza quasi realistica, gli oggetti quotidiani vicini allo spettatore vengono a scomporsi e disgiungersi. Così Gris non negava alcun punto di vista nella stessa visione. Tale interpretazione del cubismo, pur non tradendo le premesse iniziali dei fondatori, anticipò la piega conservatrice, definita come "il ritorno all’ordine", che si manifesterà alla fine della guerra.

Diverso è il caso di Fernand Léger, nella cui pittura la frammentazione caleidoscopica e dinamica delle forme, la squillante e livida tavolozza accennano ai simboli della civiltà meccanica, ottimisticamente considerati, che si faranno col tempo sempre più espliciti. Nel 1911, sotto l’influenza del cubismo analitico, dipinse i suoi Nudi nella foresta. Nel quadro le figure e gli oggetti sono ridotti a una strana combinazione di tubi grigiastri e verdastri. Da lì evolse rapidamente approfondendo l’interesse per la civiltà industriale e il mondo del lavoro: Léger voleva trovare un nuovo mezzo pittorico che riflettesse la vita moderna. Nel Contrasto di forme, dipinto nel 1913 cilindri, tronchi di cono e piani metallici si ammucchiano senza che sia dato riconoscere alcun soggetto letterario o genere pittorico tradizionale. Il colore e le linee indicano una specie di cubismo a cavallo tra l’analitico e il sintetico, ma, al tempo stesso, diverso da quello dei fondatori della tendenza Picasso e Braque. Tra il 1915 e il 1922 proprio in risposta al caos della guerra, c’era una tendenza tra molti artisti francesi a ritirarsi dalla sperimentazione radicale; questa inclinazione non era esclusiva del cubismo (Le tre donne di Léger, 1921).

Pablo Picasso, Natura morta con sedia impagliata (1912; collage di pittura a olio, tela cerata, carta e corda su tela, 29 x 37 cm; Parigi, Musée National Picasso)
Pablo Picasso, Natura morta con sedia impagliata (1912; collage di pittura a olio, tela cerata, carta e corda su tela, 29 x 37 cm; Parigi, Musée National Picasso)
Juan Gris, Natura morta in un paesaggio (Place Ravignan) (1915; olio su tela, 114,5 x 89 cm; Filadelfia, Philadelphia Museum of Art)
Juan Gris, Natura morta in un paesaggio (Place Ravignan) (1915; olio su tela, 114,5 x 89 cm; Filadelfia, Philadelphia Museum of Art)
Fernand Léger, Nudi nella foresta (1909-1911; olio su tela, 120,5 x 170,5 cm; Otterlo, Kröller-Müller Museum)
Fernand Léger, Nudi nella foresta (1909-1911; olio su tela, 120,5 x 170,5 cm; Otterlo, Kröller-Müller Museum)
Fernand Léger, Contrasto di forme (1913; olio su tela, 100,3 x 81,1 cm; New York, Museum of Modern Art)
Fernand Léger, Contrasto di forme (1913; olio su tela, 100,3 x 81,1 cm; New York, Museum of Modern Art)
Fernand Léger, Le tre donne (1921-1922; olio su tela, 183,5 x 251,5 cm; New York, Museum of Modern Art)
Fernand Léger, Le tre donne (1921-1922; olio su tela, 183,5 x 251,5 cm; New York, Museum of Modern Art)

Eredità del Cubismo

Il cubismo si diffuse rapidamente in tutta Europa negli anni Dieci, tanto per il suo approccio sistematico alla resa delle immagini quanto per l’apertura che offriva nel rappresentare gli oggetti in modi nuovi.

Il movimento coinvolse, ben oltre la produzione delle opere, tutta la sfera delle attività artistiche e fu alla base di una serie di stili dell’inizio del XX secolo, tra cui il Futurismo, e molti artisti importanti attraversarono una fase cubista nel loro sviluppo, di cui forse il più notevole è stato Marcel Duchamp, padre dell’arte concettuale, (Nudo che scende le scale n.2, 1912).

Anche movimenti successivi come il Minimalismo furono influenzati dall’uso cubista delle geometrie, e non si può non collegare lo sviluppo dell’arte astratta agli esperimenti dei cubisti.


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