L’enigma della tigre di Henri Rousseau nel dipinto Sorpresa! del 1891


Il 29 luglio è la Giornata Mondiale della Tigre. Una delle tigri più famose della storia dell’arte è quella dipinta in Sorpresa! di Henri Rousseau: una tela ricca di ambiguità, costruita con meticolosa attenzione e capace di evocare una giungla immaginaria che l’artista non vide mai di persona.

Il 29 luglio si celebra la Giornata Mondiale della Tigre, istituita per sensibilizzare sulla protezione del grande felino a rischio estinzione. Tra le numerose immagini che nel tempo ne hanno celebrato la potenza simbolica e la bellezza, Sorpresa! di Henri Rousseau (Laval, 1844 – Parigi, 1910) rappresenta uno dei casi più ambigui della storia dell’arte europea a cavallo tra XIX e XX secolo. Presentata nel 1891 al Salon des Indépendants di Parigi, l’opera cattura un momento a metà: la tigre che Rousseau ritrae nell’opera si muove tra la vegetazione tropicale, con il dorso inarcato e le fauci spalancate, mentre un fulmine squarcia il cielo sullo sfondo. Nonostante l’apparente immediatezza della scenal’opera risulta sfuggente. L’animale è colto in un atto di aggressione o sta fuggendo dal lampo?

Secondo quanto emerso da recensioni contemporanee e da sue stesse dichiarazioni successive, Rousseau potrebbe aver inizialmente incluso una preda poi cancellata. Sopra le alte erbe a destra si notano aree scure che suggeriscono la presenza originaria di un secondo soggetto. In seguito, l’artista si riferì al dipinto con il titolo Una tigre che insegue degli esploratori, e il titolo definitivo, Sorpresa!, potrebbe essere un gioco di parole con l’espressione francese grève surprise, cioè sorpresa improvvisa ma anche fulmine a ciel sereno, sostenendo un doppio significato: l’irruzione dell’animale e lo scoppio del temporale.

Henri Rousseau, Sorpresa! (1891; olio su tela, 129,8 × 161,9 cm; Londra, National Gallery). Foto: National Gallery
Henri Rousseau, Sorpresa! (1891; olio su tela, 129,8 × 161,9 cm; Londra, National Gallery). Foto: National Gallery

Sorpresa! è la prima opera delle circa venti giungle che Rousseau dipingerà nel corso della sua carriera. Scene che contribuiranno a costruire la fama esotica del pittore, anche se basate interamente sull’immaginazione. Perchè? Rousseau non lasciò mai la Francia e non viaggiò mai in territori tropicali. La sua presunta partecipazione a una spedizione militare in Messico, da lui stesso accennata, non ha alcuna conferma storica. Il suo mondo vegetale e animale è infatti il risultato di attente osservazioni fatte al Jardin des Plantes di Parigi, sede del giardino botanico e dello zoo, oltre che delle Gallerie di Zoologia realizzate in occasione dell’Esposizione Universale del 1889. Neglispazi, accessibili gratuitamente, Rousseau osservava piante esotiche, animali vivi e un’ampia collezione di esemplari impagliati esposti in pose naturalistiche.

La giungla che prende forma in Sorpresa! è dunque frutto di un processo compositivo complesso. Le piante, rese con precisione quasi botanica, combinano varietà tropicali viste nei giardini espositivi e specie da appartamento. La superficie pittorica si distingue per la densità decorativa: foglie e fronde si legano in una trama elaborata, composta da verdi intensi, bruni, rossi e ocra. È inoltre possibile affermare che le singole porzioni del dipinto sono lavorate con meticolosità e secondo una tecnica sequenziale. Rousseau utilizzava infatti un pantografo, uno strumento meccanico che gli consentiva di ingrandire e riportare sulla tela le forme desiderate. La procedura potrebbe spiegare perché la tigre appaia sospesa nello spazio, piuttosto che ancorata al suolo.

Eugène Delacroix, Tigre e serpente (1862; olio su tela, 33,02 × 41,28 cm, Washington, National Gallery of Art). Foto: National Gallery of Art
Eugène Delacroix, Tigre e serpente (1862; olio su tela, 33,02 × 41,28 cm, Washington, National Gallery of Art). Foto: National Gallery of Art
Jean-Léon Gérôme, Tigre in guardia (1888 circa; olio su tela, 63,5 × 90,5 cm; Houston, Houston Museum of Fine Arts)
Jean-Léon Gérôme, Tigre in guardia (1888 circa; olio su tela, 63,5 × 90,5 cm; Houston, Houston Museum of Fine Arts)

La scena è oltre a ciò attraversata da una griglia di linee argentate e semi-trasparenti che indicano la pioggia: una soluzione grafica che richiama, per struttura e andamento, la pelliccia striata dell’animale e le sagome affilate delle foglie. Il trattamento della pioggia presenta evidenti analogie con le stampe giapponesi ukiyo-e, in particolare con Acquazzone improvviso sul ponte Shin-Ōhashi e Atake di Utagawa Hiroshige, pubblicata nel 1857. In questo caso, Rousseau, come molti artisti francesi dell’epoca, potrebbe aver conosciuto le immagini attraverso le stampe che circolavano largamente in Europa. La tigre stessa nasce da un collage di fonti: animali impagliati visti allo zoo, immagini scientifiche, illustrazioni di riviste e persino il comportamento osservato dei gatti domestici. Non si esclude inoltre l’influenza di artisti come Eugène Delacroix che nel 1830 dipinge Giovane tigre che gioca con sua madre per poi proseguire nel 1862 con Tigre e serpente, o ancora Jean-Léon Gérôme che nel 1888 circa dipinge Tigre in guardia.

Sappiamo anche che Henri Rousseau era un autodidatta, un impiegato della dogana parigina che iniziò a dipingere come passatempo. Nonostante il soprannome Douanier o Doganiere, non raggiunse mai il grado di ispettore. Ad ogni modo, senza alcuna formazione accademica, costruì un linguaggio personale fondato sulla semplificazione, sull’appiattimento prospettico e su una resa decorativa della superficie. Caratteristiche che gli valsero, inizialmente, lo scherno di parte della critica e del pubblico, ma che finirono per attrarre l’interesse delle avanguardie. Rousseau si definiva infatti un allievo della natura, e vedeva nella sua ingenuità una forma di verità espressiva. Oggi è considerato un precursore dell’arte naïf, definizione attribuita a quegli artisti privi di addestramento formale, spesso identificabili per la spontaneità del tratto e la visione semplificata del mondo.

Eugène Delacroix, Étude de deux tigres (1830; olio su tela, 130,5 x 195 cm, Parigi, Musée du Louvre)
Eugène Delacroix, Giovane tigre che gioca con sua madre (1830; olio su tela, 130,5 x 195 cm, Parigi, Musée du Louvre) © 2024 GrandPalaisRmn (Museo del Louvre) / Sylvie Chan-Liat

Sorpresa! appare dunque come un punto di svolta nella carriera di Rousseau. L’opera venne presentata al Salon des Indépendants, fondato nel 1884 per offrire uno spazio espositivo libero da giurie e premi, in opposizione al rigido sistema del Salon ufficiale. Tra i fondatori figuravano Odilon Redon, Georges Seurat e Paul Signac, ma il debutto di Rousseau in quel contesto non passò inosservato. Una delle prime recensioni serie giunse da Félix Vallotton, giovane artista e scrittore, che su The Swiss Journal scrisse “La sua tigre non va ignorata: è l’alfa e l’omega della pittura. […] C’è sempre qualcosa di bello nel vedere una fede, qualunque essa sia, espressa senza compromessi. Io ho sincera stima per questi sforzi”.

Tra i primi a riconoscerne il valore fu anche Pablo Picasso, che acquistò un’opera di Rousseau e ne organizzò un banchetto celebrativo nel 1908, a cui parteciparono molte figure di spicco della scena culturale parigina. In quell’occasione, Rousseau si rivolse a Picasso affermando “Tu e io siamo i due più grandi artisti dell’epoca: tu nello stile egizio, io nello stile moderno”. Oggi, in occasione della giornata dedicata alla tigre, Sorpresa! riafferma la sua centralità nella storia dell’arte moderna: un’opera in bilico tra ingenuità tecnica e raffinatezza, in grado di evocare una natura mai vista, ma profondamente sentita.


Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte.
al prezzo di 12,00 euro all'anno avrai accesso illimitato agli articoli pubblicati sul sito di Finestre sull'Arte e ci aiuterai a crescere e a mantenere la nostra informazione libera e indipendente.
ABBONATI A
FINESTRE SULL'ARTE

Noemi Capoccia

L'autrice di questo articolo: Noemi Capoccia

Originaria di Lecce, classe 1995, ha conseguito la laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara nel 2021. Le sue passioni sono l'arte antica e l'archeologia. Dal 2024 lavora in Finestre sull'Arte.



Commenta l'articolo che hai appena letto






Per inviare il commento devi accedere o registrarti.
Non preoccuparti, il tuo commento sarà salvato e ripristinato dopo l’accesso.



MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte