Addio a Ozzy Osbourne: scompare a 76 anni il Principe delle Tenebre dell'heavy metal


È scomparso oggi a 76 anni il cantante britannico Ozzy Osbourne, già leader dei Black Sabbath, icona dell’heavy metal, genere che ha contribuito a definire. Solo lo scorso 5 luglio si era esibito nel concerto di addio nella sua Birmingham.

È scomparso oggi, all’età di 76 anni, il leggendario cantante Ozzy Osbourne, una delle voci più rappresentative dell’hard rock e dell’heavy metal, storico leader del gruppo britannico dei Black Sabbath. A darne notizia è stata la famiglia con una nota: “Con tristezza, più che con quanto le parole possano dire, rendiamo noto che il nostro amato Ozzy Osbourne à morto questa mattina. Era con la sua famiglia, circondato dall’amore. Chiediamo a tutti di rispettare la nostra privacy in questo momento”. Non sono note le cause della morte, ma l’artista era malato da tempo (nel 2020 gli era stato diagnosticato il morbo di Parkinson). Solo lo scorso 5 luglio aveva dato l’addio alle scene con un ultimo concerto a Birmingham, intitolato Back to the beginning, una vera maratona tenutasi al Villa Park, nella città di cui Osbourne era originario, e che ha visto la partecipazione non solo di Ozzy e dei Black Sabbath, ma di diversi gruppi simbolo dell’heavy metal: i Mastodon, i Rival Sons, gli Anthrax, gli Halestorm, i Lamb of God, gli Alice in Chains, i Gojira, i Pantera, gli Slayer, i Guns n’ Roses, i Metallica. Ozzy Osbourne per l’occasione aveva cantato, da solo (e seduto su di un trono simbolico, anche a causa dell’impossibilità a muoversi per via della malattia), suoi successi da solista come Suicide Solution e Crazy Train, mentre i Black Sabbath avevano chiuso con War Pigs, N.I.B., Iron Man e Paranoid.

Il suo vero nome era John Michael Osbourne ed era nato il 3 dicembre 1948 ad Aston, sobborgo operaio di Birmingham, Inghilterra. Cresciuto in una famiglia numerosa e modesta, negli anni scolastici ha sofferto di dislessia, venendo etichettato ingiustamente come “stupido”; il soprannome Ozzy gli fu dato dai compagni che volevano prenderlo in giro in quanto da ragazzo Osbourne era balbuziente e faceva fatica a pronunciare persino il suo cognome (da cui Ozzy). Lasciò la scuola intorno ai 15–16 anni e svolse vari lavori manuali (dal saldatore al macellaio), fino a un breve soggiorno in prigione per furto. Nonostante ciò, una passione crescente per la musica lo portò a fondare, nel 1968, insieme a Tony Iommi, Geezer Butler e Bill Ward, una band che inizialmente si chiamava Earth e poi cambiò nome in Black Sabbath, ispirandosi a un film horror del 1963.

Ozzy Osbourne. Foto: Ross Halfin
Ozzy Osbourne. Foto: Ross Halfin

Con i Black Sabbath, Osbourne contribuì a definire il genere heavy metal grazie a sonorità cupe e testi ispirati all’occulto. Album come Black Sabbath (1970), Paranoid, Master of Reality e Sabbath Bloody Sabbath divennero pietre miliari del rock mondiale. Hit immortali come Paranoid, War Pigs e Iron Man lo consacrarono come frontman iconico. La band conquistò stadi pieni e critica, ma parallelamente crebbe l’abuso di droghe e alcol da parte di Ozzy, causando tensioni interne e la sua espulsione, nel 1979, dal gruppo, che lo sostituì con Ronnie James Dio.

Nel 1980, Ozzy debuttò da solista con l’album Blizzard of Ozz, che include il capolavoro Crazy Train. Gli album successivi come Diary of a Madman (1981), Bark at the Moon (1983), No More Tears (1991) e Ozzmosis (1995) ricevettero riconoscimenti commerciali e diversi Grammy. Celebre è la sua collaborazione con uno dei più grandi chitarristi rock di tutti i tempi, lo statunitense Randy Rhoads, talentuoso chitarrista già militante nei Quiet Riot e poi scomparso prematuramente a soli venticinque anni in un incidente aereo: con Ozzy, incise Blizzard of Ozz e Diary of a Madman. In seguito, Ozzy ha lavorato a lungo con Zakk Wylde, col quale ha firmato diversi album tra cui No Rest for the Wicked del 1988, No More Tears del 1991, Ozzmosis del 1995 fino a Black Rain del 2007. Tutti i suoi album solisti di materiale originale hanno raggiunto la certificazione multi-platino.

La sua vita personale e professionale è passata alla leggenda anche per gli episodi controversi, tanto che Ozzy Osbourne si guadagnò il titolo di “Prince of Darkness”, Principe delle Tenebre, per i suoi teatrali comportamenti sul palco: celebre l’episodio del 20 gennaio 1982 a Des Moines, quando morse la testa a un pipistrello, pensando fosse un giocattolo (ne seguì una vaccinazione antirabbica). Eccessi, crisi matrimonali La sua vita privata fu costellata da eccessi, crisi matrimoniali, accuse di satanismo. Nonostante ciò, la sua sincerità e la sua onestà lo hanno reso un personaggio amato, un simbolo della cultura rock e non solo. Si sposò nel 1971 con Thelma Riley, dalla quale ha avuto tre figli per poi successivamente divorziare e sposare nel 1982 la manager Sharon Arden, che gli diede altri tre figli. La sua stessa vita familiare divenne uno show: nel 2002 infatti esordì la serie reality The Osbournes, prodotta da MTV, che mostrò la sua vita con la moglie/manager Sharon e i figli Kelly, Jack e Aimee: il programma, per alcuni anni, lo rese una celebrità di massa. In parallelo dedicò molto del suo tempo alla costruzione di Ozzfest, festival itinerante creato nel 1996 insieme a Sharon, divenuto veicolo per nuove band metal e hard rock (Slipknot, System of a Down, Disturbed ecc.), con oltre 5 milioni di biglietti venduti e guadagni stimati in oltre 100 milioni di dollari.

Diversi i riconoscimenti da lui ottenuti. Ozzy Osbourne ha vinto tre Grammy: due per la miglior interpretazione maschile metal (nel 1994 per la canzone I Don’t Want to Change the World e nel 2023 per Degradation Rules, e quello per il miglior album rock nel 2023 per Patient Number 9). Proprio Patient Number 9, pubblicato il 9 settembre 2022, è il suo tredicesimo e ultimo album solista. Ha inoltre una stella sulla Hollywood Walk of Fame, una stella sul Birmingham Walk of Stars, ed è stato inserito nella UK Music Hall of Fame nel 2005, sia come solista che con i Black Sabbath; successivamente entrò nel Rock and Roll Hall of Fame come membro dei Sabbath nel 2006 e come artista solista nel 2024. Nel 2025, lui e i membri originali di Black Sabbath sono stati nominati Freemen of the City of Birmingham, subito prima del loro concerto di addio

Da ragazzo travagliato di Birmingham a re dell’heavy metal (ha venduto oltre 50 milioni di dischi da solista, 100 se si includono anche quelli con i Black Sabbath), Ozzy Osbourne ha attraversato oltre cinque decenni di musica, scandali, innovazioni e successi globali. Ha trasformato il vuoto da cui è partito in un’opera musicale straordinaria, incarnando la figura del “Prince of Darkness” con la voce, la teatralità e una vulnerabilità umana che lo rese amato da milioni di fan.


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