Chi è Chiara Camoni, l'artista che rappresenterà l'Italia alla Biennale di Venezia 2026


Un profilo di Chiara Camoni, l’artista scelta per il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2026 e che quindi rappresenterà il nostro paese alla grande mostra.

A rappresentare l’Italia alla Biennale di Venezia del 2026 sarà Chiara Camoni: è lei l’artista scelta per il Padiglione Italia, che sarà curato da Cecilia Canziani e la vedrà protagonista di una mostra intitolata Con te, con tutto. Nata a Piacenza nel 1974, Camoni si è affermata come una delle figure di spicco nel panorama artistico italiano della sua generazione. Ha completato la sua formazione diplomandosi in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1999 e, per diversi anni, ha collaborato con l’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali di Napoli. Attualmente vive e lavora a Fabbiano, una località sulle colline dell’Alta Versilia, vicino a Seravezza, tra le Alpi Apuane.

La pratica di Camoni è poliedrica, spaziando dal disegno al video, dalle stampe vegetali alla scultura, con una predilezione per l’uso della ceramica, che include la terracotta policroma e smaltata. Una caratteristica distintiva del suo lavoro è l’integrazione di oggetti tratti dalla sfera domestica o, in modo preminente, di materiali organici raccolti direttamente nel suo giardino o nelle campagne. Questi materiali grezzi, che includono erbe, bacche, fiori, diverse tipologie di argilla e cenere, sono cruciali non solo come componenti, ma perché le loro proprietà determinano le tonalità naturali che caratterizzano le sue opere, richiamando la terra e la vegetazione che l’artista incorpora nelle sculture. L’artista utilizza, per esempio, per la smaltatura della porcellana o del gres, una miscela di sabbia di fiume, terra e cenere vegetale.

Il processo creativo prevede la manipolazione e il riassemblaggio delle opere attraverso gesti che assumono una connotazione rituale. Tali gesti instaurano un legame profondo con mondi arcaici e ancestrali, focalizzandosi sull’esplorazione della relazione tra l’artigianato e la dimensione spirituale. La ricerca di forme quasi primigenie o antiche è un aspetto essenziale e costitutivo del suo lavoro.

Chiara Camoni. Foto: Lorenzo Palmieri
Chiara Camoni. Foto: Lorenzo Palmieri

Temi e riflessioni dell’arte di Chiara Camoni

Le tematiche centrali della sua indagine artistica includono il trascorrere del tempo, la potenza creatrice della natura e le sue metamorfosi, i riti e le relazioni umane. Questa impostazione introduce inevitabilmente nel lavoro una componente di casualità, indeterminatezza e ambiguità, che si manifesta come traccia sia nei materiali scelti che nel processo di creazione delle opere.

L’artista nutre un’attrazione per le collezioni archeologiche, come quelle etrusche ed egizie, un fascino che non mira a costruire un sistema di conoscenza specifico, ma piuttosto a soddisfare un desiderio che può avere anche risvolti ambigui. L’artista riflette sul contrasto tra gli oggetti antichi, creati con grande perizia e materiali preziosi per essere celati per sempre e destinati ad accompagnare i defunti nell’aldilà (massimo sforzo per minima visibilità), e la tendenza contemporanea (minimo sforzo per massima visibilità). Nonostante siano ora esposti e illuminati, quegli oggetti conservano una “carica” irresistibile, latente, proveniente dalle mani dei creatori e dal buio in cui erano destinati a rimanere. L’artista si interroga su come il mondo dell’arte attuale possa ignorare quotidianamente questa “carica”.

Camoni esplora anche la questione della scomparsa delle forme. Si chiede se la scomparsa sia in realtà un’apparizione costituita dall’assenza, o una forma che persiste in uno stato mutato. Questo conduce all’idea di opere in potenza, non finite, che sfuggono al dettaglio, o di opere in decadimento, dove agisce il lavoro incessante del tempo. È in questa incertezza che risiede ciò che emerge e sprofonda in un ciclo continuo. Riguardo alla scultura, l’artista riflette sulla natura del simulacro, inteso come una presenza che non rimanda a una realtà sottostante, ma che pretende di valere come realtà essa stessa.

Un elemento fondamentale della pratica di Camoni è la dimensione collettiva e di scambio. Le sue opere vengono spesso realizzate in collaborazione con amici e familiari, oppure attraverso workshop e seminari organizzati che danno vita a gruppi estemporanei. L’artista è stata promotrice di diversi progetti collettivi: ha fondato il Magra, Museo d’Arte contemporanea di Granara, assieme ad altri artisti, e il gruppo Vladivostok. Ha anche dato vita al Centro di sperimentazione, un collettivo presentato come un raccoglitore delle diverse forme di autorialità condivisa.

Chiara Camoni, Due Serpenti (2024; ceramica, smaltata con terra e argilla di Penpont e Thornhill, 20 x 20 x 400 cm)
Chiara Camoni, Due Serpenti (2024; ceramica, smaltata con terra e argilla di Penpont e Thornhill, 20 x 20 x 400 cm). Su concessione di galleria SpazioA, Pistoia
Chiara Camoni, Sister (2023; terracotta policroma, metallo, gres smaltato con terra, sabbia e cenere di Borger-Odoorn, 200 x 130 x 12000 cm)
Chiara Camoni, Sister (2023; terracotta policroma, metallo, gres smaltato con terra, sabbia e cenere di Borger-Odoorn, 200 x 130 x 12000 cm). Su concessione di galleria SpazioA, Pistoia
Chiara Camoni, Living Room (2022; fiori, foglie, erbe selvatiche, cotone e canapa, ceramica smaltata con cenere vegetale, 300 x 150 x 30 cm)
Chiara Camoni, Living Room (2022; fiori, foglie, erbe selvatiche, cotone e canapa, ceramica smaltata con cenere vegetale, 300 x 150 x 30 cm). Su concessione di galleria SpazioA, Pistoia
Chiara Camoni, Piatti (2021; gres smaltato con cenere vegetale e sabbia, dimensioni variabili)
Chiara Camoni, Piatti (2021; gres smaltato con cenere vegetale e sabbia, dimensioni variabili). Su concessione di galleria SpazioA, Pistoia
Chiara Camoni, Barricata (2016, terracotta, fiori freschi e secchi, dimensioni variabili)
Chiara Camoni, Barricata (2016, terracotta, fiori freschi e secchi, dimensioni variabili). Su concessione di galleria SpazioA, Pistoia
Chiara Camoni, Senza titolo (Stabkarte) (2014; terracotta refrattaria, 250 x 250 x 30 cm)
Chiara Camoni, Senza titolo (Stabkarte) (2014; terracotta refrattaria, 250 x 250 x 30 cm). Su concessione di galleria SpazioA, Pistoia
Colonne, 2025, veduta della mostra, SpazioA, Pistoia
Colonne, 2025, veduta della mostra, SpazioA, Pistoia

Le principali mostre

Tra le sue mostre più importanti si annovera l’esposizione Chiamare a raduno. Sorelle. Falene e fiammelle. Ossa di leonesse, pietre e serpentesse, tenutasi al Pirelli HangarBicocca a Milano tra febbraio e luglio 2024. Questa mostra ha rappresentato il più vasto corpus di opere di Camoni mai esposto, affiancato da nuove produzioni. L’installazione è stata concepita come “un’architettura di collettività e raccoglimento”, con una pianta simmetrica e radiale che crea corridoi e ambienti ispirati agli anfiteatri antichi e ai giardini all’italiana del tardo Rinascimento.

L’esposizione ha ospitato un’ampia selezione di sculture in ceramica, tra cui le figure antropomorfe della serie Sisters (2017-23) e i Vasi Farfalla (2020-22), questi ultimi una rivisitazione dei vasi canopi egizi. Sono state incluse anche installazioni come i pavimenti in ceramica Pavimento (For Clarice) (2021) e le tende realizzate con stampe vegetali Senza Titolo (una Tenda) (2019). Completavano l’allestimento nuove opere figurative in materiali come onice, alluminio e pietra leccese, che attingono all’iconografia dei bestiari medievali. La mostra all’HangarBicocca è stata accompagnata da un catalogo monografico che raccoglieva documentazione e testi critici di esperti come Anna Anguissola, Domitilla Dardi, Gian Antonio Gilli, Chus Martínez, Alice Motard e Andrea Viliani, approfondendo i temi centrali dell’esposizione.

In precedenza, l’artista è stata protagonista di Ipogea (2021) nei sotterranei di Palazzo Bentivoglio, in occasione di Art City 2021 a Bologna. Un altro esempio di confronto con l’antico è avvenuto alla Fondazione Luigi Rovati a Milano (2023-2024), dove una selezione dei suoi gioielli è stata esposta accanto a reperti etruschi e gioielli ottocenteschi della collezione Castellani, nell’ambito della mostra Tesori Etruschi. La collezione Castellani tra storia e moda. Questo dialogo ha generato una riflessione sul gioiello stesso, mettendone a confronto la natura ornamentale etrusca con la ricerca storico-antiquaria dei Castellani e la pratica concettuale e metamorfica della Camoni. Tra le numerose partecipazioni a rassegne collettive, si citano l’edizione 15 di Manifesta a Barcellona (2024), la Quadriennale di Roma del 2020, la mostra IO DICO IO (2021) alla Galleria Nazionale di Arte Moderna a Roma, e Artifices Instables - Histoires des ceramiques (2020) al NMNM Villa Sauber, Montecarlo. Al momento è rappresentata dalla galleria SpazioA di Pistoia.

Balancing Conflicts, Cure and Care and Imagining Futures, 2024, veduta della mostra, Manifesta 15, Barcellona
Balancing Conflicts, Cure and Care and Imagining Futures, 2024, veduta della mostra, Manifesta 15, Barcellona
Chiamare a raduno. Sorelle. Falene e fiammelle. Ossa di leonesse, pietre e serpentesse, 2024, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milan
Chiamare a raduno. Sorelle. Falene e fiammelle. Ossa di leonesse, pietre e serpentesse, 2024, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milan

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